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Champions League 2022/2023: Inter festeggia, Milan… quasi. E il redivivo Messi incanta Parigi

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Immagine di copertina: i giocatori dell’Inter esultano dopo il successo qualificazione

La conferma

Il Benfica è stata, con Napoli e Brugge, la squadra capace di spingersi oltre quanto era lecito aspettarsi alla vigilia della competizione. Non tanto perché si è qualificata agli ottavi a scapito della Juventus, ma per il come. Ha sconfitto con pieno merito due volte su due i bianconeri, staccando il pass con una giornata di anticipo. Ha fermato due volte sul pari la corazzata PSG (e nell’ultimo turno forse avrà persino la possibilità di arrivare prima). Ha espresso un gioco corale magnifico e moderno, fatto di tecnica, scambi in velocità, movimenti. Evidente la mano dell’allenatore, il tedesco Roger Schmidt, rappresentante di una scuola che da qualche anno a questa parte sta offrendo profili di alta caratura (da Klopp a Tuchel, entrambi campioni d’Europa, da Low a Nagelsmann e altri).

La sorpresa

Era partito malissimo, in questa Champions, con due sconfitte di fila. Ma il Lipsia non si è perso d’animo, ha aggiustato la mira e ha infilato tre successi consecutivi che l’hanno portato a issarsi al secondo posto del suo gruppo, veleggiando verso gli ottavi (dovrà conquistare almeno un punto nell’ultima gara contro lo Shakhtar Donetsk). La squadra tedesca nell’ultimo turno ha sconfitto nientepopodimeno che il Real Madrid campione d’Europa e finora imbattuto in stagione. Un successo maturato grazie alle reti di Gvardiol, Nkunku e del flgliol prodigo Werner.

La delusione

Tutta la delusione di Xavi, tecnico del Barcellona

Inevitabile far salire sul banco degli imputati Juventus e Barcellona. I bianconeri stanno vivendo un inizio di stagione molto turbolento, lontani dalla vetta in campionato ed eliminati in Champions con una giornata di anticipo: malamente battuti dal Maccabi Haifa, due volte dal Benfica e una dal PSG, con 4 sconfitte in 5 partite la squadra di Allegri sta rischiando di venire estromessa addirittura dall’Europa League.
Non è andata molto meglio la Champions del Barcellona. Molti pensavano che potesse essere la stagione di un primo rilancio sul proscenio europeo del club blaugrana, anche alla luce di una campagna acquisti importante, con la punta di diamante dell’ingaggio del bomber polacco Robert Lewandowski. Ma la squadra di Xavi si è sciolta: ancora una volta due sconfitte contro il Bayern Monaco (oramai vera e propria “bestia nera” dei catalani), un punto su sei contro l’Inter ed eliminazione precoce. Dopo l’addio di Messi il Barcellona è uscito due volte consecutivamente nei gironi di Champions, un record negativo che ha pochi epigoni nella storia del club. La dimostrazione di quanto il fenomeno argentino spostasse in modo incontrovertibile gli equilibri all’interno del gruppo, la risposta sul campo a chi pensava che vincesse solo con il tavolo apparecchiato da altri (vedi Xavi e Iniesta, soprattutto), la prova provata che almeno nell’ultimo lustro se il Barcellona ha saputo conquistare due campionati spagnoli di fila (2018 e 2019) proponendosi ancora come un top team europeo, il merito principale era di quell’uomo con la 10 che ha ripreso a insegnare calcio a Parigi dopo un anno complicato.

Le italiane

Detto della Juventus, che merita 4 (ed è un voto generale, che tiene conto dell’infausta campagna europea nel suo complesso), l’Inter e il Milan meritano 7,5: entrambe protagoniste con un poker di reti ai danni di Viktora Plzen e Dinamo Zagabria (avversari non irresistibili, d’accordo, ma vittorie pesantissime comunque), i nerazzurri hanno staccato il pass per gli ottavi con pieno merito, mentre i rossoneri hanno scavalcato in classifica al secondo posto il Salisburgo e nell’ultimo turno, in casa proprio contro gli austriaci, basterà non perdere. Al Napoli, un 7 per il 3-0 ai Rangers, ma un 9 per il girone: 5 vittorie su 5, 20 gol fatti, 4 subiti e una qualità complessiva di gioco che pone gli azzurri oggi tra le big d’Europa. Riuscirà la squadra di Spalletti a mantenere questa tranquillità e lucidità quando la palla scotterà davvero? Il calcio italiano, che manca da troppo tempo a certi livelli, deve augurarselo.

Il protagonista

Nessuno merita questo riconoscimento, in questa quinta giornata, più di Leo Messi. Il Maccabi Haifa non è nel gotha del calcio europeo (ma è pur vero che 15 giorni fa aveva regolato la Juventus), ma Messi è stato artefice di una prestazione favolosa: due gol uno più bello dell’altro, due assist, giocate di qualità a getto continuo, una presenza fissa e costante nel pentagramma offensivo dei parigini. Ha già segnato lo stesso numero di gol in campionato (6) di tutta la Ligue 1 passata, e in Champions è a 4 reti contro le 5 firmate nel 2021-22. Oltre a quello, ci sono gli assist (sta viaggiando a uno a partita in tutte le competizioni). Ma più importante ancora, ci sono le prestazioni, da sempre secondo me il parametro più importante per valutare il reale valore di un giocatore. Prestazioni in crescendo, che parlano di un Messi decisamente ritrovato dopo il flop della scorsa stagione, in vista – si spera – di un Mondiale scintillante. Leo è il primo a essere consapevole che nelle 4 precedenti avventure in Coppa del Mondo non ha mai brillato (partì bene nel 2014, poi si eclissò). Sarà la sua ultima occasione e tutti gli appassionati di calcio si aspettano da lui grandi cose, perché chi ama il calcio, ama Leo Messi.

Magie di Messi contro il Maccabi Haifa

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