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Analisi tattico-tecnica della nuova Juventus di Thiago Motta

L'allenatore Giuseppe Calabrese: «Thiago è lavoro e positività. Bene che punti sui giovani. Yildiz fenomeno, Vlahovic si riprenderà. Ecco le differenze con la Juve di Allegri»

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Immagine di copertina: Thiago Motta, nuovo allenatore della Juventus

Il nuovo corso bianconero è iniziato con un mercato pirotecnico, tanti acquisti e tante novità che meritano una prima analisi tattico/tecnica.

Al nuovo allenatore si sono aggiunti 8 nuovi acquisti, una rosa profondamente trasformata rispetto alla stagione passata per renderla più adatta ad interpretare il verbo di Thiago Motta e per affrontare le cinque competizioni in cui la Juventus è impegnata.

Le prime cinque giornate di campionato e la prima partita della rinnovata Champions League hanno già rivelato aspetti interessanti, alcuni molto confortanti, è il caso di una difesa quasi imperforabile, altri che sono al centro del dibattito, tra cui la sterilità dell’attacco che paga il ‘mal di goal di Vlahovic’.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di analizzare la nuova Juve alla luce di queste prime esibizioni, convinti però che la squadra abbia bisogno di tempo per assimilare schemi, movimenti e trovare l’amalgama necessaria.

Abbiamo affrontato l’analisi con Giuseppe Calabrese, allenatore Uefa B, collaboratore tecnico di una società professionistica del sud d’Italia.

Giuseppe Calabrese: la sua analisi sulla nuova Juve

La stagione è appena cominciata ma possiamo già fare una prima riflessione. Cosa ti ha colpito in particolare?

Quello che più cattura il mio interesse è il fatto di aver coinvolto quasi tutti i giocatori a disposizione, il coraggio di lanciare ragazzi giovani in partite importanti, su tutti, Savona e Mbangula, che si sono disimpegnati alla grande, giocando come esperti senza subire la pressione della maglia e dello stadio, perché giocare all’Allianz ha un certo peso. Il mister è stato bravo a trasmettere tranquillità e positività ai ragazzi. Un’altra cosa che mi ha colpito è l’atteggiamento di Thiago in panchina, sempre positivo anche quando qualcuno sbaglia un passaggio o un intervento, lui è li che applaude e incoraggio sempre i suoi ragazzi.

Tra i nuovi arrivati finora si è segnalato soprattutto Kalulu il cui arrivo aveva registrato qualche scetticismo...

Penso che Kalulu sia un ottimo rinforzo per la sua duttilità. Può giocare da terzino destro e da centrale, e questo facilita la Juve nelle rotazioni in quanto è capace di leggere il gioco e le situazioni, ed in base ad esse riesce a prendere una posizione che permette ai bianconeri di poter sviluppare la costruzione dal basso senza grosse difficoltà; è dotato di una buonissima tecnica individuale che gli permette di far correre la palla velocemente e in fase difensiva è molto bravo e attento nella marcatura a uomo e nelle coperture preventive. Non dimentichiamoci che nella stagione in cui il Milan ha vinto lo scudetto, era considerato uno dei difensori più bravi del momento, e uno degli assoluti protagonisti di quel trionfo.

Pierre Kalulu, buon impatto in bianconero

La difesa - 0 goal incassati in campionato - è il reparto che, al momento, pare aver trovato equilibrio. Un giudizio positivo che va di certo condiviso con centrocampo e attacco che hanno collaborato a questo risultato, concordi?

Sicuramente, quando si ottengono determinati risultati, come quello di mantenere la propria porta inviolata non è solo merito dei difensori, ma di tutti i giocatori che scendono in campo. I giocatori offensivi sono i primi a sacrificarsi quando non hanno palla, pressando e togliendo linee di passaggio facili agli avversari, in tal modo la manovra degli opponenti risulta meno mobile e quindi più prevedibile, cosa che facilita il compito di lettura ai propri difensori.
La Juventus ha due modi di difendere; il primo quando gli avversari costruiscono dal basso vanno in pressione uomo contro uomo e l’attaccante, Vlahovic, indirizza la pressione verso un lato. Se invece, questa pressione va a vuoto, la Juve si ricompatta e si mette in maniera ordinata con una sorta di 4-4-1-1 dietro la linea della palla attendendo l’attimo più congeniale per il recupero di essa.

In che cosa è cambiata la Juve di Motta rispetto a quella di Allegri?

Il cambiamento è sia tecnico che tattico; mentre con Allegri la Juve prediligeva un calcio in verticale, con Thiago si ha un calcio fatto da più fraseggi. Tatticamente la Juve di Max non cambiava molto tra le due fasi, ovvero quella di possesso e non possesso, mantenendo sempre un 3-5-2 ed un 5-3-2, mentre la novità di Motta è quella di creare più linee di passaggio in fase di possesso. Per quanto concerne la costruzione i bianconeri, ora, hanno più soluzioni, il tutto dipende dalla posizione che prende Cambiaso in campo. Quando rimane nel suo ruolo di partenza, ovvero quello di terzino sinistro, la Juve costruisce il gioco con un 4-1-4-1; mentre, quando si posiziona come secondo play accanto a Locatelli, permette alla squadra di modularsi con un 3-2-2-3. Questo atteggiamento permette ai giocatori di formare un quadrato, formato dai 2 centrocampisti insieme ai 2 trequartisti, che consente la ricerca dell’uomo libero tra le linee, di avere maggiori linee di passaggio nella zona degli “half space” e in più l’uscita di palla laterale grazie al posizionamento degli attaccanti esterni che giocano con le spalle quasi sulla linea laterale, garantendo la massima ampiezza allo sviluppo della manovra. In fase difensiva, invece, attua un 4-4-1-1 Cambiaso torna nella sua posizione inziale.

Cosa pensi delle momentanee difficoltà di inserimento dei più pregiati del mercato e in particolare Douglas Luiz?

Sinceramente mi aspettavo un inizio così per il brasiliano, del quale ovviamente nei pochi minuti che ha giocato, ha messo in mostra della qualità tecniche da fuoriclasse. È un giocatore che va aspettato, non dimentichiamoci che in passato, campioni del calibro di Platini, Zidane e Nedved ci hanno messo tempo per integrarsi nel contesto Juve e del calcio italiano, che tatticamente, come dicono tutti gli addetti ai lavori, è il campionato più difficile del mondo. Sono sicuro che il mister sarà in grado di poter mettere in condizione l’ex Aston Villa di essere un punto fermo della Juventus e di mettere le sue doti tecniche al servizio dei compagni.

Alcuni critici segnalano un eccesso di fraseggio in fase arretrata e poche verticalizzazioni per Vlahovic, tu cosa ne pensi?

Io non concordo con questa critica. Il fraseggio in fase arretrata serve per attirare e stuzzicare la pressione degli avversari; più gli avversari vengono forte in avanti, e più si aprono spazi e campo alle spalle dei difensori, da attaccare con tutto il potenziale qualitativo dei calciatori bianconeri. Per quanto riguarda Vlahovic, in queste partite non ha avuto molte occasioni e quando ci sono state è mancato del cinismo necessario a capitalizzarle.

Dusan Vlahovic e Kenan Yildiz: nuova coppia-gol bianconera

Yildiz è la giovane stella della Juve. Quest'anno ha accettato la responsabilità del numero 10. In che ruolo possono essere valorizzate al meglio le sue qualità? A sinistra nei 3 dietro la punta o come trequartista suggeritore immediatamente dietro a Vlahovic con il compito di innescare il serbo?

Il nuovo numero 10 per me è un fenomeno, lo ha dimostrato anche negli ultimi Europei, con la sua Turchia, dove si è fatto conoscere dal grande calcio europeo, grazie alle sue ottime prestazioni. A mio avviso le sue qualità tecniche, gli permettono di giocare in qualsiasi ruolo offensivo, ma credo che la sua posizione ideale sia alle spalle della punta, in quanto gli consente di essere sempre nel fulcro del gioco e di toccare molti più palloni. La posizione che ricopre oggi, ovvero quello di attaccante di sinistra, è consona alle sue caratteristiche ma deve cercare di essere più pungente e di andare di più nell’1 contro 1.

In chiusura, i tifosi della Juve “al momento sono in attesa”, possono essere ottimisti?

Io dico di sì, la Juventus ha avviato un nuovo ciclo di rinnovamento, fatto da giovani, e bisogna essere pazienti per i risultati. Sappiamo tutti che alla Juve bisogna portare risultati in pochissimo tempo, ma le prestazioni sono state tutte positive, la produzione di occasioni è stata notevole, manca quel pizzico di concretezza e cinismo per capitalizzarle al meglio. Sono convinto che le premesse sono positive e che con il lavoro si possano raggiungere gli obiettivi prefissati dalla società, ma serve tempo.

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