Barcellona, Camp Nou, 23 novembre 2002
Il Barcellona, nell’estate del 2002, rivoluziona la rosa con l’intento di riscattare le ultime e poco brillanti stagioni, e lo fa pescando in Sudamerica (là dove furoreggia il genio irregolare e anacronistico di Riquelme) e a Roma (là dove non ha trovato casa il Kurt Cobain del calcio, Mendieta). L’artefice della nuova Epopea trionfale dovrebbe essere Louis van Gaal, il deus ex machina dello spettacolare Barça di fine anni ’90. Come sappiamo, la rivoluzione si rivelerà qualcosa di prossimo al fallimento: i catalani chiuderanno la stagione con un mesto e impronosticabile sesto posto nella Liga, e con un’eliminazione ai quarti di finale di Champions contro la Juventus, che con Zalayeta espugna il Camp Nou nei tempi supplementari.
Il Real Madrid veleggia invece verso la bulimia parossistica dell’era dei secondi Galacticos: la società, in agosto, ha strappato all’Inter il Fenomeno Ronaldo, reduce da dissapori mai chiariti né sanati con Cuper e con la dirigenza interista, e reduce anche dalla rassegna iridata orientale che l’ha incoronato campione del mondo, e così facendo il la squadra della capitale ha aggiunto alla rosa quello che sulla carta sarebbe il pezzo più pregiato alla sua collezione di fenomeni.
La partita che si disputa al Camp Nou a fine novembre si chiude con uno zero a zero poco entusiasmante, e vede i catalani, non ancora precipitati nella loro crisi irreversibile, giocare leggermente meglio – Kluivert segnerebbe anche il gol della vittoria, ingiustamente annullato dall’arbitro per un fuorigioco inesistente. Il Real, sceso in campo senza alcuni dei suoi pezzi da novanta, su tutti Zizou e proprio il Fenomeno, non è in una gran serata e limita i danni.
Le pagelle – Barcellona
IL MIGLIORE: Carles Puyol 7
Il difensore catalano, schierato terzino destro, è in condizioni di forma eccellenti: fisicamente fortissimo, è un muro invalicabile quando viene puntato nell’uno contro uno e si invola ripetutamente sulla fascia. I piedi non sono quelli di un laterale brasiliano e non tutti i cross sono pennellati a dovere, ma Carles gioca con una determinazione quasi preternaturale e, in una partita dominata dalle difese, risulta il migliore in campo.
Juan Román Riquelme 6,5: la stella argentina, appena sbarcata in Catalogna , non è ancora arrivata ai ferri corti con van Gaal, e, schierata nella posizione per lei più congeniale (da mezzala avanzata), disputa una buona gara, in cui regala alcuni giochi di prestigio da Diez sudamericano e difficilmente sbaglia un pallone. Nel corso dei novanta minuti, tuttavia, si contano anche diverse pause, e per questo risulta difficile assegnare un voto più alto di un comunque onorevole 6,5.
Xavi Hernández 6,5: meno dirompente che in altre occasioni, ha comunque in mano il termometro della partita, smista decine di palloni e si produce in un paio di giocate da grandissimo.
Patrick Kluivert 6: le impressioni destate dal centravanti olandese sono sempre le medesime. Patrick è efficace quando arretra e poco cattivo in area di rigore. In questo caso, tuttavia, segnerebbe anche il gol dell’1-0, che viene però inspiegabilmente annullato.
Gaizka Mendieta 5,5: approdato sulle Ramblas per cambiare il destino della squadra, come Riqueme, Gaizka sembra a lungo un pesce fuor d’acqua, un pesce che ha smarrito forse definitivamente la brillantezza degli anni di Valencia e che commette diversi errori anche sul piano tecnico.
Le pagelle – Real Madrid
IL MIGLIORE: Luís Figo 6,5
Sbalorditivo per la capacità di saltare ripetutamente l’uomo, Figo non possiede più la velocità degli anni migliori, ma rimane per gli avversari una costante fonte di pericolo e per i suoi un leader e una fonte di gioco di prim’ordine.
Esteban Cambiasso 6,5: il futuro interista è già un metronomo e un giocatore dotato da madre natura della capacità di decodificare/dettare i tempi della partita. Il suo duello con Xavi è equilibrato, e Cambiasso si produce anche in una spettacolare rovesciata che costringe Bonano a un intervento non semplicissimo.
Roberto Carlos 6: alterna iniziative dinamitarde a qualche pausa di troppo. Nel complesso, una buona gara in cui però non accende mai davvero la luce.
Claude Makélélé 6: nel primo tempo è il solito maratoneta e tocca diversi palloni, quasi sempre in modo intelligente, nel secondo si emargina un po’ e fatica a reggere le redini del centrocampo.
Raúl González Blanco 5: il protagonista di una marea di Clasicos questa volta stecca completamente la gara. Isolato tra le maglie blaugrana, tocca pochi palloni e non è mai pericoloso.


