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Magia brasiliana e gol di classe: Tostão vs Careca

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Un confronto atipico, tra due grandi attaccanti brasiliani, quello proposto da Gabriele Gilli. Tostão, gloria del Brasile tra gli anni ’60 e ’70, costretto a un ritiro prematuro a causa di problemi alla vista, e Careca, uno dei migliori numeri 9 al mondo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Il primo fu grande nell’epoca di Pelé, il secondo fu uno dei grandi protagonisti della straordinaria epopea del Napoli di Maradona.

Gabriele Gilli

Tostão e Careca possono essere tranquillamente annoverati tra i centravanti più forti della storia del calcio brasiliano.
Tostão è stato un giocatore “meno atletico” di Careca e, a causa di un infortunio alla retina, è stato costretto a interrompere la sua carriera ad appena 26 anni, ma poteva disporre di un campionario tecnico vastissimo, oltre che di un talento naturale talmente sviluppato da consentirgli di vincere un titolo storico con il Cruzeiro nel 1966, per poi dominare alle qualificazioni ai Mondiali del 1970 (poi vinti da protagonista) ed essere il primo vincitore del Pallone d’Oro sudamericano nel 1971.
D’altra parte, anche Careca era dotato di un talento straordinario, che gli ha consentito di vincere un titolo storico con il Guaranì a 19 anni (con tanto di gol segnato in finale), per poi risultare decisivo per il Sao Paolo e per il Napoli al fianco di Maradona. Inoltre, il suo Mondiale del 1986 è da consegnare ai posteri, specialmente per la sua straordinaria prestazione contro la Francia di Platini.
Tra i due premio Tostão al fotofinish, come premio alla carriera (seppur breve) che l’ha visto parlare lo stesso linguaggio calcistico del grande Pelé, arrivando persino a infliggergli la disfatta più sonora della sua carriera nel 1966, nella Taça Brazil vinta con il Cruzeiro.

Francesco Buffoli

Due fuoriclasse i brasiliani. Careca un 9 moderno con due piedi fatati, lo ricordiamo per le magie confezionate con Maradona a Napoli, ma è un giocatore eccezionale già ai tempi del Mondiale messicano, quando trascina il Brasile. Da ricordare un titolo clamoroso vinto in patria con il uaranì quando è un ragazzino. Tostão è però il vero Pelé bianco, un 10 che fa il 9 e che a volte si muove come una mezzala sinistra, più o meno. Il miglior calciatore brasiliano a fine anni ’60, come certificano il 1968 e soprattutto il 1969, quando fa il vuoto anche in maglia verdeoro. Credo che Tostão abbia avuto qualcosa di più nonostante il ritiro prematuro. Ha lasciato nei suoi connazionali lo stesso rimpianto che lascerà tale Marco Van Basten.

Niccolò Mello

Una scelta difficile, tra due giocatori formidabili, entrambi oggi un po’ sottostimati, seppur per motivi diversi.
Tostão era un attaccante estremamente completo, un 10 che sapeva giostrare da 9 e in quel famoso Brasile ’70 che già anticipava l’idea del centravanti-spazio caro a Guardiola lui era il giocatore solitamente deputato a svolgere il ruolo di centrattacco. Anche se appunto in realtà si muoveva poi moltissimo e non c’era un vero 9: tutti a turno, a seconda dei movimenti, potevano occupare la casella più avanzata.
Careca era invece un centravanti classico, un vero 9, per quanto con la tecnica, i colpi e la visione di gioco del trequartista.
Tostão sul finire degli anni ’60 è stato il miglior calciatore brasiliano con Pelé e uno dei primissimi a livello mondiale: fu determinante nelle qualificazioni del Mondiale ’70 e disputò un 1969 eccelso. Fu per altro il solo a sporcare la magnificenza di sua maestà O Rei, dominando lo scontro diretto nella Taça Brasil (il campionato nazionale ante-litteram) del 1966 quando 19enne trascinò i suoi al trionfo sul Santos con i vari Dirceu Lopes e Piazza, altri campionissimi. A conferma dello straordinario livello qualitativo dell’epoca in Brasile. Peccato il ritiro prematuro a soli 26 anni.
Anche Careca a 19 anni compì un’impresa simile, trascinando il piccolo Guaranì al primo titolo nazionale della sua storia. Fu grande sia in nazionale (celebre il suo Mondiale ’86 dove con 5 reti e giocate di classe sopraffina disputò un torneo eccezionale; quanto è mancato al Brasile ’82 un centravanti come lui…) sia nei club, prima nel San Paolo e poi soprattutto nel Napoli: sotto il Vesuvio, lui e Maradona furono gli alfieri principali del ciclo d’oro degli azzurri.
Dovessi scegliere, ai punti opterei per Tostão perché più completo e un po’ più dominante al suo prime. Ma siamo davvero su livelli altissimi in entrambi i casi.

Gol, dribbling e grandi giocate di Tostão

Tutta la classe di Careca

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