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Argentina-Uruguay, le discusse origini del primo Clásico del Río de la Plata

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Argentina-Uruguay è il clásico tra nazionali più disputato della storia del calcio, e dopo Inghilterra-Scozia è anche il più antico. Agli albori, così come avveniva nello stesso periodo in Europa, si trattava di un evento esclusivamente britannico ed elitario. Tuttavia, le interpretazioni su quando ebbe luogo la prima sfida tra le due nazionali divergono. Secondo qualcuno, tale circostanza sarebbe da datare il 16 maggio del 1901, secondo altri l’anno successivo e secondo altri ancora molto prima. Ci proponiamo in quest’articolo di raccontarvi i primi incontri ufficiali tra le due formazioni rioplatensi, nello specifico le tre gare che nel corso della storia e secondo la prospettiva adottata hanno rappresentato il trampolino di lancio di uno dei derby più sentiti ed appassionanti a livello internazionale.

1889, un omaggio alla Regina

Il 15 agosto del 1889, in occasione del 70° compleanno della Regina Victoria – omaggiata da un enorme ritratto contornato da molteplici bandiere che era stato portato dall’ambasciata al terreno di gioco – nella capitale uruguayana venne organizzato un incontro tra una rappresentativa mista composta da giocatori del Montevideo Cricket Club e Montevideo Rowing Club ed il Buenos Aires Football Club. Si sarebbe giocato sul campo de La Blanqueada.

Tra le fila uruguaiane appariva William Leslie Poole, nel ruolo di attaccante, figura tuttora considerata dai più come il padre del calcio celeste. Gli argentini avrebbero trionfato sul terreno reso pesante dalla pioggia che si era abbattuta su Montevideo durante i giorni precedenti, ma con quale risultato non si sa per certo: alcune fonti parlarono di 3-1, altre di 3-0. Per questa ragione, secondo qualcuno Offley Scoones, un rampollo di buona famiglia già calciatore dell’Old Westminster FC, club con il quale aveva raggiunto in due occasioni – 1884 e 1886 – i quarti di FA Cup e che si era trasferito da pochi anni lungo il Rio de La Plata per insegnare calcio, sarebbe da considerarsi il primo marcatore internazionale della storia dell’Uruguay.

Secondo altri, tale record apparterrebbe invece a Henry Stanley Bowles, un ragazzo appena 18enne che aveva militato nella formazione giovanile del Preston North End prima di emigrare a Montevideo grazie ad un contatto che gli aveva garantito un impiego alla Montevideo Telegraph Company. Bowles siglò una rete l’anno successivo nella sfida che i suoi persero 2-1 a Buenos Aires, precisamente sul campo di Hurlingham.

Una foto di Henry Stanley Bowles, secondo alcuni il primo marcatore internazionale nella storia della Celeste

A partire dal 1889 le due formazioni si sarebbero sfidate anno dopo anno, una volta a Montevideo ed una a Buenos Aires, fino al 1894, anno nel quale gli argentini decisero di abbandonare la contesa: avevano trionfato in ogni singolo incontro e non ritenevano utile disputare altre sfide. Ad ogni modo, per loro, quelle partite non avrebbero mai rappresentato dei veri e propri incontri internazionali. Ed in effetti, le principali testimonianze che abbiamo riportato provengono da fonti uruguaiane.

Difficile comprenderne il perché. Secondo quanto sostiene l’autore uruguayano Franklin Morales nella sua opera 100 Años de Fútbol, un meraviglioso resoconto suddiviso in più volumi sul calcio celeste, la ragione potrebbe risiedere nel fatto che se per gli uruguaiani gli argentini erano stranieri, avendo i primi sviluppato nel tempo uno spirito nazionale, i secondi vedevano ancora l’Uruguay come una propria provincia. Per gli argentini, infatti, il primo incontro tra le due nazionali risalirebbe a ben dodici – o tredici, a seconda delle interpretazioni – anni dopo.

1901, un incontro non riconosciuto

Così com’era avvenuto nel 1889, nel 1901 ad affrontarsi non sono due nazionali nel senso vero e proprio del termine, bensì un club, l’Albion, la prima formazione calcistica nata in Uruguay che per l’occasione avrebbe inglobato tra le proprie fila due calciatori del Nacional, ed una selezione porteña, ovvero di Buenos Aires, composta da alcuni dei migliori calciatori argentini dell’epoca provenienti dal Belgrano – la formazione maggiormente rappresentata con 5 elementi – Lomas AC, Alumni e Quilmes.

Il settimanale Rojo y Blanco, tre giorni dopo la sfida, avrebbe dedicato un rapido articolo all’incontro intitolato El partido internacional. I calciatori che scesero in campo erano quasi tutti di origine britannica, e la terminologia utilizzata dai giornali relativa ai ruoli ed alle fasi del gioco era ancora anglofona, spesso recante vistosi errori di spelling (match, goal keper, backs, forwards). Nella formazione proveniente da Buenos Aires compariva tale F.R. Pelly, che il settimanale riportava tra parentesi come ‘campeón internacional’.

Non è però chiaro quale titolo Pelly avesse vinto per essere definito campione internazionale. Il suo nome non compare di fatto tra i vincitori dell’FA Cup. Ricercando, abbiamo trovato un giocatore inglese che negli anni precedenti era stato una colonna dell’Old Foresters FC e del Corinthian con tre presenze nella nazionale inglese – e due successi, sempre in incontri amichevoli –, ma le informazioni si fermano proprio al 1901. Non è quindi chiaro, sebbene appare probabile, se si tratti o meno dello stesso Pelly.

La sfida si giocò il 16 maggio allo stadio Paso del Molino lungo la Avenida 19 de Abril. L’ impianto da gioco, il secondo nella storia dell’Albion, fu definito first-class dalla rivista River Plate & Pastime che ne decantò la maestosità, la perfezione del terreno e le ampie tribune. Vinsero gli argentini, capitanati da Anderson, calciatore del Lomas AC, pluricampione a livello locale in quegli anni, con il risultato di 3-2. Vinsero, stando a quanto raccontò Rojo y Blanco, per una questione di agilità e destrezza.

Secondo River Plate & Pastime all’Albion era invece mancata una buona connessione tra reparti. Gli attaccanti avevano attaccato in maniera efficace, ma avevano spesso sprecato energie in quanto poco sostenuti dagli half-backs. Anche difensivamente la prestazione era stata positiva, ma ciò non aveva impedito agli argentini di fare loro l’incontro. La partita si era disputata all’insegna dell’assoluto fair play, ed alla fine le due squadre avevano posato per una foto di gruppo.

I giocatori argentini ed uruguaiani in una foto di gruppo dopo la partita

Secondo qualcuno fu proprio questo il primo incontro internazionale tra Uruguay ed Argentina in quanto avevano avuto luogo delle vere e proprie convocazioni. La Tribuna Popular, testata edita a Montevideo, al fine di creare una selezione davvero rappresentativa, aveva proposto l’inclusione di cinque giocatori di Villa Peñarol – CURCC – tra i quali Juan Pena, considerato uno dei primissimi fuoriclasse uruguayani del tempo. Ma l’Albion non la ascoltò: aveva convocato 9 dei propri giocatori e 2 del Nacional. Del resto, i calciatori di Villa Peñarol, impiegati ferroviari, non avrebbero probabilmente ottenuto il permesso dai propri datori di lavoro britannici per giocare un giovedì.

Ci sarebbero tutti gli ingredienti per considerare quello del 1901 il primo incontro internazionale tra Uruguay ed Argentina: delle reali convocazioni e dei rappresentanti al tempo ritenuti i migliori possibili. Non solo: uno dei guardalinee di quell’incontro era stato Francis Hepburn Chevallier Boutell, da poco nominato presidente dell’AFA, e l’arbitro Horace Botting, che dell’AFA era Segretario Onorario. Quindi, anche una significativa presenza a livello istituzionale. Tuttavia, il 6 settembre del 1990 la FIFA avrebbe retroattivamente stabilito che gli incontri ufficiali tra nazionali sarebbero stati quelli disputati tra le squadre A delle selezioni con giocatori nativi, e pertanto non avrebbe considerato l’incontro del 1901 come ufficiale.

Ad ogni modo l’importanza attribuita all’evento fu testimoniata dalle 8000 persone che avevano presenziato quel giorno, un numero decisamente importante in un’epoca nella quale il calcio aveva un impatto sulla società decisamente minore rispetto a quello odierno. Nota a margine: l’Uruguay era sceso in campo con la maglietta dell’Albion. La tradizionale divisa celeste sarebbe apparsa per la prima volta il 5 agosto del 1910. In tutte le occasioni precedenti gli uruguaiani avevano sfoggiato una maglietta diversa.

1902, el primer clásico secondo FIFA e AFA

Il 20 luglio del 1902 a Montevideo, precisamente sul campo dell’Albion, si tenne un nuovo incontro tra uruguayani ed argentini. Come aveva annunciato cinque giorni prima la testata El Diario, i ventidue giocatori – venne sottolineato il fatto che si sarebbe giocato in undici contro undici – dovevano essere nati nelle rispettive Repubbliche. Sull’Eolo, il battello che portò gli argentini a Montevideo, oltre ai componenti della nazionale albiceleste erano saliti anche 1000 tifosi coscienti della rilevanza storica dell’evento.

L’Argentina, composta per cinque undicesimi da calciatori dell’Alumni, in quel momento la compagine dominante della capitale, si impose con un netto 0-6. Rojo y Blanco, testata edita a Montevideo, parlò di exito y fracaso. Exito – successo – per via della numerosa partecipazione visto che lo stadio Paso del Molino non si era mai riempito in quel modo, fracaso – disastro – per via del risultato sportivo.

L’incontro si disputò tra le 14.45 e le 15 agli ordini di due giudici di gara: per gli argentini Chevallier Boutell, per gli uruguayani E.R. Rowland. Rojo y Blanco sottolineò il dominio degli ospiti fin dai primi minuti che si portarono in vantaggio con Dickinson, il quale in virtù di quella realizzazione si laureò come il primo marcatore nella storia della nazionale argentina, almeno a livello ufficiale.

Poi arrivò l’autorete del difensore – o backArimalo, che nel tentativo di deviare la conclusione di G. Brown aveva infilato il proprio portiere. Il doppio vantaggio, anziché spronare gli orientales a reagire, li portò a trincerarsi ancora di più nella propria metà campo. Rojo y Blanco, tuttavia, segnalò anche qualche buona prestazione dei propri giocatori. Venne elogiato l’impegno di Carbone, Bolivar Cespedes e Rincon, gli ultimi due capaci di arrivare spesso sul fondo ma poi male assistiti dai propri compagni. Così, i backs e gli half-backs argentini – i centrali di difesa ed i fluidificanti del 2-3-5 in voga all’epoca – avevano avuto gioco facile.

Il resto lo aveva fatto Laforia, che la testata definisce come il miglior portiere rioplatense, capace di parare qualsiasi conclusione avversaria. Il terzo gol, arrivato nel secondo tempo, era stato opera di Anderson, il quarto di Morgan prima dell’autorete di Carve e la rete finale di Eliseo Brown, che sigillò la contesa sul risultato di 0-6. Piccola consolazione per gli uruguayani: quello stesso giorno a Lanus si era disputato un altro incontro internazionale tra il Barracas AC e il Club Nacional de Montevideo. Nell’occasione il Nacional aveva battuto 2-1 la formazione di casa.

La nostra disamina

L’incertezza su quale sia stato il primo vero clásico tra argentini ruota attorno ad interpretazione soggettive e decisioni istituzionali da parte della FIFA. Sebbene quella del 1889 fu una partita tra una compagine argentina ed una uruguaiana, va anche sottolineato il fatto che non vi furono delle reali convocazioni, e che la cornice era tipicamente britannica: si festeggiava il compleanno della Regina, e non vi era alcun riferimento ad Uruguay o Argentina come nazioni o nazionali. Oltretutto, nel 1889 non esistevano ancora né l’AFA né l’AUF, dato che sarebbero nate rispettivamente nel 1893 – dopo un primo esperimento fallito nel 1891 – e nel 1900. L’incontro del 1901 vanta decisamente qualche credenziale in più per essere considerato il punto di partenza dei derby rioplatensi, in quanto vi furono delle convocazioni ed una massiccia presenza ufficiale, come abbiamo osservato.

Sebbene la FIFA non avrebbe riconosciuto quell’incontro ufficiale dato che quel giorno presenziavano calciatori che non erano nati nelle due Repubbliche, va anche segnalato come in quegli anni si disputavano altri tornei ufficiali, come la Copa Newton, nei quali era consentita la presenza di calciatori nati in altre nazioni e successivamente emigrati nel Cono Sur. Poi abbiamo la sfida del 1902, ovvero quella che oggi FIFA ed AFA riconoscono come il primo incontro ufficiale, in quanto i ventidue calciatori scesi in campo erano tutti nati in Argentina e Uruguay. La discussione, in ogni caso, è rimasta e rimarrà apertissima.

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