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1989-1990: Real Madrid-Barcellona 3-2

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Madrid, Stadio Santiago Bernabéu, 12 febbraio 1990

Il primo Clasico degli anni ’90 è uno spot per il calcio: sia Real Madrid che Barcellona mettono in campo un sublime ed efficace passing game, pur declinato in forme diverse, e incantano gli spettatori di un Bernabéu gremito fino all’orlo.

Nel corso dei primi venti minuti abbondanti, il cruijffismo prende forma sotto gli occhi del pubblico: le idee avveniristiche del Profeta del Gol sono diventate realtà e non sono più solo un miraggio, in quanto i catalani si esibiscono in triangolazioni e scambi in velocità che strappano applausi convinti agli esteti. Il Real però non sta a guardare, e anche i suoi campioni fanno girare la palla in maniera efficace e spettacolare. Il gol di Michel sposta gli equilibri: il Barça improvvisamente fatica a gestire la velocità e la classe dei Blancos che, tra fine primo tempo e inizio ripresa, si portano sul 3-0, vedendosi negato peraltro un rigore netto – e anche un secondo rigore dubbio.

Dopo il 3-0 il Real pare gestire la partita in scioltezza, ma i catalani reagiscono d’orgoglio e si portano sul 3-2 nel giro di pochi minuti, grazie al fiuto del gol di un ritrovato Salinas. L’arbitro rimane protagonista in negativo: nega un altro rigore solare al Real e annulla il gol del pareggio, regolare, del Barcellona. Nel finale, gli animi si scaldano e il direttore di gara espelle Koeman e Aloisio, vanificando ogni velleità di rimonta degli ospiti. Nel complesso, una partita memorabile, dai contenuti tecnici altissimi.

Le pagelle – Real Madrid

IL MIGLIORE: Emilio Butragueño 8
L’impressione è che i posteri non sempre riconoscano al Buitre tutti i suoi meriti: il giocatore spagnolo si muove tra le linee con una velocità e un’intelligenza sorprendenti, tecnicamente sfoggia un repertorio da Divin Codino, punta la porta alla stregua di David Villa e semina il panico palla al piede. Il voto alto è anche il frutto del gol del 2-0, segnato con un colpo da opportunista, e dell’azione personale in velocità da cui scaturisce il rigore del 3-0.

Bernd Schuster 7,5: masterclass di Mr. genio e sregolatezza teutonico. Nel primo tempo Bernd insegna calcio: non perde un pallone e anzi lo strappa in tre occasioni in modo pulito dagli avversari, e il cronista lo nomina sempre perché è sempre nel vivo nell’azione. Alcune aperture pirlesche sono da applausi. Nel secondo tempo cala un po’ ma rimane un protagonista positivo della sfida.

Michel 7: altro giocatore che oggi non viene celebrato quanto meriterebbe, Possente ma veloce e tecnico come si conviene a un centrocampista spagnolo, nel primo tempo si invola palla al piede in due azioni spettacolari e sblocca la partita con un sinistro dal limite imparabile. Come i compagni, soffre un po’ nella ripresa.

Hugo Sánchez 6,5: prestazione un po’ meno brillante rispetto a quelle degli illustri compagni, ma l’attaccante messicano propizia il 2-0 con una fucilata su punizione, sigla il terzo gol su rigore e si rende pericoloso anche in un paio di altre occasioni. Silenzioso e letale.

Gordillo 6,5: altra rivelazione di questi Clasicos, un mancino universale che è praticamente sempre nel vivo della partita, pur non regalando le giocate eclatanti del compagni.

Le pagelle – Barcellona

IL MIGLIORE: Michael Laudrup 8
Prestazione da cineteca del fuoriclasse danese, cui manca davvero solo la ciliegina sulla torta (il gol): un pericolo costante per i madrileni, si invola in una decina di assoli spettacolari con il pallone incollato tra i piedi, inventa un paio di iniestate ante litteram per i compagni, e fino al novantesimo salta l’uomo, sempre, ripetutamente, senza concedere tregua. Ala destra, ala sinistra, finto nove, mezzala, Michael sembra un incrocio tra Cruijff e Don Andrés e regala ai suoi tifosi una gara memorabile.

Julio Salinas 7,5: il centravanti, una sorta di clone ante litteram di Morata, smentisce recisamente la teoria per cui gli allenatori devono limitarsi a non fare danni. Nelle prime uscite con Johann era parso tecnicamente inadeguato, lento e in grado solo di farsi valere nelle sportellate, grazie al fisico imponente. Nei Clasicos della seconda stagione di Cruijff in panchina dimostra di essere diventato un giocatore vero: il voto è un premio ai due gol da centravanti puro, il primo di testa e il secondo con un sinistro letale, ma Julio è bravo anche con la palla tra i piedi e si muove su tutto il fronte offensivo per novanta minuti.

José Mari Bakero 6,5: come Michel, anche Bakero è un centrocampista eccezionale e oggi sottovalutato. Meno brillante e decisivo che in altre partite, ha in ogni caso il pregio di essere sempre nel vivo della partita. Recupera palloni alla stregua di un Neeskens e quando si inserisce nell’area madrilena è spesso pericoloso, pur peccando un po’ di precisione nell’ultimo passaggio.

Aloisio 4: la nota dolente dell’orchestra catalana. In costante difficoltà contro il Buitre e Martín Vázquez (6,5), ricorre alle maniere forti senza grandi risultati; l’arbitro gli abbuona un rigore parso netto ma non un cartellino rosso meritato.

Ronald Koeman 6,5: il centrale olandese deve cantare e portare la croce. Nell’uno contro uno va più volte in difficoltà, specie contro lo scatenato Buitre, ma rimedia con alcune chiusure di classe, con il pallone pennellato sulla testa di Salinas da cui deriva il gol del 2-1 e con una fucilata che costringe Buyo al miracolo. Leader onnipresente, peccato per il guazzabuglio finale da cui scaturisce la sua espulsione.

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