Immagine di copertina: Williams e Yamal, frecce di Spagna
La conferma
La Spagna è stata uno spettacolo. La nazionale iberica ha vinto sette partite su sette (una ai supplementari) mostrando il miglior calcio del torneo e mettendo le mani in modo meritatissimo sull’alloro europeo. La squadra di De La Fuente ha battuto tutti i migliori, prima la Germania padrona di casa nell’incontro in cui ha sofferto di più, poi la Francia e infine l’Inghilterra. Ai principi tattici e filosofici della scuola spagnola – possesso palla, fraseggio, dominio degli spazi, manovra avvolgente – ha unito maggiore verticalità e velocità in fase di ripartenza, sfruttando le caratteristiche delle freccie colored Lamine Yamal e Nico Williams. I due ragazzi – classe 2007 e 2002 – che potrebbero essere compagni nel Barcellona dalla prossima stagione sono stati la variabile impazzita, l’elemento di novità rispetto alle ultime versioni della Spagna, che per il resto ha confermato la sua predisposizione al gioco come elemento fondante del proprio credo. Il perno Rodri, la rivelazione Ruiz e il troppo sottovalutato Dani Olmo sono stati gli altri elementi imprescindibili.
La sorpresa
Spagna a parte, il calcio migliore lo ha mostrato probabilmente la Svizzera, che ha estromesso l’Italia al termine di una partita giocata magnificamente ed è poi stata eliminata ai rigori, in maniera un po’ immeritata, dall’Inghilterra. Xhaka e compagni hanno comunque dimostrato che è possibile costruire un progetto al di là del valore degli interpreti, una lezione che dovrebbe essere assorbita anche alle nostre latitudini.
Sorprese positive anche Turchia e Georgia: la prima è uscita nei quarti dopo una partita contro l’Olanda in cui meritava di più e dopo aver messo in mostra il secondo miglior giovane di questo Europeo, la mezzala del Real Madrid Arda Guler; la seconda ha saputo conquistare una storica qualificazione agli ottavi, arrendendosi alla Spagna dopo una prima mezz’ora di grande calcio.
La delusione

In relazione ai risultati e in base al (non) gioco espresso, l’Italia probabilmente su tutte. Una spedizione davvero infausta degli azzurri, della quale abbiamo già scritto e sulla quale non è il caso di soffermarsi ulteriormente. Note negative anche la Croazia, giunta a fine ciclo e beffata proprio dall’Italia a una manciata di secondi dagli ottavi. E rispetto al valore della rosa, voto negativo anche per la Francia, che ha segnato un solo gol su azione e non è mai riuscita a esprimere una manovra d’insieme, affidandosi unicamente all’estro dei singoli. Stesso limite dell’Inghilterra, giunta in finale spesso per episodi e lampi individuali.
Tra i singoli, la nota più negativa in assoluto – rispetto al valore – è sicuramente Mbappé: un solo gol su rigore e basta, con prestazioni mai convincenti.
Il protagonista
L’MVP dell’Europeo è stato eletto Rodri, faro della Spagna e uomo su cui De La Fuente ha poggiato l’intero sistema di gioco. Da anni il miglior centromediano del mondo, uno dei capisaldi del Manchester City di Guardiola, è un giocatore non sempre appariscente (anche se ha deciso in prima battuta una finale di Champions League) però fondamentale. Altri tre spagnoli meritano una sottolineatura di valore: i giovani e fenomenali Yamal e Williams e il jolly Olmo, entrato per l’infortunato Pedri nel match contro la Germania, e diventato fondamentale con gol, assist e presenza in campo.
La top 11

Il pagellone delle squadre
- SPAGNA 10 Entusiasmante
- SVIZZERA 9 Spumeggiante
- TURCHIA 7,5 Briosa
- GERMANIA 7 Crescente
- OLANDA 7 Solida
- GEORGIA 7 Storica
- AUSTRIA 6,5 Apprezzabile
- PORTOGALLO 6,5 Compassato
- INGHILTERRA 6 Titubante
- FRANCIA 5 Deludente
- BELGIO 5 Inconcludente
- ITALIA 4 Fallimentare
- CROAZIA 4 Bollita