L’Italia viene clamorosamente sconfitta in casa dalla Macedonia e fallisce così l’accesso alla finale dei play off contro il Portogallo, che invece non sbaglia contro la Turchia (seppur con un po’ di affanno e fortuna). Dopo un’intera partita in apnea, i macedoni trovano il jolly vincente con un destro da fuori di Trajkovski che sorprende Donnarumma e infila la palla nell’angolino basso alla destra del portierone del PSG. Dopo l’incubo di Italia-Svezia del 2017 che ci costò il pass per i mondiali in Russia, intervallato dall’illusorio risveglio del trionfo ad Euro 2021, la maledizione continua: in Qatar andrà una tra Portogallo e Macedonia del Nord, e noi rimaniamo a casa per il secondo mondiale di fila. Non era mai successo. Il rapporto tra gli azzurri e la coppa del mondo è stato terribile in questi dodici anni: due mondiali terminati al primo turno e altri due mondiali dal divano. Il trionfo agli europei dello scorso anno è una parentesi felice, arrivata sicuramente con merito, ma non può bastare per assolvere il calcio italiano.
La cornice dello Stadio Renzo Barbera di Palermo, tutto esaurito per l’occasione, sembrava promettere una serata diversa. L’entusiasmo inziale del pubblico ha gradualmente lasciato spazio all’attesa, che si è lentamente tramutata in impazienza, fino a mutare in ansia. Gli Azzurri hanno fatto una partita ansiosa: il recupero aggressivo e frenetico della palla non era accompagnato dalla pazienza e dalla lucidità nel fare la cosa giusta. Una volta preso possesso del campo – 75% del possesso palla, a dimostrazione che “tenere palla” e “giocare bene” non sono necessariamente due concetti consequenziali – raramente si è arrivati a creare occasioni da gol pulite. I tre attaccanti, persi in un vortice di prevedibilità e confusione, sono spesso andati a sbattere contro il muro rosso dei difensori macedoni, non riuscendo mai a scoccare un tiro pulito. E quando la modestia tecnica degli slavi si manifesta con un clamoroso errore di costruzione del portiere Dimitrievski, Berardi grazia gli avversari calciando debolmente a porta sguarnita permettendo al portiere della Macedonia di allungarsi in tuffo e recuperare. Le ripartenze macedoni sono rare, ma rischiamo la beffa già nel primo tempo con una distrazione di Mancini, se non interviene un provvidenziale Florenzi in scivolata a togliere le castagne dal fuoco.
Nella seconda frazione di gioco il canovaccio è simile e il copione non cambia: al fianco di un Jorginho davvero minimale nel compitino e nell’interpretazione della partita, Marco Verratti è l’unico che cerca di aprire finestre per fare entrare spiragli di luce: il pescarese è l’unico giocatore che verticalizza e che serve palloni deliziosi per Immobile e Berardi che però non concretizzano in diverse occasioni. Il CT Roberto Mancini ha provato a giocarsi tutte le cartucce a sua disposizione – da Raspadori a Joao Pedro passando per Tonali e senza dimenticare l’eterno Chiellini – ma, escludendo rare fiammate estemporanee, il giro-palla ha l’aspetto di un fuocherello asfittico nella disperata ricerca di una scintilla per far divampare un incendio che mai ci sarà. Francamente, ai nastri di partenza, era difficile pensare che una partita con un avversario di questo calibro – con tutto il dovuto rispetto per la Macedonia – potesse trascinarsi fino ai supplementari. Nessuno di noi se l’aspettava, forse nemmeno Gigi Donnarumma, beffato da un tiro improvviso quando ormai la campanella del time out stava per suonare. Ci sarà tempo per i processi sommari – che dopo ogni guerra persa si abbattono inesorabili sui vinti – , per la caccia ai colpevoli, per i bilanci sul nostro calcio. In otto mesi si è passati dagli altari alla polvere, dov’è silenzio e tenebre la gloria che passò.
Il tabellino
ITALIA-MACEDONIA DEL NORD 0-1
Marcatore: 92′ Trajkovski.
Italia: Donnarumma; Florenzi, Mancini (Chiellini), Bastoni, Emerson; Barella (Tonali), Jorginho, Verratti; Berardi (Joao Pedro), Immobile (Pellegrini), Insigne (Raspadori). Ct. Mancini Macedonia: Dimitrievski; S. Ristovski, Velkovski (Ristevski), Musliu, Alioski; Nikolov (Ashkovski), Ademi (Spirovski), Bardhi, Churlinov; M. Ristovski (Miovski), Trajkovski. Ct. Milevski.
Le pagelle
ITALIA
IL MIGLIORE VERRATTI 7
È l’unica luce azzurra ed è il giocatore che fa vedere le cose migliori: prova ad alzare il ritmo delle giocate con i palloni in verticale, posizionandosi tra le linee per fare male, e molto spesso ci riesce. Scodella una manciata di palloni deliziosi a Immobile e soprattutto a Berardi, che però sprecano. La sua qualità non è bastata per portarci al mondiale, ma se c’è qualcuno che non ha nulla da rimproverarsi è lui.
BARELLA 5,5
Non è in un gran momento di forma, e si vede. Non fa una partita eccezionale, nelle scelte non è lucido come il Barella di un anno fa, ma quanto meno ci prova ed è generoso.
BERARDI 5
Per quanto si dimostri volenteroso, già nei primi minuti è confusionario e arruffone nelle scelte. L’errore in fase conclusivo nel primo tempo è da matita blu, e anche nella ripresa ha un’occasione dal limite dell’area in cui poteva davvero fare meglio. Ha qualche fiammata, ma è davvero troppo poco.
IMMOBILE 4,5
La maglia della nazionale proprio non gli dona. Soffre gli spazi chiusi, nonostante la caratura della difesa macedone non sia eccelsa, e quando ha la palla tra i piedi sbaglia controlli che gli fanno perdere secondi preziosi.
INSIGNE 4
Prevedibile nelle movenze e nei tiri, quasi sempre rimpallati. Mai davvero pericoloso nel primo tempo, si eclissa completamente nel secondo. La sensazione è che, con il contratto milionario in Canada, abbia davvero staccato la spina. Non è mai stato un fuoriclasse, neanche al meglio, ma così proprio non va.
MACEDONIA
IL MIGLIORE: TRAJKOVSKI 7
Non possiamo che premiare lui. Dopo una partita di sofferenza e sacrificio, in cui fatica a tenere palloni puliti e giocabili, sigla in gol della vita con un diagonale da fuori che incenerisce Donnarumma e getta nello sconforto 60 milioni di italiani.
MUSLIU 6,5
Leader difensivo dei macedoni, annulla Immobile e intercetta tutte le palle volanti. Non elegantissimo, ma sicuramente efficace.
DIMITRIEVSKI 6
Rischia una figuraccia nel primo tempo, quando consegna il pallone a Berardi, ed è fortunato che l’attaccante del Sassuolo è in giornata no. Per il resto controlla bene, compie discrete uscite ed è puntuale negli interventi.
L’altra partita
PORTOGALLO-TURCHIA 3-1
Marcatori: pt 15′ Otavio (P), 42′ Jota (P); 20′ Yilmaz (T), 94′ Nunes (P).
Il Portogallo domina, va sul 2-0 e sembra in gestione totale. Poi la Turchia accorcia all’improvviso sull’asse Under-Yilmaz. I lusitani tremano e ancora Yimaz spreca dagli 11 metri la clamorosa occasione per il 2-2, facendosi deviare il rigore da Costa. In pieno recupero il 3-1 del nuovo entrato Nunes. Ectoplasmatico Cristiano Ronaldo. Martedì a Lisbona la finalissima Portogallo-Macedonia del Nord: lusitani largamente favoriti.