Immagine di copertina: Cristiano Ronaldo a testa bassa. Stagione negativa per il portoghese [PETER POWELL – EPA – ANSA]
La caduta degli dei. Dopo Lionel Messi, anche Cristiano Ronaldo saluta la Champions League agli ottavi (e per lui è il terzo anno consecutivo). Il portoghese lo fa al termine di una prestazione decisamente scialba. Da parte sua e in generale di un Manchester United che non ha mai saputo in questa stagione essere squadra al di là del valore dei singoli. All’Atletico Madrid è bastato un guizzo, al termine di un’azione ben orchestrata, e poi la solita “garra” e attenzione difensiva tipica del Cholismo per rendere inoffensivi gli attacchi dei Red Devils.
Successo meritato degli spagnoli, che già all’andata avevano prodotto di più, colpendo due legni e venendo raggiunti in modo beffardo a una decina di minuti dal termine dal giovane Elanga. Proprio Elanga in avvio di match ha fallito quella che è stata probabilmente la miglior occasione degli inglesi nel ritorno, quando davanti a Oblak gli ha calciato in bocca (o meglio: sulla faccia).
Gli inglesi si sono sciolti strada facendo dopo un avvio promettente. Subito il gol di Renan Lodi al tramonto del primo tempo, nella ripresa non sono mai riusciti di fatto a impensierire gli avversari: il solo Varane ci ha provato con un colpo di testa ravvicinato, ma sulla sua strada ha trovato un ottimo Oblak, una delle chiavi del successo insieme al difensore centrale Savic, al sacrificio di Griezmann, all’abilità dei due terzini Llorente e Lodi di capovolgere rapidamente il fronte del gioco. E in generale all’ottima organizzazione tattica e mentale messa in campo da quel vecchio lupo di mare che risponde al nome di Diego Simeone.
Il tabellino
Manchester United-Atletico Madrid 0-1
Marcatore: pt 40′ Renan Lodi.
Manchester United (4-2-3-1): De Gea; Dalot, Varane, Maguire (st 39′ Mata), Alex Telles; McTominay (st 22′ Matic), Fred (st 30′ Cavani); Sancho, Bruno Fernandez (st 22′ Pogba), Elanga (st 22′ Rashford); Ronaldo. All.: Rangnick.
Atletico Madrid (3-5-2): Oblak; Renildo, Savic, Gimenez; Lodi, Koke (st 35′ Kondogbia), Herrera, De Paul, Llorente; Griezmann (st 48′ Correa), Joao Felix (st 45′ Felipe). All.: Simeone.
Le pagelle
MANCHESTER UNITED
IL MIGLIORE VARANE 6,5
Forse ha perso qualcosa rispetto a qualche anno fa. O forse è solo un’apparenza. Solido e concentrato, nessuna sbavatura e l’unico tiro che spaventa Oblak nella ripresa.
DE GEA 6,5
Al di là di qualche svarione che ogni tanto gli capita, è un portiere dai mezzi e dalle risorse importanti. Lo ha confermato ieri neutralizzando un missile terra-aria di De Paul nel primo tempo con un balzo davvero ragguardevole.
BRUNO FERNANDES 5,5
Ispirato in avvio, poi si perde. Nella ripresa servirebbe la sua qualità in mezzo al campo, ma non è aria. Non che Pogba (voto 5) faccia meglio: anzi, quello del francese è un ingresso che non porta assolutamente a nulla in casa United.
CRISTIANO RONALDO 4,5
Zero gol, zero assist, zero tiri, qualche sparuto movimento illusorio in avvio e poi il nulla. Se la stagione di Messi è un flop, la sua è poco meglio. Terza uscita agli ottavi di fila, la seconda in cui tra andata e ritorno è inguardabile. La fine di un’era.
SANCHO 4,5
Un’involuzione pazzesca dai tempi di Dortmund. Forse non si trova a suo agio nella squadra, forse ha dei limiti lui. Quel dribbling nel finale tentato e non riuscito in una zona di campo pericolosa che porta a un pallone perso è l’emblema della sua serata. Urge un deciso cambio di passo.
ATLETICO MADRID
IL MIGLIORE SAVIC 7,5
Gigante dell’area, respinge qualsiasi insidia, ringhia addosso a chiunque. L’erede in salsa montenegrina del grande Godin. Condottiero.
OBLAK 7
Torna Superman quando conta, dopo una stagione sin qui complicata. Fortunosa la parata su Elanga, decisivo su Varane nel secondo tempo, impeccabile nelle uscite e nelle prese aeree. Muro.
RENAN LODI-LLORENTE 7
Il primo per il gol, pesante come un macigno e per i ficcanti inserimenti; il secondo per un lavoro pazzesco sulla destra, il suo regno incontrastato dove fa a fette chiunque.
GRIEZMANN 6,5
Assist chirurgico per il gol, poi un lavoro preziosissimo da mediano con sei recuperi. Non ha più l’imprevedibilità dei tempi migliori, ma sa come rendersi utile.
DE PAUL 6,5
Conclusione meravigliosa nel primo tempo che chiama De Gea a una grande parata. Scudo davanti alla difesa, cattiveria agonistica e dedizione alla causa. L’ex Udinese era già stato uno dei migliori dell’Argentina in Coppa América. Si conferma un ottimo elemento nelle competizioni importanti.
JOÃO FELIX 6,5
Come piedi è il più forte della nuova generazione, più di Mbappé e di chiunque altro dei giovani assi attualmente in rampa di lancio. Sublime il colpo di tacco che avvia l’azione del gol. Ma nella ripresa sbaglia alcuni palloni ed è su questa mancanza di lucidità e concretezza che dovrà lavorare per trasformarsi in un fuoriclasse vero (cosa che Mbappé è già, perché il francese a differenza sua non sbaglia mai una scelta nel momento che conta).
L’altra partita
AJAX-BENFICA 0-1
Marcatore: st 32′ Nuñez.
L’Ajax crea e gioca, ma viene punito a un quarto d’ora scarso dal termine da Nuñez: decisiva in negativo per gli olandesi l’uscita a vuoto del futuro portiere interista Onana. Eliminazione sorprendente se si guarda al rendimento dei gironi, dove l’Ajax era stato la squadra migliore con il Bayern Monaco e il Liverpool, le sole a punteggio pieno. Il Benfica ora sogna: tutto ciò che arriverà da qui in poi sarà guadagnato.