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Hakoah Vienna: non solo calcio: successi nel nuoto e nel wrestling

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Immagine di copertina: nuotatrici dell’Hakoah Vienna [Repro: nurinst-archiv]

La vittoria del 1925 aveva sgonfiato l’entusiasmo. Aveva sancito la grandezza dell’Hakoah, ma anche fatto subentrare una sorta di appagamento. Uno degli obiettivi cardine che il club si era posto nel 1909 era stato raggiunto: il mito dell’ebreo fisicamente inferiore ed inadatto allo sport era stato abbattuto a suon di gol.

Dopo le tournée americane, come accennato, la formazione era stata spogliata dei suoi talenti migliori. L’anno successivo allo scudetto terminò con uno scialbo settimo posto. Poi, nel 1928, il club arrivò penultimo e retrocesse. Nelle dieci stagioni seguenti l’Hakoah fece la spola tra la Prima e la Seconda divisione senza mai tornare a competere per il titolo. Alcuni giocatori erano tornati dagli USA e si erano riuniti al club, ma l’età non giocava a loro favore e le nuove leve – eccetto Fritz Donnenfeld, attaccante che avrebbe giocato nel Wunderteam di Hugo Meisl nei primi anni ‘30 – non erano in grado di imporsi ai più alti livelli. 

Furono anni durante i quali il prestigio della polisportiva fu mantenuto alto da altre discipline, ad esempio il nuoto. A farla da padrone fu il team femminile che vantava diverse rappresentanti nella nazionale austriaca. Il primo successo degno di nota arrivò nel 1927, quando Fritzi Lowy ed Hedy Bienenfeld ottennero un bronzo ai Campionati europei di Bologna. Al tempo, i due club di nuoto più rinomati a Vienna erano l’Hakoah e l’EWASK. Entrambi fornivano atleti alla nazionale in occasione dei Giochi Olimpici, ma lì finivano gli aspetti in comune, dato che l’EWASK era noto per le proprie posizioni antisemite. 

A livello locale, lungo il Danubio si teneva annualmente la Quer Durch Wien, una competizione spesso dominata da atleti ebrei. Nel 1929, due nuotatori dell’EWASK impedirono ad Alfred Guth di trionfare per la quarta volta. Lo bloccarono consentendo a un loro compagno di squadra di superarlo e aggiudicarsi la vittoria. Per far fronte all’antisemitismo che si palesava con sempre più veemenza anche nel mondo dello sport, nel 1932 nacquero le Maccabiadi. Qui, l’Hakoah diede più volte dimostrazione di forza. Nella prima edizione tenutasi a Tel Aviv, il podio nel nuoto fu interamente targato Hakoah con la Bienenfeld prima e la Lowy seconda. 

Nuotatori dell’Hakoah Vienna

Tanto nel nuoto quanto nel calcio, il club spesso predisponeva un servizio di sicurezza per proteggere i propri tesserati da aggressioni di stampo antisemita. Per fare ciò, si serviva spesso dei propri atleti attivi negli sport di combattimento. Uno di questi era Nickolaus Mickey Hirschl, che ottenne due bronzi ai Giochi Olimpici del 1932 di Los Angeles. Cinque anni prima, Hirschl aveva rischiato la vita: aggredito da un ragazzo della sua età che lo aveva accoltellato, riuscì a salvarsi per miracolo. Due anni dopo l’exploit olimpico Hirschl subì un secondo grave episodio di antisemitismo: stava tornando dalla sinagoga con la fidanzata, quando tre simpatizzanti del movimento nazionalsocialista li fermarono e chiesero alla ragazza perché frequentasse un ebreo. Ebbe luogo una colluttazione ed uno dei tre aggressori finì in ospedale.

Hirschl ne aveva avuto abbastanza: fece le valigie e lasciò l’Austria, rendendosi indisponibile per i Giochi Olimpici di Berlino del 1936. Non sarebbe stato l’unico atleta di punta a non parteciparvi. Tra le polisportive ebraiche europee venne aperta una discussione sull’opportunità di prendere parte ad un evento organizzato nella Germania nazista. I due club ebraici di maggior spicco, Hakoah ed Hagibor, conosciuti per la bravura della sezione di nuoto, declinarono l’invito. In una lettera Judith Deutsch, una delle nuotatrici, motivò il suo no sostenendo «di non voler partecipare ad una competizione ospitata da un Paese in cui l’entrata in piscina non è consentita ai cani e agli ebrei». Sulla stessa lunghezza d’onda, altre due nuotatrici, Lucy Goldner e Ruth Langer, scrissero ad un giornale: «Non boicottiamo i Giochi, boicottiamo Berlino».

Per tutta risposta, le autorità sportive austriache inflissero alle atlete una squalifica di due anni, che sarebbe poi stata revocata nel 1995 con la riconsegna di tutti i premi vinti e il reinserimento del loro nome negli almanacchi ufficiali.

8 – Continua

Da sinistra: Judith Deutsch, Hedy Bienenfeld, Fritzi Loewy e Luci Goldner

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