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Allons Enfants de la Patrie – la top 11 all time dell’Olympique Marsiglia

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Nessuno è scivolato a un passo dal traguardo tante volte quanto l’hanno fatto i francesi: possiamo iniziare con lo Stade De Reims, che negli anni ’50 è probabilmente la seconda miglior squadra d’Europa, e che però alla fine porta nella cittadina del nord-est una Coppa Latina e due finali perse, la prima per il rotto della cuffia, al cospetto di un Real così Grande che quarant’anni dopo lo citeranno in una canzone; il brioso e Saint-Étienne dall’anima olandese e un po’ hippie (chiedere a sua maestà Dominque Rocheateau) di metà anni ’70 arriva in semifinale e poi anche in finale, ma la sfortuna lo priva del suo campione nel momento chiave e solito cinismo bavarese lo punisce. Il PSG che ha investito fantastiliardi nei suoi campioni arriva in fondo solo due volte, e nella prima occasione si trova davanti ancora una volta i bavaresi in formato invincibili e perde per questione di dettagli.

Nonostante le squadre di alto spessore siano state numerose, la Francia ha in sostanza quasi sempre mancato il bersaglio grosso, salvo che nel 1993, con quello che resta probabilmente il miglior collettivo della storia transalplina, il Marsiglia allestito dal rampante Tapie e schierato con sapiente astuzia dal mefistofelico Goethals, il tecnico che tingeva i capelli di rosso-trash, aveva un’andatura “calcolatamente scazzata” (cito Modeo) e che però, grazie ad alcuni geniali accorgimenti tattici e ai suoi campioni, mette la parola fine sull’epoca del Grande Milan di Arrigo e due anni dopo supera, a sorpresa, lo squadra perfetta di Capello, e riesce in entrambe le imprese con merito. Goethals ha trovato a Marsiglia, in una città cialtronesca, vitale, brulicante di culture e di tradizioni diverse, estrosa e insidiosa come sa esserlo solo Napoli, la sua seconda casa e ha dato vita a uno dei grandi cicli della storia del calcio moderno, che poteva concludersi anche con qualche titolo internazionale in più. Se quindi esiste una chiara età dell’oro che domina la storia del club mediterraneo, come sempre accade non mancano risultati di rilievo e giocatori importanti anche nelle epoche precedenti e successive: abbiamo provato a selezionarli per voi, escludendo i campioni degli anni ’50 come Gunnar Andersson.

Raymond Goethals

Portiere: Georges Carnus

Portiere brevilieneo che veste la maglia di numerosi club d’Oltrlpe, Georges Carnus è stato una colonna dei marsigliesi capaci di conquistare il double nel 1972 e di disputare per la prima volta la Coppa dei Campioni la stagione successiva, venendo eliminati in rimonta alla Juve futura finalista. Essenziale, sobrio e affidabilissimo, Carnus ha ricevuto per due stagioni consecutive la medaglia di giocatore più importante del campionato d’Oltralpe, ha militato per diversi anni in nazionale e secondo me è il portiere più bravo della storia dei marsigliesi. Il portiere più importante della storia del club è invece un altro brevilineo che conosciamo bene anche in Italia, Fabien Barthez, grandi riflessi, bravo con i piedi e nelle uscite, per diverso tempo il miglior estremo difensore del suo paese.

Terzino destro: Jocelyn Angloma

Un portento della natura sul piano fisico, Angloma (laterale destro che poteva giocare serenamente anche a sinistra) ha solcato le fasce dei campi di Francia e poi d’Italia nel corso degli anni ’90, vicendo da protagonista tutto a Marsiglia e trasferendosi poi nel campionato più bello del mondo, per svolgere alla perfezione il suo ruolo con le maglie di Inter e Torino. Jules Zvunka, capellone e gran corridore della fascia destra, ha collezionato oltre 250 presenze con il Marsiglia ed è tuttora considerato uno dei difensori più importanti della storia del club: anche solo per questo motivo, il posto di riserva gli spetta di diritto.

Angloma marca van Basten

Difensore centrale: Karlheinz Förster

Quattro anni di gloria sono più che sufficienti per schierare titolare del Marsiglia il grande tedesco Karlheinz Förster, colonna della squadra che si impone tra le grandi nella seconda parte degli anni ’80 e che se ne va giusto un attimo prima della vera gloria europea, dopo aver comunque raggiunto in due occasioni una semifinale anche nelle competizioni continentali. Titolare inamovibile della Germania Ovest per quasi un decennio, il campione di Mosbach si è guadagnato i galloni del titolare. Bernard Bosquier ha probabilmente dato il meglio di sé altrove, venendo anche premiato in due occasioni miglior giocatore francese dell’anno, ma anche nelle stagioni in cui ha giocato a Marsiglia ha vinto da leader della difesa il double del 1972 ed è stato uno dei perni della nazionale che stava risalendo la china a inizio anni ’70. La sua classe e le sue abilità in fase di impostazione mi suggeriscono di assegnargli un posto in panchina. Il terzo nome che non può mancare in questa formazione è quello di Bernard Casoni, duttile e validissimo difensore del Marsiglia degli anni ’90 e bandiera del club.

Difensore centrale: Basile Boli

In Italia abbiamo conosciuto il roccioso centrale difensivo di origini ivoriane tra 1991 e 1993, quando ha anche deciso una finale di Coppa dei Campioni (leggi qui), ma in Francia era una stella sin dai tempi dell’RC Paris, tanto da ingolosire Tapie e Goethals, che gli affida le chiavi della difesa. Forte fisicamente, “cattivo” al punto giusto ed eccellente nel gioco aereo, anche nell’area avversaria, Boli è stato un grande campione e avendo deciso la partita più importante della storia del club, dopo diversi anni di militanza (impreziositi da 31 reti in 120 presenze), merita il posto da titolare. In panchina, abbiamo optato per il Brigante Carlos Mozer, ruvido e atipico centrale brasiliano che gioca a lungo anche con la maglia verdeoro, abilissimo nel gioco aereo e implacabile in marcatura; Carlos, reduce dagli anni giovanili di gloria nel Flamengo di Zico, ha vestito la maglia bianca per diverse stagioni, vincendo tre campionati francesi consecutivi. Escludo dalla formazione titolare Blanc e Desailly a causa della militanza marsigliese troppo breve.

Terzino sinistro: Manuel Amoros

Se escludiamo Thuram, Amoros è stato probabilmente il laterale francese più dotato e completo. Giovanissima stella della Francia di Spagna ’82, Amoros possedeva notevoli doti di corsa e piedi di velluto, e nelle quattro stagioni marsigliesi, reduce da Euro 1984 e dal brillante mondiale messicano (in entrambi i casi, è inserito nella formazione ideale del torneo), Manuel si conferma un giocatore di caratura mondiale e il leader silenzioso del Grande Marsiglia, con cui vincerà la Coppa dei Campioni del 1993, anche se oramai da riserva di lusso. Quattro stagioni di folgorante crescita sul Mediterraneo, otto da titolare in nazionale, ritenuto dai tifosi uno dei migliori laterali della storia del calcio d’Oltralpe, il padre di Youri, Jean Djorkaeff emigra in Francia dall’est Europa e si afferma come un giocatore completo e uno dei perni difensivi del Marsiglia che scala le gerarchie del calcio francese, giocando su entrambi i lati della difesa.

Mezzala destra: Abedì Pelé

Quando ti soprannominano Pelé l’ansia da prestazione rischia di giocarti un brutto scherzo, ma per sua fortuna il centrocampista offensivo ghanese, tre volte pallone d’oro africano, aveva le spalle larghe: fisicamente fortissimo nonostante la statura non eccezionale, Abedì Pelé correva come un mediano e aveva le qualità del numero dieci, specie nel dribbling e nei suoi memorabili cambi di direzione, come abbiamo imparato anche a Torino. A Marsiglia, Pelé ha giocato per cinque anni, tre dei quali da assoluto protagonista, come ricordano anche i tifosi e i giocatori del Milan del tempo, per i quali il ghanese è sempre stato un enigma difficile da decifrare. La prima alternativa del campione francese è un sottovalutato centrocampista argentino che in Francia ha saputo conquistarsi un ruolo di primo piano, anche e soprattutto nella squadra che ha vinto la Ligue 1 nel 2010, ovvero Lucho Gonzales: longilineo, elegante, piedi da argentino doc, Lucho ha fatto la fortuna di tutte le squadre dove ha militato e ha trovato sulle sponde del Mediterraneo la definitiva consacrazione. La seconda alternativa è un altro giocatore africano, e più nello specifico algerino, il leader del Marsiglia dei primi anni 2000 Brahim Hemdani. Con oltre cento presenze in maglia bianca, Brahim è stato per anni il capitano della squadra e ha sfiorato la Coppa UEFA nel 2004.

Centrocampista centrale: Didier Deschamps

Il Capitano per eccellenza, Didier Deschamps è stato uno straordinario trascinatore e uomo squadra che abbiamo ammirato a lungo anche in Italia e che però è diventato grande negli anni giovanili a Marsiglia, quando ha vinto diversi titoli nazionali e la Champions League da uomo cardine dello squadrone francese. Per lui, in maglia bianca si contano 158 presenze e 9 reti, che esaltano le doti di recupera palloni, la regia sapiente e asciutta, la capacità di essere un giocatore “catartico” per la squadra. La sua prima alternativa è un altro nome che conosciamo bene in Italia, quello di Alain Boghossian, mediano fisicamente molto forte, completo e capace di seminare scompiglio nelle aree avversarie, soprattutto sui calci piazzati.

Mezzala sinistra: Joseph Bonnell

Il ruolo da titolare se lo contendono il minuscolo campione di origini spagnole Mathieu Valbuena, stella e talento della squadra che vince la Ligue 1 nel 2010 e bandiera dei bianchi (nonché titolare in nazionale) per diversi anni, e Joseph Bonnell, titolare della formazione per sette stagioni, il giocatore dotato di maggior fosforo della squadra che ha vinto due volte il campionato francese a inizio anni ’70. Ho optato per il secondo perché più centrocampista vero e perché, probabilmente, è stato un giocatore più completo e universale del fantasista degli anni ’10. Doveroso menzionare anche uno dei cardini della grande squadra di Goethals, quel Franck Sauzée che ha fatto il suo dovere anche a Bergamo e che ha contribuito in maniera essenziale alla preservazione degli equilibri nel dream team allestito da Tapie tra anni ’80 e ’90.

Attaccante destro: Chris Waddle

Paolo Maldini ha dichiarato, nel corso di un’intervista di qualche anno fa, che il giocatore che in assoluto l’ha fatto soffrire di più è stato l’esterno inglese Chris Waddle, perché capace di ondeggiare e di sterzare in fazzoletto, a dispetto della mole, e tecnicamente raffinatissimo. Nel corso delle sue tre stagioni marsigliesi, Waddle si è consacrato campione di statura mondiale e ha vinto di tutto, sia in Francia che in Europa. Memorabili le sue prestazioni contro i rossoneri nel 1991, e non solo per il gol che decide la sfida. La sua riserva è l’alieno Alen Bokšić, riserva obbligata perché gioca a Marsiglia una stagione sola, ma è l’uomo più della squadra che vince la Champions, segna come un bomber di professione e si classifica quarto nella graduatoria del pallone d’oro del 1993.

Centravanti: Jean-Pierre Papin

Il pallone d’oro del 1991 è tra i più discussi e discutibili di ogni epoca, ma ciò non toglie che Papin sia stato un uomo gol sensazionale, un centravanti atipico per la mole ma velocissimo, abile nel gioco areo e capace di bucare con regolarità la porta avversaria. Due volte calciatore francese dell’anno, quattro volte capocannoniere della Ligue 1, tre volte capocannoniere della Coppa dei Campioni, Papin con 182 reti in 275 partite, è uno dei massimi scorer della storia del club e il suo contributo all’ascesa dei francesi nell’Olimpo del calcio europeo gli vale necessariamente il posto da titolare. Sul piano strettamente tecnico la sua prima riserva dovrebbe essere Drogba, che però gioca a Marsiglia solo per una stagione, e questo mi obbliga a preferirgli il tedesco volante Rudi Völler, campione che abbiamo ammirato anche in Serie A, grande centravanti e all’occorrenza punta mobile che a Marsiglia disputa due grandi stagioni e vince da protagonista due campionati e la Champions.

Attaccante sinistro: Josip Skoblar

A mio parere, il giocatore più importante della storia marsigliese è Skoblar, un atipico attaccante di origini croate, un mancino letale capace di disimpegnarsi anche come centravanti che per movenze e approccio al pallone sembra quasi un incrocio tra Savićević e Mijatović, e che però vede la porta come un attaccante puro, tanto da vincere la Scarpa d’oro e tre titoli di capocannoniere, nonché da essere il fuoriclasse del Marsiglia che vince tutto in Francia a inizio anni ’70. He’s better than Zidane, cantavano i suoi tifosi al West Ham, e al netto dell’esagerazione è difficile non farsi esaltare dalle giocate elettrizzanti e spettacolari di Dimitri Payet, esterno e/o trequartista in grado di inventare qualsiasi prodezza, eccellente uomo gol e protagonista anche in nazionale. Con oltre 328 partite e 78 gol, deve quantomeno accomodarsi tra le riserve.

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