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Mister Champions: le 10 partite europee più grandi di Cristiano Ronaldo

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Immagine di copertina: Cristiano Ronaldo mostra orgoglioso la sua quinta Champions League, conquistata nel 2018 contro il Liverpool

Cristiano Ronaldo rappresenta senza alcun dubbio una delle icone calcistiche più sfolgoranti di sempre. Il suo dominio sul piano delle prestazioni, la continuità con la quale ha trovato la via della rete per anni, le spaventose statistiche in termini di bottino di gol segnati nei vari tornei e nelle varie competizioni in cui si è cimentato in giro per l’Europa e per il mondo lo rendono uno dei primissimi giocatori della nostra epoca, nonché uno dei primi dieci giocatori della storia. Ha dettato legge ovunque, dal Portogallo alla Spagna, passando per Inghilterra e Italia, gonfiando reti e bruciando record su record, in un eterno e infinito duello con l’altro fenomeno a lui contemporaneo, Lionel Messi, meno “giramondo” del portoghese.

Il giardino di casa del portoghese è però la Champions League, la competizione più ambita dai club europei. È in Champions League che Cristiano Ronaldo ha scritto le pagine più belle della sua carriera, con una continuità pluridecennale. Se diamo una rapida occhiata ai numeri nudi e crudi, ne rimaniamo impressionati: miglior marcatore di sempre della Champions League con 140 reti (attuali), seguito da Messi con ben 17 reti in meno (al momento attuale). Prima dell’avvento di Ronaldo e Messi, il miglior marcatore era Raul, oggi ancorato al quinto posto con “sole” 71 reti. Sette volte capocannoniere della coppa, di cui una – edizione 2013/14 – con record assoluto di gol segnati in una singola edizione, 17.

Mi sembra ovvio constatare che, in un bottino di reti così opulento, molte segnature sono arrivate anche nella fase a gironi, con reti e goleade alle squadre malcapitate di turno, che hanno provocato un’inflazione dei numeri e delle statistiche. Tuttavia, nelle fasi calde ad eliminazione diretta del torneo – quelle dove gli avversari diventano sempre più di grossa cilindrata e dove lo spazio per un passo falso è sempre più ridotto – Cristiano Ronaldo ha segnato la bellezza di 67 reti, un’enormità.

Abbiamo scelto per voi, in ordine cronologico, i momenti più importanti di questo straordinario giocatore, momenti che fotografano al meglio l’idea della dominanza di Cristiano nella competizione più ambita d’Europa. Naturalmente abbiamo preferito concentrarci sui momenti caldi, e contro squadre di grosso calibro.

Alex Ferguson e un giovanissimo Cristiano Ronaldo ai tempi della prima esperienza del portoghese al Manchester United

Ci sono stati vari giocatori nel corso degli anni indicati come il nuovo George Best. Ma questa è la prima volta che è stato un complimento per me

George Best

Manchester United-Roma 7-1
quarti di finale 2006/07

Incredibile a dirsi, per uno che ha fatto della Champions League il suo giardino di casa, ma Cristiano Ronaldo impiegò ben quattro anni per segnare la sua prima rete nella massima competizione europea. La sua prima volta fu nel ritorno dei quarti di finale contro la Roma, all’Old Trafford. La doppietta e l’assist per Fletcher furono solo un orpello ad una prestazione totale, fatta di cambi di direzione continui, dribbling e doppi passi che fecero impazzire l’intera squadra romanista. Il portoghese era da anni un fuoriclasse fatto e finito, in Inghilterra veniva considerato già da qualche anno la stella dei Red Devils. Da quella sera la sua legge entrò in vigore anche in Europa.

Manchester United-Chelsea
finale 2007/08

Il cammino di Cristiano Ronaldo in quell’annata fu trionfale: 42 reti – di cui 8 in Champions League – in 49 partite e il riconoscimento pressoché unanime da parte di critica ed addetti ai lavori come migliore calciatore del mondo. Il suo ultimo atto a Mosca, nella finale di Champions tutta inglese contro i Blues di Roman Abramovich, fu in linea con la sua stagione: suo fu il gol di vantaggio con un colpo di testa chirurgico alla destra di un impotente Cech su pennellata dalla destra di Brown; sue furono le numerose sgroppate sulla fascia sinistra, dove per lunghi tratti di partita mise in crisi la retroguardia londinese con galoppate e movimenti mortiferi e pericolosi. Il gol del pareggio provvisorio di Lampard e – soprattutto – il suo errore dal dischetto nei rigori finali non vanno a oscurare un trionfo che portò la firma in calce del portoghese. Eupalla guardò giù: Terry ed Anelka fallirono i propri tiri e i ragazzi di Sir Alex Ferguson alzarono la coppa al cielo.

Porto-Manchester United 0-1
quarti di finale 2008/09

Può succedere che dopo un pareggio indigesto tra le proprie mura domestiche, giocare la gara di ritorno in uno stadio incandescente come quello del Do Dragào può portare ad un’eliminazione prematura. Se però hai dalla tua un fenomeno come CR7, viene più facile l’impresa – perché di impresa si tratta, dal momento che nessuna squadra inglese ai quarti era mai riuscita ad espugnare Porto -. Bastarono cinque minuti al 7 dei Red Devils per infilare il pallone sotto l’incrocio dei pali con una sassata terrificante di destro da trentacinque metri, ammutolendo il pubblico di casa. Chi scrive lo reputa forse il gol più bello dell’infinita carriera del fenomeno di Madeira. Il portiere Helton, nel corso della partita, dovette intervenire più volte per smanacciare le bombe da fuori di Cristiano Ronaldo, più volte vicino alla doppietta. 

Il portentoso gol di Cristiano Ronaldo al Porto nella Champions League 2008/2009

Arsenal-Manchester United 1-3
semifinale 2008/09

In una serata londinese i ragazzi di Sir Alex Ferguson incenerirono i sogni di rimonta dell’Arsenal, già perdente all’Old Trafford per 1-0. A scavare il solco e trascinare i Diavoli Rossi alla finale di Roma, la seconda consecutiva, fu Cristiano Ronaldo con una prestazione da 8 in pagella: l’assist in avvio per il gol di Park, la terrificante sassata su calcio di punizione tra 35 metri che trafisse Almunia sul primo palo, il tacco con cui innescò un contropiede splendidamente condotto dal trequartista coreano e Rooney e chiuso dallo stesso portoghese con un destro sotto la traversa sono gli highlights di una partita dove il portoghese non venne mai fermato, se non con le cattive. Le parate di Almunia e un infinitesimale difetto di precisione nei tiri da fuori gli impedirono una sacrosanta tripletta, in una serata dove fu davvero incontenibile.

Real Madrid-Wolfsburg 3-0
quarti di finale 2015/16

In Germania i ragazzi di Hecking, trascinati da un Draxler nella sua versione migliore, riuscirono a intrappolare il Real Madrid, colpendolo al cuore con due contropiedi mortiferi. Con un piede fuori dalla Champions, al Bernabeu il pubblico chiamò all’impresa e così fu: Cristiano Ronaldo ribaltò il verdetto con una tripletta pesantissima: tap in su cross di Carvajal, testata su corner di Kross e colpo del ko su calcio di punizione, con una palla letale in mezzo alla barriera. Il destino si era ribaltato, i sogni dei ragazzi tedeschi furono polverizzati dalla sentenza di Cristiano, deus ex machina della storia del Real Madrid.

Real Madrid-Bayern Monaco 4-2
quarti di finale 2016/17

In un turno caratterizzato da violente polemiche ed errori arbitrali clamorosi – tra tutte l’espulsione inesistente di Vidal e il gol del 2-2 in palese fuorigioco – che rappresentano forse il momento del ciclo aureo del Real in cui i blancos sono stati più in difficoltà, passa alla storia la capacità di Cristiano di pungere nel momento giusto con reti che pesano tonnellate. La tripletta di quella sera, sommata alla doppietta della gara d’andata (2-1 per i ragazzi di Zidane), significa 5 gol segnati ai campioni di Germania nell’arco di 180 minuti. Un colpo di testa all’angolino alla sinistra di Neuer, un controllo di petto e sinistro da attaccante di razza e un comodo tap in a porta vuota dopo una discesa di uno scatenato Marcelo fecero calare il sipario su una gara infinita decisa solamente ai tempi supplementari.

Real Madrid-Atletico Madrid 3-0
semifinale 2016/17

A differenza dei precedenti scontri europei tra le due squadre di Madrid (finale 2014, quarti di finale 2015, finale 2016) in cui le partite furono assai tirate fino alla fine o quasi, nelle semifinali del 2017 il verdetto fu netto e inappellabile: troppa la differenza a favore dei Blancos, in un momento strepitoso di condizione psicofisica di squadra e dei propri uomini-chiave, da Sergio Ramos, passando per i due playmaker Modric e Kroos e per il terzino Marcelo che stava vivendo il miglior momento della carriera, fino ad arrivare ad uno strepitoso Cristiano Ronaldo, che siglò una tripletta pesantissima: prima corresse di testa una volée di Casemiro, poi trafisse Oblak con un destro violento dal limite all’incrocio, e infine calò il tris spiazzando il portiere dall’altezza del dischetto del rigore. Per la Casa Blanca si spalancarono le porte di Cardiff, per Cristiano Ronaldo fu l’undicesima marcatura in una semifinale di Champions.

Con Cristiano Ronaldo in campo, si parte sempre da 1-0 per noi

Zinedine Zidane

Real Madrid-Juventus 4-1
finale 2016/17

In una partita rimasta fortemente in bilico solo per una frazione di gioco, Cristiano Ronaldo fu anche in questa circostanza il giudice supremo che scandiva i momenti e la narrazione della finale di Cardiff: fu lui, con il suo destro dal limite, a mandare in vantaggio i suoi dopo venti minuti dal fischio d’avvio; dopo una reazione coraggiosa e generosa della Juventus, che acciuffò il pareggio e vacillò nuovamente con un tiro sporco di Casemiro, fu ancora Cristiano Ronaldo a decretare il verdetto che chiuse i giochi: inserimento tra i due centrali su cross dalla destra, piatto destro e 3-1. Una sentenza tanto spietata quanto ineluttabile. La coppa più ambita, per la terza volta in quattro anni, andò a Madrid, e il fenomeno portoghese salì a dieci reti nella fase ad eliminazione diretta di quell’edizione: cinque contro il Bayern, tre contro l’Atletico Madrid, due contro la Juventus. A livello di pesantezza delle marcature (per peso specifico, momenti e caratura degli avversari) mi sento di reputarlo il torneo più dominante della storia della Champions League per un uomo-gol.

Juventus-Real Madrid 0-3
quarti di finale 2017/18

La partita a Torino finì 0-3 per gli spagnoli, anche se il risultato fu abbastanza severo e non rispecchiò i reali valori visti in campo. La squadra di Allegri stava cominciando una lenta parabola discendente dopo l’apogeo dell’anno precedente e lo si vide durante gli infernali ottavi contro il Tottenham, superati solo con le prodezze individuali di Higuain e Dybala in mezzo ad un oceano di sofferenza. Con il Real Madrid, la Juventus rimase sempre in partita ma la pesantezza delle giocate del campione scavò un solco importante: dopo pochi minuti Cristiano Ronaldo punì Buffon con un esterno destro anticipando i difensori bianconeri, successivamente raddoppiò con una spettacolare rovesciata che fece il giro del mondo, applaudita anche dallo stadio di casa. Il 3-0 di Marcelo mandò il Real Madrid con un piede in semifinale, ma al Bernabeu la squadra di Allegri riuscì a ribaltare il punteggio portando i campioni d’Europa ad un soffio dai supplementari. Un rigore generoso fischiato allo scadere mandò Ronaldo sul dischetto: palla all’incrocio e pericolo scampato. Fu il Real a passare il turno, e ancora una volta decise Cristiano Ronaldo.

La meravigliosa rovesciata di CR7 contro la Juventus

Juventus-Atletico Madrid 3-0
quarti di finale 2018/19

Dopo la sonora batosta per 2-0 rimediata nel catino del Wanda Metropolitano in casa dell’Atletico Madrid, la Juventus si affidò anima e corpo al suo numero 7, accolto a Torino proprio per decidere le gare europee in cui la palla scottava e si vedevano i campioni in grado di fare la differenza. Madama si vestì a festa e sciorinò una grandissima prestazione di cuore e anima, compatta intorno al suo campione, che alla chiamata alle armi rispose ancora una volta presente: due colpi di testa vincenti preceduti da movimenti da attaccante di razza, e un rigore impeccabile realizzato con la consueta aria glaciale mandarono in estasi l’intero popolo juventino, che visse una delle serate più belle della sua storia europea. 

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