Cerca
Close this search box.

Euro 2021: l’Italia va in finale! Spagna ko 5-3 dopo i rigori

Condividi articolo:

La prima semifinale di Euro 2020 decreta gli Azzurri di Roberto Mancini come primi finalisti, dopo 120 minuti di batticuore, tensione, fantasmi. Ad un gol capolavoro di Federico Chiesa al 60′, risponde Alvaro Morata 20 minuti dopo, che davanti a Donnarumma piazza il sinistro vincente all’angolino. I supplementari producono fumo senza arrosto, ai rigori Belotti, Bonucci, Bernardeschi e Jorginho fanno il loro dovere, Dani Olmo e Morata no. Per l’Italia si spalancano le porte della finale, che si disputerà a Wembley domenica 11 luglio, contro la vincente di Inghilterra-Danimarca.

Giambattista Vico parlava di “Corsi e ricorsi storici”, per indicare la circolarità del tempo, in una sorta di “eterno ritorno dell’uguale”. In effetti l’Italia torna in finale 9 anni dopo l’ultima volta, il primo luglio 2012, a Kiev. L’avversaria, manco a dirlo, era la Spagna di Xavi e Iniesta. Fu una disfatta, 4-0 senza repliche. Quella Spagna vinse il suo secondo europeo di fila, con in mezzo un mondiale. Il primo, invece, maturò dopo un quarto di finale contro l’Italia campione del mondo, in una partita simile a questa: spagnoli con il pallino del gioco, che quando triangolano e accelerano fanno paura, e Italia che si difende compatta e che prova a ripartire, prima che sopraggiunga la stanchezza e che le gambe non inizino a piegarsi. Anche nel 2008 si andò ai rigori e la buona sorte sorrise alla Roja, che di fatto fece quel salto di qualità mentale, che fino a quel momento, nonostante la classe dei giocatori a sua disposizione, ancora non aveva fatto.

Ora la storia ha cambiato nuovamente direzione: l’Italia ha superato quello che finora è stato lo scoglio più difficile dell’Europeo. Se l’Austria poteva impensierire per la fisicità combinata con le normali insidie di un ottavo di finale, e il Belgio poteva impensierirci per la qualità delle sue stelle – anche a mezzo servizio -, la Spagna è stata la squadra che più di tutte ci ha fatto soffrire sul piano del gioco. Il loro imprinting ispanico, nonostante i due folletti ex Barcellona Xavi e Iniesta non ci siano più, è rimasto immutato e la qualità del palleggio e dei tagli giusti – soprattutto di Dani Olmo e Pedri, davvero sontuosi – ci fa venire mal di testa. Il nostro trio di centrocampo, finora nostro punto di forza, è costantemente in affanno a rincorrere e poche volte conserva la lucidità per proporre qualcosa davanti.

L’Italia combina qualcosa, con i movimenti di Insigne a chiamare le sovrapposizioni di Emerson Palmieri, che scheggia anche un palo da buona posizione nel primo tempo, ma l’impressione generale è che gli spagnoli stiano meglio, anche fisicamente, con un pressing verso i nostri giocatori, al quale non riusciamo a controbattere. Orzyabal regala spunti, ma anche imprecisioni al tiro. Donnarumma invece è strepitoso su Dani Olmo e ci salva con un riflesso felino dal destro, altrimenti all’angolino, dell’attaccante spagnolo.

E la nostra difesa? Bonucci combatte con il solito piglio da leone, sbrogliando situazioni complicate. Chiellini invece barcolla, vacilla, soffre la velocità e la leggerezza degli spagnoli, ma non perde mai davvero la bussola. Di Lorenzo, invece, riscatta l’affannata prova con il Belgio, sciorinando chiusure interessanti su ambo le fasce. L’Italia non riparte con frequenza e continuità, ma quando lo fa bene sono dolori. Asse DonnarummaVerrattiInsigneImmobile, con Federico Chiesa che con il destro a giro trafigge Unai Simon, e passa la paura. Avremmo anche l’occasione di raddoppiare e ammazzare mentalmente i nostri rivali, ma Berardi (subentrato a Immobile) prima spara addosso al portiere su suggerimento sontuoso di Chiesa, poi preferisce il fioretto alla sciabola e dal limite dell’area manca il colpo del k.o. Si affacciano i fantasmi nella mente degli Azzurri, che diventano realtà quando il neo-entrato Alvaro Morata triangola con Olmo e non sbaglia davanti a Donnarumma.

Stupendo il destro a giro di Federico Chiesa, giocatore che sembra essere tagliato per i momenti pesanti.

Da questo momento fino ai rigori, complice la stanchezza e il calo fisico degli Azzurri, c’è stata la sensazione che la Spagna potesse fare il colpaccio, mostrandosi più fresca e lucida. Così non è, perché resistiamo e serriamo le fila, fino al sacrificio. I crampi di Chiesa, sostituito da Bernardeschi, sono indicativi. Mancini butta dentro anche Belotti, Locatelli, Pessina, Toloi. Non arriva nessun altro guizzo, si va ai rigori. Donnarumma mette la manona su quello di Morata, che si conferma un pessimo rigorista. Dani Olmo, al primo tentativo spagnolo, aveva calciato alto, non approfittando dell’errore di Locatelli. A Jorginho, oggi più di ramazza che di pennello, l’onere e l’onore di spiazzare Unai Simon con un rigore da ragioniere e portare gli Azzurri all’ultimo atto. Manca poco, manca davvero poco…

Dopo una partita di enorme intensità, tensione e sofferenza, gli Azzurri possono festeggiare.

Il tabellino

ITALIA-SPAGNA 5-3 D.C.R (1-1)

MARCATORI: 60′ Chiesa (I), 80′ Morata (S).

ITALIA (4-3-3) Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini,Emerson Palmieri (dal 74′ Toloi); Barella(dall’85’ Locatelli), Jorginho, Verratti (dal 74′ Pessina); Chiesa (dal 107′ Bernardeschi), Immobile (dal 61′ Berardi), Insigne (dall’85’ Belotti). All. Roberto Mancini.

SPAGNA (4-3-3) – Unai Simón; Azpilicueta (dall’86’ Marco Llorente), Laporte, Eric García (dal 109′ Pau Torres), Jordi Alba; Busquets (dal 105′ Thiago), Koke(dal 70′ Rodri), Pedri; Dani Olmo, Oyarzabal (dal 70′ Gerard Moreno), Ferran Torres (dal 62′ Morata). All. Luis Enrique.

Le pagelle

ITALIA

IL MIGLIORE: DONNARUMMA 7,5
Una parata strepitosa su Dani Olmo, il rigore neutralizzato a Morata, uscite a volte rischiose ma sempre efficaci. Poche cose, ma importantissime. Il premio di Man of the Match non può che andare a lui.

CHIESA 7,5
Nel primo tempo soffre e fa gruppo, provando a ripartire palla al piede come al suo solito. Nel secondo sboccia definitivamente e ci porta in vantaggio con il suo destro a giro. Serve anche una palla deliziosa a Berardi, che però non concretizza. Finisce la partita con i crampi, venendo sostituito, dopo aver corso con l’intensità di un mediano.

JORGINHO 6
A differenza di tutte le altre partite, va in sofferenza con i ritmi degli spagnoli e ne subisce il pressing forsennato, perdendo anche qualche pallone di troppo. Non si sottrae alla lotta e non tira indietro la gamba, disputando una partita più di sostanza che di qualità. Ai rigori però è ineccepibile.

CHIELLINI 6
Contro il Belgio era stato enorme e Lukaku aveva sofferto le pene dell’inferno. Oggi invece ha sofferto la velocità e la frizzantezza degli spagnoli, specialmente negli uno contro uno dove spesso ha dato l’impressione di essere un po’ in affanno. Insieme a Bonucci, viene tagliato fuori dal triangolo che porta al gol di Morata. Non sarà certo una partita non brillante a gettare ombre su un difensore della sua caratura. Approda alla sua quarta finale europea, la seconda con la maglia della nazionale.

VERRATTI 5
Non incide come nelle altre partite, nessun lampo vero e alcuni palloni persi in maniera sanguinosa. Il Mancio lo toglie per Pessina, per avere più solidità e freschezza fisica.

Jorginho la mette alla sinistra del portiere. E’ l’ultimo rigore. L’Italia è in finale.

SPAGNA

IL MIGLIORE: DANI OLMO-PEDRI 7,5
Ci fanno venire mal di testa, con palleggi, tagli, scambi di posizione. Due playmaker del gioco spagnolo che quando accelerano fanno paura. Tramontati per ragioni anagrafiche Xavi e Iniesta, ed evaporati Isco e Asensio – che per motivi diversi non hanno mai davvero rispettato le attese – i nuovi mostri della trequarti iberica sono loro.

BUSQUETS 7
Gli italiani lo pressano perchè vedono in lui il punto debole, anche per un’età non più verde. Invece il barcellonista tiene bene la rotta e dispensa palloni con classe e naturalezza. Sfiora anche il gol con un piatto destro che finisce alto di pochi centimetri.

MORATA 6,5
La prestazione è indubbiamente positiva. I suoi movimenti ad elastico impensieriscono la retroguardia azzurra, che viene tagliata fuori da un suo triangolo con Dani Olmo. Non sbaglia davanti a Donnarumma all’80’, ma alla lotteria finale tira un rigoraccio, che di fatto costa la finale alla Spagna.

OYARZABAL 6
Folletto mancino che ha lo spunto per fare male. La qualità palla al piede c’è, ma sotto porta grazia gli Azzurri più volte. Con una maggiore concretezza, la gara sarebbe potuta andare diversamente.

Seguici

Altre storie di Goals

Euro 1976: semifinale Cecoslovacchia-Olanda

Né Olanda né Germania Ovest: le due favorite dell’Europeo 1976 devono arrendersi alla sorpresa Cecoslovacchia. La nazionale dell’Est mette in fila prima gli olandesi in

Questo sito utilizza cookies per migliorare la tua navigazione, se procedi nella navigazione ne accetti l'utilizzo.