Immagine di copertina: Lamine Yamal e Pau Cubarsí, talenti del Barcellona
Con la chiusura dell’Europeo e della Copa América, la stagione 2023-24 è dunque giunta al termine. Un’annata di grande transizione per il calcio europeo, per la prima volta privo sia di Messi che di Cristiano Ronaldo, volati rispettivamente negli Stati Uniti ed in Arabia Saudita. Il vuoto di potere lasciato dai due semidei non è ancora stato colmato del tutto dai vari Mbappé e Vinicius, dietro ai quali scalpita una generazione di potenziali fuoriclasse tutta da scoprire. Alla luce di quanto visto negli ultimi 12 mesi, ecco dunque un breve compendio dei 10 migliori calciatori Under 20 attualmente in circolazione, elencati in ordine alfabetico.
Pau Cubarsí
Spagna, difensore, 2007
Dopo una prima parte di stagione trascorsa soprattutto sulle panchine del Montjuïc, il talento di Pau Cubarsí è sbocciato definitivamente soltanto con l’avvento dell’anno nuovo. A fargli posto nella difesa del Barcellona hanno contribuito alcuni infortuni tra i titolarissimi, e soprattutto l’enorme fiducia che fin da subito Xavi ha riposto in questo ragazzone nato nel 2007, in grado di sfoggiare letture di alto livello (seppur ovviamente migliorabili), oltre a capacità di palleggio tipicamente catalane. La sua disinvoltura con il pallone tra i piedi gli consente di venire impiegato regolarmente come centrale mancino, pur essendo un destro naturale. In molti lo hanno paragonato a Piqué, nonostante la struttura fisica dei due abbia ben pochi punti in comune; rispetto al suo predecessore Cubarsí è decisamente meno torreggiante (è alto “solo” 1,83), ma compensa con una rapidità superiore, che lo rende probabilmente più simile all’altra colonna difensiva del Barcellona pigliatutto di 15 anni fa, il capitano Carles Puyol.
Endrick
Brasile, attaccante, 2006
Il naufragio collettivo del Brasile nella Copa América, che gli ha attirato non poche critiche in patria, non può e non deve gettare ombre sull’eccezionale luce scaturita dal piede mancino di Endrick, tra i predestinati per eccellenza di quest’ultimissima generazione pallonara. Venuto al mondo nel 2006, è ormai da quasi due anni un promesso sposo del Real Madrid, e l’arrivo alla corte di Ancelotti sarà fondamentale per permettergli di scoprire definitivamente quale sarà la zona di campo più adatta per sprigionare il suo clamoroso potenziale. Nelle ultime due stagioni al Palmeiras Endrick ha ondeggiato tra il ruolo di centravanti, dove ha esibito la tonicità di un fisico da torello, e di seconda punta, forse l’ideale per assecondarne le velleità creative. Al Santiago Bernabeu non mancheranno di certo le pressioni su un ragazzino pagato a peso d’oro per unirsi alla squadra più forte e prestigiosa del mondo. Nulla a cui Endrick, paragonato fin dalla tenera età a numi tutelari del calibro di Pelé e Romario, non sia già abituato da diverso tempo.
Estêvão Willian
Brasile, attaccante, 2007
Si è aggiudicato per ben tre volte di fila il campionato paulista, ma il Palmeiras è attualmente uno dei club modello del calcio sudamericano non solo per quanto riguarda i meri risultati ottenuti sul campo. L’operazione descritta sopra con Endrick al Real Madrid è stata replicata in maniera pressoché analoga con un ragazzino ancora più giovane, e di certo non meno talentuoso. Anch’egli mancino, come quasi tutti i più grandi eletti di questo sport, dopo aver disegnato splendidi arabeschi sui campi più prestigiosi del Brasile, Estêvão Willian si prepara a fare lo stesso anche in Premier League, con la maglia del Chelsea. Una volta raggiunta la maggiore età, il bimbo prodigio di Franca, città dov’è nato nel 2007, volerà in Inghilterra per mostrare al pubblico di Stamford Bridge le sue doti migliori: sfacciataggine e fantasia, sublimate in un dribbling che sembra temere davvero pochi confronti.
Arda Güler
Turchia, centrocampista offensivo, 2005
Presentatasi ai nastri di partenza di Euro 2024 con una delle formazioni più interessanti tra quelle della “media borghesia”, la Turchia non ha tradito le attese di chi l’aveva individuata come potenziale sorpresa del torneo. La squadra di Montella si è infatti spinta fino ai quarti di finale, cullando a lungo l’illusione di tagliare lo storico traguardo delle semifinali. Avrà indubbiamente diverse occasioni per riprovarci il 19enne Arda Güler, messosi ulteriormente in mostra in Germania per la sua purezza tecnica e per un’intelligenza calcistica invidiabile per un ragazzo così giovane. Perfettamente a suo agio sia nelle operazioni di taglio e cucito nel mezzo spazio di destra, sia agendo da riferimento offensivo centrale, le 5 partite disputate all’Europeo hanno ribadito un dato alquanto chiaro: anche per una squadra del calibro del Real Madrid, Arda Güler non costituisce certo un semplice lusso, ma una risorsa dal valore inestimabile.
Kobbie Mainoo
Inghilterra, centrocampista, 2005
Anche nelle annate più cupe della propria storia recente, il Manchester United si è sempre contraddistinto per aver offerto al calcio inglese alcuni giocatori di grande prospettiva, seppur inseriti in contesti tutt’altro che ottimali. Così, dopo l’avvento di Rashford nel 2016, e di Greenwood nel 2019, entrambi incapaci di mantenere fede alle aspettative di inizio carriera (seppur per motivi diametralmente opposti), il 2024 è stato l’anno dell’exploit di Kobbie Mainoo. Nato nel 2005 a Stockport, dove mezzo decennio prima vide la luce anche Phil Foden, questo centrocampista box to box unico elemento capace di dare un po’ di verve a due squadre asfittiche come lo United di Ten Hag (quantomeno quello visto in questa stagione) e l’ultima Inghilterra di Southgate. L’unico dettaglio che potrebbe dunque limitarne concretamente l’ascesa è la tossicità che da anni si respira dalle parti di Old Trafford, come ben sanno i due sopracitati ex-wonderkids.
Mathys Tel
Francia, attaccante, 2005
La facilità con cui la Francia riesce a sfornare ininterrottamente nuovi protagonisti sui più grandi palcoscenici d’Europa, rimane probabilmente ineguagliabile per qualunque altro movimento calcistico attualmente esistente. I transalpini dispongono infatti di una qualità offensiva tale da permettersi di escludere dagli Europei un jolly offensivo reduce da una stagione da 16 gol/assist nel Bayern Monaco. Si tratta di Mathys Tel, 2005 di platino che i bavaresi, solitamente poco avvezzi alle grandi spese, hanno acquistato da minorenne per quasi 30 milioni di euro nel 2022. La presenza di Harry Kane al centro dell’attacco dei Roten, lo ha tuttavia obbligato a traslocare temporaneamente sulle corsie laterali, in attesa di poter ereditare il trono dal bomber inglese. Ciò che è certo, è che la coppia Tel–Musiala (appena 40 anni in due) appare destinata a seminare il terrore tra le difese della Bundesliga per un bel po’ di tempo a venire.
Lamine Yamal
Spagna, attaccante, 2007
Il capobanda di questa paranza di ragazzini terribili non può che essere lui, probabilmente l’unico della lista a poter essere annoverato a tutti gli effetti tra i calciatori più forti al mondo in assoluto, senza limitarsi a specificare la categoria d’età. Lamine Yamal, del resto, se l’è meritato eccome questo trattamento privilegiato, alla luce di una stagione di debutto tra i professionisti che sembra avere ben poco a che fare con la parabola di un “semplice” fuoriclasse annunciato. Ciò che abbiamo visto per 9 mesi nel Barcellona, una squadra campione di Spagna in carica trovatasi gradualmente a dipendere sempre di più dalle invenzioni di un ragazzo di 16 anni, altro non era che il preludio al grande show di Euro 2024. Nemmeno Pelé, che a Svezia ’58 aveva 17 anni, era riuscito a diventare titolare così giovane in un grande torneo internazionale. Il solco scavato da Yamal rispetto ai suoi coetanei sembra dunque già estremamente ampio, e non è detto che non si possa ulteriormente allargare.
Kenan Yildiz
Turchia, attaccante, 2005
Rispetto al “gemello” Arda Güler, indubbiamente tra i tre migliori elementi della spedizione turca in Germania, il momento dell’epifania di Kenan Yildiz deve ancora arrivare. Quanto fatto vedere fin qui dall’ex gioiellino del Bayern Monaco è però ampiamente sufficiente per far intuire di che pasta sia fatto. La bellezza del suo calcio, del resto, è sembrata quasi stridere a contatto con una Juventus così sparagnina come quella in cui si è trovato a debuttare in questa stagione. Per la sua capacità di ricamare sul centro-sinistra, ma anche di isolarsi nei pressi della linea laterale, Thiago Motta sembra avere dunque tutte le intenzioni di renderlo uno degli uomini-chiave della propria gestione tecnica, che si preannuncia totalmente in antitesi rispetto a quella precedente.
Leny Yoro
Francia, difensore, 2005
Una statistica in particolare può essere utile nell’analizzare il lavoro svolto da Paulo Fonseca alla guida del Lille: nella scorsa stagione, considerando i top 5 campionati europei, i “Mastini” hanno fatto registrare una delle migliori 10 difese del Vecchio Continente. In questo contesto estremamente proattivo, ben lontano dall’uso di un blocco basso, si è imposto alle attenzioni di quasi tutte le big europee un centrale molto interessante, che a metà novembre spegnerà 19 candeline in quel di Manchester. Lo United ha infatti versato ben 62 milioni per rimpolpare una difesa resa ancora più friabile dall’addio di Varane, connazionale del suddetto Leny Yoro. Se riuscirà a replicare le prestazioni della scorsa stagione anche con la maglia dei Red Devils, la chiamata di Deschamps in Nazionale non potrà più essere rimandata.
Warren Zaïre-Emery
Francia, centrocampista, 2006
Torniamo a parlare di Deschamps per dare ulteriormente l’idea dell’overdose di tasso tecnico di cui dispone la Nazionale francese, ma anche per riflettere su come esso non sia sempre stato incanalato al meglio dal proprio c.t. La totale assenza di minuti riservata a un tuttocampista del calibro di Zaïre-Emery nel corso dell’intero Europeo fa effettivamente storcere il naso, considerando il livello espresso da quest’ultimo nel corso della scorsa annata al Paris Saint-Germain. All’ombra della Tour Eiffel, con il tutoraggio di un alchimista come Luis Enrique, non ha mai abbassato il proprio rendimento, venendo schierato non solo come mezzala o come mediano, ma anche come terzino destro in alcuni frangenti particolari. Nato nel 2006, Zaïre-Emery si può già inserire nel novero delle perle più lucenti prodotte dal vivaio del PSG nel corso dell’ultimo quindicennio, trascorso dai parigini non soltanto a sperperare un milione dietro l’altro, ma anche ad accudire le proprie risorse interne.