Getto subito la maschera: questa sera simpatizzerò per il Manchester City, non per una questione di appartenenza e/o per ragioni personali particolari, ma perché il City mette in pratica una filosofia e una approccio allo sport che amo, vederlo mi ha regalato alcuni dei momenti sportivi più alti degli ultimi anni, e credo che il suo ciclo meriti di essere coronato da una vittoria nella competizione più importante.
Fatta la doverosa premessa, un po’ per scaramanzia e un po’ anche per soffiare sul fuoco della speranza nerazzurra, ho deciso di rievocare alcune delle finali di Champions vinte dalla squadra sfavorita, ovvero vinte against all odds, come dicono gli inglesi, sconfiggendo il pronostico, il destino, la Storia; aggiungo una precisazione non di poco conto: molte delle finali che citerò, sulla carta, erano più squilibrate di quella in programma stasera.
Io ero nato da pochi mesi e ho rivisto quella partita diversi decenni dopo. La Juventus sulla carta, come sappiamo, partiva con i favori del pronostico: numerosi reduci di Spagna 1982 affiancavano come fedeli scudieri Sua Maestà il Re Platini, che aveva messo in foie gras sopra il tozzo di pane che era costato, e il bello di notte Boniek. La partita finisce come tutti sappiamo: il geniale stratega Ernst Happel ingabbia le stelle di Trapattoni, rompe la linea Maginot italiana con alcuni accorgimenti sin troppo citati (Rolff che morde le caviglie di Platini, Bastrup che costringe Gentile a seguirlo fino alla linea laterale), e – aggiungo io – vince con pieno merito: quella sera, checché se ne dica, l’Amburgo è superiore alla Juventus, e non mette in pratica un “catenaccio”, ma una zona granitica, rigorosa e studiata nei minimi dettagli. Magath sorprende Zoff e Bananenflake semina il panico nella retroguardia bianconera. Il risultato fu una sorpresa ma rispecchiò ciò che si era visto in campo.
Barcellona-Steaua Bucarest 1986
Il melodramma blaugrana per eccellenza, almeno prima della vera e propria tragedia di Atene: i catalani non sono un team leggendario, ma hanno dominato la Liga esibendo forse il calcio più spettacolare d’Europa (anche e soprattutto grazie al magistero di Schuster in mezzo al campo); aggiungiamo che sono già una delle società più blasonate della storia ma non hanno mai vinto la Coppa dalle grandi orecchie, e che i loro avversari hanno inciso sulla fronte sparring partner: tutti pronosticano un successo blaugrana “sciolto”, e invece la superba organizzazione dei rumeni impedisce di catalani di fare il loro gioco e il miracoloso Duckhadam si traveste da supereoe consegna alla Romania la prima, inaspettata coppa europea, senza rubare nulla.
Juventus-Borussia Dortmund 1997
Per i tifosi juventini, forse l’episodio più doloroso. La Juventus del 1996/1997, nonostante i problemi cronici di Del Piero, è la squadra migliore del pianeta: vnce il campionato regalando una versione aggiornata e “smussata” del gioco di Sacchi, assisste ammirata all’ascesa di Zidane, trova nella corsa impossibile di Boksic la chiave per aprire le difese avversarie e in un Vieri improvvisamente maturato il bomber classico, ma soprattutto esalta tutti i suoi gregari di lusso. Il Dormund sembra una squadra di vecchie glorie e di ex con il dente avvelenato, ha eliminato il Manchester United di Ferguson, Giggs e Cantona con una discreta dose di fortuna e sembra una vittima sacrificale. La finale di Monaco sarà invece forse la più stregata di ogni epoca: il Dortmund non sbaglia nulla sotto porta, mentre una Juventus superiore quasi sotto ogni aspetto spreca di tutto e non è fortunata negli episodi. Forse l’esito in assoluto più impronosticabile in assoluto, anche perché la partita finisce 3-1.
Milan-Liverpool 2005
Non serve spendere troppe parole sulla finale di Istanbul: alla vigilia, il Milan gode di un consenso più ampio di quello del City di oggi, e alla fine del primo tempo, come sappiamo, ha la partita in mano: il divario tecnico è troppo ampio perché si possa metterlo in discussione. Una determinazione quasi metafisica, appannaggio solo delle squadre inglesi, alcune intuizioni del mago Rafa (che avenza Gerrard scombinando il centrocampo rossonero) e una discreta dose di fortuna, come noto, consegnano invece il titolo alla squadra inglese.
Bayern Monaco-Chelsea 2012
Arriviamo a un passo dalla contemporaneità. Il peggior Chelsea dell’era Abramovič, fino a quel momento, rimonta a sorpresa contro un Napoli che è lontano parente di quello dell’ultima stagione, supera poi il Barcellona in quella che resta la semifinale più inverosimile di sempre (33 conclusioni a 4, pali, rigori sbagliati etc..) e scende in Baviera per immolarsi al cospetto di un Bayern Monaco che ha espresso un grande calcio nel corso di tutta la stagione, vanta l’ossatura della Germania e aggiunge giocatori dello spessore di Robben e Ribéry. Il Bayern fatica a sbloccare la partita, vero, ma ci riesce a pochi minuti dalla fine e si prepara quindi alla meritata festa: ci penserà invece quel demonio di Drogba, protagonista del “carry job” più improbabile di sempre, coadiuvato da un campione come Petr Čech, a rovinare la festa, portando a Londra la più incredibile delle coppe.
Manchester City-Chelsea 2021
Il Chelsea sta volando, sulle ali di un Kanté che lo fa giocare in dodici se non in tredici, ma ha chiuso la Premier League a 19 punti dal City e la squadra di Guardiola pare una spanna sopra. Alcune scelte forse discutibili del tecnico spagnolo, una condizione in calo da tempo e i soliti episodi che spostano gli equilibri regalano invece al Chelsea il secondo trionfo della sua storia, meno inatteso e improbabile di quello di nove anni prima, ma comunque ottenuto contro le previsioni della vigilia.