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God Save The King – la top 11 del dopoguerra dei Glasgow Rangers

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Abbiamo dedicato un articolo al Celtic, al suo fascino non solo scozzese ma anche cattolico e irlandese, alla sua gloriosa epopea europea, ed è allora giunto il momento di omaggiare e ricordare anche la seconda metà del cielo dell’Old Firm, che come noto non è solo una partita ma una contrapposizione tra due mondi, una contrapposizione le cui radici affondano in secoli di storia, nel sangue versato, in battaglie interminabili – chi ha visitato il Castello di Edimburgo sarà rimasto affascinato e forse anche sconvolto dal numero di esecuzioni, intrighi etc.. cui la meravigliosa roccaforte ha fatto da teatro.

I Rangers di Glasgow non hanno mai portato nel centro industriale della Scozia una Coppa dei Campioni, ma hanno saputo farsi perdonare con una pletora di titoli nazionali, una Coppa delle Coppe e numerose semifinali e finali europee: la storia dei realisti di Scozia, che celebrano la corona, le proprie radici protestanti, il legame con il Regno Unito, è una storia ricca di momenti di gloria e di campioni, e abbiamo provato ad allestire una formazione con i loro nomi.

Portiere: Andy Goram

Votato alcuni anni fa come miglior estremo difensore della storia del club, Andy Goram – soprannominato The Goalie – è prematuramente scomparso nell’estate del 2022, lasciando attoniti i suoi tifosi. Relativamente piccolo per il ruolo, Goram si è affermato come uno dei migliori portieri del Regno Unito a inizio anni ’90, ricevendo anche il premio di calciatore dell’anno della Scottish League, e con la maglia dei Rangers ha collezionato titoli nazionali, diventando un punto fermo della nazionale per oltre un decennio. La sua prestazione contro il Leeds United, nel corso della battaglia d’Inghilterra combattuta durante la prima edizione della Champions, è ancora oggi circondata da un’aura mitologica: Cantona e soci non riescono a superare il piccolo Andy, imbattibile soprattutto nelle uscite basse e nelle parate di puro istinto, e i Rangers approdano ai quarti della competizione.

La squadra che nel 1972 ha vinto la Coppa delle Coppe aveva in Peter McCloy uno dei suoi punti di forza: bambino prodigio negli anni ’60, dopo la lunga gavetta con il Motherwell Peter si trasferisce a Glasgow e diventa il titolare di una delle squadre migliori del panorama europeo, mettendo in saccoccia 545 presenze con la maglia blue.

Laterale destro: Sandy Jardine

Colonna dei Rangers degli anni ’60 e ’70, quelli che vincono anche in Europa, il solido e duttile Jardine è stato uno dei giocatori più amati dai tifosi dei Rangers, anche perché ha vestito la maglia blu dal 1966 al 1982, facendo incetta di trofei di squadra e venendo premiato come giocatore dell’anno del calcio scozzese nel 1975 – si prenderà un altro premio nel 1986, con la maglia degli Hearts. Ammirato per la forza fisica, la caparbietà e la capacità di disimpegnarsi come laterale destro, centrale e all’occorrenza mediano, a mio parere è un titolare inamovibile della squadra.

Più difficile essere precisi sullo stile di gioco della riserva di Jardine, ovvero Eric Caldow, perché la sua carriera si dipana tra anni ’50 e ’60. Duttile e a sua volta in grado di coprire varie posizioni, Caldow figura ancora oggi tra le leggende di Ibrox Park per la sua lunga e gloriosa militanza con i Rangers, con i quali ha conquistato diversi titoli nazionali e ha raggiunto la finale di Coppa delle Coppe del 1961, perdendola contro la Fiorentina.

Difensore centrale: Terry Butcher

Il gigante di Singapore, autentico vagabondo delle Isole Britanniche, ha giocato ad Ibrox Park per quattro stagioni, che sono tuttavia sufficienti a regalargli un posto in formazione. Fortissimo fisicamente, combattivo e ruvido come quasi tutti i centrali inglesi degli anni ’80 e ’90 (leggendaria, in Inghilterra, la sua partita giocata con il capo fasciato e sanguinante nel 1989), e in Scozia ha vinto 3 titoli nazionali e 3 coppe, confermandosi nel frattempo titolare della nazionale inglese – la cui maglia ha vestito per ben 77 volte. Richard Cough meriterebbe il ruolo di titolare quanto Terry: colonna dei Rangers e della nazionale scozzese per un decennio, tra anni ’80 e ’90, ha guidato la difesa dei blu verso la conquista di numerosi trofei nazionali, e si è confermato un grande difensore anche nel corso delle sue felici avventure inglesi (Tottenham ed Everton).

Difensore centrale: John Greig

Con 755 presenze in maglia Rangers detiene un record pressoché imbattibile: John Greig tuttavia non è stato solo un giocatore eterno, ma anche un difensore elegante, straordinariamente prolifico (non mancano stagioni in doppia cifra) e vincente, sia sul piano collettivo (5 campionati scozzesi strappati al miglior Celtic di sempre, una Coppa delle Coppe) che su quello individuale (due volte giocatore scozzese dell’anno). Anche la nazionale si è appoggiata a lungo sulle sue solide spalle e Greig, la cui avventura in maglia blu gli ha imposto anche compiti dolorosi – affrontare e superare da capitano l’Ibrox Park disaster del 1971, quello che ha provocato 66 morti e oltre 200 feriti durante un sanguinario Old Firm. A fine millennio, i tifosi hanno votato John Greig quale Ranger del secolo.

Mediano/centrale modernissimo ed estremamente duttile, tanto da sapersi adattare anche al ruolo di punta, Derek Johnstone è una leggenda del calcio scozzese e un nome imprescindibile di questa formazione: vanta 350 presenze e l’incredibile cifra di 131 reti in maglia blu, la solita pletora di trionfi nazionali, la Coppa delle Coppe del 1972 e la corona di giocatore scozzese dell’anno, ottenuta nel 1977/1978.

Laterale sinistro: Eric Caldow

Eric Caldow è stato un campione sia sulla fascia destra che su quella sinistra, e la sua classe e la sua affidabilità mi suggeriscono di consegnargli i galloni del titolare. Giocatore di caratura meno internazionale e più a uso interno, Willie Mathieson rimane un pezzo di storia dei Rangers, la cui maglia ha vestito per diverse stagioni, vincendo da titolare la Coppa delle Coppe del 1972.

Centrocampista destro: Jim Baxter

Forse il giocatore tecnicamente più dotato della storia dei Rangers, Jim Baxter è stato un talento sopraffino e un campione di livello mondiale, un longilineo artista del dribbling e del controllo di palla (rivedendolo oggi, noto qualche analogia con l’eleganza eterea di Michael Laudrup), il cui stile fece innamorare i tifosi scozzesi, rapiti dalla sua “arte senza fretta” e dalla sua visione di gioco – in patria, viene ricordato ancora oggi per la meravigliosa prestazione contro l’Inghilterra regina del mondo del 1967, quando si permette il lusso di palleggiare con il ginocchio in faccia ai rivali.

Centrocampista centrale: Derek Johnstone

La sua straordinaria duttilità e il ruolo chiave che Derek riveste nella storia del club mi impongono di preferirlo a Greame Souness, che sale a Glasgow a fine carriera, confermandosi un regista di livello internazionale ma solo in 50 occasioni. Johnstone era un difensore che dava il meglio come mediano e segnava come una punta: escluderlo dalla formazione sarebbe delittuoso.

Centrocampista sinistro: Barry Ferguson

Giocatore tra i più amati dai tifosi di Ibrox Park, Barry Ferguson è stato la bandiera e il perno dei Rangers per due lunghe vite, inframezzate da una felice esperienza a Blackburn. Centrocampista completo e prolifico (specie nel corso dei sempre combattuti Old Firm), capitano silenzioso e senza fronzoli, ha portato a Ibrox innumerevoli titoli nazionali e tre riconoscimenti quale giocatore dell’anno del campionato scozzese. Lo supera sul piano del talento Paul Gazza Gascoigne, che però vive in Scozia il crepuscolo della sua carriera ad alti livelli, tre stagioni da fromboliere che trascina i Rangers a due titoli e si viene votato anche calciatore dell’anno.

Attaccante destro: Brian Laudrup

Altro talento purissimo che in Scozia risorge, riprendendosi la nazionale e regalando gol, spettacolo e titoli, Brian Laudrup a mio parere si è guadagnato, con il suo brillante quadriennio di Glasgow, la palma di titolare della squadra all time: per lui, si contano 150 presenze, 44 reti e un numero sterminato di giocate da capogiro. A Glasgow, Brian dimostra di non essere solo un fenomeno in allenamento, ma un grande giocatore, quasi degno del sublime e inavvicinabile fratello maggiore.

Piccola e sgusciante ala destra, quasi la risposta blu al fuoriclasse Johnstone del Celtic, Willie Henderson è stato uno giocatori più talentuosi scesi in campo ad Ibrox Park, un superbo uomo dribbling e uomo assist, nonché un perno della squadra che rivaleggia con il Celtic negli anni ’60. Dopo oltre un decennio in maglia blu, Willie chiude la carriera con la Coppa delle Coppe del 1972.

Attaccante centrale: Ally McCoist

Vera e propria leggenda di Ibrox, attaccante straordinariamente prolifico – per lui 355 reti con i Rangers – Ally McCoist è uno dei migliori uomini gol mai nati sopra il Vallo di Adriano, e il suo carniere è una miniera d’oro sia se guardiamo ai titoli di squadra (19 trofei nazionali) che al palmares individuale, che conta due scarpe d’oro, un titolo di capocannoniere della Coppa dei Campioni, una candidatura al pallone d’oro, l’immancabile corona di calciatore scozzese dell’anno, vinta nel 1992.

La sua unica e vera alternativa è il gigante Mark Hateley, che abbiamo conosciuto anche in Italia, benché la sua parentesi rossonera sia stata agrodolce sia per le difficoltà tattiche del nostro calcio che per i suoi numerosi infortuni. In Scozia, Mark ha segnato come si conviene a un grande centravanti, dimostrandosi il sovrano dell’aria, grazie alla sua superba elevazione, e mettendo a referto 87 reti in 165 partite.

Attaccante sinistro: David Cooper

Largamente considerato uno dei maggiori talenti scozzesi non solo della sua epoca ma di tutta la storia, David Cooper è stato un’ala talentuosa, superlativa nel controllo di palla e nell’uno contro uno, poco dotata sul piano fisico ma capace di sopperire alle lacune atletiche con la pura qualità, tanto da indurre il compagno Mark Walters a dichiarare che guardare David era come assistere a uno spettacolo e rendeva migliori gli altri giocatori. Hamilton, la sua città natale, l’ha omaggiato con una statua, e con i Rangers l’ala sinistra ha conquistato un numero significativo di titoli, spesso da miglior giocatore, tra anni ’70 e anni ’80.

Il talentuoso ed eclettico centrocampista Willie Johston, ala sinistra dei Rangers tra anni ’60 e ’70, non può soffiare a David il posto da titolare, ma una menzione se l’è guadagnata con un decennio in maglia Rangers da grande e solido giocatore.

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