La maledizione croata stava per abbattersi sulla nazionale italiana per l’ennesima volta: non abbiamo mai sconfitto i nostri quasi-dirimpettai e anche ieri sera è servito un miracolo, il più classico degli inattesi ribaltoni all’italiana (quelli tutti cuore oltre l’ostacolo e un po’ di buona sorte: Dinone Baggio contro la Norvegia, Roberto Baggio contro la Nigeria) per guadagnarsi dei soffertissimi ottavi di finale.
Dopo pochi secondi, Donnarumma è chiamato all’ennesimo miracolo del suo Campionato Europeo e urla la sua rabbia contro il mondo, perché, comprensibilmente, teme un’altra serata di assalti all’arma bianca dopo quella di settimana scorsa. Fortunatamente la Croazia, per quanto elegante e tecnicamente validissima, non è la Spagna, e quindi gli azzurri risalgono la china, specie grazie al solito, ispirato Barella, e sfiorano il gol. A inizio ripresa, la doccia fredda: Luka Modrić sbaglia un rigore (Donnarumma sempre miracoloso), ma confermando per la milionesima volta, alla soglia dei trentanove anni, la tempra del leader, si riscatta dopo pochi secondi con un gol da centravanti opportunista. A quel punto, si addensano per noi all’orizzonte enormi nuvoloni neri: chi scrive sente l’odore dell’Uruguay del 2014 o di altre serate maledette, in cui un episodio e la poca capacità di reazione degli azzurri li condannano a un terzo posto pericoloso. A pochi secondi dalla fine, Zaccagni, ennesimo eroe per caso della nazionale degli eroi per caso, trova un gol bellissimo e inatteso e spezza l’incantesimo: l’Italia vola agli ottavi, dove giocherà un altro “derby”, contro la Svizzera dall’anima balcanica.
Discutibili, a nostro avviso alcune scelte di Spalletti: Dimarco reinventato ala non ha avuto l’impatto atteso, il centrocampo non ha reso e il povero Retegui, isolato in avanti, ha confermato tutti i suoi limiti.
Il tabellino
ITALIA-CROAZIA 1-1
Marcatori: st 10′ Modric (C), 53′ Zaccagni (I).
Croazia (4-3-2-1): Livakovic; Stanisic, Sutalo, Pongracic, Gvardiol Modric (st 35′ Majer), Brozovic, Kovacic (st 25′ Ivanusec); Sucic (st 25′ Perisic) Pasalic (st 1′ Budimir); Kramaric (st 44′ Juranovic). Ct. Dalic.
Italia (3-5-2): Donnarumma; Darmian (st 36′ Zaccagni), Bastoni, Calafiori; Di Lorenzo, Barella, Jorginho (st 36′ Fagioli), Pellegrini (st 1′ Frattesi), Dimarco (st 12′ Chiesa); Retegui, Raspadori (st 30′ Scamacca). Ct. Spalletti.
Le pagelle
ITALIA
IL MIGLIORE: Donnarumma 7,5
Possiamo dire che è già il suo europeo, il suo secondo europeo: Gigio si prodiga in tre interventi capolavoro e para pure un rigore, propiziando la qualificazione degli azzurri agli ottavi.
Calafiori 7: elegante e preciso nelle chiusure, ha il merito e il cuore di inventarsi una discesa alla Gaetano Scirea (si perdoni l’esagerazione) a pochi secondi dalla fine e di servire a Zaccagni un pallone d’oro. Una certezza per il presente e per il futuro.
Jorginho 5: l’italo-brasiliano è lento, appannato e poco lucido nella distribuzione della palla, specie nel corso di un deludente e abulico secondo tempo.
Barella 6,5: altra serata da maratoneta in cui recupera un paio di palloni velenosi e scodella sulla testa di Bastoni (6) una palla morbida che costringe il portiere croato a una grande parata.
Retegui 5: isolato in avanti, circondato da maglie biancorosse, può combinare poco e infatti combina poco.
Zaccagni 6,5: il voto è tutto un premio al gol che porta l’Italia agli ottavi.
CROAZIA
IL MIGLIORE: Livaković 6,5
Autore di una parata eccezionale su Bastoni, guida con sicurezza la difesa e viene punito incolpevolmente a pochi secondi dalla fine.
Modrić 6: partita un po’ in sofferenza, con vari errori non da lui e un rigore calciato maluccio, ma il gol, una giocata di rabbia e di disperazione, gli vale almeno la sufficienza. Leader eterno.
Sučić 6: il centrocampista del Salisburgo disputa un ottimo primo tempo e sfiora il gol, ma nella ripresa è un assente ingiustificato.
Brozović 5: in affanno come contro gli spagnoli, azzecca pochi passaggi e in generale è quasi sempre avulso dalla manovra.
Kovačić 5,5: come quasi sempre gli accade, partita senza infamia e senza lode, in cui però gli riescono poco anche le scorribande palla al piede.
Articolo a cura di FRANCESCO BUFFOLI e TOMMASO CIUTI