I primi marcatori di ogni edizione dei Mondiali: dal 1962 al 1970

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Immagine di copertina: Pelé in gol contro la Bulgaria

Nel 1962, dopo due edizioni consecutive in Europa, il Mondiale torna in Sudamerica e viene organizzato dal Cile. Sarà un’edizione intensa in cui il Brasile parte nel ruolo di squadra da battere e lo conferma fino in fondo, nonostante un infortunio tolga di mezzo il giocatore più importante e rappresentativo. Pelé infatti uscirà di scena a causa di un infortunio, i verdeoro verranno trascinati al titolo, il secondo di fila, da uno strepitoso Garrincha e da un grande Amarildo che avrebbe avuto il gravoso compito di sostituire O Rei e lo avrebbe fatto nel migliore dei modi. Il primo marcatore di quell’edizione è comunque un attaccante argentino.

1962

Hector Facundo e l’illusione argentina

Mettetevi nei panni dei tifosi argentini nel 1962: prima i titoli mondiali dell’Uruguay e poi l’esplosione del Brasile trascinato da un ragazzino di 17 anni. L’Albiceleste ha giocato una finale oltre trent’anni prima, ma da allora non è più andata vicina alla conquista della Coppa del Mondo pur sfornando in continuazione grandissimi talenti. La questione meriterebbe un discorso a parte, ma restiamo sul nostro focus. L’Argentina del 1962 parte con buoni propositi nel vicino Cile, ma saranno decisamente disattesi. Tuttavia la nazionale guidata dal ct Juan Carlos Lorenzo che ha sicuramente in giocatori come Marzolini, Sanfilippo e Rattin i punti di forza inizia bene il Mondiale battendo 1-0 la Bulgaria e il gol viene realizzato da Hector Facundo dopo 4′.
Nato a Buenos Aires nel 1937, Facundo è un prodotto del settore giovanile del Racing Club de Avellaneda, ma la squadra che maggiormente rappresenta la sua carriera è il San Lorenzo de Almagro. Ala destra di buone doti tecniche, vince il campionato argentino nel 1959 e lo stesso anno partecipa con la nazionale al Campeonato Sudamericano dove gioca tre partite con l’Argentina che si classifica seconda alle spalle dell’Uruguay. Questo è senza dubbio il periodo migliore della sua carriera in cui disputa anche una semifinale di Copa Libertadores nel 1960 con il San Lorenzo che viene sconfitto dal Penarol. Nel 1963 passa all’Huracan dove chiude la carriera nel 1965. In nazionale gioca sette partite e quello contro la Bulgaria realizzato a Rancagua il 30 maggio del 1962 è l’unico gol. Si tratta del secondo calciatore argentino a realizzare il primo gol in una rassegna iridata dopo Ernesto Belis nel 1934. Facundo segna, ma l’Argentina non ingrana e inserita in un girone difficile con Inghilterra e Ungheria esce di scena al primo turno, perdendo con gli inglesi e pareggiando a reti bianche con l’Ungheria. Fatale una differenza reti peggiore rispetto alla formazione magiara.

1966

Pelé, l’ultimo e il primo

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Ricordate che nella precedente ‘puntata’ di questa rubrica avevo evidenziato di tenere in considerazione il gol di Pelé segnato alla Svezia nella finale del 1958, l’ultimo che aveva chiuso il punteggio sul 5-2? Il dato è importante se facciamo un salto temporale di otto anni e andiamo in Inghilterra in occasione dell’edizione della Coppa Jules Rimet del 1966. In quel di Liverpool si affrontano il Brasile bi-campione del mondo e la Bulgaria e al minuto 15 Pelé spezza l’equilibrio portando in vantaggio i verdeoro. Tra i tanti record e le curiosità statistiche legate a O Rei, pertanto, c’è anche questa: si tratta del primo giocatore ad aver segnato l’ultimo gol e anche il primo di due diverse edizioni dei Mondiali. Purtroppo questa rete non porterà fortuna al fuoriclasse brasiliano e alla sua nazionale. Il Brasile vincerà 2-0 il match d’esordio (leggi qui) ma, come accaduto quattro anni prima in Cile, sarà un torneo sotto una cattiva stella per O Rei. Sempre nel match contro i bulgari, infatti, toccato durissimo da Zechev sarà costretto a lasciare il campo ed è un infortunio che gli impedirà di prendere parte alla successiva gara che il Brasile perderà 1-3 con l’Ungheria (leggi qui) interrompendo una lunga striscia di imbattibilità nella fase finale di Coppa del Mondo. Pelé andrà poi stoicamente in campo contro il Portogallo con un ginocchio malandato nell’ultima e decisiva partita del girone (leggi qui), lusitani che vinceranno 3-1 e per la Seleção il Mondiale terminerà già nella fase a gironi, prima e unica volta nel dopoguerra.
Da evidenziare inoltre un altro dato perché nel 1966 prende piede l’abitudine di far giocare un match inaugurale del Mondiale (in realtà c’era già stato un precedente nel 1950) che vede in campo la nazionale di casa. Inghilterra e Uruguay scenderanno in campo a Wembley l’11 luglio del 1966 e la gara terminerà 0-0 (leggi qui), il primo di una lunga serie.

1970

Dinko Dermendzhiev, il primo è bulgaro

La tradizione della partita inaugurale piace e prosegue fino ai giorni nostri, all’epoca ad aprire il Mondiale toccava alla nazionale del paese organizzatore così come oggi mentre c’è stata una parentesi in cui questo onore toccava alla nazionale campione del mondo in carica. Al Mondiale messicano del 1970 tocca dunque alla squadra di casa e il Messico affronta l’Urss nell’immenso stadio Azteca il 31 maggio del 1970. Come già accaduto quattro anni prima nel confronto tra inglesi e uruguaiani, anche in questo caso le due formazioni impattano a reti inviolate. Ma di reti se ne vedranno certamente parecchie al Nou Camp di Leon il 2 giugno, la sfida tra Perù e Bulgaria apre il gruppo 4 dove sono comprese anche Germania Ovest e Marocco e il primo marcatore dei Mondiali del 1970 è bulgaro: si tratta del centrocampista Dinko Dermendzhiev che rompe l’equilibrio al 13′. Sarà una gara, come detto, ricca di marcature che verrà vinta 3-2 dai peruviani. La Bulgaria ha una buona squadra, è un momento abbastanza florido per il calcio nel Paese e tra le file della nazionale ci sono diversi talenti. Su tutti Georgi Asparuhov che, purtroppo, perirà tragicamente in un incidente stradale poco più di un anno dopo.
Una buona squadra che spera di giocarsi le sue chance di passare il turno alle spalle della Germania Ovest considerata l’osso duro del girone. Ma la sconfitta citata e quella per 2-5 al cospetto dei tedeschi (leggi qui) ne segneranno l’eliminazione, senza la soddisfazione di vincere nemmeno con l’esordiente Marocco con cui il match termina in parità. Dermendzhiev è comunque uno dei migliori centrocampisti di questa generazione del calcio bulgaro, giocatore parecchio offensivo come testimonia il suo bottino di 19 gol in 58 partite con la maglia della nazionale che avrebbe indossato fino al 1977. In patria è stato un’autentica bandiera del Trakia Plovdiv con cui milita per quasi vent’anni vincendo un campionato e una coppa di Bulgaria.

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