1997-1998: Real Madrid-Barcellona 2-3

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Immagine di copertina: Luis Enrique del Barcellona, migliore in campo

Madrid, Stadio Santiago Bernabéu, 1 novembre 1997

Le due big di Spagna vivono un periodo convulso, in cui le trasformazioni sono all’ordine del giorno: nonostante la Liga strappata sul filo di lana ai catalani del Fenomeno, la dirigenza del Real Madrid dà il benservito a Don Fabio, che torna a Milano per vivere una breve e infelice seconda parentesi rossonera, mentre il Barcellona vende a peso d’oro all’Inter il suo baby fuoriclasse e punta su un altro brasiliano, meno esplosivo e più votato al “ragionamento”; un brasiliano eccentrico che colpisce per l’andatura “scalena”, lasciatagli in eredità dai problemi di salute vissuti durante l’infanzia. In panchina, inoltre, si è conclusa rapidamente l’avventura sulle Ramblas di Bobby Robson, perché la dirigenza blaugrana, fedele alle proprie radici orange, ha deciso di puntare sul Grande Antipatico Louis Van Gaal.

Il primo novembre del 1997 il Barcellona è in testa e il Real lo insegue a breve distanza, e a Madrid si assiste a una partita equilibrata ma meno spettacolare di quanto suggerirebbe il risultato, vinta dal Barça in maniera un po’ fortunosa, grazie a un contropiede finalizzato da Giovanni, uno dei tanti brasiliani passati per la capitale catalana.

Le pagelle – Real Madrid

IL MIGLIORE: Clarence Seedorf 6,5
Prestazione convincente della giovane stella olandese, che, nella posizione di ala destra, è il motore del gioco dei suoi e inventa un paio di assoli da campione.

Fernando Redondo 6,5: l’argentino nel primo tempo si fa notare più che altro per alcuni interventi fallosi, ma nella ripresa prende in mano le redini della squadra e serve al croato che gioca da centravanti un cioccolatino dopo uno slalom sulla fascia sinistra.

Davor Šuker 6,5: tanto movimento, un paio di spunti nell’uno contro uno da campione e soprattutto il gol del 2-2, segnato con uno splendido sinistro al volo.

Roberto Carlos 6: inventa per Raúl un pallone velenoso che vale il gol del temporaneo pareggio, e quando cambia marcia ha la marmitta truccata. Colpevole però sul gol del 3-2 (non riesce a contenere Figo) e stranamente impreciso in fase conclusiva, perché calcia malissimo dalla distanza, ciabattando diversi palloni.

Raúl González Blanco 6: prestazione poco brillante, in cui dedica molto tempo alla rissa verbale con i catalani, e che però viene salvata dallo splendido inserimento che vale l’uno a uno.

Le pagelle – Barcellona

IL MIGLIORE: Luis Enrique 7
L’impressione è che, a posteriori, il tuttocampista asturiano sia stato ingiustamente relegato nel dimenticatoio della storia. Incontenibile in progressione, fisicamente più simile ai giocatori inglesi e nordeuropei che non ai classici prodigi della tecnica spagnoli, è un guerriero con l’anima da artista e inventa il gol del 2-2 al termine di una splendida iniziativa personale.

Rivaldo 6,5: debutta nel Clasico con il botto, perché sblocca la partita dopo pochi minuti. Nel primo tempo scompare dai radar, ma nella ripresa controlla in maniera magistrale diversi palloni complicati e crea numerosi grattacapi alla difesa di casa.

Ruud Hesp 6,5: lungagnone olandese che risulta decisivo con un paio di interventi complicati a mano aperta, in particolare con la parata salva-risultato sul colpo di testa ravvicinato di Davor Šuker.

Luís Figo 6: protagonista di una partita stranamente incolore, ha il grande merito di involarsi in contropiede per servire a Giovanni il cioccolatino che vale il 3-2, e questo gli regala una meritata sufficienza.

Hristo Stoičkov 5,5: il fuoriclasse bulgaro ha imboccato da tempo il viale del tramonto, tanto che nel corso della stagione 97/98 gioca solo due partite, e una coincide proprio con il Clasico. Il sinistro sa ancora cantare (splendida un’apertura di trenta metri) e la grinta è quella dei giorni migliori, ma viene sostituito perché sul piano del dinamismo soffre gli avversari per quasi tutta la gara. Saluta Barcellona e anche la nostra saga dedicata al Clasico uno dei suoi protagonisti più fulgidi.

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