Due attaccanti diversi, ma tra i migliori al mondo nei rispettivi periodi. Sono il liberiano George Weah e l’italiano Christian Vieri ed è il nuovo confronto proposto dal nostro Francesco Buffoli. Weah: agile come una pantera, travolgente nelle discese palla al piede, non un grandissimo finalizzatore, ma un importante uomo squadra. Vieri: potente come un bisonte, sfondatore delle aree di rigore, grande fiuto del gol e tiro che non dava scampo ai portieri avversari.
Francesco Buffoli
Weah e Vieri rappresentano due modi diversi di incarnare il concetto di centravanti.
Weah era una sorta di premonizione del Ronaldo brasiliano, solo meno ultraterrena: imprendibile palla al piede, superbo tecnicamente, faceva leva su un mix letale di forza fisica pura e velocità per mettere a soqquadro le difese d’Europa e d’Italia. Vive le stagioni migliori nella prima metà degli anni ’90, da simbolo e leader prima del Monaco o poi del Psg che sfiorano importanti traguardi europei. La sua prima stagione a Milano lo vede regalare gesta che evocano il Gullit ammirato 8 anni prima. Dopo il 1996 avrà però un impatto minore, specie sul piano europeo, salvo lo spettacolare colpo di coda dello scudetto di Zaccheroni, quando risulta uno dei giocatori più determinanti. Una forza della natura limitata solo dalla scarsa propensione al gol, pallone d’oro a mio avviso meritato per quanto anche un po’ politico.
Vieri era invece un classico sfondatore, un bomber vecchio stampo che trova il proprio ambiente naturale nell’area di rigore. Forza fisica incontenibile, immarcabile nel gioco aereo, senso del gol da grande campione, a fine anni ’90 è uno dei primissimi centravanti al mondo, come dimostrano la superba stagione in Spagna, il mondiale francese e l’impatto sul campionato italiano in maglia laziale. Gli mancherà forse la grande consacrazione europea, almeno dopo il 1999, e il suo declino sarà repentino e prematuro, ma Bobo al meglio era un centravanti di statura planetaria.
Sommando tutto, scelgo King George di poco, perché poteva cambiare il volto di una squadra quando era in condizione, ed è stato più longevo.
Tommaso Ciuti
Due centravanti molto diversi tra di loro: Vieri fa del gol il suo marchio di fabbrica, Weah no.
Il liberiano è un giocatore più universale, più travolgente palla al piede e più trascinatore, tutto sommato ha avuto picchi di gran lunga più alti di quelli di Bobo, che considero comunque il centravanti italiano più bravo della sua epoca: magnifico terminale offensivo in due mondiali, tra Juve ma soprattutto Atletico Madrid, Lazio e Inter fa vedere il meglio, prima di calare bruscamente. Non bello da vedere, ma efficace, fisicamente dirompente, bravissimo di testa e con un sinistro di pietra.
Come giocatore prendo Weah, come carriera Vieri è stato un po’ meglio.
Luca Ceste
Confronto stimolante fra due esempi diversi di prima punta.
Vieri centravanti classico, forse uno degli ultimi prodotti dal nostro calcio, con potenzialità fisiche notevoli che ebbi modo di apprezzare quando lo vidi all’opera giovanissimo nella Primavera del Torino. Gran colpitore di testa, tiro potente, in grado di fare a sportellate con ogni difensore. Molto generoso, con gli anni è riuscito anche ad affinarsi tecnicamente, anche se certi limiti originari sono sempre rimasti.
Weah una vera forza della natura (basti l’esempio della cavalcata del famoso gol al Verona), inarrestabile in progressione, tiro con due piedi da ogni posizione, puntuale anche di testa. Secondo me più duttile del rivale, sapeva anche mettersi al servizio della squadra a seconda delle esigenze tattiche e dell’evoluzione della partita. Per questo il mio voto va a lui.
Tiziano Canale
Il mio voto va a Weah.
Vieri è stato un attaccante vecchio stile, molto completo, potente fisicamente, con un straordinario fiuto del goal e un gran tiro da fuori. Probabilmente uno dei bomber puri più forti che ci siano mai stati in Italia, questo è certo, ma aveva diverse lacune di natura tecnica e forse non ha mai brillato come avrebbe dovuto (e potuto) in partite importanti. Weah invece è stato un attaccante a tutto tondo, più completo, meno bomber ma più uomo squadra: anche lui incredibilmente esplosivo, inarrestabile quando lanciato a rete, King George aveva anche tecnica notevole, era più bravo a saltare l’uomo ed era anche un uomo assist sottovalutato. Premio quindi le doti tecniche del liberiano e le sue qualità di assistman.
Niccolò Mello
Due attaccanti diversi: Weah devastante in campo aperto e capace di accelerazioni devastanti palla al piede, capace di giocare unica punta o in appoggio a un centravanti più fisico. Vieri classico terminale, prima punta dalla disumana potenza e dal tiro mortifero.
A livello internazionale Weah ha inciso di più a livello di coppe con i club, Vieri in compenso è quasi sempre stato una sentenza in nazionale, centravanti titolare dell’Italia con un ottimo rendimento in più competizioni e nonostante una folta concorrenza interna per il ruolo di centravanti.
Weah al suo apice ha avuto secondo me qualcosa in più e come giocatore è stato un po’ più bravo, Vieri ha avuto una carriera maggiormente continua.