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Il 2002 di Roberto Carlos: tutto ciò che i libri di storia non ci hanno mai raccontato

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Immagine di copertina: Roberto Carlos con la Champions League e il Mondiale vinti.

È il 30 giugno 2002.

Siamo a Yokohama. Si disputa la finale del Mondiale, giocato in Corea del Sud/Giappone, tra Brasile e Germania. È stato un Mondiale segnato da feroci polemiche per le designazioni arbitrali da parte della FIFA, che hanno macchiato inevitabilmente l’immagine e l’impatto mediatico della rassegna iridata. La finale è una partita senza storia e il Brasile, che nelle sei partite precedenti aveva sempre mostrato la forza delle proprie individualità ancora prima che un gioco spumeggiante, la vince grazie alla splendida doppietta di Ronaldo, che riesce finalmente ad ottenere il suo riscatto sportivo, quattro anni dopo il terribile malore che l’aveva privato di fatto della finale mondiale di Parigi e soprattutto a seguito del lungo calvario di infortuni che l’aveva tormentato per più di due anni.

Il suo Mondiale è stato una cavalcata trionfale, con 8 gol in 7 partite che l’hanno consacrato nettamente come il capocannoniere della manifestazione. Questo trionfo farà da apripista per il secondo Pallone d’Oro e per il terzo FIFA World Player della sua carriera. Il 2002, di fatto, è entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo come l’anno della rivincita di Ronaldo, in una narrativa che spesso rischia di premiare alcuni protagonisti a discapito di altri.

Eppure non è di lui che parleremo, perché voi tutti conoscete la carriera di Ronaldo. La storia che vi racconteremo riguarda un altro protagonista, che nel 2002 aveva vissuto un’annata che non è stata illustrata come si deve nei libri di storia del calcio, fino a finire sempre nel dimenticatoio. Un’annata, quella di Roberto Carlos, che è stata prossima ad essere premiata col Pallone d’Oro e che merita come non mai tutte le celebrazioni che non sempre sono state fatte negli ultimi 19 anni.

Il dominatore della Champions League 2001-2002

Roberto Carlos con la Champions League 2001-2002 appena vinta. [www.linacon.top]

A seguito della rovinosa sconfitta della quale il Real Madrid è stato vittima qualche settimana prima, contro il Deportivo, in finale di Coppa del Re, e soprattutto a causa dell’impossibilità pratica di tenere testa al Valencia in Liga, i Blancos si ritrovano a dover sfruttare appieno la Champions League per poter inseguire il nono successo nella massima competizione europea. Infatti, le Merengues possono disporre di una rosa magnifica, potendo fare affidamento sulla leadership difensiva di Fernando Hierro, sulla meravigliosa fase di interdizione che Claude Makelelé può garantire in mezzo al campo, sulla classe intramontabile di Luis Figo e soprattutto di Zinedine Zidane e sui colpi offensivi di Raùl Gonzales Blanco. In mezzo a questi grandissimi fuoriclasse spicca anche Roberto Carlos, che nelle annate precedenti era stato fondamentale per i successi dei Blancos nel 1997-1998 e nel 1999-2000.

Eppure, nella stagione 2001-2002, Roberto Carlos si ritrova in una forma fisica e tecnica semplicemente strabiliante, ergendosi spesso come primo regista e come vero e proprio faro del Real Madrid di Vicente del Bosque. In quella che è la terza e ultima Champions League vinta dal terzino brasiliano, Roberto Carlos appare decisamente come il leader tecnico ed emotivo di una squadra piena zeppa di fuoriclasse.

Lo dimostra già all’andata dei quarti di finale contro il Bayern Monaco campione d’Europa e del Mondo in carica, a Monaco di Baviera, in una partita che vede il Real Madrid passare in vantaggio con Geremi, per poi farsi recuperare in malo modo dai baveresi, con i gol di Effenberg e Pizzarro che nel giro di tre minuti ribaltano la contesa. I Blancos faticano a trovare spunti offensivi degni di nota al di fuori del gol di Geremi e le loro stelle offensive, Zidane e Raùl, risultano imbrigliate dalle maglie della difesa dei Bullen. A spiccare in una partita che il Real Madrid non riesce a fare propria sono sicuramente Roberto Carlos e Claude Makelelé, che sono indubbiamente i soli a cercare di portare la partita su binari differenti.

Il ritorno, invece, è una di quelle partite rimaste inspiegabilmente dimenticate nella storia del calcio, nonostante contenga una prestazione semplicemente difficile da replicare. Questa partita non è raccontata in nessuno dei libri di storia più famosi, ed è per questo motivo che deve essere narrata. In una partita che vede il Real Madrid ribaltare lo svantaggio dell’andata di fronte al proprio pubblico di casa, è Roberto Carlos ad emergere come principale protagonista e dominatore, mettendo in mostra una delle prestazioni più dominanti mai messe a segno da un terzino sinistro in campo internazionale.

Prendete Fabio Cannavaro contro la Germania al Mondiale 2006 e dirottatelo sulla fascia sinistra, a dettare legge in fase difensiva come in fase di regia offensiva. In una partita in cui il Real Madrid è chiamato all’assedio decisivo per l’accesso alla semifinale, Roberto Carlos non lascia passare nessuna forma di vita dalle sue parti e ogni singola azione offensiva dei Blancos parte dai suoi piedi. In quei 90 minuti, il 3 del Real Madrid è al di sopra di tutti e 21 i giocatori presenti nel rettangolo verde e lo certifica il chirurgico assist con cui permette ad Helguera di mettere a segno il gol dell’1-0 al minuto 69. Un gol che in quel momento vale la qualificazione dei Blancos alla semifinale di Champions League, ma lo show di Roberto Carlos prosegue, in seguito a continui inserimenti mortiferi sulla fascia sinistra, per poi mettere il punto esclamativo sulla partita con il campanile che permette a Raùl di immolarsi verso la porta avversaria e di servire a Guti, al minuto 86, la palla per chiudere la contesa.

La partita è finita e in quel momento si ha la sensazione di aver appena visto un qualcosa che difficilmente si era visto fare ad un terzino sinistro. In quei 90 minuti, è apparso chiaro che né Raùl, né Zidane, né Figo, ovvero alcuni dei giocatori più forti dell’epoca, siano stati in grado di apparire al livello di Roberto Carlos. L’uomo in più del Real Madrid è lui e non si fermerà di certo a quella magica e celestiale notte del 10 aprile 2002.

Anche contro il Barcellona, infatti, Roberto Carlos figura tranquillamente tra i migliori in campo, mettendo in mostra grandissima parte del suo repertorio offensivo e difensivo. In particolare, all’andata, sfodera un’altra prestazione superba, assistendo direttamente Guti con un’improvvisa quanto precisissima rimessa laterale che non viene capitalizzata dal fantasista spagnolo. Una giocata che già aveva messo in mostra in gioventù, durante la sua breve esperienza all’Inter e che replicherà qualche settimana più tardi, in finale.

Il gol di Raùl in finale di Champions League, propiziato dalla splendida rimessa laterale di Roberto Carlos.

È infatti nella notte di Glasgow del 15 maggio 2002, contro il Bayer Leverkusen di un sorprendente Michael Ballack, che Roberto Carlos mette a segno due tra le giocate più iconiche della sua intera carriera. Prima assiste Raùl nel gol dell’1-0, direttamente da rimessa laterale, e successivamente, a seguito di uno scambio velocissimo con Santiago Solari, affonda sulla fascia sinistra, alzando un campanile per il genio di Zinedine Zidane, che non può fare altro che segnare uno dei gol più belli mai segnati nella storia del calcio. Un quadro che mette in mostra la classe infinita di Zinedine Zidane (autore della miglior prestazione della sua Champions League), ma anche l’inarrestabile falcata di Roberto Carlos verso la gloria.

Il quadro di Zinedine Zidane in finale di Champions League 2001-2002, propiziato dal campanile di Roberto Carlos.

In una partita che vede il nono successo dei Blancos in Champions League, sono i colpi di classe di Roberto Carlos e Zinedine Zidane, nonché la splendida fase difensiva di Makelelé e le parate finali di Iker Casillas (subentrato a César infortunato), a fare la differenza. Le Merengues sono i padroni dell’Europa, per la nona volta nella loro storia, e tra gli altri non possono fare altro che ringraziare il principale artefice di tutto ciò, Roberto Carlos, il vero e proprio dominatore in mezzo a quei immensi fuoriclasse che pullulavano tra i Galacticos.

Roberto Carlos si è consacrato come il miglior giocatore del Real Madrid nella massima competizione europea, e se pensate che con questo si sia concluso ciò che vi intendo raccontare, beh, vi sbagliate di grosso…

Un grande Mondiale

Roberto Carlos con la Coppa del Mondo vinta nel 2002.

Come vi abbiamo già raccontato, il Mondiale del 2002 non può che passare alla storia come il Mondiale di Ronaldo, autore di 8 gol in 7 partite decisivi per portare il quinto titolo iridato al Brasile. È il riscatto del Fenomeno, quattro anni dopo il dramma della finale di Parigi e due anni e mezzo dopo l’inizio del lungo calvario di infortuni.

Tutto ciò, però, può passare in secondo piano, in quanto il Mondiale di Roberto Carlos merita di essere ricordato e celebrato con maggiore attenzione. Infatti, in una squadra ben amalgamata a livello di collettivo, il Brasile può fare affidamento sugli intramontabili Cafu e Roberto Carlos sulle fasce, sulla classe operaia di Kléberson e sul tridente delle meraviglie, formato da Rivaldo e un giovane Ronaldinho che assistono Ronaldo, che a causa dei suoi tremendi infortuni, si è ridotto all’essere “solo” un centravanti classico di grandissimo spessore tecnico e di ineguagliabile classe.

In questo Brasile, che vince tutte le partite nella spedizione asiatica, Roberto Carlos spicca senza dubbio tra i migliori dei verde-oro, mostrando una grandissima intelligenza tattica nelle due fasi – in barba ai beceri luoghi comuni che lo avrebbero visto, nel corso della sua carriera, come un anarchico incapace di difendere – ed ergendosi spesso come uno dei principali leader emotivi della nazionale di Luis Scolari.

A spiccare in quelle sei partite disputate sono le prestazioni contro la Cina nella fase a gironi, in cui si esibisce in una punizione violentissima sotto l’incrocio, e in semifinale contro la Turchia, partita nella quale lui e Cafu mettono in mostra una delle migliori prestazioni mai sfoderate da una coppia di terzini. Risultano infatti immarcabili per i terzini avversari e lasciano il vuoto dalle loro parti, fermando sul nascere praticamente ogni disperato assalto dei turchi sulle fasce.

La violentissima punizione con cui Roberto Carlos apre la goleada brasiliana ai danni della malcapitata Cina.

Il Mondiale del 2002 è stato vinto dal Brasile, e Roberto Carlos è riuscito comunque a consacrarsi come uno dei principali protagonisti, nonostante la figura di Ronaldo si prenda inevitabilmente i titoli dei giornali per la splendida doppietta contro la Germania di Rudi Völler.

Supercoppa UEFA e Coppa Intercontinentale, un uomo solo al comando

Roberto Carlos con la Supercoppa UEFA appena conquistata.

Le conquiste di Roberto Carlos nel 2002, però, non sono affatto finite e lo certifica la Supercoppa UEFA, disputata il 30 agosto nel Principato di Monaco, in cui mette in mostra l’ennesima prestazione sovrumana del suo anno solare.

Infatti, contro il Feyenoord vincitore della precedente edizione di Coppa UEFA, il numero 3 dei Blancos risulta per l’ennesima volta un dominatore, in una vera e propria serata di Gala in cui anche Guti si esprime al massimo, con Makelelé e Cambiasso che lasciano il vuoto a centrocampo, e per l’ennesima volta lui si rivela il migliore in campo per la causa del Real Madrid, come lo era stato in varie occasioni della Champions League vinta qualche mese prima.

Nel corso del 90 minuti, Roberto Carlos propizia l’autogol di Paauwe per il vantaggio delle Merengues nel primo tempo, per poi, pochi minuti più tardi, segnare il gol del 2-0 a seguito di una splendida azione corale propiziata dallo splendido tacco di Guti e dal destro di Carlos che si piazza sotto l’incrocio. In appena sei minuti tra il 15° e il 21°, il Real Madrid è già avanti di due lunghezze sugli olandesi, che abbozzano una reazione grazie alla punizione di van Hooijdonk nel secondo tempo.

A nulla serve, perché sarà Guti a chiudere la pratica con il 3-1 finale, in una serata a tinte bianche che ha visto Roberto Carlos dominare, per l’ennesima volta. E non è di certo finita qui.

Il Real Madrid concluderà al meglio il suo splendido 2002 con il trionfo in Coppa Intercontinentale, in cui Roberto Carlos si proclamerà a grandissimo protagonista del 2-0 delle Merengues contro l’Olimpia. Infatti, assisterà Ronaldo – arrivato a fine sessione estiva – per il gol dell’1-0 e in ripetute occasioni metterà in mostra giocate di altissima classe, sfiorando addirittura il bersaglio grosso in più di un’occasione.

Il 2002 del terzino sinistro più forte del pianeta si conclude così, con un bottino da 1 gol e 3 assist nelle 4 finali internazionali disputate (Champions League, Mondiale, Supercoppa UEFA), nonché come MVP di tutte e tre le finali internazionali disputate con la maglia del Real Madrid. Semplicemente inarrestabile.

Un Pallone d’Oro sfiorato

Il 2002 di Roberto Carlos, com’è stato detto, è stato semplicemente dorato, sia per quanto riguarda i suoi successi internazionali con il Real Madrid e con il Brasile, sia per le prestazioni tremendamente dominanti che ha messo a segno nelle partite chiave in campo internazionale. Tutto ciò è stato inoltre condito da un bottino da 6 gol e 11 assist in 64 partite.

Le cifre, però, non rendono giustizia a ciò di cui Roberto Carlos è stato protagonista e i primi ad accorgersi di ciò nel 2002 sono i giurati di France Football, che considerano concretamente l’idea che Roberto Carlos possa diventare il primo terzino sinistro ad aggiudicarsi il prestigioso Pallone d’Oro. Un evento simile sarebbe di una portata storica ineguagliabile, poichè nemmeno Paolo Maldini negli anni migliori della sua carriera, seppur sfoderando prestazioni stellari nel 1994, era stato in grado di giungere ad un traguardo simile.

Il vincitore, però, sarà Ronaldo, il principale protagonista del Mondiale disputato in suolo asiatico, che nel 2002 ha totalizzato appena 31 presenze, condite da 21 gol e 5 assist. Inoltre, il Fenomeno è stato vittima di infortuni nei primi tre mesi dell’anno solare e che non ha certamente garantito nei Club (Inter e Real Madrid) le stesse prestazioni fornite Roberto Carlos, macchiandosi inoltre del fallimento nerazzurro del 5 maggio. Eppure a vincere il Pallone d’Oro è proprio lui, cinque anni dopo il suo successo epocale del 1997. Una premiazione che, però, si porta dietro una serie di polemiche che a distanza di 19 anni sono finite presto nel dimenticatoio.

Classifica finale del Pallone d’Oro 2002. [it.wikipedia.org]

Eppure il 2002 di Roberto Carlos è una di quelle annate che meritano di essere inserite nella storia del calcio, per i picchi di onnipotenza che raramente si erano visti per un pari ruolo e per essere arrivato ad un passo dall’essere il primo terzino sinistro ad aggiudicarsi il Pallone d’Oro. Perché in situazioni come questa converrebbe chiudere i libri di storia del calcio e rispolverare l’apice assoluto di uno dei più grandi terzini sinistri di tutti i tempi.

Un apice che a distanza di 19 anni non merita di finire per l’ennesima volta nel dimenticatoio.

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