di Francesco Buffoli e Tommaso Ciuti
Immagine di copertina: esultano Lautaro e Pavard, gli autori dei due gol interisti
L’Inter, nonostante qualche inevitabile momento di sofferenza (il Bayern Monaco resta pur sempre una squadra di primo piano), accede con merito e per la decima volta alle semifinali di Coppa dei Campioni/Champions, consolidando la nomea di Simone Inzaghi quale erede più credibile di Carlo Ancelotti, anche per la capacità di piegare l’Europa ai propri desideri, specie nei confronti con le grandi.
Nel primo tempo i bavaresi sono leggermente superiori sul piano della manovra, ma l’Inter se la gioca nel complesso alla pari e concede solo alcune situazioni potenzialmente ma mai realmente pericolose. Il gol di un Kane piuttosto anonimo, a inizio ripresa, rischia di far saltare il banco, e invece soffia sul fuoco dell’Inter, che reagisce da grande squadra e con due giocate pesanti tonnellate, entrambe confezionate su calcio piazzato, ribalta la partita e la storia, mettendo un’ipoteca sul passaggio del turno.
L’arrembaggio finale dei bavaresi, intenso ma mai davvero sospinto dal sacro fuoco, frutta un pareggio abbastanza fortunoso e diverse situazioni pericolose, specie nei minuti di recupero, ma non vede quasi mai l’Inter in affanno.
I nerazzurri sono maestri nella lettura della partita e forse la miglior squadra bifasica del mondo, perché sono in grado di schiacciarti in area così come di parcheggiare un intero autobus davanti alla porta, lasciando agli avversari solo la sensazione di poter far loro male.
In semifinale li attende una squadra che adotta una filosofia molto diversa, spregiudicata, che punta tutto sull’esuberanza dei suoi giovani rampanti e sul talento fuori controllo di Yamal, e che però, proprio per un’attitudine al rischio che in Italia provocherebbe infarti a ripetizione, rischia di pagare dazio contro una squadra più matura e che fa della capacità di ripartire negli spazi uno dei propri punti di forza. Chi scrive sente già il profumo di revival del 2010, e attende con impazienza il doppio confronto.
Per il Bayern, ennesima stagione da “quasi grande”, ma Kompany avrà modo di cercare il riscatto nelle prossime stagioni.
Il tabellino
INTER-BAYERN MONACO 2-2
MARCATORI: st 7′ Kane (B), 13′ Lautaro (I), 17′ Pavard (I), 31′ Dier.
INTER (3-5-2) – Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni (87′ Bisseck); Darmian, Barella (st 43′ Frattesi), Çalhanoğlu, Mkhitaryan, Dimarco (st 28′ Carlos Augusto); Thuram, Lautaro Martinez (st 36′ Taremi). All.: Inzaghi.
BAYERN MONACO (4-2-3-1) – Urbig; Laimer (st 38′ Pavlovic), Dier, Kim (st 20′ Guerreiro), Stanisic; Kimmich, Goretzka (st 38′ Coman); Olise, Muller, Sané (st 20′ Gnabry); Kane. All.: Kompany.
Le pagelle
INTER
IL MIGLIORE Lautaro Martinez 7,5
La partita di ieri conferma l’attitudine da leader del capitano, la sua superiore qualità e anche la capacità di inventare la zampata decisiva quando più conta farlo. Serata da campionissimo, e non è la prima.
Pavard 7: solido e inappuntabile in fase difensiva, decide di fatto la sfida con un colpo di testa da stopper vecchia maniera sugli sviluppi di un corner.
Barella 6,5: meno dirompente e tuttocampista rispetto a Monaco, rimane l’essenziale uomo di trama e ordito e un infaticabile recupera palloni.
Thuram 6,5: si chiama Thuram ma si legge, Weah, e intendo George. Non è ancora e forse non sarà mai un giocatore del calibro del liberiano, ma è colui che più lo ricorda per la falcata e la capacità di giocare letteralmente ovunque.
Bastoni 6,5: leader maximo della difesa, sbaglia poco/nulla e quando ha il pallone tra i piedi sa sempre cosa farne.
BAYERN MONACO
IL MIGLIORE Michael Olise 6,5
In una squadra che fa il proprio dovere ma sembra incapace di lampi di genio o di soffocare davvero l’Inter nella propria area di rigore, il giovane talento è forse il più brillante e imprevedibile, e crea diversi grattacapi alla difesa interista.
Kimmich 6,5: giocatore essenziale, di intelligenza superiore, che sbaglia pochissimo e recupera diversi palloni importanti, anche se non illumina mai.
Kane 6: il gol è un colpo da centravanti vero che lo salva da quella che sarebbe stata un’insufficienza piena, perché il buon Harry per il resto è impreciso e poco efficace in area di rigore.
Thomas Müller 5,5: il veterano è poco mobile e brillante sul piano fisico, e si divora il gol che avrebbe cambiato tutto, sullo 0-1. Qualche buona giocata sullo stretto non è sufficiente per salvarlo.
Sané 5: talento mai espresso in pieno, e nel suo caso i numeri non mentono (mai in doppia cifra in Bundesliga, giocando nel Bayern). Le qualità ci sono, ma l’impressione di chi scrive è che sia più un valido dodicesimo che un giocatore su cui può puntare una squadra come il Bayern.