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Tutte le partite di Lionel Messi ai Mondiali

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Ha spezzato il tabù in Qatar, conquistando quel titolo mondiale che aveva inseguito per tutta la carriera. È Lionel Messi, il genio di Rosario, una delle più lucenti stelle del firmamento calcistico internazionale, uno dei massimi campioni di ogni tempo, per molti il più grande.

A lungo criticato per il suo rendimento in nazionale, lontano dagli standard irreali e immaginifici di Barcellona, Messi ai Mondiali non sempre ha brillato e inciso come è successo nel dicembre 2022.

Il suo bilancio, nella competizione regina del calcio, recita 13 reti in 26 presenze, media di 0,50. Ma al di là delle cifre e della fama non sempre lusinghiera che lo ha accompagnato in Coppa del mondo, come ha davvero giocato?

Cercheremo di fornire una risposta dettagliata: visionando e analizzando tutte le partite di Leo ai Mondiali, esattamente come fatto in questo sito per i grandissimi del ‘900, da Pelé a Maradona. E per ognuna di queste partite verrà stilato un breve commento e sarà offerto un giudizio.

Mondiale 2006

Girone: Argentina-Serbia Montenegro 6-0

Messi entra in campo al 30′ del secondo tempo al posto di Maxi Rodriguez

Al suo ingresso in campo, il più giovane argentino a debuttare in una Coppa del Mondo, il commentatore di Sky Sport Maurizio Compagnoni lo definisce «uno dei giocatori più attesi del Mondiale», nonché «il più grande talento del calcio mondiale con Ronaldinho». Un’investitura in piena regola che dimostra quanto Leo, 19 anni da lì a pochi giorni, fosse ritenuto un predestinato del gioco, un talento cristallino, a maggior ragione considerando che in quel momento non è neppure ancora un titolare del Barcellona. Dai primi tocchi dimostra subito una confidenza particolare con il pallone. E dopo 3 minuti dal suo ingresso in campo, con l’Argentina già sul 3-0, si conquista una punizione sulla trequarti lato mancino: Riquelme lo serve in verticale, lui accelera e poi offre a centro area un cioccolatino che Crespo deve solo appoggiare in rete. A 4′ dalla fine, prima irride Stankovic con un’accelerazione e poi, dopo un dribbling quasi al limite, dà ancora a Crespo una palla deliziosa, ma l’attaccante calcia sul portiere serbo in uscita. Un minuto dopo riceve palla da Tévez, accelera, entra in area e segna il sesto gol con il destro calciando sul primo palo. L’esordio nella Coppa del mondo è devastante per la giovanissima Pulce.

Score: 1 gol e 1 assist
Voto: 7

L’esordio di Messi in un Mondiale

Girone: Argentina-Olanda 0-0

Messi titolare, esce al 25′ del secondo tempo per Julio Cruz

Primo tempo Prima da titolare per Leo, in coppia con Tévez e con Riquelme alle spalle. Entrambe le squadre, appaiate a sei punti dopo due giornate, sono già qualificate agli ottavi. Messi è ben contenuto dall’attenta difesa olandese nei primi minuti: si accende all’8°, quando sulla trequarti, dopo un suggerimento di Milito, verticalizza per lo scatto di Cambiasso. Ma un difensore orange riesce a salvare in angolo prima che Cambiasso possa concludere solo davanti a van der Sar. Messi va a sprazzi, e al 28° da una punizione da sinistra di Riquelme, intercetta in scivolata in area con la complicità di un difensore e la palla sbatte sulla traversa. Il primo tiro in porta di Leo avviene nel recupero del primo tempo, un fendente da fuori neutralizzato in due tempi, ma senza patemi, da van der Sar.

Secondo tempo Al 7° Leo dà vita a un duetto palla a terra, nello stretto con Riquelme, ma il diagonale di El Mudo da buona posizione termina largo. Poi si limita a un paio di sortite, uscendo al 25° per Julio Cruz. Nel complesso, meglio i primi 45 minuti, nella ripresa si isola troppo.

Score:
Voto: 6

Ottavi: Argentina-Messico 2-1 dts

Messi entra in campo al 39′ del secondo tempo al posto di Saviola

Gara durissima, con il Messico che vende cara la pelle e fa soffrire i più blasonati avversari. A due minuti dalla fine dei tempi regolamentari Riquelme con un tocco geniale pesca in area Aimar solo davanti al portiere, assist a Messi e gol della Pulce a porta vuota. L’arbitro annulla per fuorigioco di Aimar. In epoca pre-Var non è possibile correggersi, dato che le immagini non lasciano spazio a dubbi: la rete era regolare. Poteva dunque essere la prima di Leo nelle fasi a eliminazione diretta, ad appena 19 anni: dovrà aspettare invece i 35 in Qatar… Nei supplementari Leo è abbastanza nel vivo delle operazioni. Perde un paio di palloni, ma dà vita a due-tre accelerazioni delle sue, di quelle che lo avrebbero reso celebre, e la difesa messicana fatica a contenerlo. Ed è lui all’8° del primo tempo ad avviare l’azione del gol, con l’apertura sulla sinistra per Sorin. Il terzino effettua poi un lungo traversone per Maxi Rodriguez, appostato sul vertice destro dell’area: controllo e folgore al volo de La Fiera che si spegne all’incrocio: un gol bellissimo.

Score: avvia l’azione del 2-1
Voto: 6,5

Mondiale 2010

Girone: Argentina-Nigeria 1-0

Messi titolare

Primo tempo Il ct è Maradona, l’idolo di una vita. Leo è titolare, a 23 anni è al centro del progetto tecnico della squadra. È l’uomo più atteso del Mondiale. E il suo esordio è devastante, anche se non segna. Gli bastano tre minuti per accelerare sul centro-sinistra dell’attacco, seminare alcuni nigeriani in slalom e servire a Híguain un cioccolatino a centro area, che però il Pipita clamorosamente spreca sul fondo. Messi è scatenato: al 5°, servito da Tévez, calcia dal limite, ma il portiere nigeriano Enyeama devia con la mano di richiamo: dal corner di Verón, il colpo di testa di Heinze in tuffa porta avanti l’Albiceleste. Tra Messi ed Enyeama inizia un vero e proprio duello a distanza: tiro a giro della Pulce, dopo dribbling partendo dalla fascia, al 17° e salvataggio in tuffo dell’estremo difensore; nuova conclusione angolata dopo uno scambio con Di Maria al 37° e ancora il portiere riesce con la mano di richiamo a salvare in angolo. I commentatori argentini sono esaltati: «Le sue apparizioni sono determinati, è un giocatore con un talento unico».

Secondo tempo La ripresa si apre con un grande scambio Messi-Verón-Messi, con deviazione di punta della Pulce che non trova il bersaglio grosso. Leo continua a illuminare la scena con accelerazioni brucianti e tocchi felpati, ma manca sempre il gol: al 20° riceve da Tévez dopo un contropiede fulminante, rientra sul sinistro e calcia in diagonale, ma il pallone sfiora il palo. Due minuti dopo Messi danza sulla sfera e serve Higuaín, ma il Pipita è ancora ipnotizzato da Enyeama. Messi è difficile da contenere e la difesa nigeriana è spesso costretta a fermarlo con falli al limite. Al 35°, dopo un triangolo nello stretto con Di Maria, è ancora Enyeama in uscita a dirgli di no: in questo caso, forse più un errore di Messi che un merito del portiere. Ultimo squillo al 44°: nuova accelerazione, scambio con Milito, ma un difensore nigeriano riesce a sporcargli il pallone poco prima del tiro. Nel complesso, una prestazione favolosa, continua, da migliore in campo: impossibile da fermare per la difesa nigeriana, manca davvero solo il gol. Ottime anche le partite di Verón, prima di uscire infortunato, e Tévez.

Score:
Voto: 7,5

Messi contro la Nigeria: una grande partita della Pulce

Girone: Argentina-Corea del Sud 4-1

Messi titolare

Primo tempo L’impatto di Leo nella seconda partita è meno straordinario rispetto alla Nigeria, ma dopo un quarto d’ora da una sua punizione calciata in area dal versante sinistro un difensore della Sud Corea in spaccata infila inavvertitamente la propria porta per il vantaggio argentino. La difesa asiatica contiene Leo abbastanza bene, fermandolo a volte con dei falli tattici per evitare che si accenda. Al 33° è lui, sempre dal centro-sinistra, ad avviare l’azione che porta al 2-0 di Higuaín, con un colpo di testa ravvicinato in area. Leo cresce e al 43° parte da centrocampo, scambia con Tévez, salta due uomini in un fazzoletto e dal limite tenta un gol epico con uno scavetto: palla fuori di poco.

Secondo tempo Una punizione di Leo al 20° per poco non sorprende il portiere sudcoreano, poi al 31° Leo propizia la terza rete: accelerazione da centrocampo, scambio con il neo entrato Aguero, tiro in corsa appena dentro l’area, respinta del portiere, ancora Leo che da posizione defilata colpisce il palo e Higuain a porta spalancata mette comodamente dentro. E tre minuti più tardi Leo avvia l’azione della quarta rete: sua la pennellata sulla sinistra per Aguero, con conseguente cross per Higuain che di testa ancora in tapin realizza la personale tripletta. Per Messi una partita meno continua rispetto alla Nigeria, ma con la capacità di essere ancora determinante pur senza segnare, avendo messo lo zampino in tutte e quattro le reti della squadra. Migliore in campo naturalmente Higuain.

Score: 1 autogol procurato, propizia 1 gol, avvia l’azione di 2 gol.
Voto: 7,5

Girone: Argentina-Grecia 2-0

Messi titolare

Primo tempo L’Albiceleste è già qualificata agli ottavi, e per l’ultima gara del girone Maradona opera alcuni cambi. Messi però è regolarmente in campo, nel suo spot di trequartista alle spalle di due punte, per l’occasione Milito e Aguero. Leo gioca un primo tempo abbastanza sotto ritmo: spesso raddoppiato dalla difesa greca, viene a prendere palla a centrocampo e non ha mai modo di accendersi in attacco, sino al 45°, quando ricevuta palla da Verón al limite dell’area, sul lato destro, si gira in un fazzoletto e calcia a giro verso la porta: il portiere greco Tvoras evita il gol con un grande guizzo.

Secondo tempo Messi è costretto ad arretrare molto per prendersi palloni giocabili, nel contesto di un match che fatica a decollare sul piano dell’intensità. Leo va a strappi: si riaccende al 24° con una grandissima punizione da lontano, che costringe Tvoras alla deviazione in corner. Poi si incaponisce in alcune azioni personali, forse piccato dal fatto di non essere ancora riuscito a lasciare il segno nel Mondiale. A quattro minuti dal termine l’azione più bella della sua partita, un’accelerazione delle sue dalla trequarti in cui salta un avversario, entra in area e scarica un sinistro di terrificante potenza che si schianta sul palo: avrebbe meritato il gol. Messi cerca la marcatura in ogni modo: due minuti più tardi riceve palla da Pastore, salta due uomini e dal limite costringe ancora Tvoras agli straordinari: e sulla respinta Palermo mette dentro in tapin il secondo gol argentino (il primo era arrivato al 32° da corner con Demichelis sotto misura). Per Leo un secondo tempo in crescendo, seppur ancora a secco. Nota di merito per Verón, migliore in campo, autentico catalizzatore di tutte le trame di gioco argentine.

Score: propizia 1 gol
Voto: 6,5

Ottavi di finale: Argentina-Messico 3-1

Messi titolare

Primo tempo Come nel 2006, l’ottavo mette di fronte l’Argentina al Messico, ma a differenza di quattro anni prima stavolta Messi è titolare. Dopo 8 minuti Leo prova a togliersi di dosso il babau degli zero gol segnati e tenta un’azione personale, calciando però sulla schiena di un difensore e ignorando Tévez in buona posizione sulla sua sinistra. Stesso copione al 12°: Leo ruba palla sulla trequarti, dribbla un uomo e cerca di sorprendere Pérez dal limite senza calcolare compagni meglio piazzati: il portiere messicano blocca. Al 26° la partita si sblocca e Leo ci mette lo zampino: assist per Tévez in verticale, Pérez esce e anticipa l’Apache, ma la palla torna a Messi che con uno scavetto supera il portiere e innesca nuovamente Tévez, il quale da pochi passi di testa mette dentro. Proteste messicane, dato che Tévez si trova in evidente posizione di fuorigioco, ma l’arbitro convalida.

Secondo tempo Leo assiste abbastanza dietro le quinte al resto dell’incontro, al 2-0 di Higuain, al 3-0 di Tévez (migliore in campo), al 3-1 di Hernandez nel secondo tempo. Qualche tocco per smistare palloni semplici, un paio di accelerazioni in cui viene fermato. Si riaccende all’ultimo minuto, quando partendo da destra, semina un paio di avversari e calcia dal limite: Pérez sventa in corner. Nel complesso, una prestazione ordinaria della Pulce, che dopo un discreto primo tempo con tanto di assist dell’1-0 sparisce dai radar.

Score: 1 assist
Voto: 6

Quarti di finale: Argentina-Germania 0-4

Messi titolare

Primo tempo Marcato a vista dall’onnipresente Schweinsteiger, Messi tocca il primo pallone al 6° e tenta un’accelerazione qualche minuto più tardi. Ma non è aria e si trova a smistare alcuni palloni sulla mediana, con un’Argentina subito sotto shock per il vantaggio-lampo di Thomas Müller. Il primo lampo al 22°, con un assist dalla trequarti in verticale per lo scatto di Tévez, anticipato però da Neuer. Al 28° cerca un affondo sulla destra, superando due uomini, ma il suo traversone si spegne sul fondo. Poi continua a cercare uno spiraglio senza esito. E quando prova a lasciare il segno, su punizione oppure all’ultimo secondo del primo tempo, la palla si perde altissima.

Secondo tempo Leo continua a trotterellare per il campo, cercando spazi, ma la difesa tedesca, spesso in raddoppio, lo chiude sempre bene. Prova a pescare due volte Higuain in verticale, ma una volta è fuorigioco e nell’altra occasione Neuer disinnesca agevolmente il Pipita. Il 2-0 di Klose al 23° è la mazzata che fa sprofondare definitivamente l’Albiceleste. Venendo ai giudizi dei singoli, nella Germania brillano un po’ tutti a seconda delle fasi e dei momenti della partita, ma una nota di merito in particolare per Lahm, Schweinsteiger e Thomas Müller. Nell’Argentina da salvare il coraggio di Di Maria, alcuni lampi di Tévez (a volte un po’ nervoso però) e la verve di Pastore. Messi in generale galleggia e non trascina: il suo Mondiale, partito in modo molto promettente, cala di rendimento una partita dopo l’altra e si conclude mestamente.

Score:
Voto: 5

Messi contro la Germania: prova incolore per lui e per tutta l’Argentina

Mondiale 2014

Girone: Argentina-Bosnia ed Erzegovina 2-1

Messi titolare

Primo tempo Leo ci riprova. L’Argentina sulla carta è ancora forte, anche se non sembra avere più l’enorme tasso tecnico del 2006 e del 2010. Al debutto contro la Bosnia l’Albiceleste al 3° è già sull’1-0: punizione proprio di Messi da sinistra, e Kolasinac devia sfortunatamente nella propria porta. Ma da quel momento Messi resta un po’ dietro le quinte, più volte fermato dalla difesa bosniaca, il tutto mentre è la Bosnia ad avere le occasioni migliori, con Romero miracoloso in un’occasione su un colpo di testa da corner. Messi si accende all’improvviso all’ultimo minuto con una serpentina delle sue, ma il suo assist in area piccola per Agüero è intercettato all’ultimo.

Secondo tempo Nell’intervallo il ct argentino fa due cambi per provare a ravvivare il gioco, inserendo Higuain e Gago. Ma è la Bosnia che fa sempre la partita e si rivela più pericolosa. Al 9° Leo torna a farsi vedere con un assist in area per El Kun Agüero, che però spara alle stelle. L’occasione sveglia l’Argentina e al 15° ancora Messi innesca Agüero, il cui tiro però è fiacco ed è agile preda del portiere Begovic. Messi è decisamente più ispirato rispetto al primo tempo e al 20° passa a riscuotere: accelerazione dalla trequarti, scambio con un compagno, dribbling a un difensore al limite dell’area, sinistro chirurgico, palo e gol. Una liberazione, nonché una rete di splendida fattura. Messi, migliore in campo, continua a illuminare la scena, offrendo due ottimi palloni a Di Maria e Higuain in area, che però non danno frutti. Il pubblico a un certo punto punto grida “Messi, Messi” a sottolineare un secondo tempo di alto livello, con Leo che all’ultimo minuto calcia sull’esterno della rete da buona posizione la possibile doppietta.

Score: 1 gol, 1 autogol procurato
Voto: 7

Girone: Argentina-Iran 1-0

Messi titolare

Primo tempo L’Iran si difende bene e per tutto il primo tempo riesce a sporcare il gioco dell’Argentina e impedire che le stelle dell’Albiceleste si accendano, in particolare l’impalpabile Higuain. A parte un paio di tentativi di Agüero, la squadra fatica a essere pericolosa. Messi viene fermato più volte e si fa vedere per la prima volta al tiro al 31° con una punizione dal limite alta non di molto. Cinque minuti più tardi Leo pennella da sinistra una punizione per la testa di Garay in area piccola: alta.

Secondo tempo Messi prova a scuotere i suoi all’inizio del secondo tempo: accelerazione per vie centrali, dribblng e assist a Zabaleta, il cui tiro si spegne sul fondo. L’Argentina rischia di capitolare qualche minuto dopo, quando Romero è miracoloso su un colpo di testa ravvicinato di Reza. Poi al 15° il primo vero lampo di Leo: altra accelerazione in campo aperto e piazzato mancino dal limite: fuori di un soffio. L’Iran però continua a ribattere colpo su colpo ed è ancora Romero, migliore in campo, a risultare stellare in altri due occasioni, a fronte di alcune chances anche per l’Argentina sui piedi di Di Maria e Palacio. Al 29° Leo sfiora il gol su punizione: la palla finisce sull’esterno della rete. E all’ultimo secondo, il gol decisivo: ricevuta palla da Zabaleta sulla destra, Messi si accentra e dal limite lascia partire un sinistro a giro che si spegne nell’angolo opposto. Un capolavoro.

Score: 1 gol
Voto: 7

Girone: Argentina-Nigeria 3-2

Messi titolare, esce al 18° del secondo tempo per Alvarez

Primo tempo L’Argentina, con sei punti, è già qualificata agli ottavi. La Nigeria, a quota quattro, non deve perdere: se l’Iran battesse la Bosnia, la scavalcherebbe in classifica. Pronti-via e Leo va subito in gol: al 2° Mascherano apre per Di Maria, solo in area, El Fideo calcia sul palo, la palla sbatte sul portiere nigeriano Enyeama e torna in gioco, Messi arriva da dietro e di giustezza infila sotto la traversa. Un minuto e mezzo dopo Musa pareggia con un gol splendido a giro. La partita è spumeggiante: al 9° Messi innesca Higuain in area, il Pipita dribbla Enyeama, ma poi non riesce a inquadrare la porta. Messi è ispirato, da lui passano quasi tutte le azioni offensive della squadra e favorisce alcuni pericolosi tiri dei compagni, da Higuain a Di Maria. Al 44° Leo torna a farsi sentire in prima persona, con una splendida punizione dal fronte destro dell’attacco a girare, Enyeama alza in corner. Un paio di minuti dopo Leo prende palla sulla trequarti, dribbla un uomo e viene steso quasi al limite: altra punizione pennellata di Leo e stavola Enyeama non può nulla: doppietta.

Secondo tempo Nel giro di due minuti prima Musa fa 2-2, poi Rojo di testa da corner riporta avanti l’Albiceleste. Messi inizia il secondo tempo sulla falsariga del primo, e all’8° con una grande giocata pesca Higuain sul filo del fuorigioco, ma il Pipita è ipnotizzato da Enyeama. Al 10° Leo va vicino al tris, deviando sul primo palo in area un cross di Rojo da sinistra: pallone a lato di un soffio. Al 18° Messi, migliore in campo, esce tra l’ovazione dello stadio per fare spazio a Ricky Alvarez.

Score: 2 gol
Voto: 7,5

Tutti i gol di Messi nel girone: un avvio di Mondiale molto convincente per la Pulce

Ottavi di finale: Argentina-Svizzera 1-0 dts

Messi titolare

Primo tempo Partenza a ritmi non sostenutissimi da parte dell’Albiceleste, il cui primo squillo al 12° porta la firma (manco a dirlo) di Messi: tiro-cross da sinistra, Benaglio si distende e blocca. Al 25° punizione di Messi da destra per la testa di Higuain: alto. L’Argentina in generale fatica a produrre gioco contro una Svizzera ben organizzata e orchestrata da uno Shaqiri particolarmente ispirato. Romero salva due volte su Xhaka e Drmic, entrambi innescati da Shaqiri. Leo non ha molto modo di accendersi, anche se al 41° dà vita a un’azione con ripetuti scambi con Higuain e Di Maria, il cui tiro conclusivo è agile preda di Benaglio.

Secondo tempo Il secondo tempo si apre con un cross temibile di Messi e Lavezzi anticipato al momento del tapin, ma la Svizzera è sempre pericolosa e Romero deve stare attentissimo. L’Argentina però cresce, sfornando alcune buone occasioni, con Messi spesso nei panni del regista. Al 22° primo tiro di Leo, con un fendente da fuori di controbalzo, la palla sorvola di poco la traversa. Come già successo in altre partite di questo Mondiale, il secondo tempo della Pulce è decisamente in crescita: c’è sempre il suo zampino, con un cross teleguidato al 30° per il colpo di testa a centro area del neo entrato Palacio: palla larga. Passano tre minuti e Leo raccoglie un pallone vagante al limite, entra in area facendosi largo tra le maglie della difesa e scocca un diagonale a pelo d’erba che costringe Benaglio a un grande intervento. Anche se la Svizzera si rivela una rivale tostissima, Messi è ispirato: a tre minuti dalla fine si produce in un’azione delle sue, parte dalla fascia mancina, supera due uomini, entra in area, assist d’oro a Palacio che però viene fermato sul più bello in corner.

Supplementari Leo al 4° pennella una punizione sulla testa di Palacio, il cui colpo di testa impegna Benaglio, che è stato il migliore degli svizzeri nel secondo tempo. Leo fatica nei supplementari a entrare nel gioco, come sottolineato anche dai telecronisti spagnoli, ma torna ad accendersi nel momento più importante, a due minuti dalla fine, quando Palacio recupera palla e lo serve sulla trequarti, Messi accelera lasciando un uomo sul posto, arriva al limite e apre per Di Maria, migliore in campo e uomo più pericoloso dei suoi, che scocca il diagonale vincente. A tempo scaduto la Svizzera prende un palo con Dzemaili facendo tremare ancora i polsi ai tifosi dell’Albiceleste.

Score: 1 assist
Voto: 7

Quarti di finale: Argentina-Belgio 1-0

Messi titolare

Primo tempo Uno dei quarti di finale più attesi. Messi sembra ispirato. Al 3° ha campo e avanza, apre a sinistra per Lavezzi, il cui cross in area piccola per Higuain è intercettato da Kompany. All’8° è lui ad avviare l’azione del gol: si destreggia bene sulla trequarti, poi serve Di Maria, il cui tentativo di imbucata in area è deviato da Vertonghen, la palla giunge ugualmente a Higuain che di prima intenzione con il destro infila l’angolino: una liberazione per il Pipita, autore fin qui di un Mondiale negativo, ma artefice di una partita maiuscola, senz’altro il migliore in campo. Leo va al piccolo trotto, non riesce a prendere in mano il gioco e rimane un po’ isolato, e quando tenta un’azione personale al 25° la difesa belga lo ferma agevolmente. La giocata più bella nella partita di Messi arriva al 28°, con un lancio rasoterra splendido dalla propria metà campo che premia lo scatto di Di Maria, il cui tiro viene murato da un difensore. Nell’occasione il Fideo mette male il piede ed è costretto a uscire: prova a rientrare qualche minuto più tardi, ma non riesce a camminare e viene sostituto da Perez. Il suo Mondiale finisce qui. Leo si procura una punizione dal limite al 40° e calcia lui stesso: alto non di molto.

Secondo tempo L’Argentina parte meglio e all’8° una punizione minacciosa in area di Messi è smanacciata in corner da Courtois. Leo gioca sotto traccia e dietro le quinte, senza riuscire a cambiare marcia ed è a volte un po’ impreciso anche nei passaggi. Prova a riscattarsi in pieno recupero quando, lanciato da Gago, è solo davanti a Courtois, ma spara in bocca al portiere belga in uscita il possibile raddoppio.

Score: avvia l’azione del gol
Voto: 6

Semifinale: Argentina-Olanda 4-2 dts (0-0)

Messi titolare

Primo tempo Inizio di partita particolarmente bloccato, si percepisce parecchia tensione in campo. Messi è abbastanza ingabbiato, ma prova a farsi luce al 15° con una punizione dal limite, sulla quale Cillesen si allunga e blocca. L’occasione sembra svegliare dal torpore Leo, che nei minuti successivi dà vita ad alcune interessanti combinazioni con i compagni. Messi va a sprazzi e quando prova ad accendersi la difesa olandese lo ferma, a volte ricorrendo al fallo. Altro lampo nel recupero, con un dribbling a centrocampo e un lancio illuminante ad aprire il campo sulla sinistra per Rojo, che però spreca tutto.

Secondo tempo I secondi 45 minuti di Messi sono decisamente incolori: la Pulce non trascina, non si accende, resta isolato, in un contesto di partita povero di emozioni: le occasioni migliori capitano sui piedi di Higuain da un lato, innescato da Perez (il migliore dell’Argentina fino a quando è in campo con Mascherano, il quale però si rivela un gigante in fase difensiva ma troppo lento e prevedibile come regista), e con Robben dall’altro, disinnescato proprio da Mascherano all’ultimo minuto.

Supplementari Messi continua a essere un’ombra, salvo accendersi a 4 minuti dalla fine, con un’accelerazione sulla destra, in cui semina un paio di uomini, cross da fondo campo sul secondo palo per una volée di Maxi Rodriguez senza esito. Ai rigori il grande protagonista è il portiere Romero, che neutralizza due penalty olandesi. Messi ha il merito di trasformare con precisione il suo, ma la sua prestazione resta insufficiente: dopo un primo tempo globalmente sufficiente, Leo non si vede praticamente più.

Score:
Voto: 5

Finale: Argentina-Germania 0-1 dts

Messi titolare

Primo tempo La Germania arriva da favorita: più squadra, più completa e con una semifinale dominata contro il Brasile: 7-1. Il possesso palla è tedesco fin dai primi minuti, l’Albiceleste agisce di rimessa. Al 7° Messi sfugge via a Hummels sulla destra, arriva sul fondo e mette un intrigante pallone in mezzo, ma nessuno arriva per la deviazione. Messi pressa poco e cammina, con l’Argentina ammorbata dal possesso della Germania e costretta sulla difensiva. Alla mezz’ora la Pulce apre a destra per Lavezzi, cross a centro area e Higuain – che in precedenza si era divorato un gol solo davanti a Neuer – mette dentro da pochi passi. Ma il gol è annullato per fuorigioco. Leo procede molto a strappi, la partita è di marca tedesca. Al 40°, lanciato da dietro sul filo del fuorigioco, sfugge alla difesa, ma prima di calciare, il pallone gli viene sporcato da dietro da Hummels e l’azione sfuma. In generale Messi non sembra in grande condizione, corre poco e sembra anche poco determinato a voler far suo un traguardo che insegue da sempre.

Secondo tempo Pronti-via, e al 2° Messi ha subito la più ghiotta delle opportunità, con un diagonale in corsa che termina a lato di un soffio sulla sinistra della porta di Neuer. La partita stenta a decollare, e la ripresa è ancora più soporifera della prima frazione. Messi gira un po’ a vuoto e torna a farsi vedere al 30°, quando parte largo, si accentra e prova a sorprendere Neuer con un sinistro a giro: il pallone finisce largo di un metro. Leo fa poco, ma va anche detto che l’Argentina non ci prova mai, a parte lui. Il secondo tempo vede un Messi che comunque prova a fare qualcosa di più, rincorrendo almeno gli avversari e provando a dare una mano più consistente in fase di filtro.

Supplementari Le squadre hanno oramai esaurito gran parte delle energie, anche se la Germania continua a produrre più gioco e all’8° del secondo tempo, Schurrle, il migliore in campo in un panel che comprende anche Lahm, Boateng e il match-winner Gotze, pesca con un lob dalla fascia proprio Gotze in area, controllo al volo e conclusione di sinistro che batte Romero: è il gol-partita. Al 12° Messi, da un cross un po’ casuale da fondo campo, ha un’occasione per colpire di testa dal limite, ma non è facile dare forza al tiro e la palla finisce alta sulla traversa. All’ultimo secondo Messi viene steso sulla trequarti da Schweinsteiger, batte lui stesso la punizione e la palla si perde altissima, specchio di un Mondiale partito in pompa magna ma concluso con il fiele in bocca. Una finale decisamente negativa di Messi, prima ancora che per la mancanza di leadership e di impatto nelle giocate nei momenti chiave, per l’atteggiamento molto sommesso. Nell’Argentina il migliore della finale – e di tutto il Mondiale – non è Mascherano (bravissimo in fase di rottura, ma insufficiente come regista) come diversi credono, ma Garay, centrale che non sbaglia un intervento in sette partite.

Score:
Voto: 5

Messi contro la Germania: una finale amara e da dimenticare per Leo

Mondiale 2018

Girone: Argentina-Islanda 1-1

Messi titolare

Primo tempo L’Argentina si presenta al Mondiale un po’ dimessa, con Messi che nelle qualificazioni è stato decisivo per consentire alla squadra di staccare il pass per la Russia. L’Islanda, al debutto in una fase finale di Coppa del mondo, si presenta senza timori reverenziali. L’Argentina non è nel novero delle favorite, per la prima volta dopo diversi decenni si presenta con una squadra dal valore medio piuttosto basso. Messi prova ad accenderla all’8° con una punizione, che Tagliafico devia sul fondo di testa di pochissimo. Ma l’Islanda sfiora poi due volte il gol. Messi appare comunque ispirato, corre, mette in gioco i compagni, ci prova: al 17° si accentra e scarica un sinistro potente, respinto dal portiere Halldorsson, antipasto del gol di Aguero qualche minuto più tardi. Leo al 21° intercetta ancora un pallone sulla trequarti e prova a piazzarla, Halldorsson c’è. Peccato che al 23° l’Islanda pareggi dopo una serie di orrori della difesa argentina. L’Argentina stringe d’assedio la porta islandese e Messi dà vita a un paio di scambi in velocità interessanti con Aguero e Biglia, che per dettagli non lo portano al tiro. Ma nel finale l’Islanda va due volte vicina all’incredibile sorpasso.

Secondo tempo L’Argentina continua a soffrire nei primi minuti. Messi prova un paio di accelerate delle sue, senza esito. Al 17° pesca Meza in area, il compagno viene steso e l’arbitro (che avrebbe già potuto concedere due rigori, uno per parte) accorda il penalty per l’Argentina: dal dischetto però Leo si fa ipnotizzare da Halldorsson, calciando in modo troppo prevedibile. Leo prova a riscattarsi, ma gli manca sempre un po’ di lucidità, limitato dai sistematici raddoppi dei difensori islandesi: calcia alto un paio di punizioni e non riesce mai a liberarsi con pericolosità al tiro. L’impegno e la voglia da parte della Pulce non mancano comunque e a dieci minuti dal termine sfiora un eurogol con un mancino da fuori a giro che termina a lato di un soffio. Azione quasi identica qualche minuto dopo, ma stavolta è Banega che devia inavvertitamente la conclusione diretta verso la porta: Messi non è nemmeno fortunato… Al 2° minuto di recupero Leo si libera ancora del marcatore, ma ha la palla sul destro e spara fuori. La sua prestazione non è negativa, anche se poco lucida quando conta. Il migliore dell’Argentina è Mascherano, sempre leader della nazionale nel bene e nel male; il peggiore Di Maria, irroconoscibile e sostituito.

Score: 1 rigore sbagliato
Voto: 5,5

Girone: Argentina-Croazia 0-3

Messi titolare

Primo tempo L’Argentina è già con le spalle al muro, contro una Croazia forte, che ha vinto con sicurezza all’esordio contro la Nigeria. Possesso palla in prevalenza argentino al via, anche se i pericoli maggiori sono croati. Al 12° primo squillo di Messi, che innesca sapientemente Salvio sull’out di destra, cross per Meza, il cui tiro a botta sicura è respinto in angolo da Lovren. La partita non decolla, ma l’Argentina sembra metterci più grinta, con una traversa fortuita di Acuna e un gol divorato da Perez a porta vuota.

Secondo tempo Gara a ritmi non elevati, poi al 7° Caballero regala il vantaggio a Rebic con una follia. La reazione argentina è timida e paurosa: Messi si vede al 18° quando con Higuain e Meza, in un’azione convulsa, non va lontano dal pari. Leo arretra per cercare palloni giocabili, ma al di là di qualche tocco felpato non riesce mai a trovare spazio per accendersi. La Croazia cala il bis a 10 minuti dal termine con uno splendido gol di Modric, migliore in campo, e poi il tris a tempo scaduto con Rakitic. Per Messi la sua peggior partita ai Mondiali: mai un guizzo o uno spunto degno della sua classe, mai un tiro. Il peggiore di tutti è ovviamente Caballero. Nella peggior Argentina di sempre ai Mondiali, perlomeno nel dopo ’58, da salvare quasi niente: forse il primo tempo di Acuna e lo spirito di Meza.

Score:
Voto: 4,5

Girone: Argentina-Nigeria 2-1

Messi titolare

Primo tempo L’Argentina è costretta a vincere e sperare che l’Islanda non batta la Croazia, per qualificarsi agli ottavi. L’Albiceleste inizia la partita con un piglio aggressivo: Messi prova a riscattare l’opaca prova contro la Croazia e abbozza un paio di serpentine delle sue nei primi minuti. Al 14° el Diez stoppa splendidamente un lancio di Banega con la coscia, se la porta avanti e calcia in corsa sul palo lontano con il destro: gran gol, per il vantaggio dell’Argentina. Leo prende fiducia e delizia la platea con alcuni tocchi, poi al 27° verticalizza in modo splendido per Higuain, anticipato al momento del tiro dall’uscita disperata del portiere nigeriano Uzoho. Al 34° fallo su Di Maria lanciato a rete: punizione dal limite, Messi calcia a giro, la palla supera la barriera e centra il palo. Altro squillo di una Pulce particolarmente on fire. Messi, con degli scambi in velocità con Higuain e Di Maria, crea scompiglio nella difesa nigeriana al 38°, e al 46° lo si vede persino recuperare un pallone vicino alla bandierina del corner, nel contesto di un primo tempo dominato dalla squadra sudamericana.

Secondo tempo Avvio shock per l’Argentina, con Mascherano che trattiene Balogun in area al 5°. Rigore trasformato da Moses. Il pari scuote la Nigeria, che gioca molto più a viso aperto, mentre l’Albiceleste non riesce più a costruire gioco con la sicurezza di prima e a rendersi pericolosa, con Messi che fatica a trovare spazio tra le linee. Passato un quarto d’ora difficile, l’Argentina torna a premere, Leo veste i panni del regista e prova a mettere in ritmo i compagni. Dopo aver rischiato di subire un rigore, Messi tra il 32° e il 33° dà il là a due azioni potenzialmente pericolose, che non fruttano tiri verso la porta per dettagli, prima che Higuain si divori (al solito…) la comoda palla del 2-1 da centro area al 35°. In un’altalena di occasioni, al 41° un cross da destra di Mercado trova Rojo, alla fine il migliore in campo, puntuale per una deviazione volante che si spegne nell’angolino e regala gli ottavi all’Albiceleste. C’è ancora tempo per vedere un Messi tutto cuore e garra, che sporca in fallo laterale un rinvio di Idowu e poi si prende un fallo preziosissimo in attacco, utile per far rifiatare i suoi, in attesa di dare il via alla festa.

Score: 1 gol
Voto: 6,5

Ottavi di finale: Argentina-Francia 3-4

Messi titolare

Primo tempo L’Argentina non è di certo favorita, contro una Francia che appare molto sicura e forte in ogni reparto, costruita intorno al 19enne Mbappé, astro nascente del calcio mondiale. Il ct Sampaoli disegna un modulo prudente, un 5-4-1 con Messi unica punta: fuori Higuain e fuori Aguero. È proprio Mbappé che sblocca la gara al 12° con un coast to coast dalla propria metà campo, che porta al fallo di rigore plateale di Rojo e alla trasformazione di Griezmann, che qualche minuto prima aveva colpito la traversa su punizione. Messi agisce di fatto, come già nelle partite del girone, da regista avanzato a uno o due tocchi, lontano dalla porta, senza avere il modo o lo spazio per improvvisare una serpentina o tentare una conclusione a rete. La partita viaggia a strappi. Poi Di Maria al 41° trova l’eurogol del pari con un missile terra-aria da fuori area.

Secondo tempo Lo scatenato Di Maria si guadagna al 2° una punizione sul lato sinistro dell’attacco: batte Banega, respinge la difesa, Messi dal fronte destro dell’area rimette dentro in modo un po’ fortunoso e, in maniera ancora più fortunosa, Mercado devia in rete: l’Argentina, sorprendentemente, passa a condurre. L’Argentina ci mette garra e corsa, la Francia va a ondate, poi Pavard trova un altro eurogol al 12°: 2-2. Al 19° Mbappé di potenza infila il 3-2 in area piegando le mani a Franco Armani. Al 22°, pescato da Giroud, ancora Mbappé trova la doppietta personale in diagonale e il 4-2. E Messi? Messi continua a galleggiare tra le linee, guadandosi alcuni falli, agendo da regista che indirizza il gioco sulla trequarti, ma non riesce mai a calciare verso la porte né a cambiare marcia, in un contesto di squadra che – va detto – è tutto fuorché luccicante, anzi. Tanto che anche quando Leo riesce a liberarsi dell’uomo al 35° e servire in buona posizione a destra Meza, il tiro di quest’ultimo non impensierisce Lloris. A 6 minuti dal termine Messi salta un avversario ed entra in area un po’ defilato, ma calcia debolmente con il destro a rientrare tra le braccia di Lloris. Un minuto più tardi Leo verticalizza splendidamente per Aguero, che viene murato. In pieno recupero, al 47°, Messi riceve sulla trequarti da Di Maria e con uno scavetto magnifico pesca oltre la difesa schierata la testa di Aguero per la rete del 4-3. E all’ultimo secondo l’Argentina, clamorosamente, non va lontana dal 4-4. A livello di singoli, il migliore in campo è ovviamente Mbappé; nell’Argentina, Di Maria. Argentina che è apparsa davvero poca cosa in questo Mondiale, come singoli, come squadra e come momento.

Score: 2 assist
Voto: 6

Mondiale 2022

Girone: Argentina-Arabia Saudita 1-2

Messi titolare

Primo tempo Reduce dalla vittoria in Coppa América nel 2021, dopo molti tentativi andati a vuoto, l’Argentina si presenta in Qatar con una squadra rodata, ma non nel novero delle favorite: sulla carta, Francia, Brasile, Inghilterra e Portogallo appaiono superiori e altre non inferiori. Messi e Di Maria sono i leader di una rosa in gran parte rinnovata rispetto al disastro di Russia 2018. La “prima” è contro l’Arabia Saudita. Messi pare subito in palla: dopo 2 minuti raccoglie una respinta della difesa e calcia a botta sicura appena dentro l’area, grande risposta di Al-Owais in tuffo basso. Al 10′, su una punizione da sinistra, un difensore arabo trattiene in area Paredes. L’arbitro viene richiamato dal VAR e concede rigore all’Argentina: Messi calcia piano e rasoterra, ma spiazza Al-Owais per l’1-0. Al 19° Messi pesca con una felice verticalizzazione Lautaro Martinez, che calcia alto, ma l’attaccante era in fuorigioco. Al 21° su un rilancio dalle retrovie, Messi si invola verso la porta e batte Al-Owais, ma la rete viene annullata per fuorigioco davvero millimetrico della Pulce. Al 28° altro gol annullato a Lautaro Martinez per fuorigioco dopo la chiamata del VAR. Ma in generale è un’Argentina in pieno controllo e con un Messi davvero ispirato e nel cuore della squadra. Al 35° nuova palla di Messi per Lautaro, e altro gol annullato per fuorigioco: una maledizione. Gran primo tempo di Leo.

Secondo tempo L’inizio di secondo tempo è uno shock e fa riaffiorare antichi fantasmi: al 2° Messi, pressato, perde palla a centrocampo, l’azione porta al tiro e al gol in diagonale Al-Shehri dopo che la difesa appare un po’ distratta. Tre minuti dopo un’Argentina in confusione subisce il secondo gol di Al-Dawsari. Messi prova a reagire e al 9°, dopo uno scambio in velocità con Di Maria e Lautaro, viene anticipato all’ultimo da un difensore al momento del tiro. Facile dirlo con il senno di poi, ma a differenza di quanto era avvenuto in passato, negli altri Mondiali in cui l’Argentina di Messi era finita sotto nel punteggio, in questo caso l’Albiceleste non smette di giocare e di metterci grinta, sfornando diverse occasioni fallite per inezia. Lo stesso Messi sembra maggiormente presente e nel vivo del gioco. Prova a mettere Lautaro davanti alla porta in un paio di occasioni, poi ci riesce al 27° con Di Maria, il cui tiro schiacciato è però facile preda di Al-Owais. Al 35° Messi, a conti fatti il più brillante dei suoi anche nella ripresa – verticalizzando molto e provando ad agire da regista senza più l’ombra lunga di Mascherano – ha una buona chance su punizione dal limite, ma spara alto. Al 38° Di Maria pesca bene in area Leo, che non riesce a dare forza al colpo di testa, Al-Owais blocca. Al 4° di recupero Messi in area perde l’attimo per calciare dal limite e poi l’azione sfuma dopo che la Pulce si incaponisce in un’azione personale.

Score: 1 gol
Voto: 6
Pagelle Argentina: E. Martinez 6; Molina 6, Otamendi 5,5, Romero 5 (st 14′ Lis. Martinez 6), Tagliafico 6 (st 26′ Acuna 6); De Paul 5, Paredes 5,5 (st 14′ Fernandez 6); Di Maria 6, Messi 6 (il migliore), Gomez 5,5 (st 14′ Alvarez 5,5); Lautaro 5,5. Ct: Scaloni 5,5.

Girone: Argentina-Messico 2-0

Messi titolare

Primo tempo L’Argentina è già costretta a vincere per non uscire prematuramente dal Mondiale. Avvio molto timido dell’Albiceleste contro un Messico (0-0 contro la Polonia al debutto) intraprendente. Messi, spinto anche dai telecronisti argentini («Te adoramos Leo» commentano), al 25° avvia la prima azione degna di nota, conclusa con un tiro-cross insidioso di Montiel che termina sul fondo. L’Argentina fatica a costruire gioco, e la prima conclusione in porta dell’incontro porta la firma di Messi, punizione dal lato destro al 33° deviata da Ochoa. Nel finale il Messico ci prova due volte con Vega. Gara finora bloccatissima.

Secondo tempo La ripresa prosegue sulla falsariga della prima frazione, con un’Argentina molto lenta nel far girare palla e incapace di trovare spazi. Imbeccato da Mac Allister, al 4° Messi accelera e viene steso al limite: primo vero spunto in verticale della sua partita. Ma la punizione è alta, simile a quella calciata contro l’Arabia Saudita. L’Argentina aumenta la pressione e l’intensità, però di occasioni vere non ne arrivano. Al di là di un pallone sbagliato, Messi prova ad accendersi a tratti con alcuni strappi e suggerimenti degni di nota. Poi al 19° la zampata del fuoriclasse: è Messi a toccare per primo nello sviluppo dell’azione, la palla giunge a Di Maria sulla destra, che rimette in mezzo quasi al limite per Leo, controllo e shot a pelo d’erba immediato di sinistro, palla in buca d’angolo dove Ochoa non può arrivare: un gran gol. L’Argentina gioca più sciolta e al 25° ancora Messi avvia un’azione che porta al tiro da buona posizione Molina: largo. Nuovo lampo di Messi al 32°: triangolo largo con Alvarez, Leo defilato in area prova ugualmente a calciare, Ochoa salva in corner con i piedi: la palla però era già uscita. Leo conferma di essere on fire, al 34° nasconde la palla a due messicani sulla trequarti con un gioco di magia, prima di guadagnare fallo. Al 42° ecco il bis: corner da sinistra, De Paul tocca corto per Messi che premia al vertice dell’area l’inserimento di Enzo Fernandez (migliore in campo dopo Leo), il giovanissimo centrocampista si apre lo spazio e a giro infila il “sette”: altra perla. Un secondo tempo di crescita esponenziale di Messi, per presenza e impatto, la risposta secca e decisa a quanti pensano che non fosse decisivo in nazionale: con l’Argentina sul baratro di una clamorosa eliminazione, è lui a tenerla in vita.

Score: 1 gol, 1 assist
Voto: 7,5
Pagelle Argentina: E. Martinez 6; Montiel 6 (st 18′ Molina 6,5), Otamendi 7, Lis. Martinez 6,5, Acuna 6,5; Di Maria 6 (st 24′ Romero 6,5), De Paul 6, Rodriguez 5 (st 12′ E. Fernandez 7,5), Mac Allister 6; Messi 7,5 (il migliore), Lautaro 5 (st 18′ Alvarez 6,5). Ct: Scaloni 7.

Il gol di Messi al Messico

Girone: Argentina-Polonia 2-0

Messi titolare

Primo tempo Partita decisiva per l’Argentina, contro una Polonia che ha un punto in più nel girone. Buon avvio dell’Albiceleste: il primo tiro nello specchio della porta è di Messi, al 6°, conclusione di destro dal limite dopo essersi liberato di un avversario, Sczesny blocca facile a terra. Al 9° scambio nello stresso Messi-Di Maria, tiro di quest’ultimo che sfortunatamente impatta contro Leo. La Pulce sembra comunque ispirata. Due minuti dopo Di Maria dalla fascia serve Messi al limite, accelerazione del Diez superando un paio di uomini, ingresso in area da posizione un po’ defilata, tiro sul primo palo e respinta di Sczesny. Gran palla ancora di Messi dalla trequarti per Acuna al 17°, il terzino calcia alto da buona posizione. Ancora una gran palla di Leo per Acuna al 19°, colpo di testa debole tra le braccia del portiere. Si gioca a una porta sola, con l’Argentina che domina e sfiora l’1-0 con Alvarez e ancora Acuna. Dopo un golazo sfiorato da Di Maria direttamente da corner e un’altra occasione per Alvarez, al 34° quest’ultimo pesca Messi sul secondo palo, la Pulce non riesce a indirizzare verso la porta ostacolato da Sczesny. L’arbitro viene chiamato dal VAR e concede il rigore: generoso (sarà l’unico tra quelli assegnati all’Argentina, gli altri saranno tutti netti). Dal dischetto, Messi calcia abbastanza angolato, ma è spettacolare la risposta del portiere polacco che intercetta in tuffo con la mano di richiamo. Leo però è davvero in fiducia e non risente dell’errore: un minuto dopo pesca con un’altra apertura splendida Acuna in area, ma il terzino invece che calciare solo davanti a Sczesny tenta un improbabile cross in area piccola e l’azione sfuma. Al 41° ancora Alvarez per Messi, tiro-cross insidiosissimo che attraversa l’area piccola senza trovare la deviazione vincente di un compagno. L’Argentina chiude ancora in attacco: finora ha giocato una partita maiuscola e avrebbe meritato il vantaggio, ma ha trovato sulla propria strada uno Sczesny enorme.

Secondo tempo Alla prima azione di gioco – che coinvolge quasi tutta la squadra, compreso Messi – l’Argentina capitalizza la superiorità dei primi 45 minuti e va in gol: cross di Molina e zampata di Mac Allister, palla sul palo e poi in rete. Leo cerca il gol a ogni costo: all’8° accelera partendo dalla trequarti, attira su di sé diversi difensori, ma si incaponisce in un’azione personale e una volta in area perde il controllo della sfera che termina sul fondo. Leo comunque gioca bene, in un contesto di squadra che funziona a meraviglia. All’11° Messi si infila in area, non riesce a calciare per un rimpallo, la palla giunge poi ad Alvarez: rimpallato anche lui. Al 16° Messi apre un corridoio a sinistra per il neo entrato Tagliafico con un colpo geniale, il cross del terzino trova la deviazione di Mac Allister, ma stavolta Sczesny neutralizza. È un’Argentina che gioca sul velluto. Nuovo assolo di Messi al 18°, murato in corner al momento del tiro. Al 21° ancora un break di Messi che resiste alla carica di un avversario e poi apre per Molina a destra, l’azione prosegue coinvolgendo altri giocatori, fino a che Fernandez non innesca in area Alvarez, controllo e tiro nel “sette”, per un 2-0 più che meritato. Al 26° Enzo Fernandez va via sulla sinistra, cross in area, Messi arriva e calcia di prima intenzione, altra grande risposta con il corpo di Sczesny, migliore in campo (senza di lui la Polonia avrebbe subito una sconfitta molto più netta). Altra magia di Messi al 28°, con un pallone pazzesco in verticale per lo scatto di Alvarez, che solo davanti a Sczesny calcia sull’esterno della rete. A 7 minuti dal termine Messi ne supera due poi scarica su Latuaro, ma l’attaccante non riesce a restituirgli il pallone. Lautaro fa ancora in tempo per divorarsi un gol. In pieno recupero sempre Messi avvia un’azione che porta Tagliafico a superare Sczesny in uscita, prima di un salvataggio di un difensore quasi sulla linea. Argentina prima del girone, Polonia seconda, entrambe agli ottavi.

Score: 1 rigore sbagliato
Voto: 7
Pagelle Argentina: E. Martinez 6; Molina 7,5, Otamendi 7, Romero 6,5, Acuna 6,5 (st 14′ Tagliafico 6,5); Di Maria 7 (st 14′ Paredes sv), De Paul 7, Fernandez 7,5 (st 14′ Pezzella sv), Mac Allister 7,5 (il migliore) (st 38′ Almada sv); Messi 7, Alvarez 7,5 (st 34′ Lautaro 5,5). Ct: Scaloni 7,5.

Ottavi di finale: Argentina-Australia 2-1

Messi titolare

Primo tempo Dopo 4 minuti l’Argentina reclama un rigore per un mani di un difensore al limite su un cross del Papu Gomez: episodio quanto meno dubbio. L’Argentina fatica a trovare spazi contro una squadra chiusa e la manovra albiceleste appare un po’ meno fluida di quella vista contro la Polonia. Messi gioca molto sulla trequarti, appoggiando sempre con intelligenza e tocchi sapienti lo sviluppo dell’azione. L’Australia prende fiducia e campo e per una lunga fase tiene maggiormente il possesso palla, anche se di occasioni non se ne vedono. La svolta al 35°: Gomez si guadagna una punizione sul lato destro dell’attacco, Messi scodella in area, palla respinta dalla difesa, recupera Gomez, che la ridà a Messi, da Leo in mezzo a Mac Allister, che serve in area Otamendi, il controllo di quest’ultimo favorisce il Diez, che con il sinistro manda la palla in buca d’angolo per l’1-0.

Secondo tempo L’Argentina tiene sempre bene il pallone, Messi al 5° apre un corridoio a destra per De Paul, che gli restituisce il pallone al limite, Leo scivola al momento del tiro, la palla sbatte su un difensore e termina tra le braccia del portiere Ryan. L’Albiceleste sembra in totale controllo e al 12° Alvarez sfrutta un’incertezza di Ryan per rubargli il pallone e depositare in rete il 2-0. Al 17° sontuoso slalom di Messi nella propria metà campo e scambio con Enzo Fernandez, giocate che fanno esclamare al commentatore argentino «Fútbol». Passa un minuto e mezzo e Messi riceve palla nella propria trequarti, spalle alla porta, si gira e parte in slalom, supera tre avversari, poi chiede e ottiene un triangolo con Alvarez, resiste a un altro contrasto, poi l’ultimo difensore gli sporca il pallone in angolo prima del tiro: un’azione mastodontica, che conferma la forma strepitosa della Pulce in questo Mondiale, a livello fisico e mentale. Leo ci riprova al 22° da fuori area: tiro alto. I ritmi si abbassano e la partita sembra abbia più poco da offrire, quando al 32° una conclusione da fuori di Goodwin è deviata in modo sfortunato da Enzo Fernandez nella propria porta: 2-1. Messi al 32° alimenta due azioni offensive innescando due volte Tagliafico in area piccola, ma senza esito. La nazionale di Scaloni conferma di non avere proprio una difesa impenetrabile e per due volte rischia di subire il pari, in un finale thrilling. Messi però quando ha la palla è sempre uno spettacolo: a due minuti dalla fine scende dalla trequarti, attira su di sè diversi difensori poi offre a Lautaro un cioccolatino in area piccola solo da scartare, ma l’attaccante dell’Inter spara clamorosamente alle stelle. Al 1° di recupero Messi sulla fascia ne supera altri due, Mooy è costretto a rifugiarsi in fallo laterale per evitare l’ennesimo strappo del Diez. Al 3° di recupero Leo avanza e dà un’altra palla d’oro a Lautaro, ipnotizzato però dal portiere australiano: un Lautaro forse persino più sprecone dell’Higuain visto ai Mondiali… Un minuto dopo ancora Messi prova a mettersi in proprio, danzando sulla sfera, accentrandosi appena dentro l’area e cercando l’incrocio opposto: fuori di poco. Partita stratosferica di Leo, la migliore finora mai vista ai Mondiali da parte sua… E non è finita: perché nell’azione seguente smista il pallone di tacco per De Paul, il quale va via sulla fascia e mette in mezzo dove Lautaro è anticipato a un metro dalla porta, mancando così l’ennesima occasione per il 3-1. Messi triangola ancora con Lautaro, e il Toro stavolta calcia meglio: gran risposta con i piedi del portiere australiano Ryan. Tante palle-gol fallite e all’ultimo secondo l’Argentina rischia addirittura di subire il pari, ma è bravo il portiere Dibu Martinez a sbarrare la strada a Kuol.

Score: 1 gol
Voto: 8
Pagelle Argentina: E. Martinez 7; Molina 6 (st 35′ Montiel sv), Otamendi 6, Romero 6, Acuna 6 (st 26′ Tagliafico 6); De Paul 7, Fernandez 6,5, Mac Allister 6 (st 35′ Palacios sv); Messi 8 (il migliore), Alvarez 7 (st 26′ Lautaro 4), Gomez 6 (st 5′ Lis. Martinez 6,5). Ct: Scaloni 6,5.

La fragorosa prestazione di Messi contro l’Australia

Quarti di finale: Argentina-Olanda 6-5 dcr (2-2)

Messi titolare

Primo tempo Messi al 5° dà il via alla prima azione del match, che porta De Paul al tiro: forse diretto in porta, ma incoccia la testa di Alvarez. All’11° ancora Leo apre per Acuna in area, tiro-cross potente e senza esito. L’Argentina parte meglio contro un’Olanda contratta e che bada soprattutto a difendersi. Poi l’Olanda inizia a uscire dal guscio e a fare la partita, con l’Albiceleste più guardinga: è una gara a specchio, tesa, senza molti sussulti. Il primo tiro di Messi verso la porta è al 21°: dribbling a De Roon e conclusione da fuori, palla alle stelle. Leo gioca molto in funzione della squadra, poi al 35° si accende con una giocata sensazionale: riceve palla da Molina da destra sulla trequarti, elude la guardia di de Jong, punta Aké e lo disorienta, poi serve in area ancora Molina con un passaggio immaginifico in uno spazio che solo lui riesce a vedere, e il terzino mette dentro l’1-0. I telecronisti argentini sono in estasi per l’assist di Leo: «80.000 persone allo stadio Lusail. Nessuno ha visto quel passaggio. Nessuno tranne uno: Messi». Leo prova a mettersi in proprio al 38°: riceve palla al limite da Alvarez, spalle alla porta danza con Ake, si gira e calcia di destro, tiro centrale, Noppert c’è.

Secondo tempo Al 1° Messi danza sulla palla e innesca due azioni offensive dei suoi, guadagnando corner. La gara è chiusa, tattica: l’Olanda tiene un possesso palla sterile, l’Argentina attende. È sempre Messi a deliziare la platea, come al 13° quando libera in un corridoio a centrocampo Mac Allister, il cui successivo passaggio per De Paul solo davanti a Noppert è però largo. Leo va a dare una mano anche in difesa, come al 15° quando recupera palla e scarta tre uomini in un fazzoletto prima di cedere a un compagno. Poi dall’altra parte, nello sviluppo della stessa azione, semina un paio di avversari e viene steso al limite: la punizione di Messi stesso è una meraviglia, il pallone sorvola la traversa di pochissimo dando l’illusione del gol. Al 26° un’accelerazione di Acuna sulla sinistra è fermata da Dumfries con un fallo in area. Rigore netto, dal dischetto Messi infila l’angolo a mezza altezza ed è 2-0 Argentina. La partita pare in ghiaccio, ma al 37° un cross di Berghuis trova la deviazione del neo entrato Weghorst, che spiazza un Martinez e una difesa forse non impeccabili: 2-1 e partita riaperta. Un minuto dopo lo stesso Berghuis colpisce l’esterno della rete da posizione invitante, confermando il black out difensivo dell’Albiceleste. L’Argentina prova a farsi vedere in attacco a sprazzi, Messi è bravo a prendersi alcuni falli per far rifiatare i suoi. L’Argentina soffre, l’Olanda non è lucidissima ma insiste. E all’11° minuto di recupero, in seguito a una punizione dubbia, ancora Weghorst trova la zampata del clamoroso 2-2 che manda tutto ai supplementari.

Primo tempo supplementare L’Argentina ha subito il colpo, ma l’Olanda è stanchissima. Risultato: una prima frazione che scorre via senza grandi sussulti, anche se è la nazionale di Scaloni a tenere di più il pallino del gioco. Al 13° si riaccende Messi, a tratti malmenato dalla difesa olandese: una sua scucchiaiata su punizione dalla trequarti trova la deviazione sotto misura di Otamendi, ma la palla termina fuori.

Secondo tempo supplementare L’Argentina prende maggiormente in mano il gioco, al 5° Messi, dopo uno scambio con Paredes in seguito a un calcio di punizione sul lato destro dell’attacco, si accentra e calcia dal limite: pallone alle stelle. Al 9° occasione d’oro per Lautaro, servito da Fernandez, ma van Dijk salva in modo miracoloso davanti a Noppert. Due minuti dopo Messi apre per Fernandez, tiro deviato che si impenna e finisce fuori di un nulla. Dopo un altro tiro di Lautaro ben deviato da Noppert, Messi al 14° cerca di piazzarla dal limite rasoterra, palla sporcata da un difensore e fuori di un metro. C’è ancora tempo per Di Maria che sfiora un gol da corner e per il palo di Fernandez, ancora una volta innescato dal genio di Messi.

Rigori Messi trasforma con assoluta freddezza il suo, spiazzando Noppert. Nell’Olanda sbagliano Van Dijk e Berghuis, ipnotizzati da Martinez, nell’Argentina calcia fuori Fernandez, ed è decisivo il rigore di Lautaro, finalmente positivo come impatto in questo Mondiale.

Score: 1 gol, 1 assist
Voto: 7,5
Pagelle Argentina: E. Martinez 7,5; Romero 5,5 (st 32′ Pezzella 5), Otamendi 6,5, Lis. Martinez 6,5; Molina 7 (sts 1′ Montiel 6,5), De Paul 6 (st 21′ Paredes 6,5), Fernandez 6,5, Mac Allister 6, Acuna 7 (st 32′ Tagliafico 5,5); Messi 7,5 (il migliore), Alvarez 5 (st 37′ Lautaro 6,5). Ct: Scaloni 6,5.

L’immaginifico assist di Messi a Molina

Semifinale: Argentina-Croazia 3-0

Messi titolare

Primo tempo I primi minuti vedono una Croazia prendere in mano le operazioni e dominare con il fraseggio a centrocampo, mentre l’Argentina agisce di rimessa. Messi al 18° difende palla dall’attacco di tre uomini prima di smistare a un compagno, facendo capire di essere in serata. Al 22° Messi scambia con Alvarez e tenta di innescare Fernandez in area, ma un difensore intercetta. L’Argentina inizia a uscire dal guscio e si rende pericolosa con Fernandez, anche se è la Croazia a piacere di più, con un Modric regale. Al 32° però un buco difensivo croato dà modo ad Alvarez di sfruttare un lungo lancio di Fernadenz ed entrare in area, Livakovic lo travolge e l’arbitro indica il dischetto: Messi trasforma mettendo la palla nel “sette”. Al 38°, da un corner per la Croazia si sviluppa un’azione di contropiede in favore dell’Argentina, Messi allunga per Alvarez, che avanza ad ampie falcate, vince un paio di rimpalli, entra in area e fredda Livakovic: uno-due micidiale dell’Albiceleste. Al 41° break di Messi in campo aperto partendo dalla difesa e apertura per Fernandez sul lato mancino, l’azione porta poi al tiro De Paul, deviato in angolo: dalla bandierina Leo pennella per Mac Allister, colpo di testa a colpo sicuro, grande risposta di Livakovic in tuffo. Dal successivo corner Messi impegna direttamente il portiere croato che respinge. Messi è uno spettacolo nel difendere il pallone e lo si vede dare una mano anche in difesa. In pieno recupero, Messi danza sulla sfera, ne scarta tre, poi viene steso tra le grida di giubilo del pubblico.

Secondo tempo La Croazia fa densità, ma non incide ed è sempre l’Argentina a costruire le azioni migliori. Quando Messi si illumina è uno spettacolo: all’11° accelera dalla trequarti portandosi dietro il guardiano Gvardiol, poi si ferma al limite, tocca d’esterno per Fernandez e scatta per chiudere il triangolo, controllo e tiro secco sul primo palo del Diez, altra ottima risposta di Livakovic. Poi al 23° ecco la giocata-capolavoro forse dell’intero Mondiale: rimessa di Molina a destra, palla sulla fascia all’altezza del centrocampo ad Alvarez che tocca a Messi, accelerazione bruciante di Leo che si porta dietro Gvardiol, miglior difensore della competizione fino a questo momento, e lo irride di finte e controfinte; al momento di entrare in area, Messi si ferma, poi riparte eludendo per l’ennesima volta la guardia del giovanissimo difensore croato, arriva sul fondo e deposita a centro area un cioccolatino che Alvarez, arrivato in corsa, deve solo scartare: 3-0. La finale è in ghiaccio, Messi continua a sublimare la sua prestazione con tocchi sapienti, non perdendo un pallone. Enorme.

Score: 1 gol, 1 assist, avvia l’azione di un gol
Voto: 8,5
Pagelle Argentina: E. Martinez 6; Molina 6,5 (st 41′ Foyth sv), Romero 6,5, Otamendi 6,5, Tagliafico 7; De Paul 7 (st 29′ Palacios sv), Fernandez 7,5, Mac Allister 7 (st 41′ Correa sv); Paredes 6,5; Messi 8,5, Alvarez 8,5 (il migliore) (st 29′ Dybala sv). Ct: Scaloni 7,5.

L’incredibile giocata di Messi contro Gvardiol

Finale: Argentina-Francia 7-5 dcr (3-3)

Messi titolare

Primo tempo Messi tocca il primo pallone dopo due minuti, innescando Di Maria a sinistra e poi De Paul per vie centrali. Leo è dentro il match sin dall’inizio, assecondando le scelte offensive di un’Argentina subito grintosa: geniale in particolare il passaggio all’8° con cui libera il corridoio per Mac Allister in una fase di ripartenza. L’Argentina è molto più in palla, Messi è presente in quasi tutte le azioni, ma alla squadra di Scaloni sembra mancare un po’ di lucidità nell’ultimo passaggio. Francia finora non pervenuta. Al 21° l’ennesima azione corale dell’Argentina porta Di Maria sull’out mancino contro Dembelé, l’ala argentina salta il francese, che lo spinge da dietro in area. Rigore: dal dischetto Messi infila l’angolino, 1-0 meritato. Messi continua ad agire da regista offensivo, smistando numerosi palloni con sapienza: la coppia Messi-Di Maria continua a incantare, il primo illuminando la platea con aperture e passaggi, il secondo con le sue accelerazioni devastanti. E al 36° arriva il bis: è Messi a centrocampo con un geniale colpo laterale d’esterno – senza far toccare terra al pallone – ad aprire il campo e far guadagnare un tempo di gioco all’Argentina, Alvarez serve Mac Allister, che si invola nella prateria poi serve in area Di Maria, il cui diagonale non dà scampo a Lloris. Messi, che al 44° recupera anche un pallone in difesa per non farsi mancare nulla, ha giocato un primo tempo straordinario, anche se per ora il migliore in campo è Di Maria.

Secondo tempo L’Argentina è subito temibile con una ripartenza azionata da Messi, ma Lloris anticipa Mac Allister. Al 4° Messi apre a sinistra per Di Maria, cross sul secondo palo, conclusione di controbalzo di De Paul, blocca Lloris. Sembra sempre un dominio argentino. Lo scatenato Di Maria al 14° serve sul centro-destra dell’area ancora Messi, che però non riesce a calciare verso la porta ben contenuto da Upamecano e Rabiot: palla sul fondo. Al 18° Messi innesca in verticale Alvarez, da questi tocco centrale a Mac Allister in area, un po’ anticipato e un po’ spinto da un difensore francese. Ma l’arbitro lascia correre. Messi continua a dirigere il traffico con maestria, anche dopo l’uscita di Di Maria per Acuna al 19°. L’Argentina tende ad abbassarsi un po’, anche se la Francia fatica a essere pericolosa. Al 27° Mac Allister lavora un bel pallone per Messi, assist centrale a Fernadenz che tenta di piazzarla: Lloris facile. Al 32° ancora Messi per De Paul in area, tiro-cross, Lloris si distende e neutralizza. Poi al 34°, dal nulla, Otamendi si fa superare da Kolo Muani in modo ingenuo e lo stende in area. Rigore netto: dal dischetto Mbappé riapre tutto trasformando di potenza, anche se Martinez intuisce. Due minuti dopo Messi, forse spinto, perde palla contro Coman, da Rabiot a Mbappé, triangolo con Thuram, e sempre Mbappé al volo fulmina Martinez sul palo lontano: clamoroso 2-2. La Francia ha ribaltato l’inerzia e ora insiste, guidata da un Mbappé straordinario e capace di accendersi dal nulla e sforna un paio di occasioni clamorose, mentre l’Argentina appare sulle ginocchia. L’Argentina riemerge un po’ nel recupero, e al 7° Messi, servito da De Paul, si risveglia dal torpore e scocca un sinistro pazzesco dal limite, Lloris vola e devia in angolo. Messi sembra rinato e al 9° di recupero elude l’intervento di un francese effettuando poi un lancio meraviglioso in campo aperto per Alvarez, ma l’azione sfuma al momento decisivo.

Primo tempo supplementare Le due squadre sembrano sentire la tensione e la stanchezza e producono poco. Messi si prodiga in difesa, ma appare esausto. Poi al 15° ha un lampo: scambia con l’onnipresente Mac Allister sulla trequarti, si inserisce e serve una palla d’oro in area a Lautaro, entrato da pochi minuti, il quale però spara sulla gamba protesa di Upamecano a pochi metri dalla porta; sulla respinta ci prova da fuori De Paul, conclusione deviata in corner. Ancora Lautaro un minuto dopo calcia fuori solo davanti a Lloris: l’Argentina sembra di nuovo viva.

Secondo tempo supplementare L’Argentina inizia meglio gli ultimi 15 minuti: al 2° rimessa laterale di De Paul per Messi che si coordina dal limite e calcia sul primo palo, ottima risposta in tuffo di Lloris che salva. Al 4° da un rinvio di Montiel, Lautaro controlla e serve Messi, da questi a Fernandez e ancora a Lautaro, tiro, respinge Lloris, Messi di destro in tapin mette dentro il 3-2. A cinque minuti dalla fine però l’arbitro Marciniak concede un nuovo rigore alla Francia: sul tiro da fuori di Mbappé, Montiel allarga il braccio. Rigore che Mbappé trasforma con freddezza, spiazzando Martinez: incredibile 3-3. Al 2° di recupero Messi con un no look incredibile innesca ancora Lautaro, che è di fatto solo davanti a Lloris, ma l’attaccante era in fuorigioco. Ma incredibilmente c’è ancora tempo per due gol falliti, da una parte e dall’altra: prima è Kolo Muani che si fa ipnotizzare da un Martinez monumentale, poi è Lautaro a sprecare di testa sull’azione seguente, aperta dall’ennesimo tocco da maestro di Messi. All’ultimo secondo Mbappé – che ha giocato 80 minuti da 4 e 40 minuti da 10 – tenta di dribblare tutta l’Argentina, ma lo ferma Dybala.

Rigori Mbappé apre e Messi risponde: entrambi sono stati autori di una finale a dir poco immensa. Poi sale in cattedra il para-rigori Martinez, che strega Coman e innervosisce il giovane Tchouameni, il quale calcia fuori. Non basta il gol di Kolo Muani, perché l’Argentina trasforma tutti i suoi rigori con Dybala, Paredes e Montiel e per la terza volta è campione del mondo, al termine della più straordinaria finale (e forse partita) nella storia dei Mondiali.

Score: 2 gol, avvia l’azione di un gol
Voto: 9
Pagelle Argentina: E. Martinez 8; Molina 6 (pts 1′ Montiel 7), Romero 6,5, Otamendi 5, Tagliafico 6 (sts 16′ Dybala 6,5); De Paul 7 (pts 12′ Paredes 6,5), Fernandez 7, Mac Allister 8 (sts 11′ Pezzella sv); Di Maria 8 (st 19′ Acuna 5), Alvarez 7 (pts 13′ Lautaro 6), Messi 9 (il migliore). Ct: Scaloni 8.
Pagelle Francia: Lloris 7; Koundé 5,5, Varane 6 (sts 7′ Konaté sv), Upamecano 6,5, Hernandez 5 (st 26′ Camavinga 6,5); Tchouameni 5, Rabiot 6,5 (pts 4′ Fofana 6), Griezmann 4,5 (st 26′ Coman 6,5); Dembelé 4 (pt 41′ Kolo Muani 7,5), Giroud 4,5 (pt 41′ Thuram 6,5), Mbappé 8,5 (il migliore). Ct: Deschamps 6.

Tutti i tocchi di una finale immensa. A 35 anni

Considerazioni finali

Qualcosa è cambiato

Forse verrà un giorno in cui Lionel Andés Messi Cuccittini spiegherà che cosa è cambiato dentro di lui con la maglia della nazionale argentina.

Perché, al di là del fatto che sicuramente il ct Lionel Scaloni da dopo il 2019 gli ha cucito addosso una squadra maggiormente calibrata sulle sue caratteristiche, la sensazione è che sia scattato qualcosa proprio nella mente del Diez: il Messi del 2014 nei momenti difficili non riusciva a scrollarsi una certa ruggine di dosso e andava in difficoltà nei momenti topici (vedi soprattutto le due partite decisive contro Olanda e Germania, quando camminava letteralmente per il campo); il Messi del 2022 è uno che dalle difficoltà è riemerso sempre più forte, e non mi riferisco solo al post-Arabia Saudita o a quanto vissuto con l’Olanda, ma anche all’andamento della finale.

Dopo una partita dominata, avanti 2-0, rimontato sul 2-2 in un’azione in cui è lui stesso a perdere il pallone (con fallo o no), il “vecchio Messi” sarebbe crollato psicologicamente. Il “nuovo Messi” invece non ha battuto ciglio: ha recuperato le energie e nei 40 minuti conclusivi della sfida ha segnato un gol, offerto ai compagni assist deliziosi e dispensato lanci geniali, costretto Lloris a difficili parate con improvvise stilettate da fuori, tentato un assolo personale passando attraverso la difesa schierata, dato una mano in tanti piccoli aspetti del gioco.

In Qatar si è visto un Messi diverso, a partire dall’atteggiamento, dal peso e dalla presenza in campo.
Anche nel ruolo e nelle responsabilità, perché il Messi versione qatariota non aveva più la brillantezza dell’epoca d’oro del Barcellona, ha dovuto centellinare i suoi break palla al piede per quando più contava, ma in compenso si è dimostrato regista superbo, sopraffino, in appoggio al regista puro Fernández: è stato così in tante partite, soprattutto nella finale contro la Francia, quando per larghi tratti era lui ad abbassarsi sulla linea dei centrocampisti e impostare la manovra, con tocchi sempre di prima e intelligenti, sempre per liberare il compagno meglio piazzato, sempre per far guadagnare ai suoi un tempo di gioco: come è stato nell’azione del raddoppio, perché lì il vero colpo di genio è l’esterno di Messi che a centrocampo, senza che il pallone tocchi terra, dà scacco matto alla difesa francese e apre il campo per il bis.

Nei precedenti Mondiali, Messi dava l’idea di essere sempre più punta e più laterale nello sviluppo del gioco, forse perché il compito di indirizzare la manovra se l’era preso sulle proprie spalle Mascherano. Il quale, però, era favoloso nel gioco senza palla, in marcatura e in difesa, ma non aveva assolutamente i piedi né la visione per assolvere il compito del direttore d’orchestra.

Attenzione però: sarebbe sbagliato dire che Messi ai Mondiali, anche prima del Qatar, abbia sempre giocato male.
È più corretto sostenere, a mio avviso, che sia mancato in alcuni momenti decisivi. Ma a livello di prestazioni, Messi ne aveva offerte di convincenti già prima del Qatar, come nei gironi dei Mondiali 2010 e 2014.

Le cifre non mentono e spiegano che comunque il peso di Leo nei destini della Seleccion nei 4 Mondiali e mezzo da lui disputati è stato assolutamente rilevante:
con Messi in campo l’Argentina ha segnato ai Mondiali 43 gol, e Leo è entrato in 31 di questi (13 realizzazioni personali, 8 assist e 10 partecipazioni alle azioni che hanno determinato i gol): un’incidenza di oltre il 72 per cento.
Nel solo Mondiale in Qatar, ad esempio, Leo ha contribuito a ben 12 gol su 15 dell’Argentina.

Rivedere Messi a freddo mi ha consentito di concentrarmi molto più su come abbia giocato, partendo dal principio che per capire come un calciatore abbia realmente performato è fondamentale poterlo rivedere dopo, in modo distaccato, senza essere coinvolti dall’emotività del momento, avendo già piena contezza di come un’azione si è sviluppata.

Non è assurdo pensare che Messi in Qatar abbia disputato il Mondiale individualmente più dominante di sempre con il Diego Maradona del 1986 e la finale individualmente più dominante di sempre con il Pelé ammirato contro la Svezia nel 1958.
Il tutto a un’età – 35 anni – in cui la maggioranza dei calciatori è seduta in poltrona a guardare la tv.

Un giudizio sui compagni di Leo

Ma rivedere Messi mi ha dato la possibilità di valutare meglio anche i giocatori che con lui hanno condiviso il cammino con la camiseta dell’Albiceleste, soprattutto dal Mondiale 2010 in avanti quando Leo è diventato il fulcro della squadra.

PROMOSSI
Tra i giocatori promossi, impossibile non partire dal più bravo di tutti, Ángel Di María, fuoriclasse vero, decisivo, non sempre continuo come è tipico delle ali, ma elemento imprescindibile nell’Argentina del 21° Secolo, spalla perfetta e ideale di Leo nella costruzione di una squadra passata dai fallimenti e dalle delusioni e arrivata al trionfo massimo.
Tra i giocatori che più mi sono piaciuti, procedendo per ruoli, cito i portieri Romero (straordinario nel 2014 non meno di Martínez in Qatar) e appunto il Dibu, autore di una parata all’ultimo secondo su Kolo Muani decisiva come e più di un gol; l’affidabilissimo terzino Zabaleta, compagno di Leo già nei trionfi giovanili; il centrale Garay, probabilmente il miglior calciatore argentino del Mondiale 2014, il cui rendimento nella Coppa del mondo è stato per me superiore ai due centrali del 2022 Romero e Otamendi (i quali sono andati molto più a corrente alternata); l’ottima e precisa regia di Verón nelle tre partite del girone del Mondiale 2010, prima che il ct Maradona inspiegabilmente lo levasse dal campo; gli straordinari Fernández e Mac Allister del Mondiale 2022, vere sorprese in positivo della vittoria in Qatar; e a proposito di sorprese positive, ovviamente va annoverato Álvarez, artefice di una Coppa del mondo maiuscola al di là dei 4 gol realizzati. Promosso anche Tévez, l’altro fuoriclasse (oltre a Di Maria) con cui Messi ha condiviso la sua avventura con la Seleccion, attaccante completo, letale, presente, determinante.

RIMANDATI
Mascherano per me è rimandato: favoloso a spezzare il gioco altrui, inadeguato a impostarlo, e soprattutto con una personalità divisiva che ha finito a mio avviso con il limitare le potenzialità dell’Argentina. Rimandato anche Lautaro, bocciato in Qatar, ma che ha ancora il tempo di rimediare e dimostrarsi determinante in nazionale nel dopo-Messi.

BOCCIATI
Tra i bocciati senza appello inevitabile riferirsi soprattutto a due attaccanti: Agüero, troppo alterno e molle, mai pienamente convincente; e Higuaín, che a parte un paio di partite (quella con il Belgio del Mondiale 2014 su tutte, e quella contro la Corea del 2010 per i tre gol) è stato assolutamente negativo e deleterio, sbagliando reti a ripetizione e non riuscendo mai a offrire prestazioni degne della fama e del rendimento che lo hanno a lungo accompagnato nei club.
Chiaramente i bocciati sono diversi, a partire da buona parte dei componenti della nazionale 2018, la peggiore in cui Leo abbia giocato, probabilmente l’Argentina più debole vista ai Mondiali nell’era televisiva. È incredibile come nel giro di soli quattro anni l’Albiceleste abbia totalmente cambiato volto, ritrovando uno spirito unitario, una voglia di vincere e un leader che mancavano dai tempi di Diego, che mancavano dal 1986. Trentasei anni dopo il tabù è stato finalmente spezzato.

La festa argentina per un trionfo atteso 36 anni

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