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Un salto al VAR (sesta puntata): i casi più controversi, da Candreva in giù

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Immagine di copertina: Juve-Salernitana e il gol annullato a Bonucci con l’ausilio del VAR. Ma Candreva lo tiene in gioco…

Quando, con magno gaudio e rinnovata fiducia o con il terrore stupito e irritato, il vecchio padrone di pallone e destini si avvia verso il monitor di servizio facendo quel meraviglioso gesto del quadro, ma ritorna e rimane sulle proprie decisioni, allora lo sconforto per chi subisce e sollievo per chi beneficia raggiungono livelli siderali. Sarebbe quindi, ripeto, interessante sapere in percentuale quante volte si sia verificato un caso anomalo come quest’ultimo.

E se c’è, sempre a livello statistico, qualche squadra che ne abbia beneficiato di più o qualcuna che ne sia stata penalizzata. Anche se, mi rendo conto, non esiste una certezza solare, quasi mai, su quale fosse la decisione giusta da prendere. Rimane la rarità di casi come questo. Io, a memoria, me ne ricordo molto pochi, ma, dal momento che seguo in particolare l’Inter (indovinate perché…), me ne ricordo ben tre riguardanti i nerazzurri e tutti “negativi”. Oltre a quello di Barella-Mané già menzionato, un altro famoso, forse perché il primo in assoluto di questa casistica, fu quello in cui l’arbitro Abisso in un Fiorentina-Inter fischiò un rigore per i viola per un presunto fallo di mano di D’Ambrosio nei minuti finali. Un altro che ricordo fu durante un Roma-Inter in cui Di Bello convalidò un gol dei giallorossi, ma fu chiamato al VAR per un precedente presunto fallo di Kolarov su Lautaro. Anche in quel caso l’arbitro reiterò la convalida. Ricordo poi un caso con Orsato che convalidò un gol ospite in un Milan-Lazio di pochi anni fa e poco altro.

Sarebbe quindi il caso, ripeto ancora una volta, di comporre una seria statistica che entri nel merito e che, se fatta con i crismi dovuti, faccia storia e perfino giurisprudenza.
Rimane un ultimo tema da affrontare, dopodiché è giusto affidare questo lungo sproloquio alle critiche dei lettori, sperando di poter dare fiato e argomenti alle loro discussioni. Concludo quindi parlando dei dubbi riguardanti la correttezza delle immagini utilizzate in sala VAR, a Lissone. Essi riguardano due aspetti: il fuorigioco e l’utilizzo delle immagini. Sul primo, il dubbio riguarda l’effettiva esattezza del fermo immagine che determina il momento dell’allineamento dei giocatori, tipicamente un attaccante e un difensore, fondamentale per stabilire la posizione di offside o meno. Si ricorda che la regola dice che quando si verifica un passaggio in avanti, chi lo riceve deve avere due giocatori avversari tra sé e la linea di fondo e che tale situazione viene rilevata quando il passaggio parte. Ovverossia, quando il pallone si stacca dal piede, o dal corpo, del giocatore che effettua il passaggio. Una precisazione doverosa a tal proposito riguarda il fatto che la regola parla di “due giocatori, siano essi di movimento o meno”.

Quindi che uno sia il portiere è un fatto solo accidentale, tant’è che se e quest’ultimo è, per qualsivoglia motivo, lontano dai pali, l’offside viene rilevato e punito anche se c’è il fatidico difensore tra chi riceve il pallone e la linea di porta avversaria. Ripeto, devono essere due! Ma il dubbio che ci assale è indipendente da questo frangente. E cioè: se è vero, come è vero, che le linee rosse e blu tracciate elettronicamente dal VAR sono esatte e affidabili, è stato rilevato con altrettanta esattezza il momento in cui il pallone si stacca dal piede di chi effettua il passaggio? Le gare di sci o di atletica, spesso decise addirittura da centesimi di secondo, hanno insegnato al mondo che la misurazione del rapporto tra il tempo e la distanza fornisce risultati sorprendenti. E quindi un errore di rilevazione oggettiva del momento di partenza, anticipato o ritardato di una frazione di secondo, cambierebbe di molto la posizione dei giocatori sulle fatidiche linee. Non credo che il chip inserito nel pallone per stabilire il cosiddetto gol/nongol potrebbe funzionare anche per l’offside, sta di fatto che, a mio modesto avviso, questa rilevazione che oggi viene spacciata per oggettiva, non lo è affatto.

L’ultimo questione irrisolta è legata alle immagini utilizzabili dal VAR. Si dice che siano tutte quelle possibili, ma allora come è stato possibili l’ormai noto caso Candreva in un recente Juve-Salernitana? Ma c’è un’altra domanda che è giusto porsi: ammesso che le immagini televisive utilizzabili siano “tutte”, gli addetti possono incrociarle per chiarire i casi controversi? Il quesito nasce, per esempio, dal già citato episodio di Dumfries in Inter-Barcellona di Champions del 4 ottobre scorso a Milano. Saltano in area nerazzurra il difensore olandese e il catalano Busquets e la palla schizza lontano. Gli ospiti reclamano il calcio di rigore sostenendo l’intervento con la mano dell’interista. Solite concitate discussioni. L’arbitro Vuncic riesce a isolarsi e a interloquire con il collega al VAR e, dopo un non breve confronto, lascia continuare il gioco senza recarsi al posto di visione e senza assegnare il penalty. Nessuno dei replay proposti da Sky, che trasmetteva la gara, è riuscita a stabilire se ci sia stato il tocco di mano di Dumfries e questo sembra essere stato il motivo della decisione.

Inter-Barcellona 1-0 in Champions League. Ma ci fu un mani di Dumfries in area e dunque rigore per gli spagnoli? Per il VAR non ci fu nulla

Ma, attenzione: sarebbe stato sufficiente applicare la proprietà transitiva a due, le più chiare tra l’altro, di queste sequenze per capire, oltre ogni ragionevole dubbio, che quello era fallo di Dumfries e quindi rigore per il Barcellona. Partiamo da un presupposto: la palla, proveniente da destra, viene deviata in direzione del centrocampo. In ordine di posizione, o la tocca Busquets di testa, o Dumfries di testa o lo stesso olandese con la mano protesa. Le immagini a disposizione sono: una frontale e l’altra dal fianco destro. Dalla prima si può escludere che lo spagnolo la tocchi e sembra che l’esterno dell’Inter la rinvii di testa, ma senza certezza; nella seconda invece si esclude che Dumfries la tocchi con il capo, mentre non si può stabilire se la deviazione, comunque certa, sia provocata da Busquets. Bastava incrociare queste rilevazioni per dedurre che il fallo di mano fosse sicuro e il penalty netto. Mi rimane un’ultima riflessione da fare. Più che una riflessione è un dubbio che travalica e ingloba nello stesso tempo tutti i fatti portati a esempio. Non è che la presenza della VAR faccia da paracadute agli arbitri? Non è che le loro capacità e la loro precisione ne risentano? E che il loro incentivo a migliorarsi ne abbia subito un rallentamento se non proprio una battuta d’arresto?

Altro da aggiungere, senza necessariamente entrare nelle stanze delle polemiche e rivendicazioni, francamente non ho. Spero solo di non avere annoiato e di avere, una volta di più, dimostrato che “Qui ci vuole la moviola in cambo!” (cit.). Adesso però, dal momento che ho molto raccontato e mi è venuta la gola secca, se permettete faccio un salto al bar!

Fine

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