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La top 10 dei difensori italiani dell’epoca televisiva

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Stilare classifiche e fare confronti è al tempo stesso l’operazione più ardita, affascinante e difficile del mondo dello sport. Soprattutto se si prendono in esame periodi e contesti diversi. Troppi i parametri da considerare e soprattutto non bisogna mai dimenticare che ogni scelta è soggettiva e il quid in più è dato dal gusto personale. Potete prendere dieci addetti ai lavori e chiedere di mettere in fila, ad esempio, i dieci difensori italiani più bravi dell’epoca televisiva – a spanne dalla seconda metà degli anni ’50/prima metà degli anni ’60 in avanti – e avrete dieci classifiche diverse. Certo, alcuni nomi ricorreranno sempre, inevitabilmente. Ma magari in posizioni diverse. Bisogna poi considerare che la ricerca storica, in tutte le materie, comporta un continuo aggiornamento. E quello che posso pensare oggi non è automatico sia uguale a quello che potrò pensare tra un anno. Anche se chiaramente sarà molto difficile vedere un nome scivolare dal primo al quinto posto o viceversa, scalare senza colpo ferire diverse posizioni.
Bando alle ciance, comunque. Ecco la mia personalissima carrellata dei dieci migliori difensori azzurri dell’epoca televisiva, una top ten che inaugura la nostra All Time, sezione destinata a far discutere e infiammare i dibattiti come forse nessun altra. Perché niente appassiona tifosi e appassionati come le classifiche.

1 Paolo Maldini

Classe ’68, è stato il più forte terzino sinistro del mondo per quasi dieci anni. E ha poi saputo riciclarsi stupendamente nella seconda parte di carriera nel ruolo di centrale difensivo sotto la guida di Ancelotti. Talento naturale, già un fenomeno da minorenne, ha bruciato le tappe imponendosi subito come una colonna insostituibile del Milan. Longevo, completo e vincente come pochissimi giocatori nella storia (5 Champions League in bacheca). Gli è mancato solo l’acuto in nazionale, dove forse ha offerto un rendimento ottimo, ma mai davvero eccezionale sulla falsariga dei migliori anni rossoneri. Un’icona che resiste al tempo e ancora oggi viene celebrato da tutti – non solo dai milanisti – come un’autentica leggenda. Tra l’altro: è il calciatore italiano del dopoguerra che compare più spesso nelle top 11 internazionali, a conferma di un impatto unico a livello mondiale.

2 Gaetano Scirea

Classe ’53, libero e simbolo della Juventus tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Uno dei capisaldi anche dell’Italia di Bearzot con cui ha vinto il titolo mondiale nel 1982. Difensore di classe purissima e dotato di un fair play unico, è morto in un terribile incidente stradale nel 1989, a 35 anni. Regista difensivo, era superbo soprattutto nella lettura del gioco senza palla e nelle salite laterali per dare manforte alle azioni d’attacco. Spesso ingiustamente sottovalutato all’estero.

3 Franco Baresi

Classe ’60, è stato il punto di riferimento difensivo del Milan tra fine anni ’80 e inizio anni ’90. In nazionale ha mancato di poco il titolo iridato, fallendo uno dei rigori nella lotteria finale di Pasadena a Usa ’94. Carattere indomito e carisma da vendere, era già un fenomeno alla fine degli anni ’70 quando 19enne vinse lo “scudetto della stella”. Anzi: come energia, dinamismo e intensità, il Baresi più forte è stato probabilmente quello, durato al top fino ai primi due anni dell’era Sacchi.

4 Fabio Cannavaro
Classe ’73, è stato l’unico difensore a vincere il Pallone d’Oro con Sammer e Beckenbauer. Capitano e leader dell’Italia mondiale nel 2006, disputò un torneo praticamente perfetto. In nazionale Cannavaro ha sempre dato il meglio, già dal Mondiale ’98 che lo vide assoluto protagonista. Come rendimento in azzurro è stato forse il difensore più continuo e che ha toccato i picchi più alti.

5 Giacinto Facchetti
Classe ’42, superbo terzino di spinta della Grande Inter di Herrera, era bravissimo a capovolgere il fronte del gioco e proiettarsi in avanti, dove segnava con straordinaria regolarità e serviva cross in abbondanza. Nel finale di carriera si è riciclato nelle vesti di libero. Oro europeo nel 1968 e argento mondiale nel 1970.

6 Alessandro Nesta
Classe ’76, ha formato con Cannavaro una coppia granitica e al suo apogeo quasi insuperabile. Difensore centrale modernissimo, sia libero sia stopper, elegantissimo ed efficace negli interventi difensivi al tempo stesso. È stato grandissimo nella Lazio e grande nel Milan, un po’ sfortunato in azzurro, quando perse per infortunio la possibilità di vincere da titolare e protagonista il Mondiale 2006.

7 Armando Picchi
Classe ’35, sontuoso libero della Grande Inter. Senso della posizione maiuscola, leader del reparto, bravissimo come spazzino, ma eccezionale anche nella lettura del gioco. Era il perno insostituibile della squadra nerazzurra che a metà degli anni ’60 dettò legge in Italia e in Europa. Clamorosamente e ingiustamente snobbato in azzurro. Morì giovanissimo, a nemmeno 36 anni, per un tumore alla colonna vertebrale.

8 Claudio Gentile
Classe ’53, difensore della Juventus e dell’Italia campione del mondo nel 1982. Molto polivalente e completo, a dispetto di quello che comunemente si crede: non era solo un ottimo francobollatore, ma sapeva giocare benissimo come terzino di spinta sia a destra sia a sinistra. Con Paolo Maldini probabilmente il difensore più completo del nostro calcio in epoca televisiva.

9 Tarcisio Burgnich
Classe ’39, è stato un po’ l’antesignano di Gentile, rispetto al quale mi sembrava ancora più solido in marcatura, ma sicuramente meno eclettico. Era il classico terzino destro di posizione all’italiana, più stopper che fluidificante. Anche lui nel finale di carriera ha giocato da libero.

10 Pietro Viercowood
Classe ’59, stopper rocciosissimo e carriera molto longeva, ha fatto grande la Roma e ancora di più la Sampdoria. Celebri certi duelli rusticani con campioni offensivi come Careca, van Basten, Klinsmann, Voeller, che in quegli anni furoreggiavano nella nostra serie A. Nota di merito anche per Ferrara, Bergomi, Rosato, Cabrini e Chiellini.


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