Immagine di copertina: Harry Kane, faro del super Bayern Monaco
È ripartita la Champions, con una nuova formula che lascia non tutti soddisfatti (come ci ha spiegato qui il giornalista Alberto Cerruti). Una Champions che nella prima fase presenta otto partite invece che sei, ma con una classifica sola: per quello che di fatto è un campionato unico si tratta di poche partite, così a determinare i passaggi diretti ai playoff (le prime otto), ai sedecisimi (dalla 9ª alla 24ª) o le eliminate (dalla 25ª in giù) saranno arrivi in volata e la differenza reti diventa fondamentale. Ecco perché il Bayern Monaco non ha smesso di correre contro la Dinamo Zagabria, arrivando a segnare addirittura nove reti!
La conferma
Bayern a parte, che ha confermato un avvio di stagione sin qui senza pecche – i bavaresi devono riscattare la deludente stagione passata quando rimasero a secco di trofei – ci piace evidenziare tra le conferme due giovanissimi assi, che però sono già più di semplici promesse: il primo è Lamine Yamal, il 2007 da diverso tempo sulla bocca di tutti, che ha lasciato il segno in casa del Monaco (2° gol più giovane di sempre in Champions dopo il compagno Ansu Fati), anche se la sua rete non è bastata al Barcellona per evitare la sconfitta; il secondo è Endrick, la punta classe 2006 del Real, che ha bagnato l’esordio nella massima competizione europea andando a bersaglio contro lo Stoccarda. Il loro duello a distanza promette scintille, anche perché siamo sull’asse Barcellona-Madrid: una nuova rivalità Messi-CR7 è alle porte?
Per approfondire il tema sui giovani talenti del futuro clicca qui nell’articolo di Leonardo Brescia.
La sorpresa
Non ci sono state, a livello di risultati, sorprese così straordinarie in questa prima giornata. Però tra le note liete e un po’ fuori dai soliti giri segnaliamo la cinquina autorevole del redivivo Celtic Glasgow contro lo Slovan Bratislava, il successo della cenerentola Brest sullo Sturm Graz e naturalmente lo scalpo del Monaco ai danni del Barcellona.
La delusione
Guardando l’avvio stagionale, e le cinque vittorie in cinque partite in una Liga fin qui senza macchie, inevitabile assegnare la maglia nera al Barcellona di Flick. Che ha pagato sicuramente il fatto di essere rimasto in dieci per l’espulsione di Eric Garcia al 10° ed è stato poi messo sotto, nel gioco e nel punteggio, dal Monaco. Nota lieta: i sei canterani in campo dal via.
Tra i singoli, l’uomo in meno, considerate le attese, è stato senza dubbio Erling Håland, che ancora una volta contro la difesa dell’Inter non ha visto biglia, e il Manchester City ha dovuto accontentarsi di un solo punto al cospetto della coriacea formazione di Simone Inzaghi. La sensazione è che il norvegese, le cui medie-gol rimangono irreali, patisca ancora troppo nei big-match: è lì che si attende il salto di qualità per poterlo considerare realmente un grandissimo.
Le italiane
Voto sicuramente alto per la Juventus (7), subito convincente al debutto europeo contro il Psv Eindhoven, trascinata dalla lucente stella del nuovo numero 10, il 19enne Kenan Yildiz, autore di gol alla “Del Piero”.
Benissimo anche l’Inter (7), capace di fermare sul pareggio il formidabile City di Guardiola all’Etihad.
Promossa anche l’Atalanta (6,5), che avrebbe anche potuto sconfiggere l’Arsenal se solo Retegui non si fosse fatto ipnotizzare dal dischetto da Raya.
E a proposito di rigori sbagliati, bravissimo Skorupski, il portiere di un positivo e volitivo Bologna (al debutto assoluto in Champions, voto 6,5 di incoraggiamento), che ha fermato dagli 11 metri il tiro di Sudakov dello Shakthar, consentendo agli emiliani di conquistare uno storico primo punto.
Unica insufficienza il Milan (voto 5): d’accordo che il Liverpool è più forte, ma la sensazione è che i rossoneri siano sembrati assolutamente inferiori ai Reds da tutti i punti di vista.
Il protagonista
La nazione che forse l’ha fatta più da padrona in questa prima giornata è la Germania, con tre vittorie autorevoli firmate da Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen. Menzione sicuramente speciale per i giovanissimi trascinatori di Borussia e Bayer, il 2004 inglese Jamie Bynoe-Gittens dei gialloneri e il 2003 Florian Wirtz delle Aspirine (a proposito dei giovani talenti di cui già parlavamo all’inizio dell’articolo), ma la palma di MVP indiscusso va senza dubbio a Harry Kane, colui che già da un paio di anni almeno contende a Erling Håland lo scettro di miglior centravanti del pianeta. L’inglese ha demolito la Dinamo Zagabria con quattro reti, proponendosi come favorito forse numero uno per il titolo di capocannoniere della Champions e mostrando a tutti che quest’anno, finalmente, vuole mettere le mani su almeno un trofeo…