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Champions League, andata semifinali: Barcellona Inter 3-3

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Immagine di copertina: la difesa dell’Inter prova a tenere lo scatenato Yamal

Un primo atto bellissimo e inutile quello andato in scena sul manto enorme del Montjuic tra i giovani virgulti del Barcellona e gli attempati esperti dell’Inter.

Bellissimo perché raramente capita di vedere una gara così ricca di spunti interessanti, di giocate geniali, di gol splendidi e colpi di scena come questa semifinale di andata di Champions.

Inutile perché alla fine da questo shaker colmo di ingredienti succosi e dal sapore più volte sorprendente e agitato da un polso da pirotecnico è uscito un cocktail colorato ma neutro, aromatico sì, ma senza quell’ingrediente decisivo, quel brio che ti risolve la serata, la sfida, o che ti stordisce.

Sfida che quindi troverà la sua sentenza d’epilogo il 6 maggio, nella sfida di ritorno, dopo questo 3-3 capace di contenere, oltre tutto quello che abbiamo elencato, rimpianti in abbondanza per entrambe le squadre e perfino un andamento di gara emblematico in modo straordinario sia per Barca sia per l’Inter. Soprattutto per l’Inter.

Pronti, via e l’arena catalana festosa si ammutolisce dopo 31” per un gioiello di Thuram che di tacco finalizza una manovra sontuosa e beffa Szczesny replicando, in modo identico anche nella precocità, un gol di Bettega al Milan nel mesozoico.

Lo shock è forte, ma ci vuole ben altro per intristire i virgulti. Yamal inventa passaggi che non esistono e Torres due volte accarezza il palo dalla parte sbagliata. Giusta per l’Inter, che avrebbe le solite praterie che i blaugrana concedono per replicare, ma i suoi centrocampisti sono troppo impegnati a contenere per essere lucidi nelle ripartenze.

È appena scoccato il 20’, però quando Dumfries con un capolavoro acrobatico infila lo 0-2 sul primo corner. Lo shock è ancora più forte e scuote ogni angolo di Catalogna, ma soprattutto innesca quel fenomeno di Lamine Yamal che inventa passaggi che non ci sono anche per il proprio corpo e che stavolta si mette in proprio.

Lo spettacolare gol di Dumfries

Nel giro di pochi minuti, sigla il 2-1 con un gol che neppure Messi… e, dopo un’altra serpentina in cui si dematerializza e ricompare a suo piacimento, colpisce la sua prima traversa. Lo spicchio nerazzurro del Montjuic continua giustamente a cantare, ma il pareggio è ormai nell’aria e al 38’ una dormita di Bisseck, ahimè consueta in area, consente a Raphinha di far da comoda torre per Torres, sic!, il cui siluro da due passi buca Sommer e rete.

In questa prima frazione, emblematicamente, abbiamo rivisto tutta l’attuale stagione di questa due compagini. Il Barcellona esuberante quando attacca quanto balbettante in difesa e l’Inter, infermabile quando sta bene e vulnerabile quando calano le energie.

Di solito, per questo motivo, viene rimontata nel secondo tempo, anche per un doppio vantaggio, anche da squadre deboli e umili. Yamal e i suoi fratelli ci hanno messo un quarto d’ora già prima del riposo.

Nel secondo tempo, ci si attende o si teme che la furia di Pedri e compagnia completi l’opera, ma anche quest’anno, inaspettatamente, la remuntada non si compie. O lo fa solo a metà, come 15 anni fa. La squadre si presentano in campo con due novità che risulteranno decisive.

Taremi prende il posto del Lautaro più dimesso degli ultimi tempi, aumentando a dismisura i rimpianti, e Araujo sostituisce Martin nella difesa catalana. Già dai primi minuti si capisce che il clima e il vento sono cambiati, la spinta di casa ha perso intensità e, di converso, il centravanti iraniano dell’Inter consente ai nerazzurri, attaccando gli spazi o difendendo palla, di distendersi dopo ogni riuscita fase difensiva.

Addirittura, sfruttando finalmente meglio le sgroppate di Dumfries in fascia, si rivede l’Inter di quest’inverno, quella capace di strangolare gli avversari. Arriva così un’incredibilmente ovvio, perfino quasi giusto 2-3, frutto della solita incornata di Dumfries sul solito corner micidiale di Chalanoglu. Ma chi di corner ferisce…

La nuova gioia e il nuovo shock durano un lampo, frutto appunto di una saetta di Raphinha che sbatte sulla traversa, rimbalza proprio sulla testa di Sommer e decreta il nuovo pareggio. E se non è un rimpianto questo.

Manca mezz’ora alla fine e siamo 3-3… Il finale di partita è un nuovo compendio di rammarichi. L’Inter continua a dare l’impressione che basterebbe un’unghia di precisione in più per poter andare in porta con facilità. Ed è proprio un’unghia, quella di Mkhitaryan in offside, a impedire che il 3-4 fosse realtà convalidata.

Di contro, avendo rinunciato alla spinta di Martin in favore della reattività di Araujo, decisivo in un paio di situazione disperate, il Barcellona, a parte per l’imprendibile ragazzino marocchino che è riuscito a colpire la seconda traversa sbagliando il tiro, ha fatto fare un figurone alla pur affannata difesa nerazzurra.

Ok, siamo a maggio, tra cinque giorni ci si trova a San Siro. 0-0 e palla al centro, anzi 3-3.

Il tabellino

BARCELLONA-INTER 3-3
Marcatori:
pt 1′ Thuram, 21′ Dumfries, 24′ Yamal, 38′ Ferran Torres; st 18′ Dumfries, 20′ aut. Sommer.
Barcellona (4-2-3-1): Szczesny; Koundé (pt 42′ Garcia), Cubarsì 5.5 (st 38′ Christensen), Inigo Martinez, Martin (st 1′ Araujo); De Jong, Pedri (st 38′ Gavi); Yamal, Dani Olmo (st 23′ Fermin Lopez), Raphinha; Ferran Torres. All. Flick.
Inter (3-5-2): Sommer; Bisseck, Acerbi, Bastoni; Dumfries (st 36′ Darmian), Barella, Calhanoglu (st 26′ Frattesi), Mkhitaryan, Dimarco (st 11′ Carlos Augusto); Lautaro (st 1′ Taremi), Thuram (st 36′ Zielinski). All. Inzaghi.
Arbitro: Turpin.

Le pagelle

BARCELLONA


IL MIGLIORE Yamal 9 Personalmente, non ho mai visto un giocatore così. Ricordo il giovanissimo Messi, il giovanissimo Mbappè, il giovanissimo Diego, il giovanissimo CR7, il giovanissimo Ronaldo Fenomeno. Questo li surclassa tutti, perché è capace a 17 anni di mettersi la squadra sulle spalle nei momenti del bisogno. Signore e signori, secondo me siamo di fronte al Michael Jordan del calcio. Ieri sera, Dimarco, Mkhitaryan e Acerbi sono usciti ubriachi. Un solo consiglio: meno sceneggiate, altrimenti diventa… Neymar.

Torres 6,5 Lewa non c’è, ma lui risponde presente e il suo lo fa, eccome! Come sempre.

Raphinha 6 Contenuto, se non proprio bloccato, da Dumfries a in parte da Bisseck, è la dimostrazione plastica della ricchezza offensiva della squadra di Flick. Nonostante sia meno brillante del solito, sforna assist e gol..!

Pedri 5,5 La ragnatela intorno a lui dell’Inter, quella che farà inorridire Sacchi (che usava Ancelotti per randellare le ripartenze), ne neutralizza l’inventiva, anche se rimane impressionante la sua abilità nel liberarsi del pallone.

INTER


IL MIGLIORE Dumfries 9 Partita veramente incredibile dell’esterno a tutta fascia olandese che costringe gli storici a paragonarlo a Cafù o, tanto per rimanere in nerazzurro, a Maicon. Difensore su Raphinha, mica su Pincopalla, freccia imprendibile e goleador d’area, di testa e di volèe in acrobazia. Probabilmente, lo avesse avuto nelle ultime uscite, l’Inter sarebbe ancora lassù anche in Campionato, a proposito di rimpianti…

Thuram 7 Partendo dai rimpianti, si può fare lo stesso discorso che per Dumfries. Il francese, che puir non sta benissimo e si vede, non ha eguali nel conquistar palla, difenderla e smistarla in attacco. Avesse avuto a fianco ieri sera il Lautaro di Monaco… Anche Thuram, come Yamal, lascia al Montjuic un gol da cineteca

Barella 5,5 La sua generosità riesce a mascherare una stanchezza debordante. Ne viene fuori un prestazione ordinata nel contenimento, ma imparagonabile al passato nelle ripartenze. Ve lo immaginate il sardo di pochi mesi fa nel secondo tempo di ieri sera?

Dimarco 5 Anche lui in netto calo in fase di possesso, ieri sera, come a Monaco o a Bologna, ha dimostrato di non essere in grado di contenere avversari pericolosi in area.

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