Immagine di copertina: Friedrich Lowy, conosciuto come Lohner Beda, primo presidente dell’Hakoah
Tre anni prima del Congresso Sionista Internazionale del 1897 e due anni prima che “Lo Stato ebraico”, l’opera di punta di Theodor Herzl venisse pubblicata, un nuovo fenomeno sportivo era apparso sulla scena viennese: il calcio. Il 1894 fu l’anno chiave: a circa 24 ore di distanza erano nate le prime due formazioni della capitale, il First Vienna e il Vienna Cricket and Football Club. Prima di iniziare a darsi battaglia sul campo, lo fecero in tribunale. Entrambe volevano includere la parola First nel nome e alla fine il giudice stabilì che il First Vienna avesse presentato il proprio statuto con qualche ora di anticipo. Si trattava di due squadre che fin dagli albori presentavano una forte matrice inglese ed ebraica: il Vienna Cricket and Football Club – per tutti i Cricketer – era stato fondato da impiegati inglesi in distaccamento a Vienna, ma fin dai primi anni annoverava una nutrita rappresentanza di giocatori e dirigenti ebrei, tra i quali il futuro allenatore della nazionale austriaca Hugo Meisl e una delle primissime stelle del calcio viennese, Ludwig Hussak. Il First Vienna era nato nei giardini del Barone Rotschild, nel quartiere di Döbling. E dall’anno della sua fondazione al 1938 avrà sempre presidenti ebrei eccetto in due casi.
Il calcio rappresentava qualcosa di assolutamente nuovo rispetto alle discipline sportive dell’epoca: era uno sport di squadra, poneva una forte enfasi sul contatto fisico e veniva praticato ovunque, nelle periferie, nei giardini e nei parcheggi abbandonati. E proprio per questo diventò lo sport del proletariato. La sua diffusione aumentò dopo un enorme sciopero di massa organizzato nel 1895 dai dipendenti delle fabbriche: i lavoratori ottennero una rinegoziazione delle proprie condizioni lavorative, beneficiarono di un maggiore tempo libero e poterono dedicarsi alla pratica dello sport. E il calcio, più di qualsiasi altra disciplina, sapeva creare uno spirito di comunità e affiliazione.
Uno dei primi a interessarsene fu Friedrich Lowy, più conosciuto come Lohner Beda. La sua famiglia era emigrata a Vienna dalle province limitrofe dell’impero. Proveniva da Wildenschwert che al tempo si trovava in Boemia ed è oggi conosciuta come Usti nad Orlici. Quando il calcio apparve sulla scena della capitale, Beda aveva solo 11 anni e cominciò a giocare per il Rekord, una formazione locale. Gli piaceva stare in attacco e grazie alla sua fisicità metteva a segno parecchi gol. Spesso si recava a giocare sulle rive del Danubio con il fratello Rudolf e guardava ammirato le partite tra i dipendenti di alcune aziende inglesi. Rudolf raccontò che entrambi erano contenti quando venivano impiegati come raccattapalle: anche quello era un modo di rincorrere un pallone. Negli anni seguenti Beda si laureò e divenne avvocato, cabarettista e librettista. Scrisse Getaufe und Baldgetaufe, ovvero Battezzato e Quasi Battezzato, un’opera satirica sulla falsariga di quella di Nordau che testimoniava la sua adesione al movimento sionista in risposta alle idee di Lueger.
Nei circoli sionisti Beda entrò a contatto con Ignaz Hermann Körner, dentista e imprenditore, amico di Robert Stricker, unico membro del partito sionista presente in Parlamento che a partire dalla morte di Herzl – 3 luglio 1904 – diventò l’esponente di punta di tutto il movimento. Beda e Körner, sapendo che diversi atleti ebrei erano stati esclusi da numerose società, decisero di crearne una. Il 26 settembre 1909 venne così fondato l’Hakoah e Lohner Beda ne divenne il presidente. Da lì a qualche anno la polisportiva arrivò a inglobare 14 discipline più un’orchestra di musica classica, una di mandolino e una sezione di turismo.
L’Hakoah, rispetto a tutte le altre squadre viennesi etichettate come ebraiche, presentava caratteristiche uniche ed esclusive: era aperta a dipendenti e collaboratori di ogni origine e religione, ma ammetteva solamente calciatori ebrei. Esisteva una distinzione tra i club ebraici nati prima e dopo l’apparizione del movimento sionista in Europa: quelli fondati alla fine del XIX secolo, prima del congresso organizzato da Herzl, erano emanazione della borghesia ebraica emancipata del tempo, società senza fini identitari e politici, intente a coinvolgere chiunque nella pratica del calcio. Fu il caso ad esempio del DFC Prag, una formazione figlia della comunità ebraica e germanica che aveva vinto il primo titolo locale e che alla fine del XIX secolo era considerata la formazione più forte dell’Impero austroungarico. A Budapest un caso simile fu quello dell’Mtk.
La tendenza cambiò radicalmente all’inizio del ‘900 quando presero piede società sioniste che coniugavano il fine politico a quello sportivo con l’obiettivo di sfatare il mito dell’inferiorità fisica degli ebrei. Indossavano tutte una maglietta bianco-azzurra, al tempo i colori del movimento sionista, e quasi tutte esibivano la Stella di Davide. Tra il 1909 ed il 1938 l’Hakoah avrebbe alternato diverse divise da gioco, alcune con una prevalenza di bianco ed altre di azzurro, ma sempre con la Stella di Davide in alto a destra e al centro un’H od un’Aleph, la prima lettera dell’alfabeto ebraico. Il corrispettivo dell’Hakoah a Budapest fu il VAC, che non riscuoterà grande successo ma fungerà da vetrina per alcuni futuri nazionali ungheresi tra i quali Laszlo Sternberg, capitano dell’Ungheria al mondiale del 1934, Deszo Grosz, Lajos Fischer ed Imre Taussig, tragicamente deceduto nel 1945 mentre lavorava come schiavo nel campo di Bruck an der Leitha in Austria. Altre formazioni, con il passare degli anni e spinte dall’ambizione di sollevare trofei, avrebbero aperto a giocatori non ebrei: ad esempio il Maccabi Brno, che mise sotto contratto l’attaccante Ferenc Hirzer e il centrocampista Zoltán Opata, stelle della nazionale magiara.
A Vienna oltre all’Hakoah l’altra formazione legata agli ambienti ebraici fu l’Austria Vienna. Le due società esprimevano due visioni del mondo e dello sport contrapposte: da un lato l’Hakoah rappresentava gli ebrei orientali che avevano abbracciato gli ideali herzeliani; dall’altro l’Austria Vienna, l’emblema della borghesia ebraica assimilata, frequentatrice dei circoli bohemien e delle caffetterie del centro città. Un derby nel derby senza esclusione di colpi che durante i primi anni ’20 rappresentò la crème de la crème del calcio austriaco, in un momento nel quale entrambe competevano per il titolo. Una rivalità sportiva riproposta anche a livello di calciomercato, fenomeno che caratterizzò il panorama europeo nei primi anni ‘20.
Tuttavia, al di fuori del rettangolo di gioco, nella Vienna di Karl Lueger – che sarebbe morto nel 1910, un anno dopo la fondazione dell’Hakoah – e in un contesto in cui iniziavano a fiorire le teorie pangermaniste, era necessario fare fronte comune. Kurt Hahn, ad esempio, presidente dell’Austria Vienna tra il 1922 e il 1924 e il 1926 e il 1930, lavorò a stretto contatto con Ignaz Körner nell’agenzia viaggi City, della quale Körner era proprietario. Mentre Hugo Meisl, che aveva mosso i primi passi nel mondo del pallone con il Vienna Cricket and Football Club, l’allora Austria Vienna, dopo la Grande guerra fondò una marca di articoli sportivi denominata Stadion con Arthur Baar, allenatore della squadra di calcio dell’Hakoah.
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