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Non solo Maradona e Messi: 40 anni di campioni al fianco dei Diez più famosi d’Argentina

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Da anni il confronto tra Lionel Messi e Diego Armando Maradona sta polarizzando il dibattito tra gli appassionati e, come al solito, non mancano le polemiche e le argomentazioni da parte di entrambe le “fazioni” per portare acqua al proprio mulino.

Uno di questi “pomi della discordia” riguarda appunto la squadra, dal punto di vista qualitativo e di prestigio, che Messi e/o Maradona ha trascinato alla vittoria, fermando restando che, come abbiamo più volte scritto, nessuno è in grado di vincere da solo: si gioca in 11 e si perde/vince in 11.

Siamo partiti dal classico luogo comune “Maradona ha trascinato l’Argentina da solo”, per andare a sviscerare nella rosa delle varie selezioni argentine il palmares dei compagni di squadra dei due fenomeni.

Ora, siamo pienamente consapevoli che “il palmares non fa il campione” – è uno dei cavalli di battaglia della nostra pagina – tuttavia abbiamo fatto una ricerca su quali compagni avessero messo in saccoccia titoli prestigiosi, come unità di misura (convenzionale e non dogmatica, è chiaro) di quanto i giocatori con cui hanno giocato Maradona e Messi fossero abituati a lottare per il successo nelle rispettive squadre di club.

Abbiamo deciso di contare solo i titoli internazionali – dunque, titoli ugualmente prestigiosi che possono essere i cinque top campionati nazionali europei o quelli nazionali argentini e brasiliani non verranno menzionati.

Per evitare ripetizioni ed elenchi ridondanti, generalmente abbiamo menzionato giocatori che non c’erano nelle selezioni precedenti.

Diego Armando Maradona

Coppa America 1979

Nella rosa dell’Argentina che prende parte alla Coppa America del 1979 spicca la Coppa del Mondo del 1978 vinta da uno straordinario Daniel Passarella – bissata in Messico nel 1986 pur senza giocare mai. Anche Americo Gallego – che nel 1986 con il River Plate alzerà Coppa Libertadores e Coppa Intercontinentale – e Josè Daniel Valencia erano campioni del mondo in carica. Il portiere Enrique Bernardo Vidallè invece alzerà una Coppa Libertadores nell’84/85, seguita da una Coppa Interamericana l’anno successivo. Il difensore Miguel Bordon aveva già vinto una Coppa Intercontinentale nel 1977 e una Coppa Libertadores nel 1977/78.

Il palmares più ricco, però, era quello del trequartista Ricardo Bochini: con la maglia dell’Atletico Indipendente aveva già conquistato ben 4 Libertadores (alle quali si aggiungerà un’altra, nel 1984) e una Coppa Intercontinentale nel 1973 (bissata nel 1984), senza dimenticare il vittorioso mondiale messicano al quale Bochini prenderà parte.

Ricardo Bochini, straordinario trequartista pluricampione del Sudamerica

Mondiali 1982

In Spagna nel 1982 ci furono tanti reduci dalla vittoria del mondiale in Argentina: i portieri Fillol e Baley, il centrocampista della Fiorentina Daniel Bertoni – che con la maglia dell’Independiente si era portato a casa ben tre Coppe Libertadores consecutive nel periodo 1973-1975 nonché una Coppa Intercontinentale nel 1973 -, il grande protagonista Osvaldo Ardiles – che nell’83/84 avrebbe alzato una Coppa UEFA con il Tottenham -, i già nominati Passarella, Gallego e Valencia e l’indimenticabile Mario Kempes – trascinatore al mondiale argentino nonché vittorioso con la maglia del Valencia di una Coppa delle Coppe e di una Supercoppa Europea nel 1980. Anche il difensore Luis Galvan era campione del mondo in carica, così come Jorge Olguin, che nel 1985 si toglierà la soddisfazione di alzare al cielo con l’Argentinos Juniors la Coppa Libertadores. Tra questi “titolati” non può mancare Jorge Valdano, splendido attaccante del Real Madrid con cui vincerà 2 Coppe Uefa consecutive (1985 e 1986). Completano la lista “el Conejo” Alberto Tarantini, campione sudamericano con il Boca Juniors nel 1977 e giocatore in Premier League con il Birmingham City e in Francia con il Tolosa, e il difensore Enzo Trossero, che due anni dopo avrebbe trionfato con la maglia dell’Independiente in una combo Libertadores + Intercontinentale, senza dimenticare il difensore e attuale commentatore televisivo Patricio Hernandez, che nel 1986 vincerà la Libertadores e l’Intercontinentale con la maglia del River Plate.

Daniel Passarella, leader carismatico come Diego, vinse da protagonista un mondiale nel 1978, e un altro nel 1986, dove però non giocò mai

Mondiali 1986

Veniamo ora all’apogeo della carriera di Diego Armando Maradona, ossia la sua cavalcata trionfale nella Coppa del Mondo 1986. El Pibe de Oro trascinò la sua squadra a suon di prestazioni maiuscole e giocate leggendarie al secondo trionfo mondiale della Seleccion albiceleste. Senza mettere in dubbio l’apporto decisivo di Maradona nella vittoria del mondiale – è palese che senza Diego l’Argentina non avrebbe mai vinto il titolo – occorre una volta in più sottolineare come il luogo comune “Maradona ha vinto il mondiale da solo circondato da scappati di casa” non corrisponda al vero. Innanzitutto perché quella nazionale poteva contare sull’asse Pumpido-Ruggeri-Enrique, che nello stesso anno vennero incoronati Campioni del Sudamerica con addosso la maglia del River Plate, nonché campioni intercontinentali: se i primi due erano titolari assoluti, El Negro Hector Enrique si conquistò i galloni da titolare a torneo facendo, arrivando a giocarne cinque. Accanto al libero Brown, Josè Cuciuffo – che nel 1989 con il Boca alzerà la Supercoppa Sudamericana – si affermò come stopper insieme al già citato Oscar Ruggeri. L’Argentina aveva a disposizione in panchina anche il talento di Claudio Borghi, soprannominato da Michel Platini “il Picasso del Calcio”, trascinatore dell’Argentinos Juniors alla massima vittoria continentale per club l’anno precedente, mentre il suo compagno di club Sergio Batista, primatista in presenza con l’Argentinos Juniors, era titolare. Oltre ai già menzionati Valdano e Bochini, anche il centrocampista Nestor Rolando Clausen è arruolabile nella lista dei “titolati”: due anni prima, infatti, nel 1984 trionfò in Sudamerica con l’Independiente, così come il suo compagno Ricardo Giusti e naturalmente Jorge Burruchaga, l’autore del gol-vittoria della finale del mondiale contro la Germania.

Coppa America 1987 e Coppa America 1989

Nella Coppa America dell’anno successivo giocata proprio in Argentina, dove l’avventura dell’Albiceleste terminò in semifinale contro l’Uruguay, ai “titolati” si aggiunse l’ala Claudio Caniggia, il figlio del vento, già campione di Sudamerica e Intercontinentale con il River Plate l’anno precedente, nonché il giovane centravanti Juan Funes, suo compagno di squadra nei Los Millonarios. Il portiere titolare era Islas, che nel 1994 con l’Indipendente alzò la Supercoppa Sudamericana. Due anni dopo il CT Bilardo richiamò l’eroe mundial Burruchaga, nonché Abel Balbo, che noi in Italia conosciamo molto bene per i suoi trascorsi con la Roma e con il Parma, con cui vinse una Coppa UEFA nel 1999. Arrivò in nazionale anche Pedro Monzon, altro giocatore trionfante con l’Independiente nel 1984, mentre un altro campione sudamericano 1986 in maglia bianco-rossa – Nestor Gorosito – si guadagnò la convocazione da parte del CT, così come Pedro Troglio, campione con il River, e conosciuto in Italia per aver indossato le maglie di Verona, Lazio e Ascoli.

Mondiale 1990

Durante la terza spedizione mondiale dell’Argentina di Diego Armando Maradona, spedizione che si concluse con una sconfitta in finale per 1-0 contro gli eterni rivali della Germania Ovest, ai già nominati Caniggia, Burruchaga, Balbo, Troglio, Monzon si unisce un’eccellente conoscenza del calcio italiano: Nestor Sensini, firma d’autore dei due trionfi in Coppa UEFA del Parma in cinque anni, alle quali si aggiungono nel suo palmares altre due Supercoppe UEFA, di cui una conquistata con la maglia della Lazio.

Nel mondiale di Italia ’90 fu splendido protagonista il portiere Sergio Goychochea, che con l’ormai leggendario River Plate 1986 alzò al cielo l’accoppiata Coppa Libertadores-Coppa Intercontinentale. La difesa a tre era pienamente “titolata”: accanto all’intoccabile Oscar Ruggeri, vi era Juan Simon, trionfante con la maglia azzurro-oro del Boca nella Supercoppa Sudamericana del 1989 e nella Recopa Sudamericana del 1990. Completava il terzetto Josè Serrizuela, che nel 1994 e 1995 alzerà con la maglia dell’Independiente ben due Supercoppe sudamericane.

Jorge Burruchaga, autore del gol del 3-2 contro la Germania Ovest nel 1986

Non va dimenticato il mediano Nestor Lorenzo, campione con l’Argentino Juniors nel 1995.

Maradona non prenderà parte alle due Coppe Americhe vinte dalla Seleccion nel 1991 e 1993, vinte nel segno di un grande Gabriel Omar Batistuta, centravanti tra i top mondiali nel ruolo negli anni ’90. Ritornerà in nazionale un’ultima volta nel mondiale americano del 1994, dove però venne fermato dopo due partite, a seguito delle ben note controversie extrasportive, delle quali non vogliamo parlare in questa pagina.

Lionel Messi

Venendo all’altro grande Diez, Lionel Messi, che partecipò al suo primo torneo con la maglia della nazionale in occasione dei mondiali 2006, va precisato che, rispetto agli anni del Pibe de Oro, il calcio aveva definitivamente spostato l’asse verso l’Europa, che aveva nettamente staccato il Sudamerica per prestigio e valore, nonché per disponibilità economiche. Quasi tutti i grandi giocatori del continente sudamericano, una volta “svezzati” e trionfanti nel proprio continente, hanno attraversato l’oceano per l’affermazione nel “Vecchio Mondo” e per la consacrazione definitiva, che ormai non poteva non passare più per l’Europa.

Mondiale 2006 e Coppa America 2007

Il portiere titolare era Roberto Abbondanzieri, che aveva vinto ben 3 Coppe Libertadores (e nel 2010 ne vincerà una quarta con l’International) e 2 coppe Intercontinentali in 4 anni con la maglia del Boca Juniors. Roberto Ayala e Pablo Aimar rappresentavano il Valencia vincitore della Coppa UEFA 2004 e della Supercoppa Europea, mentre il sublime genio del “gatto di marmo” Juan Roman Riquelme aveva un bagaglio di trionfi con la maglia del Boca Juniors in Libertadores, uno tra tutti la straordinaria Coppa Intercontinentale del 2000 contro il Real Madrid, probabilmente la sua gara più iconica. A centrocampo c’era il futuro eroe del Triplete interista Esteban Cambiasso, con già due titoli internazionali in bacheca, conseguiti nel 2002 con il Real Madrid (Supercoppa UEFA e Coppa Intercontinentale), mentre in attacco Hernan Crespo e Saviola potevano vantare di una Coppa UEFA vinta rispettivamente nel 1999 e nel 2006 (per il Valdanito è impossibile non menzionare il trionfo in Coppa Libertadores nel 1996 con il River Plate di cui fu grandissimo protagonista nelle partite finali). Impossibile non menzionare un fuoriclasse come Carlos Tevez, che dopo aver vinto tutto in Sudamerica, era appena approdato nel calcio europeo, dove alzerà da protagonista una Champions League nel 2008 con la maglia dei Red Devils. In quell’Argentina di Pekerman vi erano anche Gabriel Milito e Javier Mascherano, che con la maglia del Barcellona vinceranno tutto in Spagna, in Europa e nel mondo. Nella Coppa America dell’anno successivo, conclusasi con una rovinosa sconfitta per 3-0 in finale contro il Brasile, si aggiungono all’elenco un ritrovato Javier Zanetti, già vincitore di una Coppa UEFA con l’Inter di Simoni nel 1998 e che sarà anch’egli un pilastro dell’Inter di Josè Mourinho, nonché il ritorno in pompa magna dopo 4 anni di assenza di Juan Sebastian Veron, che alzò titoli con Parma e Lazio. Ebbe il suo spazio anche l’attaccante del Real Saragozza Diego El Principe Milito, che tre anni dopo sarà la prima firma del leggendario Triplete nerazzurro. Presenza fissa dal 2006 al 2011 fu Nicolas Burdisso, conosciuto in Italia per aver indossato le maglie di Inter e Roma, difensore del Boca Juniors 3 volte campione del Sudamerica e due volte campione Intercontinentale.

Messi e Riquelme, fantasia e talento al potere

Mondiale 2010

Il CT Diego Armando Maradona finì nel vortice della polemica per non aver puntato sul blocco dei protagonisti del Triplete interista, escluso il difensore centrale Walter Samuel (che si infortunò alla seconda presenza): Javier Zanetti ed Esteban Cambiasso non furono nemmeno convocati, Diego Milito giocò invece pochi scampoli di partita, chiuso da Higuain, Sergio Aguero – fresco vincitore dell’Europa League con la maglia dell’Atletico Madrid – e Tevez. Fu il primo torneo con la nazionale per Angel Di Maria, futuro campione d’Europa con il Real Madrid nonché Campione d’America 2021 con la nazionale, mentre fu il primo mondiale per la leggenda del Boca pluricampione sudamericano (2000 e 2007) e campione intercontinentale (2000) Martin Palermo, autore del soffertissimo gol-qualificazione allo scadere sotto il diluvio all’ultimo respiro. Un rincalzo dimenticato fu il difensore Clemente Rodriguez, tuttora in attività, con in bacheca ben 3 Coppe Libertadores e 2 Coppe Intercontinentali, conquistate tutte con la maglia del Boca Juniors.

Coppa America 2011

Insieme agli inamovibili Tevez, Cambiasso, Mascherano, Higuain (che vincerà una Europa League il suo unico titolo internazionale nel 2019 con il Chelsea, da assoluto comprimario) e Aguero, oltre ad un ritrovato Javier Zanetti, troveranno spazio anche Marcos Rojo, campione del Sudamerica nel 2009 con l’Estudiantes e futuro vincitore dell’Europa League nel 2017 con il Manchester United di Josè Mourinho, Fernando Gago – che conosciamo bene per averlo visto con il Real Madrid ma già vincitore con il Boca Juniors nel 2005 della Copa Sudamericana. È il primo torneo anche di Ever Banega, talentuoso centrocampista campione di Sudamerica con il Boca Juniors nel 2007 nonché futuro protagonista di ben 3 Europa League vinte con la maglia del Siviglia (2015, 2016, 2020).

Carlitos Tevez, grande protagonista con le maglie di Manchester United, Manchester City e Juventus, non ha mai fatto mancare il suo apporto con la nazionale albiceleste. La sua esclusione ai mondiali 2014 suscita ancora oggi molte polemiche

Mondiale 2014 – Coppa America 2015 – Coppa America 2016

Sabella diede spazio ad Enzo Perez, vincitore della Coppa Libertadores nel 2009 con l’Estudiantes, convocato insieme al compagno di club Andujar e a Federico Fernandez. Confermati Gonzalo Higuain, Di Maria, Aguero, Palacio, Rojo e Gago.

Nel 2016 ebbe spazio Funes Mori, campione di Copa Sudamericana con il River Plate nel 2014 e futuro vincitore dell’Europa League 2021 con il Villareal.

Mondiale 2018 e Coppa America 2019-2021

L’Argentina che prende parte ai mondiali in Russia sotto la guida di Sampaoli annovera tra i “titolati” Mercado e Tagliafico – vincitori rispettivamente nel 2014 e 2016 della Copa Sudamericana con River Plate e Independiente – e di Federico Fazio, vincitore di due Europa League con la maglia del Siviglia nel 2014 e 2016. in Russia la porta è difesa da Franco Armani, due volte campione del Sudamerica: una volta nel 2016 con l’Atletico Nacional, l’altra nel 2018 con il River Plate. Non può mancare il difensore Otamendi, trionfante in Europa League con il Porto nel 2011 e non va dimenticato Eduardo Salvio, ex giocatore dell’Atletico Madrid, dove ha vinto ben due Europa League tra il 2010 e il 2012.

La spedizione russa naufragò agli ottavi di finale con la Francia, cosicché la federazione argentina decise di attuare un bel repulisti e ricominciare da zero, affidando un progetto a lungo termine a Lionel Scaloni, che condurrà la squadra all’agognata vittoria nel 2021, interrompendo così un digiuno titolato di ben 28 anni.

La prima competizione del “nuovo corso” fu la Coppa America 2019 in Brasile: Scaloni portò il “fiorentino” Pezzella e Guido Rodriguez, vincitori di una Coppa Sudamericana nel 2014 con il River Plate, mentre della “vecchia guardia storica” confermò solo Aguero e Di Maria – senza peraltro garantire loro il posto da titolare -, oltre a Dybala, che però venne utilizzato con il contagocce. Fu convocato il difensore del River campione 2018 Milton Casco. L’attaccante Matias Suarez, invece, aveva nel palmares soltanto una Recopa Sudamericana vinta nel 2019 con il River Plate. I giovani Paredes, De Paul, Lo Celso e Lautaro Martinez, invece, non contano titoli internazionali.

Nella spedizione vittoriosa del 2021, le convocazioni furono molto simili, anche se la rosa venne allargata a 28 giocatori. Tra i “nuovi”, l’unico che si è fregiato di un titolo internazionale fu il centravanti del River Plate Julian Alvarez, campione Libertadores 2018.

Angel Di Maria, autore del gol-vittoria nella finale di Coppa America 2021, decisivo anche ai mondiali 2014 e 2018.

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