Immagine di copertina: la singolare esultanza del Marocco dopo la clamorosa affermazione sul Belgio
La conferma
La Francia, trascinata dalla doppietta del suo fuoriclasse Mbappé, piega la Danimarca e si qualifica agli ottavi di finale con un turno d’anticipo. I transalpini, nonostante le assenze illustri, si confermano una squadra solida e che vive di fiammate letali, armi con le quali ha portato a casa il titolo quattro anni fa e che la candidano per arrivare fino al traguardo anche in Qatar. L’assenza di Benzema è stata finora colmata alla grande da un Oliver Giroud perfettamente funzionale al gioco di Deschamps, e con un Rabiot tirato a lucido come non mai anche la mancanza di Kanté e Pogba sembra fare meno male. Il Brasile, orfano di Neymar, soffre più del previsto contro una Svizzera coriacea e scorbutica: gli elvetici per lunghi tratti della partita hanno impedito ai verdeoro di scatenare la loro tecnica e velocità supersonica e vengono piegati solamente da Casemiro nel finale. Continuo a reputare la Seleçao la grande favorita per la vittoria finale, per completezza di reparti (difesa inclusa, non proprio la specialità tradizionale della casa), qualità dei singoli e arsenale a disposizione. La Spagna, dopo la sbornia del 7-0 contro il Costa Rica, fa una bella figura nel pareggio contro una Germania ferita nell’orgoglio che la costringe a lottare nel fango: sciorina un bel calcio, fatto di fraseggi palla a terra e guizzi dei suoi talentini offensivi, anche se ancora una volta spreca troppo. Respira la Croazia, che dopo lo scialbo pareggio della prima giornata si impone con un roboante 4-1 sul Canada, e soprattutto l‘Argentina: il colpo da fuoriclasse di Messi salva la Seleccion dalla palude messicana nella quale si stava impantanando, vittima delle sue insicurezze e delle sue mancanze, e la tiene in corsa per un posto agli ottavi.
La delusione
Nonostante la qualificazione sia ancora ampiamente alla sua portata, l’Inghilterra è una delle delusioni di questa giornata: non riesce ad andare oltre ad un grigio 0-0 con gli USA, esprimendo un gioco farraginoso e poco brillante in fase offensiva. Saka, Bellingham e Sterling non sono quelli dell’andata. Colpisce soprattutto l’assenza di Foden, il giocatore più forte e più adatto a certi palcoscenici nonostante la giovane età, a cui Southgate non concede nemmeno un minuto. Gli inglesi, apparsi fortemente ridimensionati dopo la goleada con l’Iran, hanno bisogno della sua fantasia e della sua imprevedibilità. Il Belgio, dopo la vittoria poco convincente con il Canada, cade meritatamente contro il Marocco e paga un clima teso e uno spogliatoio in subbuglio: c’è una sensazione di gelido autunno, che si sta abbattendo su una generazione incompiuta. La sensazione di amarezza per “qualcosa che avrebbe potuto essere” e che molto probabilmente “non sarà mai” deprime anche Kevin De Bruyne, davvero irriconoscibile rispetto agli standard mancuniani. Infine l’Uruguay: la Celeste non disputa nemmeno una brutta partita, anzi. Ha le sue occasioni ed è molto sfortunata sugli episodi-chiave (il gollonzo di Bruno Fernandes, il palo colpito, l’incredibile giocata di Bentancur, il rigore molto generoso concesso ai lusitani per il 2-0), ma i fasti dello scorso decennio sono lontani, e tutto quel che rimane è una sensazione di “vorrei ma non posso”.
La sorpresa
Se le sorprese della scorsa giornata (Arabia Saudita e Giappone) non sono riuscite a ripetersi, anzi, ce ne sono altre che meritano applausi, a partire dal Marocco, che piega il Belgio, trascinato da un bravissimo Ziyech. Tanti applausi anche all’Iran, che domina uno spento Galles, con ritmo e intensità atletica. Pirotecnica e spettacolare (forse la più di tutte sinora) è stata Camerun-Serbia, che ha inaspettatamente regalato perle ed emozioni: una su tutte lo straordinario gol in pallonetto del centravanti camerunese Aboubakar, che entra a gara in corso e diventa il protagonista del match con un gol e un assist. Concludo con una menzione ad Harry Maguire: il difensore inglese ha disputato un’altra ottima partita in fase difensiva ed è sembrato tutt’altro giocatore rispetto alla versione bersagliata e insicura dei Red Devils. La sua convocazione, a scapito di giocatori più quotati come Smalling e Tomori, aveva fatto storcere il naso un po’ a tutti, ma sinora il centrale inglese è una delle note più positive di tutta l’Inghilterra.
Il protagonista
Anche a costo di essere banali, non possiamo non nominare Kylian Mbappé: doppietta “sporca”, devastante in campo aperto, sempre al centro del gioco. A 23 anni i gol ai mondiali sono già sette, e sembra non volersi fermare.