A cura di ELISA LACOMBE
Immagine di copertina: la Steaua Bucarest campione d’Europa nel 1986
L’unico club dell’Europa dell’Est ad aver vinto la Coppa dei Campioni (per il resoconto leggi qui). So che alcuni mi contesteranno l’affermazione che, ovviamente, è relativa allo Steaua Bucarest, ma di fatto la Jugoslavia rappresentata nell’albo d’oro del trofeo dalla Stella Rossa di Belgrado non era, geograficamente e politicamente, un Paese che stava oltre la ‘cortina di ferro’. Per cui alla squadra più titolata di Romania spetta questo onore come unica esponente.
Quando un tifoso italiano di buona memoria pensa allo Steaua viene in mente, appunto, la squadra che contro ogni pronostico vinse ai calci di rigore la finale di Siviglia del 1986 contro il Barcellona o quella che, tre anni dopo e sempre in Spagna, a Barcellona, venne battuta nettamente dal Milan. Ma la storia del club affonda le sue radici quasi quarant’anni prima. Fondata nel 1947 come ASA (Asociatia Sportiva a Armatei) e ribattezzata successivamente CCA (Casa Centrala a Armatei), assume il nome di Steaua soltanto nel 1961. ‘La Stella’ (Stea-ua) di Bucarest il cui testimone oggi viene idealmente assegnato al FCSB (una sentenza del 2017 ha accolto il ricorso del Ministero della difesa rumeno che ha impedito alla società di utilizzare lo storico nome) con la benedizione della federcalcio rumena e dell’Uefa, è il club più titolato del paese con 27 titoli nazionali e 23 coppe di Romania in bacheca.
Fare una top 11 all time dello Steaua Bucarest include necessariamente qualche giocatore che ha iniziato la carriera prima dell’era televisiva, ma considerato che stiamo parlando di un paese dell’est dove, alla fine, reperire una grande quantità di materiale video degli anni del regime non è così semplice, il termine ‘era televisiva’ tipicamente occidentale è relativo. Ci proviamo comunque.
Portiere: Ion Voinescu
Scelta a dir poco obbligata e obbligatoria, tra i pali di un Best XI all time della Steaua Bucarest non può esserci che ‘Top’ (non va inteso come il termine inglese ma come una parola onomatopeica tipicamente rumena che sta ad indicare un salto, un tuffo o uno scatto improvviso). Nella seconda metà degli anni ’40 Ion Voinescu milita in diverse squadre, difende la porta del Metalul Bucarest quando lo nota lo Steaua che all’epoca si chiamava Casa Centrala a Armatei, si trasferisce pertanto nel 1950 nella squadra dell’esercito e vi rimane fino al 1963 vincendo 6 campionati e 5 coppe di Romania. Ha inoltre difeso per 22 volte la porta della nazionale, le presenze sono relativamente poche rispetto ad altri portieri ma era un’epoca in cui si giocavano molte meno partite, soprattutto per la rappresentativa di un paese dove gli alti costi delle gare internazionali potevano rappresentare un problema. Partecipa alle Olimpiadi del 1952 a Helsinki dove la Romania esce presto di scena al cospetto della Grande Ungheria, ma sono proprio i suoi straordinari interventi a limitare i danni e consentire un’onorevole sconfitta (1-2). Nel 1956 la CCA Bucarest viene invitata per una tournée in Inghilterra dove fa letteralmente un figurone e l’Arsenal gli fa recapitare un’offerta. Voinescu è costretto a rifiutare, il regime non consentiva ai calciatori di trasferirsi all’estero, specie in un paese ‘capitalista’.
Altri candidati al ruolo di portiere titolare sono ovviamente Helmuth Duckadam, l’eroe di Siviglia recentemente scomparso a cui si deve principalmente la conquista della Coppa dei Campioni nel 1986, e Silviu Lung che è stato per anni titolare della nazionale, anche se allo Steaua ha disputato soltanto due stagioni prima di trasferirsi in Spagna nel 1990. Ma Voinescu per ‘fanilor stelei’ che hanno memoria storica è la stessa cosa di Lev Yashin per i tifosi della Dinamo Mosca: un monumento.
Laterale destro: Stefan Iovan
Il capitano di Siviglia, l’uomo che ha sollevato la Coppa dei Campioni Stefan Iovan. La fascia destra in difesa gli appartiene più di ogni altro: è stata sua per oltre un decennio fino al 1990, oltre 300 partite e l’adorabile vizietto del gol, sono 18 relativamente alle gare di campionato. Interprete del ruolo già moderno all’epoca, assicurava anche una buona spinta sulla sua corsia di competenza. Con la maglia dello Steaua ha vinto 6 campionati e 4 coppe di Romania e a livello internazionale, oltre la Coppa dei Campioni, ha vinto da capitano anche la Supercoppa Europea. Per lui inoltre 35 ‘gettoni’ con la nazionale (e 3 gol).
Giocatore talmente iconico da preferirlo a un altro grandissimo interprete del ruolo come Dan Petrescu che, volendo, potrebbe anche essere impiegato nel ruolo di centrocampista esterno anche se alla fine abbiamo fatto scelte diverse. Altri due storici terzini destri dello Steaua sono sicuramente Lajos Satmareanu e Vasile Zavoda.
Difensore centrale: Alexandru Apolzan
Numerosi storici del calcio sono concordi nell’identificare Alexandru Apolzan come il primo, vero libero della storia. Per lui vale lo stesso discorso fatto con Voinescu: si tratta di un giocatore-simbolo degli anni d’oro della CCA Bucarest. Non abbiamo molti contributi filmati, ma ci fidiamo di un maestro come Gusztav Sebes, tecnico della Grande Ungheria. All’epoca infatti definì Voinescu, Apolzan e Titus Ozon, attaccante della Dinamo Bucarest, allo stesso livello dei suoi incredibili calciatori: «Sarei onorato di poterli allenare». Apolzan milita nel club dell’esercito dal 1949 al 1962, vince 6 campionati e 5 coppe di Romania.
Difensore centrale: Miodrag Belodedici
I trionfi continentali di Steaua e Stella Rossa hanno un uomo in comune: Miodrag Belodedici. Sfruttando le sue origini serbe riuscì infatti a lasciare la Romania nel 1988, ma vi farà comunque ritorno dieci anni dopo per chiudere la carriera nella squadra che lo aveva lanciato. Libero ordinato, dotato di grande intelligenza tattica, piedi buoni e visione di gioco oltre a una grande abilità nel gioco aereo. Allo Steaua è un perno indiscusso, non si può dire lo stesso della nazionale dove paga a lungo l’ostracismo della famiglia Ceausescu (in particolare di Nicu, figlio minore del dittatore) che non ha particolare ‘affetto’ per le sue origini slave. Giocherà comunque con maggiore continuità dopo la caduta del regime e disputerà i Mondiali del 1994 e gli Europei del 1996 e del 2000. Allo Steaua dal 1982 al 1988 e, successivamente, dal 1998 al 2001, vince 6 campionati e 4 coppe di Romania, la Coppa dei Campioni e la Supercoppa Europea.
In ogni caso due ‘mostri sacri’ come Apolzan e Belodedici ci costringono a rinunciare a malincuore ad altri due grandi difensori centrali dello Steaua come Daniel Prodan e, soprattutto, Stefan Sames. Non abbiamo preso in considerazione Gheorghe Popescu che giocò soltanto mezza stagione con i colori Ros-Albastrii in prestito dall’Universitatea Craiova nel 1988.a
Laterale sinistro: Ilie Barbulescu
Ci sia consentita una scelta di cuore, normale essere legati a questo calciatore che, pur avendo giocato soltanto tre stagioni con lo Steaua è stato comunque protagonista dell’epoca d’oro dei trionfi continentali oltre ad aver vinto 3 campionati e 2 coppe di Romania. Un rendimento straordinario che lo mette davanti a un grandissimo terzino come Nicolae Ungureanu che, probabilmente, nel suo ruolo è stato il migliore di sempre del calcio rumeno. Ungureanu milita con lo Steaua dal 1987 al 1992, ma il suo nome resta eternamente legato all’Universitatea Craiova di cui è stato un pilastro e, lo sappiamo bene, nel calcio le rivalità sono una cosa seria.
Centrocampista destro: Tudorel Stoica
Versatilità e adattabilità a più ruoli sono le caratteristiche principali dei centrocampisti che abbiamo scelto per questa Top 11 e Tudorel Stoica è stato sicuramente un calciatore eclettico. Centrale di ruolo, sovente schierato a destra una sorta di rombo che prevedeva l’utilizzo di un mediano e un trequartista. Intelligenza calcistica da vendere e spirito di sacrificio e, soprattutto, attaccamento alla maglia. Stoica è il primatista di presenze con i colori Ros-Albastrii con 369 partite al suo attivo, dal 1975 al 1989 e dal 1990 al 1991. In mezzo una fugace apparizione nel campionato francese con la maglia del Lens. Ricchissimo il suo palmares: 7 campionati e 5 coppe di Romania, una Coppa dei Campioni e una Supercoppa, era il capitano nella finale di Barcellona del 1989 persa con il Milan.
Mediano: Ion Dumitru
Su Ion Dumitru sono state dette tante cose, ma in tanti sono concordi nel considerarlo in assoluto il centrocampista più completo nella storia del calcio rumeno. Classico calciatore box-to-box dotato di corsa, ma anche visione di gioco e ottime qualità tecniche. Abile in marcatura ma capace di dettare l’ultimo passaggio, giocatore universale. Arriva allo Steaua nel 1972, vi rimane otto stagioni in cui vince due campionati e due coppe di Romania e viene inoltre premiato per due volte come giocatore rumeno dell’anno. Dumitru faceva parte della Romania che disputò i Mondiali in Messico nel 1970 e al di là di una nazionale inserita in girone proibitivo risulta certamente tra i più positivi.
Centrocampista sinistro: Laszlo Boloni
Un altro giocatore che farebbe la gioia di qualunque allenatore: centrocampista centrale capace di improvvisarsi anche mediano davanti alla difesa o ala sinistra, dotato di un tiro potente e preciso (ne sa qualcosa Dino Zoff nella celebre gara di Bucarest tra Romania e Italia decisiva per le qualificazioni agli Europei del 1984). Laszlo Boloni arriva allo Steaua nel 1984 e vi resta tre stagioni in cui vince 3 campionati, due coppe di Romania, la Coppa dei Campioni e la Supercoppa.
Trequartista: Gheorghe Hagi
La maglia numero 10 non può essere che sua, Gheorghe Hagi è il giocatore rumeno più famoso e certamente tra i migliori di sempre espressi dalle scuole calcistiche dell’Europa dell’est. Quando era in giornata, come nella celebre partita contro l’Argentina ai Mondiali del 1994, era praticamente immarcabile. Sinistro magico, estro, inventiva: venne accostato a Maradona (al di là delle qualità tecniche anche per il suo carattere deciso e le indubbie doti di leadership dentro e fuori dal campo) anche se il suo idolo di gioventù era Johan Cruyff e i suoi modelli in patria Nicolae Dobrin, Ion Dumitru e Marcel Raducanu. Esploso nelle file dello Sportul Studentesc, Hagi arriva allo Steaua a furor di popolo (e a furor di regime, perché si racconta che Valentin Ceausescu avrebbe fatto di tutto pur di vederlo con la sua squadra) nel 1986, praticamente all’indomani del trionfo di Siviglia. Gioca a Bucarest fino al 1990, quattro stagioni in cui vince 3 campionati, 3 coppe di Romania e la Supercoppa Europea.
Se proprio vogliamo essere pignoli, l’unico calciatore che potrebbe ‘insidiarlo’ e contendergli la 10 è Marcel Raducanu, campione che ha scritto la storia soprattutto nel campionato tedesco che sarebbe una valida alternativa, ma Hagi è un gradino sopra.
Centravanti: Gheorghe Constantin
Una premessa in merito agli attaccanti scelti, sono entrambi in grado di giocare come prima o seconda punta alla luce delle caratteristiche. La maglia numero 9 però è di Profesorul, il professore Gheorghe Constantin che è probabilmente il miglior attaccante nella storia del calcio rumeno. La sua tecnica sopraffina gli permetteva anche di giocare esterno o trequartista, grandi doti realizzative ma anche capacità di dettare l’ultimo passaggio. Arriva allo Steaua, all’epoca ancora CCA Bucarest, nel 1954 e vi rimane fino al 1969: 264 gare di campionato e 148 reti, tre volte capocannoniere del campionato rumeno, vince 4 volte il titolo nazionale e altrettante la Coppa di Romania. Numeri di un calciatore straordinario.
Seconda punta: Anghel Iordanescu
Anche lui capace di interpretare a meglio tutti i ruoli del reparto avanzato e improvvisarsi anche esterno di centrocampo, ma soprattutto giocatore di eccezionale prolificità. Detiene ancora oggi il record assoluto di marcature nella storia dello Steaua, 155 in 317 partite. In carriera vince 3 campionati e 5 coppe di Romania ed è stato tra i pochi calciatori nell’epoca del regime ad avere accordato il permesso di giocare all’estero: disputa infatti due stagioni nel campionato greco nelle file dell’OFI Creta. Torna allo Steaua nel 1985 nel ruolo decisamente inedito di calciatore ma nello stesso tempo vice di Emerich Jenei in panchina. Il tecnico lo farà entrare in campo nella finale di Siviglia quando mancano poco meno di 15′ alla fine del tempo regolamentare. Di fatto vince sul campo il trofeo più importante. Le principali alternative che abbiamo pensato ai due attaccanti scelti sono sicuramente Marius Lacatus e Victor Piturca, ma anche Ion Alecsandrescu e Ilie Dumitrescu.
Allenatore: Emerich Jenei
Optiamo, in via eccezionale, anche per l’allenatore, e non possiamo che votare Emerich Jenei. Sono diverse le parentesi che lo hanno visto alla guida dello Steaua, la più importante è la seconda che lo vede condurre la squadra sul tetto d’Europa. Il trionfo di Siviglia lo porterà anche ad allenare la nazionale che con lui si qualificherà alla fase finale di Coppa del Mondo dopo vent’anni d’assenza nel 1990. Insieme a Mircea Lucescu è sicuramente il tecnico più importante nella storia del calcio rumeno, legato a doppio filo con lo Steaua da lui allenato l’ultima volta nel 2000 e di cui è stato anche difensore dal 1957 al 1969.
Menzioni speciali
Abbiamo avuto pochi dubbi nel comporre questa Top 11 e abbiamo già elencato altri giocatori che avevamo pensato in qualche modo di inserire. Meritano comunque di essere ricordati il portiere Vasile Iordache i difensori Teodor Anghelini, Adrian Bumbescu, Iosif Vigu, Florentin Dumitru e Mirel Radoi; i centrocampisti Gabi Balint, Constantin Galca, Iosif Rotariu, Basarab Panduru e gli attaccanti Florea Voinea, Gheorghe Tataru, Adrian Ilie, Nicolae Tataru e Viorel Nastase. Su quest’ultimo che nei primi anni ’80 ebbe un’esperienza quasi impalpabile nella Serie A italiana con il Catanzaro, ci sarebbe da dire molto. Definito uno dei talenti più puri nella storia del club, pagò in realtà i tanti eccessi e comportamenti bizzosi e ribelli, poco idonei a un atleta. Una sorta di Magico Gonzalez in salsa rumena, paradossalmente più indisciplinato.
Uno speciale ringraziamento a Mircea, mio padre e mio personalissimo esperto, storico e grande tifoso dello Steaua. Il suo supporto è stato assolutamente fondamentale per la realizzazione di questo articolo.