A un certo punto, a metà del primo tempo, ho pensato di avere un’allucinazione: lo schermo mi informava del fatto che il Fluminense aveva tenuto il pallone per il 76% del tempo (credo sia un record, contro una squadra di Guardiola) e, giusto pochi secondi prima, un rigore sacrosanto era stato negato ai brasiliani da un fuorigioco che definire millimetrico sarebbe quasi un’esagerazione. Purtroppo per lo spettacolo e per l’equilibrio, si è trattato di un’illusione: il City ha avuto il merito e la fortuna di sbloccare la partita, con un rimpallo, dopo 40 secondi, e ha così costretto i brasiliani, già inferiori in maniera abbastanza evidente, e scoprirsi e a cercare in ogni modo quel pareggio che, nel primo tempo, sarebbe stato anche quasi fedele all’andamento della partita.
Il 2-0 è infatti giunto come un altro fulmine a ciel sereno, con un autogol un po’ goffo di Nino, e ha chiuso la partita dopo diverse azioni pericolose ed esteticamente bellissime dei carioca. Nella ripresa, tuttavia, il quasi-equilibrio del primo tempo si è dissolto e il City ha controllato l’incontro, dilagando e sfiorando anche il quinto e il sesto gol, con il Flu incapace di difendersi in maniera efficace e praticamente mai pericoloso. Il Manchester City, con una prestazione maiuscola, specie nel secondo tempo, chiude così un’annata trionfale con il quinto titolo, vinto con ampio merito nonostante, appunto, il 4-0 sia severo per la squadra di Rio: il trionfo ne conferma la dimensione di squadra epocale, degna di collocarsi vicina alle formazioni che hanno deviato il corso della storia del calcio (come abbiamo provato a spiegare nel pezzo “Qualcosa si è mosso nel cuore delle cose.”).
In ogni caso, l’andazzo degli ultimi decenni è abbastanza chiaro (nel dopo Bosman, le squadre europee hanno vinto 23 volte la Coppa Intercontinentale/il Mondiale per club, le sudamericane solo 5 volte): le nostre squadre di vertice sono quasi imbattibili per quelle che arrivano dall’emisfero australe, sia per il divario in termini di valori individuali che per come funziona il nostro calcio rispetto al loro. Il Manchester City è infatti una delle migliori squadre di sempre, proprio nella storia del calcio europeo, mentre il Fluminense, per quanto sul piano tecnico ed estetico sia una squadra davvero ammirevole, è una forza di fascia medio-alta del calcio sudamericano attuale (lo certifica anche il settimo posto nel suo campionato): quasi impossibile quindi che possa battere i campioni d’Inghilterra, visto che occupa la stessa posizione che in Serie A è appannaggio dell’Atalanta e in Spagna del Betis Siviglia.
Il tabellino
MANCHESTER CITY-FLUMINENSE 4-0
Marcatori: 1′ Alvarez, 27′ aut. Nino, 72′ Foden, 88′ Alvarez.
Manchester City (4-2-3-1): Ederson; Walker, Stones (74′ Gvardiol), Dias, Aké (81′ Bobb); Rodri (74′ Akanji), Lewis 6 (60′ Kovacic); Bernardo Silva, Foden (81′ Nunes), Grealish; Alvarez. All. Guardiola.
Fluminense (4-2-3-1): Fabio; Samuel Xavier, Nino(74′ Marlon), Felipe Melo (60′ Barbosa), Marcelo (60′ Alexsander); André, Martinelli; Arias, Ganso (60′ Lima), Keno (46′ Kennedy); Cano. All. Fernando Diniz.
Arbitro: Marciniak (Polonia).
Note: ammoniti: Marcelo (F), Alexsander (F), Kennedy (F).
Le pagelle
MANCHESTER CITY
Il migliore: JULIÁN ÁLVAREZ 8 Il piccolo grande campione argentino sblocca la partita con un colpo di petto, dopo quaranta secondi di gioco, e la chiude a una manciata di minuti dalla fine. Quando cambia passo palla al piede è quasi immarcabile e si conferma uno dei migliori talenti in circolazione.
Phil Foden 7,5 L’altro talentino extralusso di Guardiola gioca una partita di alto profilo, semina più volte gli avversari e chiude ogni discorso con il gol del 3-0.
Rodri 7 Metronomo impagabile, avvia l’azione che porta il 2-0 e, con il radar che ha nel cervello, controlla le frequenze della partita.
Ederson 6,5 Rischia sul fallo da rigore che viene annullato per un fuorigioco quasi impercepibile, ma è bravo nelle rare occasioni in cui i brasiliani lo chiamano in causa, specie su un colpo di testa pericoloso nel primo tempo e su un gran tiro da fuori nella ripresa.
Walker 6 Affronta un cliente molto scomodo, che lo fa soffrire in più occasioni, ma nel complesso tiene bene il campo.
FLUMINENSE
Il migliore: JHON ARIAS 6,5 L’esterno sinistro colombiano costringe un portento come Walker agli straordinari, si produce in diversi assoli palla al piede spettacolari ed è l’unico davvero positivo dei suoi.
Marcelo 5,5 Nel primo tempo, dopo un grave errore che propizia il vantaggio degli inglesi, fa saltare sulla sedia gli spettatori con alcune giocate da football arte degne delle sue gesta migliori, nella ripresa però viene messo in difficoltà dalla maggiore velocità e freschezza dei giocatori del City.
André 5,5 Il nazionale verdeoro, come tutti i compagni, fa bene ed è poco fortunato nella prima frazione di gioco, ma viene surclassato dai dirimpettai in maglia azzurra nella ripresa.
Felipe Melo 5 Da tempo riadattato difensore centrale, il quarantenne di Rio soffre gli attaccanti del City, specie nel corso di un brutto secondo tempo, ed è protagonista di una brutta rissa a fine partita.
Ganso 5 Un paio di giocate pregevoli non possono farci dimenticare che è spesso ai margini del gioco e che non sembra avere il passo per reggere il ritmo degli inglesi.