La Grecia occupa un posto centrale nella storia d’Europa, della cultura e del pensiero occidentale, ma il suo rapporto con lo sport più popolare del Vecchio Continente è da sempre conflittuale. Se si parla di calcio, non esistono i campioni ammirati nella pallacanestro; frugando nella storia, infatti, non si scovano fenomeni di statura planetaria, non si trova nessun Greak Freak, alias Giannis Antetokounmpo, e se è vero che il successo ottenuto against all odds in Portogallo vent’anni fa ha scritto la pagina più improbabile della storia del calcio (e sicuramente della storia del calcio per nazionali), anche quel trionfo inatteso viene quasi sempre citato in chiave denigratoria, o come esempio della casualità che a volte decide di intervenire a gamba tesa sul destino e di sovvertirlo.
La Grecia ha sempre vissuto un po’ ai margini del grande calcio, e le sue squadre di club, benché capaci di conseguire sporadicamente risultati discreti e di raggiungere in alcune occasioni le fasi finali dei tornei continentali, non hanno scritto la storia con la S maiuscola, non sono le protagoniste di imprese e successi memorabili, non fanno parte di nessuno gotha. La stessa identità del calcio greco mi è sempre parsa poco chiara, il loro è un mediterraneismo anomalo, che ha qualcosa in comune con il nostro culto della difesa (del resto, Italia e Grecia sono la culla della civiltà europea moderna), ma che ricorda anche il calcio balcanico e quello arabo, e raramente ha brillato sul piano della qualità. Raramente, appunto: non mancano nell’Olimpo dei campioni ellenici giocatori tecnicamente sublimi, campioni figlio di un dio minore che nelle patrie del calcio, con i loro nomi esotici e intraducibili, assomigliano sempre a dei carneadi, e che però possiedono un fascino misterioso tutto loro, qualcosa che ha a che fare con il mondo antico che sembra averli partoriti. Eccovi dunque i nomi dei massimi giocatori greci dell’era moderna.
1) Vasilis Chadzipanagis
Vasilis Chadzipanagis, ovvero “”Il mago”, o anche il Nureyev del calcio, o il Maradona greco, per i suoi ammirati tifosi. Vasia merita non solo la prima posizione ma anche un capitolo a parte, anche perché molti lo ritengono il più forte calciatore greco di ogni epoca nonostante non fosse greco di nascita e, oltretutto, non abbia mai indossato la maglia di una delle tradizionali grandi del calcio ellenico. Vasilis era nato in Urss, dove la sua famiglia era emigrata dalla Grecia per motivazioni politiche negli anni ’50 ed è in terra sovietica che inizia la carriera nelle file del Paxtakor (era nato nell’attuale Uzbekistan).
Le sue prestazioni (viene accostato al grande Oleg Blochin) lo porteranno nella nazionale Under 21 dell’Urss con cui gioca 4 partite e segna un gol nel 1975, ma quella breve parentesi gli impedirà in futuro di indossare la maglia della nazionale greca, se non per due amichevoli: la prima nel 1976 e la seconda tanti anni dopo, nel 1999, una sorta di ‘premio’ da parte della federazione del suo paese per un calciatore indimenticabile. Nel 1975 si trasferisce nel paese d’origine della sua famiglia e gioca per l’Iraklis di Salonicco, e l’anno successivo prende la cittadinanza greca.
Giocherà con la stessa squadra fino al 1991 e vincerà una Coppa di Grecia. Le cronache degli anni ’70 e ’80 raccontano che non ci sia stadio che non si riempia per vederlo giocare: tocco di palla delizioso, doti funamboliche, micidiale nell’uno contro uno, puntuale nel fornire assist ai compagni, il classico numero 10 da sogno. Per lui 62 gol in 281 gare di campionato. I critici sono abbastanza concordi: se avesse avuto un palcoscenico più ampio e se fosse stato notato da un top club europeo si parlerebbe di lui oggi come uno dei più forti calciatori di sempre del Vecchio Continente. In realtà leggenda vuole che almeno un paio di società estere avrebbero tentato di acquistarlo e tra queste anche la Lazio e l’Arsenal, ma sarebbe stato lui stesso a decidere di non lasciare Salonicco per una sorta di “debito di riconoscenza” verso una tifoseria che lo ha amato alla follia.
2) Dīmītrios Papaïōannou
Dīmītrios “Mimis” Papaïōannou è stato votato dalla Fifa come il miglior calciatore greco del XX secolo, dopo aver speso la carriera per intero con l’AEK Atene, di cui è il miglior marcatore di sempre con 234 gol. L’attaccante originario della Macedonia greca ha vestito la maglia giallonera nell’AEK per quasi 20 anni, dal 1961 al 1980 vincendo 5 campionati e tre coppe di Grecia e per due volte è stato il capocannoniere del massimo campionato ellenico. Con la nazionale ha segnato 21 gol in 61 partite, e ancora oggi è ritenuto il miglior uomo gol mai nato nella casa della filosofia.
3) Dīmītrīs Saravakos
Dīmītrīs Saravakos il bambino, autentica leggenda del Panathinaikos e del calcio greco, cresce nelle file del Panionios, viene acquistato dalla formazione ateniese nel 1984 e al Panathinaikos gioca fino al 1994, segnando 125 reti in 252 partite. Vince tre campionati e otto coppe di Grecia. Nel 1994 passa all’AEK Atene dove gioca tre stagioni e vince altri due campionati. Torna al Panathinaikos nella stagione 1997-98 al termine della quale si ritira. Con la nazionale greca gioca 78 partite e segna 22 gol. Saravakos è stato capocannoniere della Coppa Uefa nella stagione 1987-88 (ne sanno qualcosa i tifosi della Juventus, cui ha segnato un gol capolavoro) e del campionato greco nella stagione 1990-91.
4) Thomas Mavros
Thomas Mavros, per tutti semplicemente “Il Dio”. Suo il record di gol del massimo campionato greco: Thomas ha messo a referto 260 reti in 502 partite. Esplode giovanissimo con la maglia del Panionios nei primi anni ’70; all’età di 16 anni è il più giovane esordiente del campionato greco e all’età di 17 diventa anche il marcatore più giovane, quando decide con una sua rete la sfida contro il Pierikos terminata per l’appunto 1-0. Sempre nel 1971 diventa il calciatore greco più giovane ad aver esordito in una competizione europea, la Coppa Uefa della stagione 1971-72, match contro l’Atletico Madrid. L’AEK Atene lo acquista nel 1976 e qui Mavros scrive la sua leggenda: vince due campionati e due coppe di Grecia. In nazionale gioca 36 partite e segna 11 gol e fa parte della squadra che conquista la storica qualificazione agli Europei del 1980. Nel 1987 torna al Panionios dove la sua carriera iniziata e a giudicare dai 51 gol in 89 gare di campionato è tutt’altro che un giocatore sul viale del tramonto. Si ritira nel 1991.
5) Antōnīs Antōniadīs
Capocannoniere della Coppa dei Campioni del 1971, Antōnīs Antōniadīs è forse il miglior uomo gol puro mai nato nella terra di Ulisse. Implacabile opportunista, ha dimostrato di poter fare la differenza anche sui più esigenti palcoscenici europei e in patria ha fatto il vuoto, collezionando titoli di capocannoniere e trofei, come dimostra il secondo posto nella classifica della Scarpa d’oro del 1971/1972.
6) Giōrgos Koudas
Giōrgos Koudas, soprannominato ‘Alessandro Magno‘ per la sua origine macedone e per la sua combattività sul campo, è un altro nome da cui questa lista non può prescindere: trequartista o mezzapunta di grandi doti tecniche, icona del PAOK Salonicco con cui aveva esordito giovanissimo nel 1963 e con la cui maglia si ritira dal calcio giocato nel 1984, dopo oltre venti stagioni e 600 partite, Koudas viene conteso negli anni d’oro dai grandi club di Atene, ma la dirigenza del PAOK declina qualunque offerta pur di tenerlo in squadra. Farà parte della nazionale greca agli Europei del 1980, e complessivamente le sue gare con la Grecia saranno 44. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo tornerà a indossare la maglia della nazionale nel 1995 in un’amichevole contro la Jugoslavia, evento che lo farà diventare il giocatore più anziano ad essere sceso in campo in un match internazionale (aveva 48 anni), un record che gli verrà tolto da George Weah nel 2018. Nella sua bacheca figurano un campionato e due coppe di Grecia vinte con il PAOK.
7) Theodōros Zagorakīs
Nome noto al grande pubblico sia italiano che europeo per l’essenziale contributo fornito al momento più alto della storia del calcio greco, Theodōros Zagorakīs è stato un tuttocampista (schierato da ala destra ma anche da cursore e da mediano) di grande qualità, bandiera del PAOK e dell’AEK durante due diverse fasi della carriera, tra anni ’90 e 2000. La sua esperienza in Inghilterra, al Leicester, è decisamente positiva: ancora oggi i tifosi lo ricordano con ammirazione per le doti di corsa e le buone capacità in fase di impostazione del gioco; peraltro, con il greco nel motore, il club delle Midlands ha giocato due finali consecutive di League Cup, vincendone una. Se la sua avventura a Bologna è stata incolore, a garantirgli un posto nella decina provvede il suo eccezionale Euro 2004: posseduto dallo spirito che sarà di Kante, il greco pare possedere il dono dell’ubiquità ed è votato miglior giocatore del torneo per nazionali (e anche della finale) più anomalo di sempre.
8) Angelos Charisteas
Pur meno prolifico di altri grandi numeri nove greci, Charisteas merita di figurare in graduatoria perché ha segnato il gol più importante della storia del calcio greco, a Lisbona nel 2004, e anche perché è stato un ottimo centravanti classico, capace di dire la sua anche al di fuori del suo paese: nonostante alcune difficoltà di ambientamento, infatti, le esperienze di Angelos in Germania e in Olanda sono state nel complesso positive, e questo lo rende uno dei giocatori ellenici dal curriculum internazionale più invidiabile.
9) Dīmītrīs Domazos
Dīmītrīs Domazos, detto ‘Il Generale‘, è stato il centrocampista chiave e il leader in campo di quel Panathinaikos autore di una splendida cavalcata nella Coppa dei Campioni 1970-71, cavalcata che porterà la formazione ateniese a giocare la finale di Wembley poi persa con l’Ajax. La sua lunghissima e luminosa carriera lo porterà a indossare i colori del ‘Trifoglio’ per oltre 20 anni, con 9 campionati e 3 coppe di Grecia in bacheca. Nel 1978 lascia il Panathinaikos per l’AEK dimostrando, alla veneranda età di 37 anni, di essere ancora capace di far girare una squadra: sulla sponda giallonera di Atene vince infatti il suo decimo campionato. In nazionale colleziona 50 partite. ‘Mimis‘ era un trequartista in grado comunque di giocare anche in diverse posizioni di metacampo.
10) Giōrgos Siderīs
Giōrgos Siderīs è stato un altro altro prolifico attaccante in forza all’Olympiacos, squadra con cui fece il suo esordio alla fine degli anni ’50. Due volte campione di Grecia e tre volte capocannoniere del campionato, è il primo calciatore ellenico acquistato da una squadra estera, l’Anversa con cui gioca nella stagione 1970-71. Una carriera decennale in nazionale con cui mette a segno 14 gol in 28 gare.
Citazioni d’onore
Meritano una citazione d’onore e potrebbero benissimo scalzare qualcuno della top 10: Ilias Rosidis, icona dell’Olympiacos Pireo tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’60. Definito il primo terzino del calcio greco, nel senso moderno del ruolo, e lo escludiamo dalla decina perché di fatto oggi è quasi impossibile vederlo; Kostas Nestoridis, implacabile bomber dell’AEK Atene tra gli anni ’50 e ’60, autore di 172 gol in 208 partite di campionato con la squadra giallonera, anche lui escluso solo perché di fatto gioca prima che esista una vera copertura televisiva; il talentuoso Giōrgos Karagkounīs, escluso solo per motivi di spazio, un centrocampista di classe che abbiamo ammirato anche in Italia; il funambolico Grīgorīs Geōrgatos, il Roberto Carlos ellenico, l’uomo che planò sul pianeta Inter come una stella e che però ha avuto il destino di una cometa; Antōnīs Nikopolidīs, eroe dei due mondi (Panathinaikos e Olympiacos) e per una vita estremo difensore della nazionale, anche a Euro 2004; Traïanos Dellas, statuario centrale che ha fatto bene anche in Italia, decisivo a Euro 2004; il suo erede Kōstas Manōlas, baluardo difensivo di Napoli e Roma e vagabondo del calcio capace di indossare la maglia di diversi club ateniesi.
Con il contributo fondamentale di ELISA LACOMBE