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Perché Lionel Messi merita il Pallone d’Oro 2021

A seguito delle inevitabili discussioni relative al Pallone d'Oro 2021, in questo articolo saranno elencati i motivi per cui Lionel Messi sia meritevole di questo riconoscimento.

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Immagine di copertina: Lionel Messi festeggia la Copa America appena vinta.

A seguito della recente conclusione delle principali competizioni per nazionali che hanno sancito i trionfi dell’Argentina in Sudamerica e dell’Italia in Europa, sono iniziate le inevitabili discussioni estive relative alla corsa per il Pallone d’Oro, che come spesso è avvenuto nella storia del premio di France Football si sono rivelate molto divisive. Infatti, almeno in Italia, si è creata una scissione abbastanza netta tra chi vorrebbe premiare Jorginho in virtù dei trofei vinti (Champions League + Europeo), chi Robert Lewandowski per una presunta compensazione del premio non assegnato – inspiegabilmente – nell’annata precedente, e chi invece premierebbe Lionel Messi, che a 34 anni sembra essere ancora sulla cresta dell’onda.

In questo articolo vi illustrerò la mia personale idea a riguardo, elencando quelli che sono i miei argomenti a supporto della mia tesi. Ci tengo a precisare che dovete percepire questo pezzo per quello che è, ovvero come un’opinione personale che vuole allo stesso tempo cercare di fare riflettere il lettore sui commenti ingenerosi ai danni della Pulce di Rosario, rea di essere sul punto di vincere un Pallone d’Oro secondo alcuni immeritato.

I criteri d’assegnazione

Il Pallone d’Oro. [www.fanpage.it]

I criteri per l’assegnazione del Pallone d’Oro sono descritti nell’articolo 10 del relativo regolamento:
– insieme delle prestazioni individuali e di squadra durante l’anno preso in considerazione;
– valore del giocatore (talento e fair-play);
– carriera;
– personalità, carisma.

Quelli che vi ho appena elencato non sono i miei criteri per l’assegnazione del Pallone d’Oro, bensì quelli applicati da France Football stesso per l’assegnazione della prestigiosa sfera dorata, che potete trovare nel sito ufficiale del quotidiano francese come su Wikipedia. Come potete leggere, il primo criterio prende in considerazione le prestazioni individuali e di squadra durante l’annata solare 2021, invece che la stagione 2020-2021. Serve precisare questo fatto perché spesso erroneamente gli appassionati e addirittura gli addetti ai lavori prendono in considerazione la stagione piuttosto che l’anno solare. Inoltre, almeno da cinque anni, questo premio prende in considerazione anche il valore del giocatore, la carriera, la personalità e il carisma.

Di conseguenza, a Lionel Messi “basterebbe” disputare una grande annata per apparire agli occhi degli addetti ai lavori come uno dei principali favoriti per il Pallone d’Oro, in quanto non soltanto rispetterebbe il punto relativo alle prestazioni individuali, ma anche quelli inerenti al valore del giocatore, la carriera e la personalità. Di conseguenza, in maniera quasi provocatoria, vi chiedo: dobbiamo dare la colpa a Messi di avere una carriera tra le migliori della storia del calcio?

I numeri di Messi nel 2021

La prima polemica che è uscita allo scoperto a seguito dell’eventualità – ormai concreta – della vittoria di Messi nella corsa al Pallone d’Oro è quella relativa alla sua stagione, che sarebbe stata sottotono secondo molti, e di conseguenza immeritevole di questo riconoscimento. Com’è già stato detto nel paragrafo precedente, Messi va valutato per quanto è successo nell’anno solare 2021, e non per la sua stagione 2020-2021. Infatti, molti sostengono che la Pulce di Rosario sia penalizzata dal suo inizio difficile nella prima metà della stagione. Per quanto sia evidente l’inizio lento della sua stagione, gli ultimi mesi del 2020 non possono e non devono essere considerati per un riconoscimento che premia le prestazioni avvenute nell’anno solare preso in considerazione.

Però, prima di iniziare a parlare nel dettaglio di ciò che ha fatto Leo in questo 2021 fino ad ora, mi sembra doveroso citare le sue cifre realizzative, che come sempre si sono rivelate una vera primizia. Il suo bottino, infatti, recita ben 33 gol e 14 assist in 38 partite nella prima metà dell’annata solare. Per rendere l’idea della portata di queste cifre realizzative, basta semplicemente confrontarle con quelle dell’annata precedente, in cui mise a referto 27 gol e 19 assist in 48 partite, con una media realizzativa di 0,56 reti a partita, la più bassa dal 2008, in cui mise a segno 22 gol in 48 partite (0,46). Di conseguenza, la vera annata sottotono della Pulce era stata senza dubbio il 2020, con numeri abbastanza “inusuali” per i suoi standard.

In questo 2021, invece, Messi sta viaggiando ad un ritmo realizzativo molto alto, che si aggira molto alla media di un gol a partita. Inoltre, se si considerano anche gli assist, Leo sta contribuendo ad 1,24 reti a partita, tra gol e assist. Per quanto le statistiche non siano spesso sufficienti per fare la perfetta fotografia alle prestazioni globali di un atleta sportivo, quelle tenute da Messi nel 2021 lo sono per comprendere il fatto che abbia già fatto un’upgrade abbastanza importante rispetto all’annata precedente.


MVP del Barcellona

Lionel Messi solleva al cielo la Coppa del Re

MVP – ovvero acronimo di Most Valuable Player – è un’espressione che nel giornalismo anglosassone viene utilizzata per gli atleti che si sono distinti come i migliori in una competizione o in una singola partita. Se riprendiamo il campione delle 38 partite di Messi in questo 2021, Leo è risultato MVP di 26 di queste. Per quanto questo numero non possa apparire inizialmente sorprendente, serve però ricordare che essere MVP di 26 delle 38 partite giocate nel corso di un’annata solare equivale ad essere di fatto il migliore in campo per circa due partite su tre di media!

Inoltre, se si considera il rendimento tenuto dal Barcellona in Liga nel 2021, i blaugrana hanno collezionato 17 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte. Leo è stato scelto come MVP di tutte e 17 le vittorie dei suoi. La sua costanza di rendimento è stata semplicemente abbacinante e lui su tutti è stato l’ultimo dei suoi ad arrendersi, anche nella rovinosa sconfitta casalinga contro il Granada (decisiva in negativo per la corsa dei blaugrana verso l’inseguimento della Liga).

Inoltre, anche in Coppa del Re è risultato decisivo, con la splendida performance in finale contro l’Athletic Bilbao, in cui è risultato decisivo con una doppietta. In particolare, è altrettanto splendido il suo primo gol, a seguito di un’azione che individuale che inizia dalla metà campo blaugrana. Anche in Champions League, pur senza brillare al massimo delle sue potenzialità e nonostante il pesantissimo rigore sbagliato contro PSG al ritorno degli ottavi di finale, è apparso come uno degli ultimi ad arrendersi al cospetto dei nettamente superiori sfidanti parigini.

In un’annata di fatto transitoria per il Barcellona, a seguito del rovinoso fallimento della stagione 2019-2020 e del disastroso 8-2 subìto contro il Bayern Monaco in Champions League, Lionel Messi è apparso per l’ennesima volta come un trascinatore in Liga come in Coppa del Re, totalizzando ben 28 gol e 9 assist in 30 partite. Un bottino da MVP del Barcellona in quest’annata solare.

Lo splendido gol di Messi contro l’Athletic Bilbao, che ha consentito al Barcellona di chiudere la pratica della finale di Coppa del Re.

Una Copa America semplicemente dominata

Lionel Messi in lacrime subito dopo il triplice fischio finale che ha sancito il trionfo della sua Argentina. [www.scmp.com]

Ho sognato questo momento tante volte. Lo dedico alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei figli, ai miei genitori e ai miei fratelli che tante volte hanno dovuto soffrire proprio come me. Spesso è capitato di andare in vacanza e trascorrere alcuni giorni tristi, senza aver vinto nulla. Questa volta, però, è diverso”.

Lionel Messi dopo il trionfo in Copa America

In queste parole colme di gioia si racchiude quel desiderio che Lionel Messi aveva da quasi 15 anni di scacciare quello spettro che lo tormentava in nazionale e che l’aveva portato spesso a rendere al di sotto delle sue potenzialità. Infatti, al di là dei continui secondi posti ottenuti con la nazionale argentina (tre in Copa America e uno al Mondiale del 2014), si continuava ad avere la sensazione che la Pulce di Rosario non avrebbe mai fatto quello step in più per la definitiva consacrazione a livello prestazionale con l’Albiceleste.

Una consacrazione che invece è arrivata in questa Copa America, dominata ancora prima che vinta, nel corso del suo cammino verso il trionfo storico al Maracanà contro i padroni di casa del Brasile, che erano sempre usciti vincitori in ogni singola edizione che avevano ospitato della competizione (1919, 1922, 1949, 1989 e 2019). Questo successo ha consentito all’Argentina di rompere un digiuno apparentemente eterno di ben 28 anni dalla vittoria di una competizione principale (Copa America e/o Mondiale) e ha posto definitivamente Leo nel Pantheon della storia del calcio argentino.

Infatti, la Pulce di Rosario si è resa protagonista di un rendimento prestazionale semplicemente magistrale già nella fase a gironi, in cui ha dominato 3 gare su 4 della sua Argentina, iniziando il suo show con una performance maiuscola contro il Cile (condita da una splendida punizione), per poi sfoderarne un’altra contro l’Uruguay (millimetrico l’assist per il gol vittoria di Guido Rodriguez), per poi concludere questa fase del torneo con una prova magistrale contro la Bolivia (doppietta nella quale figura anche uno bellissimo pallonetto e un assist geniale per il Papu Gomez), per un bottino iniziale da 3 gol e 2 assist in 4 partite.

La splendida punizione con cui Lionel Messi ha inaugurato la sua Copa America. [www.infobae.com]

Lo show di Messi in Brasile, però, è proseguito nella fase ad eliminazione diretta, con altre due prestazioni immense contro l’Ecuador (due assist per De Paul e Lautaro e un’altra gemma su punizione) e soprattutto contro la Colombia, in cui ha messo a ferro e fuoco la difesa avversaria (che pur di fermarlo è anche arrivata persino ad usare le maniere forti, martoriando la sua caviglia), servito l’assist per il gol di Lautaro e colpito un palo a seguito dell’ennesima azione sensazionale palla al piede.

La gamba sinistra di Messi martoriata dai fallacci dei difensori colombiani. [www.excelsior.com.mx]

Giusto in finale contro il Brasile è apparso sottotono, faticando a ritagliarsi grandi spazi nei novanta minuti del Maracanà. A prendersi la scena, all’interno di una partita di fatto orfana di grandi spunti tecnici, sono stati De Paul e Di Maria, ma ciò non ha privato Lionel Messi di un meritatissimo premio di MVP della Copa America, a coronamento di una competizione giocata a livelli prestazionali elevatissimi e che l’ha visto finalmente affiancato da una nazionale argentina che, per la prima volta, è stata in grado di supportarlo al meglio nel corso di un trofeo che mancava in patria da 28 anni.

Una Copa America che è stata aspramente snobbata da molti a causa della sua pessima copertura mediatica e del suo livello tecnico non sempre elevatissimo, ma che ancora oggi risulta una delle competizioni più importanti per le nazionali, nonché la sola competizione organizzata dal Sudamerica che è rimasta immune dai devastanti effetti successivi alla sentenza di Bosman. Infatti, la Copa America, a differenza delle competizioni per Club, non potrà mai subire un trasferimento delle risorse delle proprie nazionali verso l’Europa come succede nei Club e ciò conferisce ancora alla competizione un fascino e un prestigio che non possono essere messi in discussione in alcun modo.

La storia dell’Argentina è stata riscritta e Lionel Messi ne è stato il trascinatore indiscusso, con 4 gol e 5 assist in 7 partite.

Il trionfo di Lionel Messi in Copa America.

I trofei non sono tutto, vero, Jorginho?

Jorginho alza al cielo la Champions League con il Chelsea e l’Europeo con l’Italia.

A seguito dello straordinario successo dell’Italia di Roberto Mancini nella finale dell’Europeo contro i “padroni” di casa dell’Inghilterra, i tifosi italiani, probabilmente mossi dalla grande euforia del momento, hanno avanzato con grandissima convinzione la candidatura di Jorginho al Pallone d’Oro, anche in virtù del suo successo in Champions League con il Chelsea.

E com’è già stato anticipato dal titolo di questo paragrafo, la domanda sorge immediatamente spontanea: i successi di squadra sono sufficienti per il Pallone d’Oro? Jorginho, come prestazioni, può essere considerato veramente superiore a Lionel Messi?

La risposta, a mio modo di vedere, è negativa per entrambi i quesiti. Innanzitutto Jorginho, sia nel Chelsea che nell’Italia, ha avuto modo di poter giocare in contesti così collaudati da rendere difficile l’individuazione di un giocatore specifico, che nel corso delle rispettive manifestazioni sia stato in grado di spiccare in maniera netta come il Deus Ex Machina della squadra.

Nel Chelsea, se c’è un giocatore che meriterebbe di essere premiato, questo sarebbe N’Golo Kanté, autore di prove semplicemente straordinarie in semifinale contro il Real Madrid e in finale contro il Manchester City. Il mediano francese, però, paga il suo Europeo sottotono sul piano prestazionale e atletico, anche se risulta in ogni caso più performante di Jorginho nel Chelsea (seppur autore di buone prove in mezzo al campo).

Nell’Italia, invece, Jorginho è stato uno dei principali protagonisti verso il successo a Wembley, ma il suo rendimento è stato indubbiamente inferiore a quello tenuto da Messi in Copa America. Infatti, nonostante lui sia stato indiscutibilmente il migliore tra i centrocampisti azzurri, si spartisce la palma del migliore degli italiani insieme a Donnarumma (eletto miglior giocatore della manifestazione iridata), Bonucci, Chiellini e Chiesa. Inoltre, le sue prestazioni, seppur di grande spessore (su tutte, quella contro il Belgio è da incorniciare), non appaiono mai dominanti come quelle che il talento della Pulce di Rosario può garantire.

Infine, nei criteri di France Football inerenti alla carriera e al valore del giocatore, l’italo-brasiliano appare inevitabilmente svantaggiato al cospetto di Messi, seppur meritando una posizione importante all’interno della graduatoria per il Pallone d’Oro.

L’inspiegabile concetto di “compensazione”

Dopo quello che è successo in Copa América sarà ancora più difficile vincere il Pallone d’Oro, ma non mi dispiace perderlo contro Leo Messi. È il miglior calciatore di tutti i tempi.

Robert Lewandowski
Robert Lewandowski supera il record di gol di Gerd Müller in una singola stagione di Bundesliga. [fcbayern.com]

Com’è noto a tutti gli appassionati di calcio, il Pallone d’Oro non è stato assegnato dalla France Football nella passata annata solare, suscitando feroci polemiche a causa della mancata premiazione di Robert Lewandowski, che nel corso del 2020 si era erto come dominatore assoluto in tutte le vetrine nazionali ed internazionali.

A seguito di questa contestata decisione del quotidiano francese, molti affermano che sarebbe giusto premiare il polacco, per porre rimedio allo smacco subìto l’anno scorso. Ma ragionare per “compensazione” e per meriti pregressi sarebbe veramente corretto nei confronti degli altri candidati alla prestigiosa sfera dorata?

Anche in questo caso la mia risposta è negativa, in quanto penso che il Pallone d’Oro vada assegnato anno per anno, valutando chi si è distinto di più di tutti gli altri nel corso dell’anno solare. Di conseguenza, Robert Lewandowski andrebbe valutato per ciò che ha fatto nel suo 2021 (comunque grandioso, seppur solo in campo nazionale) e non per i meriti pregressi del suo straordinario 2020.

Il centravanti polacco, infatti, si è reso protagonista dell’ennesima stagione sensazionale in Bundesliga, con un bottino da 41 gol in 29 partite, che gli ha consentito di violare il celebre record – detenuto da Gerd Müller – di gol segnati in una stagione del massimo campionato tedesco (40), che resisteva dal 1971-1972. Ciò, però, non può fare passare in secondo piano l’assenza delle opportune vetrine internazionali nel suo 2021. Infatti, a causa di un infortunio, non ha potuto disputare una sfida cruciare ai quarti di finale di Champions League contro il PSG e l’Europeo, a causa della pochezza della Polonia a suo supporto, non ha potuto rappresentare per lui la giusta vetrina per la corsa al Pallone d’Oro, nonostante 3 gol segnati nella fase a gironi.

Perché Lionel Messi, a 34 anni, è ancora il più forte di tutti

Lionel Messi con i sei Palloni d’Oro conquistati in carriera. [www.eurosport.it]

Lionel Messi, a 34 anni d’età, appare ancora come il numero uno al Mondo, nonché colui che più di tutti è ancora oggi in grado di insegnare ancora tanto alle nuove generazioni di calciatori che in futuro ne raccoglieranno l’eredità, anche nel dubbio che siano o meno in grado di replicare anche solo una parte della sua immensa grandezza. Perché Lionel Messi, in un calcio dominato dall’illusione cibernetica, che spesso tende a premiare maggiormente l’atletismo a discapito dell’estro, appare ai nostri occhi come quello straordinario poeta contemporaneo in grado di restituire a questo sport quel senso di meraviglia e di genio che l’ha reso così tanto iconico e amato in tutto il mondo.

E molto probabilmente, quando Lionel Messi si sarà ritirato, ci renderemo presto conto di non assistere più all’ultimo grande Genio del calcio moderno, nonché uno dei calciatori più forti di tutti i tempi.

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