Il turno infrasettimanale di Serie A vede un grandissimo anticipo del martedì sera con la sfida tra Fiorentina e Inter al Franchi. Le due squadre sono partite molto bene con tre vittorie a testa nelle prime quattro giornate e la gara è aperta a qualsiasi possibile finale. Diversi giocatori hanno vestito entrambe le maglie, non tutti con grande fortuna e per questi cinque non tutto è andato nel migliore dei modi.
Cristian Brocchi
Centrocampista di grande quantità e di buona qualità è sempre stato considerato un ottimo rincalzo in squadre di vertice. Cristian Brocchi iniziò la sua carriera nelle giovanili del Milan, ma dopo vari prestiti nelle serie minori venne venduto al Verona dove visse due straordinarie stagioni. Fu decisivo per la promozione in A e in seguito si confermò nella massima serie tanto da essere acquistato in estate dall’Inter. In nerazzurro ebbe problemi alla schiena che ne limitarono l’utilizzo ma fu travolto dalla pessima stagione nerazzurra, giocando solo quindici partite e segnando a San Siro nel pari col Vicenza. Venne così ceduto al Milan dove fu riserva per quattro stagioni riuscendo però a vincere uno Scudetto e una Champions League. Voglioso di giocare nel 2005 accettò la proposta della Fiorentina dove disputò una strepitosa stagione che per poco non lo portò al Mondiale e fu sua la rete che al Franchi stese l’Inter. Le prestazioni gli valsero il ritorno al Milan per due anni dove vinse un’altra Champions, prima di passare alla Lazio e chiudere carriera nel 2013.
Luis Jiménez
Trequartista fantasioso, dotato di grande visione di gioco, bravissimo nel dribbling anche se decisamente poco sostenuto da una continuità mai avuta. Luis Jiménez era per tutti il Mago già dai tempi della Ternana, quando arrivò giovanissimo dal Cile e in Umbria dimostrò tutto il suo talento. I rossoverdi però volevano monetizzare quanto più possibile, scelta che portò a un vero scontro tra le parti e a diversi anni difficili con la presidenza. Un breve compromesso si trovò nel 2006 con il passaggio a gennaio in prestito alla Fiorentina dove si prese il posto da titolare segnando anche tre reti, ma a Terni non volevano cederlo, nonostante la retrocessione in C1. Sei mesi di inattività prima del prestito alla Lazio e il definitivo acquisto nel 2007 dall’Inter. Inizialmente Mancini lo tenne fuori dalle sue gerarchie, ma da novembre entrò in squadra segnando anche un bel gol proprio al Franchi contro i suoi ex compagni e risultando importante per la vittoria dello Scudetto. Vinse anche l’anno successivo ma con Mourinho non scattò mai la scintilla e a fine anno venne ceduto al West Ham. Tornò in Italia per vestire le maglie di Parma e Cesena, prima di viaggiare tra i vari Paesi arabi e tornare in Patria al Palestino.
Angelo Palombo
Centrocampista dalla buona visione di gioco che per qualche stagione è stata anche tra i migliori per rendimento meritandosi così diverse convocazioni in Nazionale. Angelo Palombo è stato un simbolo storico della Sampdoria perché con i liguri si legò per ben quindici anni, dal 2002 fino al 2017 riuscendo a stabilire un legame con la tifoseria probabilmente unico che si era visto solamente negli anni dello Scudetto. Il ragazzo di Ferentino però si fece le ossa nei campetti di D e C2, mandato in prestito dalla Fiorentina prima all’Urbania e poi al Fano, prima di tornare alla base e debuttare in Serie A nella disastrosa stagione 2001-02. Fece il suo esordio a Venezia e disputò in totale dieci partita prima di firmare in estate per i blucerchiati. Il sodalizio con il Doria venne interrotto solamente nel gennaio 2012 quando decise di accettare un prestito all’Inter che si rivelò quanto mai disastroso. Inizialmente Ranieri sembrò volergli dare spazio, ma dopo due partite negative venne accantonato e con Stramaccioni non trovò spazio, tornando così a fine anno nella sua amata Genova.
Michele Serena
Terzino perfettamente adattabile su entrambe le fasce, è sempre stato considerato un onesto faticatore della corsia laterale senza però mai compiere il vero salto di qualità. Michele Serena iniziò dalla sua Venezia e le sue prestazioni convinsero la Juventus ad acquistarlo, ma Zoff ne limitò l’utilizzo a sole quattro presenze. Venne prestato prima al Monza e poi al Verona e alla fine fu ceduto definitivamente alla Sampdoria. In blucerchiato fece ulteriori passi in avanti a livello di prestazioni e venne così scelto dalla famiglia Cecchi Gori per vestire la maglia della Fiorentina e al primo anno contribuì alla vittoria della Coppa Italia. Le sue prestazioni crebbero sempre di più tanto che nel 1998 trovò la sua unica apparizione in Nazionale contro il Galles, dopo che in estate era stato acquistato dall’Atlético Madrid. Vi giocò un anno prima di tornare in Italia al Parma ed essere acquistato per volere di Lippi a gennaio dall’Inter. In nerazzurro fu molto limitato dagli infortuni, disputando solamente venticinque presenze in due anni e mezzo e rimanendo sempre fermo in infermiera nell’ultima stagione dove alla fine scelse il ritiro.
Mauro Zárate
Attaccante dalle straordinarie qualità, con dribbling ubriacanti e giocate da campione, ma una scarsa capacità di legare con i compagni e un gioco di squadra quasi inesistente. Mauro Matías Zárate è uno dei grandi rimpianti del calcio argentino per quello che avrebbe potuto essere e che invece non è stato. Gli inizi al Vélez gli garantirono fin da subito un ricchissimo contratto con i qatarioti dell’Al Sadd prima di passare in breve tempo in Premier League al Birmingham. La sua presenza non bastò per evitare la retrocessione, ma stregò la Lazio di Lotito che lo portò a Roma dove visse probabilmente i migliori anni della sua carriera. Dopo tre anni di giocate d’alta scuola e pause senza senso fu l’Inter a puntare su di lui per il dopo Eto’o nell’estate del 2011, ma fu un tremendo buco nell’acqua. Solo due reti con Genoa e Cesena verso la fine del campionato e il mancato riscatto dai biancocelesti che lo portarono a un anno di causa con la società romana prima del ritorno al Vélez. Tornò in Europa in Inghilterra tra West Ham e Qpr prima di tornare in Italia nel gennaio del 2016 alla Fiorentina dove segnò già alla seconda partita la decisiva rete per la vittoria con il Carpi. Fu una buona seconda parte di stagione e rimase anche per la stagione seguente dove però perse il posto da titolare ben presto e con sole sette partite all’attivo venne ceduto al Watford, finendo per tornare in Argentina e vestire la maglia del Boca Juniors.