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Emiliano Foramiti racconta il “magico” Zico

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«Zico a Udine è l’idolo degli idoli» racconta emozionato l’autore Emiliano Foramiti. «Era il campione della gente ed il libro che ho realizzato è per la gente, è un omaggio a lui e al Friuli. Sono friulano doc, ho visto Zico da piccolo e, credo, non si ripeterà mai più. L’unico che ha riacceso, almeno in parte, quella  passione è stato Sanchez e l’Udinese di Zaccheroni, la squadra più forte negli oltre cento anni di storia del club».

Negli anni ’80 quando il campionato di Serie A poteva fregiarsi di essere il massimo torneo nazionale a livello europeo, il più bello e competitivo, la ciliegia sulla torta la mettevano i numeri 10. Da sempre è il numero di maglia che appartiene al fuoriclasse, al creativo, al giocatore di maggior talento, quello a cui si chiede di inventare l’assist decisivo o di tirar fuori dal cilindro la giocata in grado di far vincere la partita, magari con un gol da favola.

In quel mitico decennio, l’Epoca d’Oro del Calcio Italiano, la Serie A annoverava i migliori giocatori al mondo, i più grandi interpreti del ruolo, non solo di quegli anni, ma dell’intera storia del calcio mondiale.

La Juventus si era assicurata il miglior numero 10 di Francia, Le Roi Michel Platini che, in cinque stagioni sotto la Mole, portò i bianconeri a vincere tutto. A Napoli era sbarcato da Barcellona, in un vero tripudio popolare, Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro, che regalò alla città partenopea due scudetti e la Coppa Uefa, primo trofeo europeo della storia del club.         

Ma c’è un terzo numero 10 che con questi condivideva classe e colpi da autentico fuoriclasse, stiamo parlando di Arthur Antunes Coimbra, o più semplicemente Zico.

Il Galinho e cioè Galletto, come era soprannominato, arriva a Udine nel 1983, e il Friuli lo abbraccia come se fosse al Maracanã. Un autentico bagno di folla, sono infatti in 40 mila nel giorno della sua presentazione a gremire gli spalti per vedere quello che è considerato la più grande mezzala carioca dopo Pelé.

A quarant’anni di distanza, il friulano doc Emiliano Foramiti, in “Zico Il mio Idolo, il mio Sogno” dedica all’asso brasiliano un libro (autoprodotto) ricco di aneddoti e foto suggestive, di interviste e testimonianze dei protagonisti di quel biennio in cui Zico vestì la maglia dell’Udinese regalando ai tifosi bianconeri emozioni irripetibili.

Il pezzo forte del repertorio del Galinho erano, come per Platini e Maradona, le punizioni. Battute alla perfezione, letali, autentiche sentenze. Ma, oltre ad indiscutibili doti tecniche, il fuoriclasse brasiliano disponeva anche di importanti qualità umane. Dino Zoff, portiere degli azzurri Campioni del Mundial di Spagna ’82, ricorda in un’intervista concessa all’autore, la correttezza di Zico dopo la sconfitta del Sarrià nel riconoscere agli azzurri di aver meritato la vittoria.

Il libro in ogni sua pagina si rivela un autentico atto d’amore a Zico. Vengono raccontati i momenti felici e quelli difficili, il goal più bello, l’autografo, il paragone scomodo con il Pibe, c’è la dedica di Roberto Baggio – di cui il Galinho era l’idolo indiscusso -, ci sono le lacrime amare per l’addio e quelle dolci per il ritorno. Un ritratto a tutto tondo, dentro e fuori dal campo, del fuoriclasse brasiliano che in Friuli non dimenticheranno mai.

Chi fosse interessato al libro può contattare l’autore, Emiliano Foramiti, a questa email: emyjohnson@libero.it

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