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Cinque doppi ex che non ricordavi con le maglie di Inter e Napoli

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La sfida tra Inter e Napoli è sicuramente una delle più affascinanti di tutto il panorama calcistico italiano. Gli scontri più memorabili furono soprattutto quelli alla fine degli anni ’80 dove il Ciuccio riuscì ad avere la meglio nel 1987, mentre il Biscione si rifece nel 1989. Grandi campioni e grandi meteore hanno dunque vestite le maglie di queste due nobili del calcio italiano, ma forse non tutti conoscevano il doppio passato di questi cinque.

Tarcisio Burgnich


Uno dei difensori più forti nella storia del calcio italiano, un marcatore implacabile che ha saputo rendere grande l’Inter e la Nazionale. Tarcisio Burgnich era un friulano duro in campo e inizialmente anche molto sgraziato nei modi, tanto che ci mise molto tempo per esplodere. Iniziò da ragazzino con la sua Udinese dove fece gli esordi in Serie A, prima di passare nell’estate del 1960 alla Juventus. In bianconero vinse il suo primo Scudetto giocando però solamente tredici partite e non sembrando adatto al grande calcio, infatti a fine anno Carlo Parola gli diede il benservito. Fu Palermo che lo accolse tra le proprie fila e l’annata siciliana fu decisiva per la sua carriera perché per la prima volta giocò un’annata da titolare, segnando anche il primo gol tra i professionisti e risultando uno dei migliori marcatori del campionato stregando il Mago Herrera che lo volle all’Inter. Iniziò così il ciclo d’oro della Beneamata e di Tarcisio che giocò con i meneghini per dodici lunghe annate dove vinse tutto quello che si poteva vincere diventando un simbolo dei nerazzurri e della Nazionale. Al termine del deludente Mondiale del 1974 capì che era tempo di cambiare aria e così venne ceduto al Napoli dove vi rimase per tre stagioni. Fu molto positivo soprattutto il primo campionato, con la squadra di Vinício che giocava bene e divertiva e conquistò un secondo posto anche grazie all’eterna solidità della Roccia che dimostrò anche in Campania tutto il suo enorme talento.

Francesco Colonnese

Difensore dalle buone qualità che però non è mai stato in grado di dare continuità alle proprie prestazioni rimanendo così troppo nell’anonimato. Francesco Colonnese iniziò nella sua Potenza, ma fu alla Cremonese che mostrò tutte le sue qualità, ottenendo una promozione in Serie A e ben figurando nella massima serie. Le sue prestazioni in grigiorosso gli valsero la chiamata della Roma, ma Carletto Mazzone faticava a vederlo come un possibile titolare e così giocò solamente cinque partite in Serie A e venne così ceduto immediatamente al Napoli. In azzurro fu molto positivo fin da subito e fu soprattutto nella seconda stagione che diede il meglio di sé con Gigi Simoni in panchina. Dopo due ottimi anni in Campania seguì il suo mentore all’Inter dove vinse la Coppa Uefa da titolare e nella stagione 1997-98 venne inserito tra i migliori giocatori per media voto di tutta la stagione. Dal 2000 in poi fu tormentato dagli infortuni, giocò poco o nulla nella Lazio e chiuse la carriera con due anni a Siena.

Marco Ferrante


Attaccante molto bravo in area di rigore e molto apprezzato in provincia che però non è mai riuscito a compiere il definitivo salto di qualità. Marco Ferrante iniziò nelle giovanili del Napoli e debuttò in Serie A giovanissimo nell’ultima partita del 1989 contro il Como, prima di due prestiti con Reggiana e soprattutto Pisa, che gli garantì il ritorno in Campania. Gli Azzurri si stavano ricostruendo, ma gli venne dato poco spazio e così, dopo sole quattro presenze senza reti, venne ceduto definitivamente al Parma e da lì iniziò a girare lo Stivale. La consacrazione la trovò però in maglia granata con il Torino e dopo cinque anni ricchi di marcature venne acquistato nel gennaio 2001 dall’Inter con Tardelli che lo preferì addirittura a Romário. In nerazzurro fu un fiasco totale segnando solamente contro l’Udinese e venendo immediatamente rimandato in Piemonte alla fine della stagione. Le sue medie realizzative calarono anche con il Toro e nel 2007 chiuse carriera al Verona.

Mauro Milanese


Terzino dotato di ottime qualità in fase di spinta, è stato in grado di costruirsi un’ottima carriera nonostante non fosse propriamente un predestinato. Mauro Milanese iniziò nella sua Trieste prima di giocare nelle varie serie minori con Massese, Monfalcone e ancora Triestina, ma inaspettatamente nel 1994 arrivò la grande occasione. Fu la Cremonese a portarlo in Serie A e le sue ottime prestazioni gli consentirono di rimanere ai vertici per molto tempo. Dopo l’annata in grigiorosso passò al Torino e nel 1996 al Napoli dove fu il titolare della fascia trovando anche un gol decisivo contro il Verona. Lo volle il Parma, ma dopo pochi mesi del 1997 Gigi Simoni spinse per rivolerlo all’Inter dove si dimostrò essere una riserva affidabile per un anno e mezzo, segnando anche due reti. Dopo la parentesi nerazzurro tornò in provincia avendo fallito il definitivo salto di qualità, ma continuò ancora a disputare ottime annate, venendo apprezzato soprattutto in quel di Perugia.

Rolando


Difensore dalle grandi qualità fisiche e atletiche, non ha saputo rispettare pienamente le attese di una carriera che a un certo punto stava prendendo il volo. Rolando nacque nell’isola di Capo Verde, ma lasciò la sua terra per approdare nelle giovanili del Belenenses. Vi rimase per quattro anni, crescendo a vista d’occhio stagione dopo stagione e così nel 2008 venne acquistato dal Porto che lo fece diventare una sua colonna. Fu un pilastro della squadra che vinse l’Europa League nel 2011 e nel gennaio del 2013 venne acquistato dal Napoli che vedeva in lui l’uomo giusto per poter far fare al reparto arretrato un importante salto di qualità. Incredibilmente sotto il Vesuvio fu un fiasco totale e dopo sole sette partite venne ceduto in prestito all’Inter di quel Mazzarri che lo aveva sfruttato poco o nulla. Iniziò dalla panchina, ma si ritagliò un ruolo importante all’interno della squadra rivelandosi il miglior difensore della stagione nerazzurra segnando anche gol importanti, ben quattro, uno dei quali a Torino contro la Juventus. Nonostante le ottime prestazioni non venne riscattato e da lì iniziò a girare l’Europa prima di tornare in Portogallo al Braga.

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