Immagine di copertina: Maradona esulta per la vittoria del primo scudetto
In attesa di capire quale carriera avranno e quale traccia lasceranno nella storia del Napoli i vari Kvaratskhelia, Osimhen, Lobotka e Di Lorenzo, alfieri di una squadra che ha conquistato il terzo scudetto della propria storia, abbiamo voluto qui ripercorrere la storia del club partenopeo stilando la top 11 dell’epoca televisiva del club. Si è cercato di fare un mix tra il rendimento offerto in azzurro, in termini di prestazioni, continuità di stagioni e attaccamento alla maglia, e valore assoluto. Tra i giocatori non visionabili, una citazione d’obbligo per Attila Sallustro, primo idolo assoluto di Napoli, gloria degli anni ’30: rimase 11 anni sotto il Vesuvio segnando 106 gol totali.
Portiere: Luciano Castellini
È un arrivo in volata tra lui e Dino Zoff, e alla fine premio il Giaguaro, nonostante Zoff fosse più forte. Ma Castellini ha legato di più il suo nome a Napoli: sette stagioni tra il 1978 e il 1985, 202 presenze, il record di imbattibilità interna nella storia del campionato di serie A (1188 minuti). Nel 2010 fu votato in un sondaggio dai tifosi il miglior portiere nella storia partenopea. Riflessi felini e straordinarie doti acrobatiche (ecco il perché del soprannome il Giaguaro), stile spettacolare ed efficace, in carriera vinse uno scudetto con il Torino nella stagione 1975-76. Il miglior risultato in azzurro fu il 3° posto del campionato 1980-1981.
Terzino destro: Giuseppe Bruscolotti
Terzino o centrale, bandiera assoluta del Napoli, ha disputato in azzurro 16 stagioni per un totale di 387 presenze. Amatissimo dai tifosi, che lo soprannominarono Palo ‘e fierro (palo di ferro) perché gli attaccanti avversari quando lo affrontavano era come sbattessero su un palo di ferro, tale era la forza in marcatura e la solidità difensiva di Bruscolotti. Fu tra i protagonisti del primo storico scudetto, nella stagione 1986-1987. Con il Napoli conquistò anche due Coppa Italia e una Coppa di Lega Italo-Inglese.
Stopper: Ciro Ferrara
Interscambiabile con Bruscolotti, terzino da giovane poi centrale, è stato uno dei più grandi difensori della storia del calcio italiano. Giocatore completo, versatile, carismatico, ha fatto le fortune del Napoli e della Juventus. Cresciuto nel vivaio azzurro, ha debuttato in prima squadra a 17 anni, ritagliandosi subito uno spazio importante, da predestinato, e rimanendo nel club fino al 1994. Ha legato il suo nome in modo indissolubile al ciclo d’oro azzurro tra il 1986 e il 1991, conquistando tutti i trofei più importanti: 2 scudetti, Coppa Italia, Coppa UEFA, Supercoppa italiana. Alla Juve ha arricchito ulteriormente il suo palmares: altri 5 titoli tricolori, Champions, Supercoppa Europa, Intercontinentale. Per lui anche 49 presenze in nazionale.
Libero: Ruud Krol
Dopo aver vinto tutto con l’Ajax e aver sfiorato il titolo mondiale con l’Olanda, fermato due volte a un passo dal traguardo dalla Germania Ovest nel 1974 e dall’Argentina nel 1978, giunse sotto il Vesuvio a 31 anni, nell’estate 1980. Accolto con grande entusiasmo dalla piazza, non tradì le attese e sotto la sua guida la squadra sfiorò subito lo scudetto, chiudendo al 3° posto alle spalle di Juventus e Roma. Nato terzino sinistro, divenne ancora più grande come libero. Superbo nelle chiusure difensive, regale nelle avanzate palla al piede, testa alta e lanci d’esterno si accompagnavano a una pulizia di tocco e a un’eleganza senza pari. Krol rimase al Napoli solo quattro anni, fino al 1984, ma nessun tifoso partenopeo lo ha mai dimenticato. Celebre la frase scritta su un muro di Napoli nel 1981, in occasione del referendum sull’aborto che divise l’Italia: «Tu che voti a favore dell’aborto, pensaci: se la mamma di Krol avesse abortito?».
Terzino sinistro: Giovanni Francini
Cresciuto nel Torino, arrivò al Napoli nell’estate 1987 all’indomani del primo scudetto e divenne subito un valore aggiunto della formazione azzurra. Terzino sinistro solido e affidabile, bravo in entrambe le fasi di gioco, in nazionale sembrava destinato a raccogliere l’eredità di Cabrini ma venne poi scavalcato nelle gerarchie dall’arrembante arrivo sulla scena del giovanissimo e già fenomenale Maldini. Francini si riscattò ampiamente con il club: a Napoli vinse Coppa UEFA, scudetto e Supercoppa Italiana, chiudendo nel 1994 la sua esperienza sul Golfo dopo 184 partite e 10 reti.
Mezzala destra: Alemão
Lo schieriamo da mezzala destra, anche se in realtà Alemão sapeva fare tutto: centrocampista completo e totale, arrivò a Napoli nel 1988 proveniente dall’Atletico Madrid e fu una folgorazione. Straordinario protagonista della Coppa UEFA e del secondo scudetto, rimase al Napoli fino al 1992, quando passò all’Atalanta. Il suo nome era Ricardo Rogério de Brito, ma per tutti era Alemão appunto (tradotto in portoghese: tedesco) per la carnagione chiara e i capelli biondi, caratteristiche decisamente atipiche per un brasiliano. Stantuffo inesauribile, tecnica sudamericana, corsa, quantità e qualità, è stato senza dubbio uno dei più grandi centrocampisti al mondo tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
Centrocampista centrale: Antonio Juliano
Cresciuto in un quartiere di Napoli, legò tutta la sua carriera (e la sua vita) al club partenopeo, con il quale rimase 16 anni, dal 1962 al 1978. Capitano e mente della squadra, ha giocato con campioni quali Sívori, Altafini, Zoff. Solo Hamšík e Bruscolotti hanno racimolato più presenze di lui con la maglia azzurra. Soprannominato O Totonno, era il classico mediano metodista davanti alla difesa, abile a interdire e governare il gioco con maestria e laboriosità. A Napoli arrivò due volte secondo in serie A e conquistò due Coppa Italia, una Coppa delle Alpi e una Coppa italo-inglese. Con l’Italia vinse l’Europeo 1968.
Mezzala sinistra: Marek Hamšík
Con 520 presenze totali (408 in serie A) Hamšík è il giocatore ad aver giocato più partite nella storia del club. Impossibile non inserirlo, con tutto il rispetto per altri straordinari centrocampisti, da Salvatore Bagni all’inesauribile trattore Nando De Napoli. Ambidestro, centrocampista completo capace di ripiegare, organizzare la manovra e inserirsi con prolificità in zona gol, Hamšík è stato uno dei simboli del Napoli del nuovo millennio, arrivato nel 2007 dal Brescia quando aveva 20 anni e rimasto sotto il Vesuvio fino ai 32. Nonostante due successi in Coppa Italia, il suo più grande rimpianto è non essere mai riuscito a portare il Napoli a vincere lo scudetto, arrivando ben quattro volte secondo.
Trequartista: Diego Armando Maradona
E chi, sennò? Il più grande calciatore nella storia del Napoli, e non c’è la minima discussione a riguardo. Magie, sregolatezze e prelibatezze, di lui si è scritto di tutto e di più. Il suo arrivo sotto il Vesuvio, tra due ali di folla, nell’estate 1984 consentì al Napoli di irrobustirsi e rinforzarsi sino a diventare un club di primissima fascia non solo in Italia ma anche in Europa. Sette stagioni condite da 115 gol, 2 scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa e una Coppa UEFA. Al centro di ogni progetto e di ogni scelta, sempre lui: Diego Armando Maradona da Lanus. Definirlo una divinità per la città e la gente di Napoli, un simbolo alla pari di San Gennaro o della pizza, non è un’eresia. Maradona e Napoli sono una cosa sola e lo saranno per sempre.
Centravanti: Antonio Careca
Anche qui pochi dubbi: arrivò dal San Paolo nel 1987 ed entrò subito in sintonia con Maradona, formando una coppia meravigliosa, che con Giordano e Carnevale completava una prima linea con pochissimi eguali sul suolo internazionale. Sei anni a Napoli, 73 gol, prestazioni spesso immarcabili e gol bellissimi: scudetto, Supercoppa e Coppa UEFA a corredo, un’intesa con i tifosi straordinaria e seconda solo a quella del Pibe de Oro. Fu grande anche con il Brasile, vedi lo splendido Mondiale ’86. Per globalità di risorse, senso del gol e del gioco, uno dei massimi centravanti della storia. Una menzione anche per Altafini, Higuain e Cavani.
Attaccante esterno/seconda punta: Dries Mertens
Scelta difficile. In senso assoluto, sicuramente Sívori. Ma l’impatto che ha avuto nella storia del Napoli non è stato sicuramente paragonabile a quello avuto alla Juventus. Ci starebbero anche Giordano, Carnevale, Insigne e un domani – chissà – questo spot sarà forse di Kvaratskhelia. Ma al momento la scelta ricade su colui che è a oggi il miglior marcatore nella storia del club in tutte le competizioni, serie A compresa. Giunto al Napoli dal PSV Eindhoven nel 2013, Mertens è rimasto a Napoli 9 anni durante i quali i tifosi si sono letteralmente innamorati del suo stile, dentro e fuori dal campo. Attaccante tecnico e duttile, prima e seconda punta a seconda delle esigenze, con il Napoli ha ottenuto due Coppe Italia e una Supercoppa, arrivando tre volte secondo in serie A.