I primi marcatori di ogni edizione dei Mondiali: dal 1998 al 2006

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Immagine di copertina: lo splendido gol di Lahm all’esordio del Mondiale tedesco contro la Costarica

Ultimo Mondiale del XX secolo. Nel 1998 la Francia organizza la fase finale di Coppa del Mondo a 60 anni di distanza dalla prima volta e, insieme al Brasile, sembra proprio la squadra da battere. O meglio, la prima alternativa al Brasile dove spicca la stella di Ronaldo il Fenomeno considerato giustamente in quell’estate francese il miglior calciatore del pianeta. Brasile che gioca il match inaugurale contro la Scozia, ma non è Ronaldo a inaugurare il Mondiale in termini di gol, bensì uno dei suoi compagni di nazionale tra i meno celebrati.

1998

Cesar Sampaio, la classe operaia a ritmo di samba

Tutti si aspettano il gol di Ronaldo a Saint-Denis in quel 10 giugno del 1998, ma a sbloccare il match inaugurale tra il Brasile campione del mondo in carica e la Scozia è il centrocampista Cesar Sampaio dopo appena 5′. Marcatura che sembra aprire la strada a una larga vittoria dei verdeoro che invece dovranno sudarsela fino alla fine. Gli scozzesi infatti pervengono al pareggio con Collins su calcio di rigore e la vittoria del Brasile arriverà soltanto a poco più di un quarto d’ora dal termine grazie a un autogol di Boyd. Ritengo che la Scozia avrebbe meritato il pareggio, Brasile poco brillante in quell’esordio mondiale.
Per Carlos Cesar Sampaio Campos sarà un grandissimo Mondiale: metterà a segno altri due gol, entrambi nel match degli ottavi di finale contro il Cile vinto 4-1. Il centrocampista che all’epoca militava nel campionato giapponese con i Yokohama Flugels giocherà quasi tutte le partite da titolare in Francia compresa la finale persa 0-3 al cospetto della nazionale di casa.
Aveva fatto il suo esordio in nazionale otto anni prima, giocatore di buone doti tecniche, tipico mediano di scuola brasiliana, anche molto deciso negli interventi e lo testimonia il gran numero di cartellini collezionati in carriera (tre solo in quel mondiale, tutti gialli). Con la maglia della Seleçao ha disputato 47 partite e realizzato 6 gol e ha vinto una Copa America e una Confederation Cup. Nella sua carriera, prima di trasferirsi in Giappone, aveva vestito le maglie di Santos e Palmeiras. Tornerà al Palmeiras dopo i Mondiali del 1988 e, in seguito, vivrà anche una breve parentesi europea in Spagna con il Deportivo La Coruna nella stagione 2000-2001. Si ritira nel 2004, dopo l’ultima stagione in Brasile con la maglia del San Paolo, all’età di 36 anni.

2002

Papa Bouba Diop, la fulgida meteora

Una meteora si abbatte sulla Francia campione del mondo in carica in quel 31 maggio del 2002, lo stadio è quello di Seul in Corea del Sud.
Con la nostra rubrica del primi marcatori di ogni edizione di Coppa del Mondo entriamo ufficialmente nel XXI secolo, all’edizione nippo-coreana che per la prima volta vede due paesi organizzare insieme la fase finale dei Mondiali.
Nel match inaugurale la favorita Francia affronta la nazionale del Senegal, allenata dal francese Bruno Metsu con tanti calciatori che giocano nel campionato francese.
Les lions de la Terranga otterranno una storica quanto meritata vittoria per 1-0 e il match-point porta la firma di Papa Bouba Diop che segna alla mezz’ora del primo tempo. Il 24enne centrocampista che all’epoca milita in Svizzera con il Grasshopper segnerà altri due gol in un Mondiale epocale per la rappresentativa senegalese nel match pareggiato 3-3 con l’Uruguay. Senegal che passa il turno a differenza della Francia che sarà la grande delusione del torneo e si spingerà fino ai quarti di finale dove verrà eliminato dalla Turchia.
Parlavo non a caso di meteora perché le fortune calcistiche di Bouba Diop iniziano quel giorno e si esauriscono con quel Mondiale. Non una grande carriera la sua, muove i suoi primi passi dietro a un pallone in patria, poi si trasferisce giovanissimo in Svizzera e le prodezze nippo-coreane gli valgono la chiamata del Lens, nel campionato francese, dove disputa due buone stagioni. Poi va oltremanica, Fulham e Portsmouth le maglie indossate e, successivamente West Ham United e Birmingham City (con una parentesi in Grecia nell’AEK Atene) dove chiude la carriera nel 2013.
In nazionale per lui 63 partite e 11 gol,
Successivamente gli viene diagnosticata la SLA, muore nel 2020 a soli 42 anni.
Una meteora poco fortunata, un gol che lo fa entrare comunque nella storia del calcio.

2006

Philipp Lahm, l’oro di Monaco

Un salto avanti di quattro anni, un’edizione di Coppa del Mondo che torna in Germania ed è un torneo al quale gli italiani sono legatissimi considerato che è il quarto e ultimo vinto dagli azzurri.
Per il match inaugurale che si disputa nel nuovo stadio di Monaco di Baviera il 9 giugno del 2006 si torna all’antico, ad aprire la competizione è infatti la formazione di casa (l’ultima volta era stato in Messico nel 1970) che affronta la Costa Rica e dopo appena 6′ Philipp Lahm porta in vantaggio i tedeschi. Prima rete di quella che sarà una girandola di marcature e vedrà la Germania vincere 4-2.
Tedeschi non nuovi a questo ‘onore’ considerato che era accaduto nel 1938, 1974 e 1994 rispettivamente con Gauchel, Breitner e Klinsmann.
Cosa dire di Philipp Lahm, non è certamente un marcatore qualunque. Parliamo di uno dei più forti terzini di tutti i tempi che in carriera ha vinto tutto: otto campionati e sette Coppe di Germania, una Champions League, una Supercoppa Europea e un Mondiale per il club con il Bayern. Con la nazionale tedesca quel mondiale del 2006 non andò come sperato, la Germania venne sconfitta in semifinale dall’Italia. Lahm fu però il miglior terzino destro del Mondiale e lo sarebbe stato anche nel 2010 e 2014, edizione quest’ultima in cui finalmente riesce a fregiarsi del titolo mondiale con la nazionale. Il giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere in squadra, Guardiola sfruttando la sua incredibile versatilità tattica lo avrebbe impiegato anche come mediano ed esterno offensivo. Lahm è oro colato per le sue squadre, l’oro di Monaco, la città dove è nato nel 1983.
In nazionale giocherà 113 partite in dieci anni, dal 2004 e 2014, segnando 5 gol. La finale vinta da tedeschi sull’Argentina nel 2014, allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, è la sua ultima gara in nazionale in cui avrà la grande soddisfazione di sollevare da capitano la Coppa del Mondo.

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