L’esultanza di Neymar al fischio finale. [The Irish Sun]
Il ritorno dei quarti di finale tra PSG e Bayern Monaco, giocato in suolo parigino, ha visto il successo per 1-0 del Bayern Monaco, che però è stato eliminato, da detentore della Champions League, a causa della regola dei gol in trasferta. Un risultato, dunque, che è andato a premiare un PSG in grado di segnare tre gol a Monaco di Baviera e che ha sfruttato il grande deficit dei Bullen tra le proprie fila, dovuto all’assenza di due pilastri come Gnabry e, soprattutto, Lewandowski.
Infatti, il Bayern Monaco ha pagato a caro prezzo l’assenza del suo centravanti polacco – ad oggi uno dei giocatori più performanti al Mondo, prima dell’infortunio – e nonostante Choupo-Moting sia stato addirittura in grado di segnare sia all’andata che al ritorno, non ha potuto comunque garantire la stessa qualità tecnico-tattica di Lewandowski. Inoltre Flick, al netto delle gravi assenze che rappresentano un’importante attenuante, non è stato in grado di correre ai ripari, ritrovandosi a proporre una fase offensiva che, a causa dell’assenza di Lewandowski, non è potuta essere efficiente al massimo e che è risultata prevedibile. I cambi infine non hanno aiutato, in quanto sostituire Choupo-Moting – che, al netto dei suoi evidenti limiti tecnici, rappresentava in quel momento un punto di riferimento per l’attacco – con Javi Martinez, per tentare delle soluzioni dalle palle inattive, non ha giovato granché.
Il PSG invece non ha espresso un calcio magistrale. Infatti, pur tenendo una fase difensiva solida, lo stesso non si può dire di quella offensiva, tanto spettacolare nelle giocate individuali dei tre tenori (Mbappé, Neymar e Di Maria) quanto spesso inconcludente nella finalizzazione. Questa questione non va assolutamente intesa come una critica alle qualità tecniche – indiscutibilmente straordinarie – del reparto avanzato parigino, quanto come un mio appunto personale ad un atteggiamento quanto meno rivedibile che già si era notato, in alcuni frangenti, al ritorno degli ottavi contro il Barcellona.
Esattamente come nel caso del Barcellona con Dembelé, il Bayern Monaco non ha avuto a disposizione un terminale offensivo adeguato per poter impensierire per davvero un PSG per giunta orfano di Marquinhos (il suo miglior difensore) e, nonostante il risultato vada a favore del PSG, questo atteggiamento offensivo andrebbe rivisto, in maniera tale che gli uomini di Pochettino non commettano determinati errori contro squadre offensivamente più attrezzate del Barcellona e “più fortunate” del Bayern Monaco nell’avere a disposizione i propri migliori giocatori.
Il tabellino
RETE: 40′ Choupo-Moting.
PSG (4-2-3-1): Navas; Dagba, Kimpembe, Danilo, Diallo (dal 59′ Bakker); Gueye, Paredes; Di Maria (dall’88’ Herrera), Neymar, Draxler (dal 72′ Kean); Mbappé. All. Mauricio Pochettino
BAYERN (4-2-3-1): Neuer ; Pavard , Boateng, Hernandez , Davies (dal 71′ Musiala); Kimmich, Alaba; Sané, Muller, Coman; Choupo-Moting (dall’85’ Javi Martinez). All. Hans-Dieter Flick
Le pagelle
PSG
IL MIGLIORE PAREDES 7
Ormai da anni appare come un punto fermo del centrocampo del Paris Saint Germain. Porta tanta pulizia tecnica e altrettanta concretezza per proteggere la palla e per smistarla verso i tre tenori offensivi. Inoltre, il suo apporto in fase di non possesso appare notevole e aiuta il PSG a non subire troppo le imbucate del Bayern Monaco sulla trequarti.
GUEYE 6,5
Da quando il PSG l’ha acquistato nel 2019, si è assicurato un centrocampista che contribuisce con tanta corsa e interdizione ad un reparto all’epoca orfano di equilibri tattici ben definiti. Il suo apporto è importante e sufficiente per i parigini per portarsi a casa la pagnotta.
MBAPPE 6,5
Il suo primo tempo è semplicemente stellare, con una grandissima quantità di strappi palla al piede e di giocate da grande rifinitore per Neymar (un po’ troppo sprecone). Cala un po’ di intensità nel secondo tempo e spreca alcuni contropiedi, ma in generale offre una prova offensiva molto più concreta del subentrato Kean (5) e di Neymar. Appare umano, e ci mancherebbe altro, dopo la prestazione strabordante di Monaco di Baviera.
NAVAS 6
Appare un po’ incerto nel gol di Choupo-Moting, respingendo male la conclusione di Alaba, situazione nella quale anche Kimpembe (5,5) ha delle evidenti responsabilità. Per il resto, l’estremo difensore parigino non commette sbavature, riuscendo anche a compiere un’ottima parata su Alaba.
DI MARIA 6
Non sembra più il Fideo dei tempi migliori, ma quando si accende sa ancora deliziare le platee (o meglio, saprebbe, se non si considerasse questo periodo…) Inoltre, pur senza necessariamente strafare in fase offensiva (se si esclude una giocata sopraffina nel secondo tempo), dà un buon contributo per contenere Davies sulla fascia sinistra.
NEYMAR 6
Tante giocate sopraffine, degne della sua classe immensa (vedasi quel destro a giro che si spegne sulla traversa), ma anche tanta leziosità fine a se stessa e poca lucidità sotto porta, come testimoniato dai due gol sbagliati a tu per tu con Neuer. Inoltre, nel secondo tempo alterna momenti di ottima maestria tecnica a attimi di black out negli ultimi passaggi. Quanto meno rivedibile.
BAYERN MONACO
IL MIGLIORE NEUER 7,5
Ha sulla coscienza la sfida dell’andata, nella quale ha spianato la strada per la vittoria parigina con una papera sul primo gol di Mbappé. La risposta del campione non poteva che esserci e quella di Manuel Neuer è stata straordinaria, con una prestazione a tutto tondo per le uscite e per le splendide parate su Neymar e soci, che hanno permesso ai bavaresi di rimanere aggrappati alla partita fino alla fine. L’ultimo ad arrendersi è stato lui, con una prova che conferma la sua grandezza, nonostante la prematura uscita di scena dalla massima competizione europea.
LUCAS HERNANDEZ 7
Se Didier Deschamps non ci rinuncia mai in nazionale e se Lucas Hernandez è campione del Mondo in carica da titolare, un motivo c’è. Si conferma un grande interprete, molto versatile e, a differenza dei suoi compagni di reparto, esce a testa alta nel confronto con Mbappé, che soprattutto nel secondo tempo viene quanto limitato in alcuni contropiedi.
ALABA 6,5
Quanta personalità. Nonostante l’Alaba dei tempi migliori sia ormai uno sbiadito ricordo, risulta il più concreto del centrocampo bavarese, mettendo addirittura lo zampino nel gol di Choupo-Moting nel finale del primo tempo. Sfiora di nuovo il bersaglio grosso, per poi calare nella ripresa come tutto il Bayern Monaco.
CHOUPO-MOTING 6
Segna il gol che riaccende le speranze del Bayern Monaco, ma per il resto, non chiamandosi Robert Lewandowski, non può garantire un determinato apporto alla fase offensiva e nel gioco di sponda. Minimalista.
SANE 5,5
Si danna l’anima sulla fascia sinistra, cercando spesso di creare qualche pericolo, ma un po’ troppo spesso viene a mancare nel momento del dunque, non azzeccando sempre la giocata giusta. Appare molto fumoso rispetto a Gnabry, l’altro grande assente di questa doppia sfida.
COMAN 5
Perde il duello con Dagba (per di più rivedibile nella sua prestazione difensiva, il che è tutto dire…) e non riesce in alcun modo ad incidere sulla partita. La finale dello scorso anno, della quale lui stesso era stato mattatore, è ormai un lontano ricordo.
L’altra partita
CHELSEA-PORTO 0-1
Marcatore: 90’+3′ Taremi.
A seguito del 2-0 conseguito in trasferta, il Chelsea passa ugualmente il turno, accedendo alla semifinale di Champions League. Infatti, nonostante lo 0-1 segnato da Taremi in rovesciata al novantatreesimo, il Porto non riesce ad imporsi e, al termine di una partita per larghi tratti soporifera, non riesce in alcun modo ad impensierire il Chelsea. I Blues ormai rappresentano a tutti gli effetti una potenziale outsider della massima competizione europea, che potrà giocarsela contro una tra Real Madrid e Liverpool per l’accesso alla finale.