Immagine di copertina: Bukayo Saka, decisivo a Madrid
Un’italiana, una spagnola, un’inglese e una francese. Ecco le quattro regine al gran ballo finale della Champions League: esce la Germania, che lo scorso anno aveva piazzato in semifinale ben due rappresentanti e che quest’anno vede sgretolarsi sullo scoglio dei quarti sia il Bayern Monaco (che gioca ad armi pari con l’Inter) sia il Borussia Dortmund (che ci prova al ritorno contro il Barcellona, ma senza mai dare la sensazione di poter effettivamente riaprire il discorso qualificazione).
La conferma
Molti, io per primo, nutrivano dubbi sulla tenuta mentale dell’Arsenal nel catino rovente del Bernabeu: invece i Gunners hanno giocato da grandissima squadra, al cospetto di un Real Madrid decisamente non brillante sul piano fisico, imponendo a tratti il gioco e dimostrando di non soffrire mai, se non in qualche raro minuto, la pressione merengue. L’Arsenal esce rinvigorito dal doppio scontro con quella che doveva essere la favorita numero uno e si presenta dunque in semifinale di Champions dove mancava dal 2008. Il centrocampo è il reparto migliore, con Rice e Odegaard che sono elementi di alto profilo internazionale, ma ci sono giocatori di valore anche in altri settori, dal colosso Saliba in difesa (anche se l’errore sul gol di Vinicius è grave) al sempre temibile Saka in avanti.
La sorpresa
Non si può parlare di sorpresa per una squadra eliminata, ma l’Aston Villa ha fatto vedere di non essere arrivata casualmente nelle prime otto. Nelle ultime due stagioni lo straordinario lavoro di Unay Emery ha consentito ai Villans di crescere, entrare tra le prime 4 nella durissima Premier League e poi quest’anno disputare una prima fase eccellente, con alcuni scalpi illustri (vedi l’1-0 al Bayern Monaco). Dopo aver dominato il Bruges agli ottavi, l’Aston Villa ha tenuto egregiamente testa al più forte PSG: è uscita a testa alta a Parigi, subendo il gol dell’1-3 solo nel recupero, e al ritorno ha clamorosamente rimontato lo 0-2 iniziale imponendosi 3-2 e andando vicina a sfiorare uno storico ribaltone: solo le parate del nostro Gigio Donnarumma hanno consentito al PSG di volare in semifinale evitando il prolungamento della contesa ai tempi supplementari.

La delusione
Il Real Madrid pareva lanciato dopo aver estromesso l’Atletico Madrid negli ottavi, invece si è totalmente impantanato di fronte alla freschezza dell’Arsenal. Dopo lo 0-3 dell’Emirates, la squadra di Carlo Ancelotti ha perso con merito anche al ritorno, trafitta dalle reti di Saka e Martinelli in pieno recupero. Il tecnico italiano è probabilmente giunto alla fine del suo secondo straordinario ciclo madridista, che gli ha fruttato altre due Champions League in aggiunta a quella conquistata nel 2014. Vinicius pare il parente povero di quello devastante ammirato sino alla scorsa stagione in maglia Real, Bellingham sembra in costante involuzione, la difesa concede sempre troppo… Anche se in assoluto il problema principale rimane la mancanza di un regista che dia ordine alla manovra.
L’italiana
Ancora un bel voto (7) per l’Inter, che tiene conto non solo della partita di ritorno, ma soprattutto della qualificazione alla semifinale, traguardo che mancava da due stagioni e che ribadisce come i nerazzurri siano da tre stagioni una delle migliori formazioni d’Europa. Contro il Bayern Monaco non è stata facile, anzi: anche al ritorno l’Inter ha sofferto molto, lasciando per larghi tratti l’iniziativa e il palleggio ai bavaresi, ma dimostrandosi cinica e spietata quando serviva, in quei dieci minuti di fuoco a metà della ripresa, che hanno consentito di ribaltare il gol di Kane con l’uno-due di Lautaro e Pavard, salvo poi subire il 2-2 di Dier. Nel finale la squadra di Inzaghi si è arroccata dietro e ha saputo soffrire, resistendo agli ultimi assalti dei tedeschi.

Il protagonista
Tre gol al Barcellona potrà raccontarli ai nipoti: Serhou Guirassy si è portato a casa il pallone della partita nella vittoria platonica del suo Borussia Dortmund contro i blaugrana per 3-1. Le tre reti hanno permesso inoltre al franco-guineano di issarsi da solo in vetta alla classifica dei marcatori di Champions con 13 centri. Dopo Lewandowski e Haaland, il Borussia ha trovato una nuova gemma da esportare nell’elite del calcio europeo? Difficile dirlo, anche perché il polacco e il norvegese erano giovani talenti quando sono transitati in giallonero, mentre Guirassy ha 29 anni.
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