Sono i due portieri simbolo dell’Italia pallonara. Entrambi legati alla Juventus, soprattutto, e alla nazionale. Entrambi longevi e vincenti, oltre che straordinariamente completi in tutti i fondamentali. Dino Zoff e Gianluigi Buffon hanno segnato un’epoca del calcio azzurro e non solo. Li abbiamo messi a confronto, provando a parlare delle loro caratteristiche prima che di confrontarli sul piano del valore, che per tutti e due è comunque assoluto.
Luca Ceste
Ci troviamo di fronte a due dei più grandi portieri di tutti i tempi, di sicuro i migliori interpreti italiani del ruolo.
Tecnicamente ineccepibili anche se con personalità e stili differenti. Zoff l’emblema della concretezza e dell’essenzialità, il piazzamento e la capacità di lettura dell’azione i suoi punti di forza. Lui stesso affermava che spesso una parata spettacolare era il rimedio ad un errore nel piazzamento. Meticoloso, alla costante ricerca del perfezionamento, si faceva valere anche nelle uscite e con il suo carisma infondeva sicurezza a tutto il reparto difensivo. Qualche problema sui tiri da lontano e di reattività, specie a fine carriera, non ne intaccano l’immagine di grandissimo, unico italiano ad aver vinto Europeo e Mondiale con la Nazionale.
Buffon rappresenta l’evoluzione moderna del ruolo. Talento innato e precoce, longevo quanto e più del predecessore, ha nella strapotenza fisica e nell’esplosività i suoi tratti distintivi. Tecnica anche in questo caso ineccepibile, difficilmente battibile tra i pali e in uscita, ha in più dalla sua rispetto al “rivale” tutta una serie di parate “impossibili” da cineteca, ma rispetto a Dino, vero maestro in questo, “zoppica” per alcuni cali di concentrazione sfociati talvolta in “papere” tanto rare, quanto clamorose.
Guascone, anch’egli dotato di personalità e carisma da vendere, è stato leader indiscusso di tutte le squadre in cui ha giocato mettendo in bacheca una serie di trofei che nulla hanno da invidiare a quelli di Zoff.
Difficile fare una scelta di campo, li considero alla pari, ognuno sul gradino più alto del podio della sua epoca.
Francesco Scabar
È difficile nel calcio paragonare i portieri non solo perché l’interpretazione, il modo di stare in porta cambia da Paese a Paese o da continente a continente. Ma anche perché quello di estremo difensore, rispetto agli altri dieci giocatori di movimento, è stato in assoluto il ruolo che è stato maggiormente influenzato dal cambiamento delle regole. Per esempio l’introduzione del retropassaggio ha letteralmente rivoluzionato il concetto stesso di numero uno. Nel caso di Dino Zoff e di Gianluigi Buffon il paragone viene un pochino più facile perché parliamo due dei massimi specialisti del ruolo, portieri tipicamente italiani come concezione del ruolo, molto ancorata alla difesa dei pali e al dominio dell’area piccola. Entrambi sono stati portieri che nel corso della loro lunghissima carriera si sono saputi evolvere come stile di gioco: a inizio carriera sia Zoff sia Buffon erano più reattivi e spettacolari ma, una volta superati i trent’anni, sono diventati molto più dediti al piazzamento e ad un’interpretazione più essenziale. Buffon è stato un talento molto più precoce di Zoff che invece ha fatto fatica ad emergere nel calcio che conta, ma Super Dino vanta un picco di prestazioni quasi senza paragoni attorno ai trent’anni, età in cui Buffon probabilmente ha vissuto le stagioni meno ricche di soddisfazioni della sua lunghissima e luminosa carriera. Entrambi, come il buon vino, sono invecchiati benissimo con il passare del tempo, segno di una mentalità ed una professionalità assoluta. Buffon è stato probabilmente più esplosivo e reattivo, Zoff più abile nella presa e nelle uscite alte, ma sono qualità specifiche che sono proprie di portieri di determinate epoche specifiche, e ogni epoca ha i suoi pro e i suoi contro, i suoi pregi e i suoi difetti. Quindi suona davvero difficile dire chi sia stato il più forte dei due, sicuramente sono stati, nel loro rispettivo periodo storico, per molte stagioni tra i migliori portieri del mondo. Un’ultima curiosità: entrambi sono di origine friulana. Buffon, pur essendo nato a Carrara in Lunigiana, regione solo nominalmente toscana ma in realtà culturalmente più legata all’Emilia e alla Liguria (terra di un altro grande portiere come Ricky Albertosi da Pontremoli) è originario da parte di padre di Pertegada, paese che segna il confine con il Veneto (e infatti il cognome richiama chiare radici venete). Zoff invece è originario di Mariano del Friuli, borgo di quel lembo del Friuli orientale che fino al 1918 apparteneva all’Impero Austro Ungarico, infatti per questo motivo il cognome di Dino allude a una chiara matrice tedesca.
Francesco Buffoli
Due dei migliori portieri di sempre, ed è interessate evidenziare che entrambi hanno origini friulane. Zoff è stato una garanzia: portiere dotato di un’intelligenza e di un senso della posizione non comuni, dopo un apprendistato in provincia diventa una stella di prima grandezza a Napoli e soprattutto a Torino. Credo che nessuno abbia mai avuto il suo rendimento tra i 30 e i 40 anni. Nei primi anni ’70 ha la reattività di un felino e il senso della posizione che lo contraddistinguerà fino a fine carriera, ed è così bravo da collocarsi secondo nella graduatoria del pallone d’oro nel 1973, fatto più unico che raro per un portiere. Buffon è però forse il più grande talento della storia del calcio, almeno tra i pali, o meglio una sorta di incrocio tra l’esplosività istintiva e spettacolare di Enrico Albertosi (forse, con Zenga, l’unico portiere italiano che possa essere citato nella stessa frase con Zoff e Buffon) e l’intelligenza/maturità di Zoff. Buffon ha esordito con la sicurezza e la padronanza delle situazioni di gioco appannaggio dei grandissimi, quando era minorenne, ed è stato uno dei migliori portieri del mondo fino a 40 anni. La sua propensione al miracolo ha pochi egual nella storia del nostro sport preferito. Nella sostanza sarebbe un pareggio, ma valutando talento, carriera e impatto scelgo di pochissimo Gigi. Se parliamo di persona e personaggio, scelgo Zoff, ma in questa sede faccio parlare solo il campo.
Niccolò Mello
Due giganti del ruolo, accanto a pochi altri eletti: lo spagnolo Zamora, il russo Jascin, il tedesco Neuer. Entrambi straordinariamente longevi e vincenti, hanno legato in modo indissolubile la loro carriera alla Juventus, ma sono stati anche immensi in nazionale, diventando i simboli degli ultimi due trionfi mondiali dell’Italia, nel 1982 e nel 2006. Zoff è stato l’emblema del senso del piazzamento e dell’essenzialità, e ricorreva alla spettacolarità solo quando strettamente necessario. Buffon aveva uno stile diverso, più portato allo spettacolo e all’intervento “impossibile”. Ma sono comunque differenze impercettibili perché tutti e due sono stati completi in ogni fondamentale. Zoff ha avuto maggiore concorrenza interna ed è invecchiato meglio: ancora dopo i 40 anni il suo rendimento era quasi al top. Buffon è stato più precoce (è stato il portiere forse con il maggior talento naturale puro che si ricordi) e ha avuto più concorrenti di valore a livello internazionale lungo tutto l’arco della sua carriera (è passato dagli Schmeichel e dai Kahn ai Casillas e ai Neuer). Scegliere tra i due come valore è una questione di parametri e gusti personale, io mi limito a celebrarli entrambi come due assoluti fenomeni dei pali.