Questa sera Milano si mette il suo abito migliore perché questa sera alla Scala del Calcio vi è l’attesissimo derby. Inter contro Milan è da sempre una partita indimenticabile, ricca di colpi di scena e aperta a qualsiasi risultato e da un paio d’anni è tornata anche una sfida Scudetto. Tantissimi grandi campioni hanno vestito entrambe le maglie della città meneghina, diversi hanno lasciato un segno importanti, altri decisamente meno e forse questi cinque non li ricordavate su entrambe le sponde del Naviglio.
Antonio Valentín Angelillo
Uno dei cannonieri più implacabili che si siano mai visti nella Serie A italiana, un centravanti capace di rompere qualsiasi record e di lasciare un’impronta determinante nella storia. Antonio Valentín Angelillo era uno degli Angeli dalla Faccia sporca, uno dei quei campionissimi che in Argentina era in grado di far vedere cose esaltanti in campo, ma che si concedeva anche qualche bizza in più fuori dal rettangolo verde. Dopo gli inizi con il Racing, fu il Boca Juniors ad ad acquistarlo facendolo diventare uno dei più ambiti centravanti del globo e nel 1957 fu l’Inter ad acquistarlo vivendo in nerazzurro i suoi anni migliori. La stagione da incorniciare fu senza dubbio la seconda dove in trentatre partite riuscì a mettere a segno altrettante reti diventando il miglior marcatore di sempre in un unico campionato della Serie A a diciotto squadre, ma con l’arrivo di Helenio Herrera le cose peggiorarono. Venne sempre di più allontanato dalla prima squadra nonostante l’amore del popolo nerazzurro e nel 1961 passò alla Roma dove vi rimase quattro anni. Ormai sul viale del tramonto venne acquistato dal Milan, ma troppo forte era il suo legame con la Beneamata diventando così spesso bersaglio dei suoi stessi tifosi. Undici sole partite e una rete, prima di un prestito a Lecco e il ritorno l’anno seguente ancora al Diavolo per le sue ultime tre apparizioni nella massima serie con l’ultima marcatura della carriera.
Cristian Brocchi
Centrocampista di grande quantità e di buona qualità è sempre stato considerato un ottimo rincalzo in squadre di vertice. Cristian Brocchi iniziò la sua carriera nelle giovanili del Milan, ma dopo vari prestiti nelle serie minori venne venduto al Verona dove visse due straordinarie stagioni. Fu decisivo per la promozione in A e in seguito si confermò nella massima serie tanto da essere acquistato in estate dall’Inter. In nerazzurro ebbe problemi alla schiena che ne limitarono l’utilizzo ma fu travolto dalla pessima stagione nerazzurra, giocando solo quindici partite e segnando a San Siro nel pari col Vicenza. Venne così ceduto al Milan dove fu riserva per quattro stagioni riuscendo però a vincere uno Scudetto e una Champions League. Voglioso di giocare nel 2005 accettò la proposta della Fiorentina dove disputò una strepitosa stagione che per poco non lo portò al Mondiale e fu sua la rete che al Franchi stese l’Inter. Le prestazioni gli valsero il ritorno al Milan per due anni dove vinse un’altra Champions, prima di passare alla Lazio e chiudere carriera nel 2013.
Edgar Davids
Centrocampista grintosa, dotato di grande tecnica, ottimi inserimenti e uno straordinario senso dell’anticipo. Edgar Davids è stato tra i mediani più apprezzati di tutti gli anni ’90 e già quando era giovanissimo mostrò tutto le sue qualità vestendo la maglia dell’Ajax. Con i Lancieri vinse la Champions League del 1995, mentre nella stagione seguente fu proprio un suo errore dal dischetto a costare la sconfitta nell’ultimo atto di Roma contro la Juventus, ma ormai l’Italia era nel suo destino. In estate venne acquistato dal Milan campione d’Italia che però visse un’annata a dir poco disastrosa e anche il mastino olandese finì risucchiato nel flop rossonero. Il Diavolo non lo capì fino in fondo e dopo soli dodici mesi lo cedette alla Juventus facendo la fortuna del club torinese. Vi rimase per ben sette stagioni, prima di essere ceduto a Barcellona e nel 2004 all’Inter, diventando uno dei pochi ad aver vestito le maglie delle tre grandi del calcio italiano. Milano si confermò però maledetta per lui, non riuscendo a legare con Juan Sebastián Verón e l’esplosione di Cambiasso lo relegò sempre di più ai margini della squadra e così a fine anno andò al Tottenham prima di chiudere ancora con l’Ajax.
Thomas Helveg
Terzino destro dotato di ottime qualità offensive, molto bravo nel cross, ha vissuto diversi anni ad altissimo livello venendo spesso considerato uno dei migliori del ruolo. Thomas Helveg iniziò molto giovane nella sua Danimarca con l’Odense, prima di venire acquistato nel 1993 dall’Udinese. Con i friulani visse un difficoltoso primo anno che portò alla retrocessione dei bianconeri, ma fu protagonista dell’immediata promozione e nel massimo campionato fece faville. Divenne una fondamentale chiave tattica nel 3-4-3 di Alberto Zaccheroni e il tecnico romagnolo lo volle con sé al Milan nel 1998. A San Siro divenne immediatamente titolare e con il Diavolo vinse il pazzesco Scudetto del 1999 e finché il suo mentore rimase in rossonero fu un titolare, ma gli arrivi di Terim e soprattutto di Ancelotti lo relegarono in fondo alla gerarchie. Nel 2003 decise dunque di cambiare sponda di Milano e passare all’Inter, ma nonostante la presenza ancora una volta di Zaccheroni non riuscì a lasciare il segno, giocando ventitre partite senza mai riuscire a convincere. In estate venne ceduto al Norwich, prima di passare poi al Borussia Mönchengladbach e infine all’Odense.
Pierluigi Orlandini
Doveva essere uno dei grandi protagonisti della generazione di fenomeni che l’Under 21 italiana stava sfornando a inizio anni ’90, era stato l’uomo del trionfo con il Portogallo, ma purtroppo fu anche una grande delusione. Pierluigi Orlandini crebbe nel floridissimo vivaio dell’Atalanta e dopo un breve prestito a Lecce, esplose nella stagione 1993-94. Con i nerazzurri si conquistò la chiamata di Cesare Maldini per l’Europeo Under 21 in Francia e uno suo splendido sinistro nei supplementari dal limite dell’area valse la vittoria contro il Portogallo. Quella rete sembrò lanciare la sua carriera e infatti in estate venne acquistato dall’Inter di Pellegrini, ma fu un fiasco totale. Per due anni Ottavio Bianchi provò a dargli fiducia, ma senza grande successo e con l’arrivo di Hodgson sparì dai radar. Si rilanciò molto bene a Verona venendo così acquistato dal Parma e a sorpresa nel 1999 il Milan campione d’Italia volle dargli un’altra occasione, ma fu una meteora. In rossonero totalizzò solo due partite e una rete contro il Venezia, prima di passare a gennaio proprio ai lagunari. Brescia e Bergamo furono le sue ultime anonime tappe prima di un mesto finale di carriera nelle serie minori.