Immagine di copertina: Victor Osimhen, doppietta all’Eintracht
La conferma
Il Bayern Monaco chiama, il Manchester City risponde e il Real Madrid chiude. Le tre favorite a inizio competizione si sono confermate tali in questi ottavi. I bavaresi hanno messo in riga la supponenza del PSG, gli inglesi hanno travolto il malcapitato Lipsia, gli spagnoli hanno fatto un sol boccone di un Liverpool troppo brutto (in tutta la stagione, a dire il vero) per essere vero. Tre certezze.
La sorpresa
Segnaliamo alcuni giocatori: il centrale difensivo del Milan Thiaw, una vera rivelazione da quando Pioli lo ha lanciato titolare; il centravanti del Bayern Choupo Moting, che non ha perdonato la sua ex squadra, il PSG; il duo del Benfica Rafa Silva-Gonçalo Ramos, autentici mattatori contro il Brugge.
La delusione
Il PSG. Non una squadra. Un insieme di singoli, e pure male amalgamati. Con un baricentro troppo spostato in avanti, senza una guida tecnica consistente, una campagna estiva di rafforzamento deludente (Soler e Fabian Ruiz acquisti che non hanno dato un reale valore aggiunto, ad esempio), una difesa troppo molle e un centrocampo di livello globale tutt’altro che così straordinario. Nel calcio nessuno vince da solo, e non basta avere in attacco due fenomeni come Messi e Mbappé…
Le italiane
Tre squadre italiane ai quarti. Un’impresa a cui non eravamo più abituati. Sicuramente un po’ ha aiutato il sorteggio e un po’ la buona sorte. Ma Napoli (voto 9, perché gli azzurri quest’anno stanno disputando finora una stagione pressoché perfetta su tutta la linea), Inter (7) e Milan (7) si sono meritate sul campo la possibilità di essere entrate nel novero delle migliori otto del continente. Se appunto la squadra di Spalletti sembra viaggiare su un pianeta a sè, forte di un gioco e una convinzione nei propri mezzi notevoli, le due milanesi hanno eliminato in modo molto simile Porto e Tottenham: un 1-0 coriaceo in casa difeso con le unghie e con i denti al ritorno, non senza rischiare.
Il protagonista
Impossibile non menzionare Erling Håland. Come ben evidenziato da Francesco Buffoli nel suo pezzo (qui), il norvegese è stato l’assoluto mattatore del ritorno degli ottavi tra Manchester City e Lipsia: 5 gol nel 7-0 totale, un’impresa che in Champions mancava dai tempi di Messi 2012 contro il Bayer Leverkusen. Un uragano da 39 gol in 36 partite, capocannoniere senza rivali in Premier e anche in Champions, dove ha raggiunto quota 10 reti.