Immagine di copertina: Romario, autore di una prestazione favolosa
Barcellona, Camp Nou, 8 gennaio 1994
Sono passati quasi 31 anni, eppure il Clasico della seconda Manita (la prima risale a 16 anni prima e vede sempre Cruijff tra i protagonisti, ma in campo) riempie ancora di orgoglio e di emozione il cuore dei tifosi blaugrana, che hanno la fortuna di assistere a una lezione di calcio memorabile.
A onor del vero, il primo tempo è piuttosto equilibrato: il Real Madrid riesce a rendersi pericoloso in un paio di occasioni e il Barça alterna momenti di grande calcio e passaggi a vuoto preoccupanti, fino a quando Romário, fino a quel momento un ectoplasma, inventa una giocata nello stretto da malandro d’antan e sblocca la partita. Nella ripresa gli ospiti provano a reggere l’onda d’urto blaugrana, ma il divario tra le due squadre diventa evidente: il Barça illumina il cielo con azioni che confermano la nomea di Dream Team a nel finale dilaga, guadagnandosi il lungo applauso dei suoi tifosi. La partita è il preludio a una stagione trionfale in patria e che sembra destinata a concludersi anche con l’alloro europeo, ma come sappiamo il più solido e spietato Milan di Capello, nella finale di Atene, costringerà il Dream Team a chiudere la stagione con il broncio e il peso di una profonda delusione.
Le pagelle – Barcellona
IL MIGLIORE Romário 8
Sonnecchia a lungo, durante i novanta minuti, ma da malandro purissimo qual è quando decide di accendersi fa quasi sempre male: il primo gol è un capolavoro di tecnica e velocità nello stretto, il secondo e il terzo sono due appoggi da opportunista, piuttosto semplici, e come se non bastasse arriva anche l’assist per la rete del 5-0. Nel mezzo, un paio di slalom e un palleggio stampato in faccia ai difensori Blancos che sono due colpi da artista.
Ronald Koeman 7,5: in difesa è impeccabile e impedisce a Zamorano di rendersi pericoloso. Apre il gioco con un paio di sventagliate alla Pirlo e ha il merito di chiudere la partita, a inizio ripresa, con il pezzo forte del suo repertorio, la fucilata dal limite contro la cui potenza Buyo nulla può opporre.
Stoičkov 7: il migliore nel primo tempo, quando la partita vive su un equilibro precario, perché è il leader della squadra, il migliore in fase di impostazione e soprattutto, quando cambia passo palla al piede, nella posizione di ala destra, costringe ripetutamente gli avversari al fallo. Meravigliosa l’accelerazione con cui manda in tilt la difesa ospite e si guadagna la punizione da cui scaturisce il 2-0, punizione dopo la quale esce, forse perché acciaccato a causa dei troppi colpi ricevuti.
Laudrup 7: subentra al fuoriclasse bulgaro e non lo fa rimpiangere, anzi estrae subito un paio di conigli dal cilindro e serve poi al collega brasiliano l’assist del 3-0. Peccato per un gol piuttosto facile che si divora a tu per tu con Buyo, dopo un’azione che rappresenta l’apoteosi del cruijffismo.
Guardiola 6,5: verticalizza su Romário per il gol dell’uno a zero e in generale dirige le operazioni come un veterano, pur non brillando mai sul piano del passo.
Le pagelle – Real Madrid
IL MIGLIORE Luis Enrique 6
Nel primo tempo prova in tutti i modi a impensierire la retroguardia blaugrana e ci riesce anche in un paio di occasioni, sfruttando velocità e forza fisica. Scompare un po’ nella ripresa, abbandonato nella metacampo avversaria.
Prosinečki 6: anche lui tra i pochissimi a salvarsi, nel primo tempo è spesso nel vivo del gioco e nella ripresa mette in difficoltà il portiere del Barça con una punizione velenosa. Si perde forse un po’ nelle leziosità, ma rimane tutto sommato positivo.
Zamorano 5: nel primo tempo è impreciso sui due unici palloni buoni che gli arrivano, nella ripresa sembra Simon del deserto, non vede più palla e passa il tempo a discutere con i giocatori avversari.
Michel 5: dopo tanti Clasicos da campione, appare in costante difficoltà, quasi sempre preso in mezzo dal palleggio dei padroni di casa e incapace di prodursi negli spunti palla al piede che sono il pezzo forte del suo repertorio.
Alkorta 4: il centrale madrileno si fa saltare agevolmente dal fuoriclasse brasiliano del Barça sul primo gol, e nella ripresa affonda, incapace di contenere le ripetute percussioni dei padroni di casa, che per puro caso non fruttano anche un paio di gol in più.