Immagine di copertina Safonov, eroe della finale, con la Coppa Intercontinentale
Il Paris Saint-Germain chiude in bellezza il suo 2025, con la vittoria della finale di Coppa Intercontinentale sui campioni del Flamengo, freschi vincitori della Coppa Libertadores, nonché campioni del Brasile. Per la squadra di Luis Enrique si tratta del coronamento di un’annata irripetibile, che passerà alla storia come l’anno della sestina: Champions League, campionato, coppa nazionale, supercoppa europea, supercoppa francese e coppa Intercontinentale, affiancandosi così al celestiale Barcellona di Pep Guardiola del 2009 e all’enigmatico Bayern Monaco di Flick del 2020 in piena era pandemica.
Chi si aspettava una passeggiata di salute dei parigini sicuramente si sarà stupito di questo Flamengo, mai domo, sempre in partita e pronto ad affinare armi tipicamente nostrane come l’organizzazione, la compattezza e l’aggressività per arginare lo stanco palleggio latino dei campioni d’Europa. Chi però ha dimestichezza con i rossoneri brasiliani sa benissimo che la squadra allenata dall’ex Atletico Madrid Filipe Luis è tutt’altro che una rivelazione. Oserei dire, anzi, che è una granitica certezza del calcio dell’emisfero sud del Nuovo Mondo: dal 2019 ha alzato al cielo per ben tre volte il massimo trofeo sudamericano per club.
La prestazione ballerina del portiere del Flamengo Rossi non aiuta i brasiliani: prima rilancia goffamente un pallone dalla linea di fondo, subendo la splendida carezza d’esterno mancino di Fabian Ruiz che deposita in rete a porta sguarnita (l’arbitro però annulla il gol perché il pallone aveva già superato la linea di fondo), poi interviene in maniera approssimativa sul cross tagliente di Douè, Kvaratskhelia ringrazia e deposita in rete a porta sguarnita.
L’errore tuttavia non fa uscire i sudamericani dalla partita, anzi, li ringalluzzisce. Il pareggio nella ripresa è opera di un glaciale Jorginho dal dischetto, che realizza un rigore guadagnato da una sciocchezza di uno stranulato Marquinhos che aggancia il piede di De Arrascaeta in piena area di rigore. L’equilibrio dura per tutto il rimanente secondo tempo e anche nei supplementari.
Entrambe le squadre hanno di che mangiarsi le mani per aver mancato il nuovo vantaggio: per il Flamengo Pedro e Plata; per i parigini ancora Marquinhos da pochi passi e soprattutto il neo Pallone d’oro Dembelé (che tirerà anche un rigore orribile in curva durante la lotteria finale) sono imprecisi nella conclusione. Dopo i tempi regolamentari e supplementari, a prendersi la scena ai rigori è il portiere Safonov, che neutralizza ben quattro tiri dal dischetto: Saul, Pedro, Pereira e Araujo si fanno ipotizzare, mentre per i parigini sono ininfluenti gli errori di Dembelé e Barcola.
Il tabellino
Psg-Flamengo 3-2 dcr (1-1)
Marcatori: pt 38′ Kvaratskhelia (F); st 16′ Jorginho rig. (F).
Psg: Safonov; Zaire-Emery, Marquinhos, Pacho, Nuno Mendes; Joao Neves, Vitinha, Fabian Ruiz (Ndjantou); Lee (pt 34′ Mayulu; st 19′ Barcola), Doué (st 32′ Dembelé), Kvaratskhelia (st 46′ Mbaye). All. Luis Enrique.
Flamengo: Rossi; Varela, Leo Ortiz, Leo Pereira, Alex Sandro; Pulgar (st 29′ De La Cruz), Jorginho (st 29′ Saul); Carrascal (st 11′ Pedro), De Arrascaeta (st 29′ Everton), Gonzalo Plata (pts 11′ Samuel Lino); Bruno Henrique (st 47′ Luiz Araujo). All. Filipe Luis.

Le pagelle
PARIS SAINT-GERMAIN
IL MIGLIORE: Safonov 8
Lo spirito di Helmuth Duckadam, eroe dello Steaua Bucarest che parò 4 rigori nella finale del 1986, si è evidentemente incarnato nel corpo del portiere dei parigini. In partita non ha dovuto compiere interventi straordinari, ma la prestazione durante i tiri dal dischetto vale assolutamente un voto così alto e la palma di migliore in campo.
Kvaratskhelia 6,5 Timbra un’altra finale, con un gol tutto sommato facile per i suoi standard. Gioca su entrambi i lati, ma non è sempre continuo, a volte appare anche stanco, ma quando ha la palla tra i piedi c’è sempre la sensazione che possa accendersi.
Vitinha 6,5 Il talento portoghese corona un 2025 vissuto da autentico protagonista e direttore d’orchestra della banda di Luis Enrique con la solita prova di sapiente regia e gestione della gara. Gli manca però quel guizzo e quel pizzico di cattiveria in più per risolvere le partite, oltre a subire un calo nella seconda parte di gara. La prestazione però è sicuramente ben oltre la sufficienza
Dembelé 5,5 Reduce da un infortunio, entra a partita in corso con pochi minuti nelle gambe. Non tutto è da buttare, qualche guizzo per crearsi le occasioni c’è stato, peccato che a rovinare tutto siano state le brutte esecuzioni al tiro. Francamente pessimo il rigore tirato in curva.
Marquinhos 5 Brutta prestazione da parte del fuoriclasse della difesa brasiliano: causa il rigore del pareggio del Flamengo, mette a lato da due passi la palla del vantaggio, e più in generale appare sfasato e insicuro. Non benissimo stasera.
FLAMENGO
IL MIGLIORE: Jorginho 7
Il pubblico italiano deve assolutamente rimuovere dalla mente le sciagurate immagini di Jorginho che si divora malamente i rigori decisivi in azzurro. Con i rossoneri il centrocampista italo-brasiliano appare rinato: è impeccabile dal dischetto, e gioca una partita precisa, puntuale e completa in entrambe le fasi, pur non tirandosi indietro quando c’è da fare fallo. Ringhio, sei sicuro che non ti serva?
De Arrascaeta 6,5 L’uomo simbolo della squadra gioca una partita con il coltello tra i denti e la grinta di un mediano, soffrendo quasi da gregario a volte. Riesce comunque ad incidere sulla partita guadagnandosi con classe e merito il rigore del pareggio.
Plata 6 Si vede poco davanti, nonostante dia una grossa mano in fase difensiva. Le cose migliori della sua partita, però, le fa allo scadere, in particolare una splendida giocata dal limite dell’area che poteva valere il vantaggio, se fosse stata seguita da una conclusione altrettanto buona.
Pedro 5,5 Impatto in negativo a partita in corso: spreca un contropiede che poteva essere sfruttato molto meglio e dal dischetto si fa ipnotizzare da Safonov.
Rossi 5,5 Due interventi davvero maldestri: nel primo caso si salva perché il pallone non era più in gioco, nel secondo caso viene punito da Kvaratskhelia. Mezzo voto in più per la neutralizzazione del rigore di Barcola.


