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Kohler vs Vierchowod: quando gli stopper non facevano passare nemmeno le briciole…

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Due colossi della difesa. Due mastini implacabili, che spesso non concedevano nulla nemmeno ai più grandi fuoriclasse del campionato italiano degli anni ’80-primi anni ’90 e all’epoca la serie A era la NBA pallonara, radunava la crème de la crème dei più grandi calciatori del pianeta.
Sono Jürgen Kohler e Pietro Vierchowod, stopper invalicabili e superbi rappresentanti di un tempo che non tornerà, quando i palcoscenici calcistici erano pieni di difensori centrali fenomenali sull’uomo, giocatori che ricorrevano a ogni mezzo pur di fermare il più temuto degli attaccanti avversari.

Gabriele Gilli

Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di due tra i più forti interpreti del ruolo di stopper a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, che Marco van Basten stesso ha descritto come due difensori tra i più forti e duri mai affrontati durante la sua carriera.
Entrambi si sono imposti per la loro forza in fase di marcatura e per una carriera abbastanza longeva ad alti livelli, che ha permesso loro di scrivere pagine importanti per i club nei quali hanno militato (Vierchowod ha fatto le fortune di Roma e Sampdoria, e anche della Juventus a 37 anni d’età), mentre l’apporto di Kohler è stato importante per le sorti della Juventus di Trapattoni.
Tra i due, premio maggiormente l’eleganza e l’iconicità di Jürgen Kohler, che ormai per me è definibile come lo stopper per antonomasia. Inoltre, le maggiori fortune che ha avuto con la nazionale tedesca fanno pendere l’ago della bilancia a favore suo.

Jurgen Kohler

Luca Ceste

Vierchowod e Kohler sono due stopper che hanno segnato entrambi la loro epoca. Il primo una delle massime espressioni del marcatore puro all’italiana, aveva nella potenza, nell’esplosività fisica i suoi punti di forza che gli hanno permesso di adattarsi sia al gioco a zona puro – vedi la Roma scudettata di Liedholm, dove oltre ad annichilire il centravanti avversario copriva con fulminei recuperi i varchi lasciati dalle compassate avanzate del compianto Di Bartolomei – sia in un sistema misto come quello della Sampdoria e della Juventus, compagini con le quali ha raccolto gli altri allori nazionali ed europei di una carriera longeva e ricca di soddisfazioni. Unico neo le poche presenze in azzurro, dove è stato a lungo chiuso da elementi del calibro di Collovati e Ferri e dai “blocchi” di turno.
Eleganza, potenza e concretezza, anche offensiva, sono stati invece i marchi di fabbrica di Kohler, tra i più forti stopper degli Anni ’90. Implacabile sull’uomo, tempista negli anticipi ed efficace nelle chiusure, all’occorrenza sapeva anche impostare e si rivelava letale, specie nel gioco aereo con i suoi inserimenti in attacco sulle palle inattive. L’apice della sua carriera di club nei trionfi con Juventus e Borussia Dortmund e il suggello rappresentato dal Mondiale ’90.
A parità di efficacia relativa alle caratteristiche difensive, lo preferisco al rivale per stile e successo con la nazionale.

Francesco Buffoli

Eisenfuss (piede di ferro) Kohler è uno dei più grandi centrali tedeschi e mondiali, non solo della sua generazione. Eccelleva nel gioco aereo e nel tackle, era difficilissimo perdesse la concentrazione e aveva una forza fisica strepitosa. Colonna della Germania e del Borussia Dortmund per una vita, lascerà grandi ricordi anche a Monaco di Baviera e alla Juventus, dove fu più volte elogiato dal Trap. Globalmente dà il meglio forse a inizio anni ’90, ma vive la stagione della vita nel 1997, da colonna portante del Borussia Dortmund campione d’Europa. Memorabili e ruvidi i suoi duelli con van Basten.
Lo Zar Pietro Vierchowod è a sua volta stopper che segna un’epoca: a dispetto di doti tecniche piuttosto povere, eccelle in ogni aspetto difensivo puro, dal tackle all’anticipo; bravissimo sull’uomo, aveva la dote innata di chiudere ogni spazio e di togliere l’aria all’attaccante avversario. Dopo un debutto a Como in cui mette in mostra doti agonistiche avveniristiche, è protagonista si due scudetti che fanno la storia, e darà il meglio a Genova nel corso degli anni ’80 e nei primi ’90, diventando l’incubo di ogni avversario, da Maradona che lo soprannomina Hulk a van Basten che lo soffre sempre. Verso la quarantina sarà campione d’Europa con la Juve e farà vedere i sorci verdi al giovane Ronaldo.
Sommando tutto vado di poco su Kohler per la carriera in nazionale, come giocatori li metto sullo stesso piano.

I gol più belli di Vierchowod alla Sampdoria

Niccolò Mello

Due dei più grandi marcatori non solo degli anni ’80, ma della storia del gioco.
Pietro Viercowod non ha avuto in nazionale le fortune che meritava, mentre nei club si è ritagliato un ruolo di primissimo piano nella Roma e ancora di più nella grande Sampdoria di Paolo Mantovani. Stopper implacabile, formidabile sull’uomo, ha tenuto alla larga e spesso cancellato avversari di livello assoluto, da van Basten a Maradona. Altra nota di merito la straordinaria longevità, che lo ha portato a giocare in serie A fino a 41 anni nel Piacenza e ad affrontare ancora con grandi risultati i fuoriclasse della nuova generazione come Ronaldo il Fenomeno.
Jürgen Kohler ha fatto grande Bayern Monaco, Juventus e Borussia Dortmund. Anche lui marcatore spietato e impeccabile in uno contro uno, anche lui come Vierchowod molto temuto da rivali straordinari come van Basten. Duelli eccezionali, d’altri tempi, quando di difensori bravissimi in marcatura era pieno, sicuramente più di oggi, in un calcio difensivo, duro e strategico come gli anni ’80 e i primi anni ’90.
Kohler e Viercowod sono appunto due dei massimi rappresentanti di quel tipo di calcio. Come giocatori li vedo su un livello praticamente paritario, ma la superiore carriera in nazionale (con la consacrazione assoluta al Mondiale ’90) mi fanno scegliere ai punti il tedesco.

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