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Champions League, ritorno semifinali: Inter-Milan 1-0

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Immagine di copertina: Lautaro Martinez in gol contro il Milan

È l’Inter la prima squadra a staccare il biglietto per la finale di Istanbul. Il gol del Toro Lautaro Martinez è il perfetto coronamento di una doppia semifinale dove la superiorità dei nerazzurri – sotto tutti i punti di vista: testa, quadratura, giocatori e soprattutto qualità effettiva di gioco – non è mai stata in discussione. Nelle prossime ore sapremo chi sarà l’avversaria, se il Real Madrid di Carlo Ancelotti o il Manchester City di Guardiola. Entrambe saranno le favorite nell’eventuale finalissima, per impianto di gioco e/o per caratura dei giocatori, ma il calcio ci insegna che in una finale secca può succedere di tutto: da Amburgo-Juventus del 1983, passando per il Borussia Dortmund campione nella finale di Monaco del 1997, arrivando all’autentico miracolo del Chelsea di Di Matteo nel 2012. 

La partita è stata caratterizzata fin dalle prime battute dalla voglia del Milan di riscattare lo 0-2 dell’andata: aggressività e tentativi di pescare Diaz tra le linee come chiave per scardinare la roccaforte nerazzurra. Tuttavia, se non è stato un fuoco di paglia poco ci è mancato: l’Inter è stata sempre attenta e l’entusiasmo iniziale nei rossoneri si è rapidamente trasformato in confusione e fretta, fino a spegnersi. Il Milan ha avuto solo due occasioni chiare: il piattino debole di Brahim Diaz dai 12 metri, splendidamente servito da un Tonali tutto cuore; e il lampo (l’unico) di Leão, che si è incuneato in area, sfiorando per pochi centimetri il palo più lontano con la diagonale mancina.

Due sussulti, nati dalla voglia da un lato, e dall’estro del singolo dall’altro, che non possono nascondere la poca qualità di questo Milan, che un anno fa festeggiava uno scudetto tanto inaspettato quanto meritato, ma che oggi dovrebbe essere quanto meno contestualizzato. È passato un anno, ma ne sembrano passati tre: la squadra non si è evoluta, è rimasta uguale ed è più decifrabile. Senza i soliti uomini-chiave (non va dimenticato neanche l’infortunio di Bennacer, che ha tolto a Pioli il metronomo della squadra) la qualità è meno che mediocre: ci sono giocatori che per il momento non sono pronti a giocare a questi livelli che oggi, in mancanza d’altro, hanno giocato titolari. I rivali nerazzurri, invece, hanno il lusso di poter fare partire dalla panchina giocatori come Brozovic e Lukaku, pilastri dello scudetto 2021.

L’Inter invece ha trionfato da squadra matura: ha spento presto la flebile miccia rossonera, ha ingabbiato Giroud ed esiliato Leao lontano dalla porta. La qualità degli interpreti nerazzurri – da Mhkitaryan a Calhanoglu, fino a Dzeko centravanti di manovra e al guizzante Lautaro – ha poi fatto il resto, senza strafare e senza affannarsi troppo. Oltre al gol – dove Maignan è imperfetto – si contano almeno tre grandi parate del portiere francese. Non mi spenderò oltre negli elogi al Tardellino Niccolò Barella, perché sarei ripetitivo e scontato, lui che è abituato a brillare nelle notti europee. Vorrei piuttosto elogiare la prova di Acerbi e Darmian: puliti, puntuali, commoventi, come era già successo diverse volte in questo torneo. Solo qualche mese fa, sarebbe stato davvero molto difficile crederlo, ma la classe operaia va in Paradiso, o almeno nella sua “anticamera”, in attesa dell’Apoteosi.

L’esultanza dei giocatori interisti

Il tabellino

INTER-MILAN 1-0
Marcatore:
st 29′ Lautaro Martinez.
Inter (3-5-2): Onana; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella (40′ st Gagliardini), Calhanoglu, Mkhitaryan (44′ Brozovic), Dimarco (21′ st Gosens); Martinez (40′ st Correa), Dzeko (21′ st Lukaku). All. Inzaghi.
Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Thiaw (19′ st Kalulu), Tomori, Hernandez; Tonali, Krunic; Messias (31′ st Saelemaekers), Diaz (31′ st Origi), Leão; Giroud. All. Pioli.

Le pagelle

MILAN

Il migliore TONALI 6,5
Sandrino è uno dei primi a suonare la carica e uno degli ultimi a mollare. Lotta, combatte e addirittura è il principale artefice dell’occasione sciupata da Diaz nel primo tempo. Non sempre è preciso, ma non gli si può rimproverare molto.

Maignan 6,5
Un voto in meno per l’imprecisione sul gol di Lautaro, ma il portiere francese compie almeno tre grandi interventi. Non ci sono dubbi che al momento questo ragazzo sia tra i più forti portieri d’Europa.

Leão 5
Ha l’attenuante di essere stato rimesso in piedi in fretta e furia da un infortunio, ma la sua partita è veramente povera: sempre fuori partita, ha un solo lampo dei suoi e per pochi centimetri non riapre il derby, ma per il resto non si vede mai.

Diaz 5
Non comincia male. Fa movimento, prova a farsi vedere tra le linee e a spargere un po’ di bollicine, ma l’occasione enorme non sfruttata è una spada di Damocle sulla sua prestazione, e progressivamente sparisce. Certi errori in palcoscenici come questi non sono ammessi.

Messias-Krunic 4
Dispiace infierire, ma loro due – più di tutti gli altri – danno davvero l’idea di essere fuori contesto: movimenti goffi, palloni persi, passaggi fuori misura, falli non necessari. Non era certamente la partita per loro.

INTER

I migliori DARMIAN-ACERBI 7,5
Come ho scritto sopra, voglio premiare simbolicamente la loro prestazione “operaia”, anche in considerazione dell’intero torneo disputato. Neutralizzano Giroud e Leao con una facilità quasi disarmante, non sbagliano praticamente nulla e si permettono persino sortite in avanti.

Barella 7
Tardellino è uno, ma sembrano tre. Lotta su ogni pallone, ingaggia duelli a centrocampo, prova a inserirsi e ad andare al tiro, e dà una mano in difesa quando serve. Anche lui non è sempre brillantissimo e qualche volta gli scappa un fallo di troppo, ma è un giocatore di lignaggio che nei grandi palcoscenici internazionali ci sta a meraviglia da protagonista.

Lautaro Martinez 7
Tanto movimento, gestione intelligente del pallone e dei tempi di gioco, qualche guizzo. E ovviamente il gol che mette in cassaforte la qualificazione.

Çalhanoğlu 6,5
Meno appariscente di altre volte, ma ugualmente efficace. Prezioso anche in fase di copertura e di interdizione. E’ definitivamente un altro giocatore rispetto al talento incostante che si vedeva sulla sponda rossonera del Naviglio.

L’emozionante radiocronaca di Repice e Signorelli

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