Coppa Libertadores al Botafogo: la prima volta del Fogão

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Roberto Bolaño diceva che l’America, a differenza dell’Europa, non conosce il significato delle parole cadere nell’eccesso, e la Copa Libertadores, anche ieri sera, ha confermato che il grande scrittore cileno ha sintetizzato alla perfezione la distanza che separa i due continenti, anche nel calcio.

La finale del Monumental di Buenos Aires è iniziata in maniera così assurda che anche Albert Camus avrebbe dovuto alzare le mani in segno di resa: il Botafogo, giunto per la prima volta in oltre sessant’anni a contendersi il titolo, è infatti rimasto in dieci dopo trenta secondi di gioco. Se è vero che spesso la scintilla della follia incendia le partite di cartello del continente, ieri sera il destino ha voluto davvero esagerare il dosaggio di irrazionalità, perché l’intervento a gamba tesa del pitbull Gregore, che ha colpito in testa con i tacchetti Fausto Vera, ha subito falsato l’andamento della gara, costringendo per la prima volta della storia una squadra a giocare per 90 (rectius, 104) minuti in dieci.

L’Atlético Mineiro, che quando a cifra tecnica non è secondo quasi a nessuno nel mondo, ha subito preso in mano le redini della partita, fraseggiando in maniera splendida e schiacciando i giocatori di Rio in area, con l’attempato Hulk impegnato a scaldare il famigerato sinistro con alcune conclusioni dalla distanza. Con il passare dei minuti, tuttavia, il Fogao ha saputo snaturarsi e riadattarsi alle necessità della partita, rinunciando a ciò che gli riesce meglio (il controllo del pallone) per giocare solo in ripartenza, e la sua stella, l’acclamato nazionale verdeoro Luiz Henrique, ha fatto la differenza con due iniziative individuali: la prima ha propiziato il gol dopo una splendida giocata del talento argentino, campione del mondo nel 2022 da riserva, Almada, e la seconda ha portato ai suoi il rigore dell’incredibile 2-0, che ha gettato nello sconforto i giocatori di Mineiro e la loro nutrita legioni di tifosi.

Nella ripresa, un Gabriel Milito canuto e in sovrappeso ha provato a ridisegnare la squadra, inserendo il vecchio Edu Vargas e defilando Hulk sulla fascia, a scodellare cross, per cercare di aprire la difesa del Fogao. La mossa ha dato i frutti con effetto immediato, perché pochi secondi dopo l’inizio della ripresa proprio Vargas ha segnato di testa il gol del 2-1, su corner di Hulk. A quel punto la partita poteva trasformarsi in un assedio, con il Botafogo incapace di uscire dalla propria tana, ma i ragazzi di Artur Jorge non si sono arresi e hanno provato a giocare ogni volta in cui riconquistavano palla. Decisivo si è rivelato l’ingresso di Junior Santos, che in un quarto d’ora ha seminato il panico per due volte con splendide iniziative palla al piede, prima di chiudere definitivamente i conti a pochi secondi dal termine, con una veronica e uno spunto in velocità che ha lasciato di sasso i difensori avversari.

Per il terzo anno consecutivo la Coppa finisce a Rio, la nuova capitale del calcio continentale, e il Botafogo nei prossimi giorni potrebbe conquistare una doppietta che, per le assurde complicazioni e la densità del calendario brasiliano, vale un triplete europeo. Proprio i numerosi e decisivi impegni che attendono la squadra di Rio nei prossimi giorni le impediranno, con ogni probabilità, di arrivare in condizioni decenti a giocarsi la Coppa Intercontinentale, il cui nuovo formato è una sentenza di condanna scritta in anticipo per le squadre del Sudamerica, ma mai dire mai.

Il Botafogo è la dodicesima squadra brasiliana a vincere la Coppa più importante del continente sudamericano, e si affianca a Flamengo, Fluminense, Cruzeiro, San Paolo, Santos, Atlético Mineiro, Internacional di Porto Alegre, Gremio Porto Alegre, Palmeiras e Corinthians.

Il tabellino

BOTAFOGO-ATLETICO MINEIRO 3-1
Marcatori:
pt 35′ Luiz Henrique (B), 44′ Telles (B); st 2′ Edu Vargas (A), 52′ Junior Santos (B).
Atletico Mineiro (4-2-3-1): Everson; Lyanco (st 1′ Mariano), Battaglia, Alonso, Arana; Vera (st 1′ Bernard), Franco; Scarpa (46′ Vargas), Hulk, Paulinho; Deyverson (st 1′ Alan Kardec). All. Milito.
Botafogo (4-2-3-1): John; Vitinho, Adryelson, Barboza, Telles (st 13′ Marçal); Marlon Freitas, Gregore; Luiz Henrique (st 34′ Matheus Martins), Almada (st 35′ Junior Santos), Savarino (st 13′ Danilo Barbosa); Igor Jesus (st 48′ Allan). All. Artur Jorge.
Arbitro: Facundo Tello (Argentina)

Le pagelle

Botafogo

IL MIGLIORE: Luiz Henrique 7
Il nazionale brasiliano, già decisivo in un paio di occasioni in verdeoro, gioca da solo sull’isola, abbandonato nella metacampo avversaria, e tocca quindi pochi palloni, ma scaturiscono da sue iniziative palla al piede le due giocate che decidono la finale, e anche solo questo gli vale un voto importante. Il pallone d’oro continentale sarà probabilmente suo.

Barboza 6,5: il lungo centrale è uno stopper “all’italiana” che si fa valere nel gioco aereo e nelle sportellate, ed è uno dei segreti della tenuta difensiva del Fogao.

Vitinho 6,5: il solido laterale destro, già nazionale under 21, è a sua volta un valido marcatore e una garanzia per la retroguardia dei suoi, e di fatto non sbaglia un intervento quando viene chiamato in causa.

Telles 6,5: l’ex Inter, Porto e United si conferma un valido centrocampista, e ha il merito di segnare il rigore del 2-0.

Junior Santos 6,5: in 17 minuti, semina due volte il panico con prepotenti iniziative palla al piede, e segna il 3-1. Impatto decisivo.

Almada 6,5: l’ex bambino prodigio del calcio argentino, oggi riserva in nazionale, ricama con sapienza un paio di palloni complicati e contribuisce all’azione del primo gol.

Atletico Mineiro

IL MIGLIORE: Hulk 7
A dispetto dei 38 anni suonati, lo zingaro del calcio Hulk ha ancora due piedi che cantano e inventa diversi cross e conclusioni pericolose, regalando a Vargas il pallone del 2-1.

Edu Vargas 6: l’altro grande vecchio della squadra segna di testa il gol che riapre la partita e si accende in un paio di buone iniziative, ma commette due errori decisivi sotto porta, in particolare il secondo, quando alza il pallone molto oltre la traversa da posizione favorevole.

Paulinho 5: stecca la gara uno dei giocatori più attesi. Ben controllato da Vitinho, non infiamma mai la partita e praticamente non è mai pericoloso.

Mariano 6,5: il suo ingresso a inizio ripresa vivacizza la manovra del Mineiro, e Mariano inventa anche una verticalizzazione da stropicciarsi gli occhi che mette Vargas da solo davanti al portiere, ma il cileno sbaglia la conclusione.

Deyverson 5: anche la terza stella dell’attacco del Mineiro viene imbrigliata dalla difesa del Fogao e di fatto non conclude mai in porta né inventa una qualche giocata significativa per i compagni. Anche lui merita una sonora bocciatura.

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