Immagine di copertina: Dunga solleva la Coppa América [https://sport660.files.wordpress.com]
Dopo 40 anni il Brasile torna sul tetto del continente, grazie al successo di misura sull’Uruguay nell’ultimo e decisivo match del girone finale. La Celeste è costretta così ad abdicare dopo due vittorie di fila nella competizione, nel 1983 e 1987. Entrambe le squadre arrivavano all’incontro con due vittorie su due con Argentina e Paraguay e con il medesimo score complessivo: 5 gol fatti e 0 subiti. Lo scontro diretto era dunque un vero e proprio spareggio. La vittoria del Brasile è meritata, frutto di un numero superiore di occasioni create. Sugli scudi soprattutto il jolly Mazinho e il bomber Romario, autore del gol risolutivo.
Brasile: Taffarel – Galvao, Aldair, Ricardo Rocha – Mazinho, Silas (st 40′ Alemao), Dunga, Valdo (st 41′ Josimar), Branco – Romario, Bebeto.
Uruguay: Zeoli – Herrera, De Leon, Gutierrez, Dominguez – Ostolaza (st 24′ Correa), Perdomo, Ruben Paz (st 24′ da Silva) – Alzamendi, Francescoli – Ruben Sosa.
Primo tempo
5′ tentativo di Bebeto su punizione un po’ velleitario, para Zeoli.
7′ cross di Valdo da sinistra, Romario salta in un fazzoletto Gutierrez e calcia di punta, Zeoli c’è.
23′ Valdo si accentra e dal limite scocca un destro a giro velenoso, pallone fuori non di molto. Il Brasile prova a fare gioco, l’Uruguay finora si difende con ordine.
27′ fallo su Bebeto al limite, punizione a giro di Banco, a lato di poco.
30′ primo squillo dell’Uruguay con Ruben Sosa murato in area dopo un calcio d’angolo di Alzamendi da sinistra.
42′ fallo su Romario sulla trequarti: Branco cerca la porta con una punizione maligna, Zeoli si allunga e neutralizza.
Secondo tempo
4′ GOL BRASILE Triangolo sulla destra Mazinho-Bebeto-Mazinho, cross con il goniometro di quest’ultimo a centro area, Romario brucia Zeoli e mette dentro di testa.
12′ azione avvolgente del Brasile, da Bebeto a Branco, cross da sinistra, Romario ancora di testa, ma stavolta Zeoli non si fa sorprendere.
24′ Dunga apre a sinistra per Branco, conclusione con effetto a uscire, Zeoli ci arriva. Il Brasile sta gestendo comodamente il vantaggio, l’Uruguay fatica a rendersi pericoloso.
37′ Romario apre per Mazinho, cross basso a centro area per l’accorrente Bebeto che è solo, ma calcia tra le braccia di Zeoli. Grande occasione divorata dal Brasile per chiudere i conti.
LE PAGELLE BRASILE
IL MIGLIORE ROMARIO 7 Nel primo tempo prende le misure alla difesa della Celeste, poi passa a riscuotere con il consueto opportunismo. Gol di rapina e altre giocate essenziali e intelligenti, che mettono in difficoltà una retroguardia esperta e collaudata come quella uruguagia. Mortifero e determinante.
Mazinho 7 Prestazione a tutto tondo, stantuffo inesauribile sulla fascia destra, mette in mezzo diversi palloni interessanti e uno frutta il gol di Romario. Colonna.
Dunga 6,5 Metronomo del gioco; bravo in entrambe le fasi, sia a spezzare la manovra avversaria sia a gestire la propria.
Aldair 6,5 In difesa concede pochissimo. Sostenuto da Galvao e Ricardo Rocha tiene al minimo sindacale gli spauracchi Francescoli e Ruben Sosa.
Bebeto 6 Prende parte all’azione del gol, lavora molto dietro le quinte in appoggio a Romario, si divora il 2-0 da posizione comoda.
LE PAGELLE URUGUAY
IL MIGLIORE HERRERA 6,5 Sbaglia poco. Solido e preciso in difesa, gioca con autorevolezza sulla fascia destra dando vita a un bel duello con Branco. Dalle sue parti nascono anche le rare sortite offensive dell’Uruguay nella ripresa.
De Leon 6 Tra i big della Celeste, sicuramente quello che esce di più a testa alta. Primo tempo di ottima fattura, nella ripresa soffre un po’ di più per contenere i guizzi di Romario & co, ma non commette errori evidenti.
Alzamendi 5,5 Il veterano della squadra, spesso decisivo nei momenti caldi, si muove molto sul pentagramma offensivo ma non lascia tracce evidenti, ben arginato dalla difesa brasiliana.
Francescoli-Ruben Sosa 5 Giornata storta per i due alfieri dell’attacco uruguaiano, che fin qui erano stati ottimi protagonisti della competizione (soprattutto Sosa, autore di un match straordinario contro l’Argentina e che sarà votato mvp della Coppa América). Entrambi faticano ad accendersi e non sono mai pericolosi. L’emblema di una partita complicata è un “tiraccio” di Francescoli in curva nel finale di partita dal limite dell’area.